Giovedì 30 gennaio 2025 - Stop al monossido di carbonio. La federazione internazionale di ciclismo (Uci) si appresta a vietare, domani nella sua riunione in programma domani ad Arras a margine dei mondiali di ciclocross, l'uso della controversa pratica diffusasi tra i ciclisti professionisti ed emersa durante l'ultimo Tour de France. L'agenzia mondiale antidoping non la vieta, ma in questo caso l'Uci anticipa i protocolli Wada. Il caso scoppio' nello scorso luglio, quando una rivista specializzata rivelo' che almeno tre squadre del Tour, tra cui l'Uae di Tadej Pogacar e la Visma di Jonas Vingegaard, avevano utilizzato un riciclatore di monossido di carbonio: il dispositivo permette di misurare la massa totale di emoglobina, portando benefici fisici nell'allenamento in quota. Vingegaard e Pogacar ne riconobbero l'utilizzo, minimizzando la vicenda. Il danese in particolare sostenne che la pratica non aveva «nulla di sospetto, perche' si soffia in in un palloncino due volte a distanza di settimane», unicamente, a suo dire, per una verifica dei livelli sanguigni, senza inalare nulla. Parole che non erano bastate a frenare le polemiche. Lo scorso autunno, l'Uci aveva chiesto alla Wada di prendere posizione sulla questione, prima di annunciare a metà dicembre che avrebbe chiesto al proprio comitato direttivo di vietare, «per ragioni mediche», l'uso del gas. «Inalato ripetutamente in condizioni di mancata assistenza medica, può causare effetti collaterali come mal di testa, sensazione di stanchezza, nausea, vomito, dolore toracico, difficoltà respiratorie o addirittura perdita di coscienza», spiega l'Uci. Il suo utilizzo «in ambiente medico, da parte di personale medico competente e nel rigoroso contesto della valutazione della massa totale di emoglobina» rimarrebbe tuttavia autorizzato. In definitiva, l'Uci spera che la Wada segua l'esempio. |