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PRO – Allarme cadute. De Rosa «La bici non c'entra, curiamo i percorsi»

Venerdì 5 aprile 2024 - "La cosa principale è mettere in sicurezza i ciclisti": Cristiano De Rosa, è uno che di biciclette da corsa se ne intendo, visto che è patron della De Rosa, l'azienda di famiglia leader nel settore. La maxi caduta al giro dei Paesi Baschi che ha visto coinvolti da Jonas Vingegaard a Remco Evenepoel fino a Promoz Roglic e Jay Vina, ha colpito anche lui e il giorno dopo, nella ricerca delle cause e delle responsabilità, al telefono con l'Ansa, dice la sua. "E' vero che il ciclismo di oggi è esasperato nella sua declinazione totale ma non è corretto imputare ai costruttori una qualsiasi responsabilità nelle cadute - dice - Premesso che nella vita di un ciclista le cadute ci sono sempre state è impensabile che non ce ne siano più. E' un po' come se nel tennis non si rompessero più le corde delle racchette, è impossibile. Oggi le bici sono safe e performanti al tempo stesso. Ma è anche vero che in un contesto di disattenzione di un paio di atleti, come è accaduto ieri, si verifichino questi incidenti". Da costruttore di bici da corsa De Rosa ricorda l'evoluzione di questo sport: "Il ciclismo è sempre più veloce, è innegabile che oggi le biciclette siano più leggere ma la sicurezza è sempre al primo posto: abbiamo norme da rispettare, effettuiamo tutti i test ISO, tutte le prove di crash test, fatica, torsione, flessione. Sono un produttore di biciclette molto sensibile alla questione sicurezza, guai se questo non avvenisse. Rallentare le gare sarebbe un passo indietro, piuttosto è di basilare importanza mettere in sicurezza gli atleti ed i percorsi. Guardiamo quello che è stato fatto negli sport motoristici, dalla formula uno alle moto: in passato ci sono stati tanti incidenti, anche con conseguenze letali, si sono evolute le vetture ma anche i circuiti sono cambiati per evitarli. Ecco - conclude -, lo ribadisco, ci vuole una grande attenzione anche nel ciclismo. Ieri, ad esempio, mancavano tutte le protezioni. Poi non si può dare la colpa alla caffeina, alla bici leggera o ai freni a disco che vengono usati all'ultimo momento. Il ciclismo è e sarà sempre lo sport più bello del mondo".

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