Sabato 5 aprile 2025 - “Le sconfitte sono più importanti delle vittorie. Mi hanno insegnato a crescere”. Non ha dubbi Gianni Bugno, ospite di Dribbling, condotto da Monica Matano su Rai Due. L’ex campione classe 1964 ricorda con umiltà il Giro d’Italia vinto nel 1990, in maglia rosa dalla prima all'ultima tappa: “È stato un caso. La squadra ci ha creduto e allora sono andato avanti”. Nel palmares personale vanta due Mondiali, una Sanremo, un Fiandre e altre sessanta grandi corse, per un totale di 72 vittorie. “Papà Giacomo mi regalò la prima bici, quando il Giro passò sotto casa mia. La bicicletta mi ha conquistato. Non sapevo nulla del ciclismo, non sapevo neppure chi fossero Moser e Saronni”, ammette ai microfoni della Rai. Non sono mancati i momenti difficili: “Durante la pandemia Chiappucci mi ha aiutato - dichiara Bugno -. Ero depresso, non potevo più portare l'elicottero (aveva preso il brevetto, ndr). Non ero pronto a cambiare, a differenza di altri momenti della mia vita, come quando ho smesso di andare a scuola per il ciclismo e contro la volontà dei miei genitori”. Riflessioni e pensieri sulla sua vita privata: “Lo so, sono sbagliato! Quello che ho fatto, ho fatto. Non ho rimpianti”. La previsione sul Giro delle Fiandre: “Il mio favorito è Pogacar. È chiaro che ci saranno anche Van der Poel e Ganna, ma io dico Pogacar”.