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PROF - Amstel Gold Race: c'è anche Evenepoel contro Pogacar

Sabato 19 aprile 2025 - E' ancora grande ciclismo, con un'altra della classiche di primavera, nello specifico quella che si svolge nel giorno di Pasqua in Olanda, ovvero la Amstel Gold Race detta anche la 'corsa della birra', con partenza da Maastricht e arrivo a Berg en Terblijt dopo 255,9 chilometri. E' anche il primo atto della settimana della Ardenne, e in passato è stata favorevole ai colori italiani, con sette vittorie, l'ultima delle quali nel 2016 con Enrico Gasparotto, che si era imposto anche nel 2012. L'anno scorso ha vinto il britannico Tom Pidcock, tra i favoriti anche di domani, ma in seconda fila rispetto al duello che tutti si attendono fra Tadej Pogacar e il redivivo Remco Evenepoel, che alla prima uscita stagionale, ieri, è subito andato sul gradino più alto del podio nella Freccia del Brabante. L'iridato sloveno e l'olimpionico belga si sfideranno in una prova in cui sarà assente l'idolo di casa Mathieu Van der Poel e che non concede respiro, con 34 'collinette' che possono stroncare le gambe a chiunque. Quella simbolo di questa classica rimane il Cauberg, tradizionalmente affollato di tifosi che aspettano con un boccale in mano il passaggio dei ciclisti (da qui il 'nickname' di corsa della birra) e che quest'anno verrà proposto per tre volte. L'ideale, sulla carta, per uno come Pogacar che su quello strappo secco avrà la possibilità di involarsi verso il traguardo. Tutto sta a vedere come reagirà Evenepoel, che ha dato segnali più che incoraggianti ma ha ancora problemi a una spalla, conseguenza che gli è rimasta dell'incidente avuto in allenamento lo scorso dicembre, quando si è schiantato contro un furgone delle Poste. Durante i mesi che ne sono seguiti Remco ha raccontato di aver pensato perfino di smettere con il ciclismo, poi però ha trovato conforto nell'aiuto della moglie Oumi Rayane (di origini marocchine) e nella fede nell'Islam a cui si è convertito «l'anno scorso. È qualcosa che condivido con Oumi e di cui siamo orgogliosi - ha raccontato l'ex iridato -. Penso che ognuno debba avere il proprio rapporto con la fede. È ciò che mi dà un appoggio, qualcosa che mi aiuta nella vita. È qualcosa di meraviglioso. Se è l'Islam? Sì, è l'Islam». Così ora Evenepoel si sente pronto a dare il meglio, anche se il suo vero obiettivo di questo suo avvio di stagione è la Liegi-Bastogne-Liegi di domenica 27. Detto che tra i favoriti di seconda fascia bisogna mettere Wout Van Aert, Ben Healy e Marc Hirschi, l'Italia affida le proprie chances all'ex campione nazionale Simone Velasco, le cui caratteristiche sembrano adattarsi bene a questa corsa, e a Matteo Trentin, portacolori della Tudor Pro che cercherà il 'colpaccio' con cui nobilitare la propria stagione. Tutto questo mentre chi governa il ciclismo sta studiando un modo per limitarne la velocità, come ha annunciato il presidente dell'Uci David Lappartient, stanco di vedere tante, anzi troppe cadute, durante le corse, a volte con conseguenze anche gravi. Un dato ha fatto riflettere il massimo dirigente del pedale è stato quello della velocità di punta raggiunta durante l'ultimo Tour de France: 130 km/h. Era un tratto in discesa, ma i rischi sono diventati eccessivi. Solo il futuro dirà in che modo si potrà ovviare. (ansa - alessandro castellani)

 

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