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MONDIALI 2023 – A Glasgow l’olimpiade del ciclismo, caccia a 250 titoli iridati

Glasgow (Scozia) mercoledì 2 agosto 2023 - Rivoluzione di format e numeri per un mondiale formato extralarge. Per undici giorni, a partire da domani, Glasgow si trasforma nella capitale del ciclismo: scatta infatti in Scozia la rassegna iridata, un'olimpiade della bici, con tredici discipline tutte insieme, oltre 8000 atleti al via, più di 120 paesi rappresentati e 205 maglie iridate da conquistare. Numeri record del mondiale 2023: dalla bmx alla strada, dalla pista alla mountain bike, per la prima volta nella storia della rassegna iridata saranno accorpate in un'unica kermesse tutte le competizioni su due ruote. In Scozia ci saranno oltre un milione di spettatori, ai quali si aggiungerà un pubblico televisivo globale superiore al miliardo, e che lo renderà uno dei primi 10 eventi sportivi visti sul pianeta. L'Unione Ciclistica Internazionale ha voluto rivoluzionare la rassegna iridata anticipandola al mese di agosto e dandole una visibilità a 360°, ponendo sullo stesso piano le discipline più conosciute e quelle meno seguite, compreso il paraciclismo.

Le prime medaglie che verranno assegnate saranno in pista con l'inseguimento individuale femminile, il Team sprint femminile e la finale Scratch 15 km maschile, in programma domani al Sir Chris Hoy Velodrome, che prende il nome dall'ex pistard britannico, vincitore di sei ori olimpici e di undici titoli mondiali. Cresce l'attesa per la sfida, nel maschile, tra il campione in carica Sprint Matthew Richardson (Australia) e l'olandese Harrie Lavreysen, che saranno sicuramente tra i protagonisti annunciati per le gare indoor. Nel femminile, invece, si accenderà la rivalità tra la francese Mathilde Gros e la tedesca Emma Hinze, pronte a sfidarsi nel Keirin, nell'Individual Sprint e nel Team Sprint, insieme alle altre stelle Martha Bayona (Colombia), Steffie van der Peet (Paesi Bassi) e alla campionessa olimpica di Sprint individuale a Tokyo Kelsey Mitchell (Canada). L'Italia punta in alto, con grandi nomi in tutte la categorie. Nell'endurance ci sono, tra gli altri, Filippo Ganna, Simone Consonni, Jonathan Milan ed Elia Viviani, sempre protagonisti assoluti in pista. Tra le donne, il ct Marco Villa ha scelto Martina Alzini, Elisa Balsamo, Rachele Barbieri, Chiara Consonni, Vittoria Guazzini, Martina Fidanza, Letizia Paternoster e Silvia Zanardi.

Occhi puntati naturalmente sulla strada. L'evento più atteso è sicuramente la prova in linea maschile élite di domenica prossima. Tantissime le incognite, a partire dal meteo e dalla lunghezza del percorso. 272,4 chilometri, una prima parte in linea (con la salita di Crow Road di 5,6 km al 4%) che anticipa l'ingresso nel circuito: 14,3 chilometri da percorrere dieci volte. Molto mosso, senza vere e proprie salite se non quella di Montrose Street (200 metri al 6%), un percorso ricco di curve che non danno respiro, adatto agli uomini scattanti. L'Italia avrà come capitano Matteo Trentin, che proprio a Glasgow nel 2018 si laureò campione europeo su strada in linea davanti a Mathieu van der Poel e Wout Van Aert. Ecco, l'olandese e il belga saranno sicuramente tra i più attesi, due dei favoriti per la vittoria finale. Non può essere considerato meno pericoloso Remco Evenepoel, campione del mondo 2022 a Wollongong in Australia e assente al Tour de France proprio per preparare al meglio la rassegna iridata. Il Belgio, inoltre, potrà contare anche su Jasper Philipsen, vincitore di 4 tappe e della classifica a punti al Tour de France 2023. Ma il percorso di Glasgow è paragonabile anche a una Classica Monumento e allora occhi su Tadej Pogacar, autentico fuoriclasse capace già di vincere un Giro delle Fiandre, una Liegi-Bastogne-Liegi, due Giri di Lombardia e due Tour de France. Anche la Danimarca potrebbe puntare al titolo con Mads Pedersen, già campione del mondo nel 2019 ed esperto nelle gare quando il tempo è avverso. Ed essendo in Scozia, la pioggia è sempre dietro l'angolo. Assente, invece, Biniam Girmay. L'eritreo, tra i protagonisti annunciati, dovrà rinunciare alla prova su strada a causa della caduta rimediata alla Clasica San Sebastian. A fare ancora più notizia, però, è il caso legato al suo visto e a quello dei suoi compagni di nazionale: Natnael Tesfatsion, Merhawi Kudus e Amanuel Ghebreigzabhier non hanno ricevuto il permesso per poter entrare in Gran Bretagna. Anche Girmay era stato fermato per problemi con il visto, ma ha successivamente comunicato di rinunciare al Mondiale per le condizioni fisiche dovute alla caduta nei Paesi Baschi.

 

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