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MONDIALI 2023 – Capolavoro di Van der Poel. Trentin cade, Bettiol emoziona

Photo@Sprint Cycling Agency

L'azione solitaria di Bettiol -Photo@Sprint Cycling Agency

Glasgow (Scozia) domenica 6 agosto 2023 - Il trionfo di Mathieu Van der Poel, favorito tra i favoriti annunciati, incorona l'olandese nipote di Poulidor in un mondiale che si preannunciava da passerella cittadina, sul circuito di Glasgow, e che invece da Edimburgo all'arrivo ha riservato colpi di scena a raffica. A cominciare dalla clamorosa protesta di cinque ambientalisti scozzesi, che hanno fermato per 50' la corsa dopo 80 chilometri dalla partenza, nelle strette stradine della Carron Valley, per finire con la coraggiosa fuga dell'azzurro Bettiol a 50 km dall'arrivo, la ripresa del quartetto di fenomenali inseguitori, lo strappo di Van der Poel che ha rischiato la nuova beffa con una caduta, dopo quella dell'anno scorso quando in Australia saltò la gara per un fermo di polizia dopo una lite in albergo con due ragazze che di notte avevano fatto troppo rumore. Stavolta l'olandese è stato più forte anche della sfortuna, si è rialzato e ha vinto. L'olandese si è imposto dunque con oltre un minuto e mezzo di vantaggio, chiudendo con una ferita vistosa sul corpo e le scarpette rotte davanti al belga Wout Van Aert e allo sloveno Tadej Pogacar. Una prova epica per il 28enne, che ha riportato la maglia iridata nei Paesi Bassi dopo 38 anni.

Protagonista della gara anche Alberto Bettiol: l'azzurro ha chiuso al 10° posto dopo aver fatto sognare l'Italia con la fuga solitaria durata fino a meno di due giri dal termine. Sfortunata la squadra del ct, Daniele Bennati, complice la caduta del suo capitano Matteo Trentin costretto al ritiro a 90 km dal traguardo. Fino a quel momento, Trentin era nelle prime posizioni del gruppo di inseguitori, insieme a Van der Poel e compagni.

Una gara caratterizzata dall'interruzione dopo 80 km da parte di alcuni attivisti per il clima, i quali hanno incollato le proprie mani sull'asfalto con il cemento. I corridori sono stati costretti a fermarsi, per poi riprendere a pedalare dopo oltre 50 minuti di stop. Cinque gli arresti della polizia scozzesi.

Partiti da Edimburgo, gli atleti si sono avvicinati verso Glasgow con le prime fughe di giornata. A 190 km dal termine, il clamoroso atto di protesta del gruppo ambientalista «This is rigged» e la successiva ripartenza.

Una volta entrati nel circuito cittadino, a 55 km dal traguardo è arrivato l'attacco di Alberto Bettiol. L'azzurro è riuscito ad accumulare un vantaggio di 40”, mentre alle sue spalle sono rimasti solo i migliori: Pogacar, Van der Poel, Van Aert e Pedersen. Un'azione commovente quella di Bettiol, che ha fatto sognare Bennati e l'Italia intera fino a 21 km dall'arrivo, quando è arrivato alle sue spalle il gruppo dei big e il successivo scatto di Mathieu van der Poel. L'olandese ha dato lo strappo decisivo a un giro e mezzo dal termine, lasciando il vuoto dietro di sé. Ormai lanciato tutto solo verso la maglia iridata, Van der Poel ha rischiato di rovinare tutto con una caduta a 17 km dalla fine: l'asfalto viscido lo ha tradito ed è finito contro le transenne, rompendo la scarpetta destra e ferendosi alla spalla. Nonostante ciò, il campione dei Paesi Bassi è risalito sui pedali e ha continuato ad aumentare il proprio vantaggio, andandosi a prendere la medaglia d'oro con 1'37” di vantaggio su Van Aert e 1'45” su Pogacar.


I PROTAGONISTI

«È la mia più grande vittoria su strada – afferma Van der Poel - era l'obiettivo di stagione, e completa la mia carriera». Quanto alla caduta, «ero tranquillo, davvero non mi aspettavo la scivolata. Fortuna che non è successo nulla: avessi perso il Mondiale per quello, non ci avrei dormito due giorni».

«Eravamo convinti di far bene - ha detto Alberto Bettiol al termine della gara -. Ho sofferto tanto e mi sono dato una chance. Era un po’ folle, azzardata, ma ci ho creduto e non finirò mai di ringraziare tutta la squadra. Per me indossare la maglia della Nazionale è un privilegio: volevo sognare, volevo questo Mondiale, ma stando nel gruppo dei migliori al mondo è normale avere poche chance. Ho provato a sorprenderli, non è andata bene ma sono molto contento di quello che abbiamo fatto. Speravo di regalare un sogno ai miei compagni, ci riproveremo Sicuramente».

«Abbiamo interpretato bene la condotta di gara - le parole del ct, Bennati -. Siamo stati sfortunati, la caduta di Matteo Trentin ci ha tagliato un po’ fuori. Bettiol si è trovato da solo e non era facile gestire la situazione. È stato intelligente a fare quell' attacco, peccato che non ha trovato nessun compagno di fuga. Sapevamo che sarebbe stato difficile combattere con quei quattro, ma con Trentin in gara avremmo potuto dire la nostra».

Anche Matteo Trentin ha commentato la gara, in particolare la sua caduta che lo ha costretto al ritiro: «Me la sono andata a cercare, ho agganciato il piede della transenna con il pedale. È colpa mia al 50%, ci fosse stata una transenna con i piedini bassi non sarebbe successo nulla. Peccato sia andata così». Simone Velasco: "Avevamo improntato una gara d'attacco, purtroppo Matteo è caduto in un momento decisivo. Abbiamo preso in mano la situazione e abbiamo corso da grande squadra."

Kristian Sbaragli: "Abbiamo corso in maniera aggressiva e abbiamo fatto il massimo. Mi dispiace essere mancato dal secondo giro in poi per un problema alla sella, purtroppo in questo circuito dopo un problema meccanico è difficili recuperare."


ORDINE D’ARRIVO

1 Mathieu Van der Poel (Ned) Netherlands

km 271 in 6h07’27” media 44,270 km/h

2 Aert Wout Van (Bel) Belgium a 1’37”

3 Tadej Pogačar (Slo) Slovenia a 1’45”

4 Mads Pedersen (Dan) Denmark

5 Stefan Küng (Sui) Switzerland a 3’48”

6 Jasper Stuyven (Bel) Belgium

7 Matthew Dinham (Aus) Australia

8 Toms Skujiņš (Lva) Latvia

9 Tiesj Benoot (Bel) Belgium

10 Alberto Bettiol (Ita) Italy

 

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