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22/11/2005

DOPING - Rinviato il processo d’appello del dottor Michele Ferrari

Bolognamartedì 22 novembre - È stato rinviato a nuovo ruolo il processo d'appello al dott.Michele Ferrari, preparatore anche di Lance Armstrong, condannato un anno e mezzo fa dal giudice monocratico di Bologna Maurizio Passarini a un anno di reclusione e a 900 euro di multa per frode sportiva ed esercizio abusivo della professione di farmacista. Il processo per doping al medico sportivo era stato fissato per oggi, ma per problemi organizzativi della Corte di Appello di Bologna - in pratica per dedicare più spazio alla discussione  della causa - è stata fatta slittare. Dovrà essere decisa una nuova data, probabilmente per inizio 2006. «Quando a ricorrere al doping sono, come nel caso del dottor Ferrari - aveva scritto nei motivi della sentenza il giudice Passarini - i migliori medici sportivi, quelli usciti dall' eccellenza di un centro di ricerca finanziato dallo stesso Coni, allora forse c'è veramente da temere che l'imbroglio, il volgare imbroglio, per quanto farmacologicamente raffinato, continuerà ad avere la meglio sull'effettivo valore degli atleti. C'è da temere che prevalga la cultura del 'cosi' fan tuttì e che, dietro le più o meno sincere affermazioni di principio, la convinzione, aberrante, resti quella che non sia possibile ottenere grandi risultati senza ausili farmacologici. È per questo che il trattamento sanzionatorio nei confronti dell'imputato Ferrari non può essere mite».
Uno dei principali punti dell'accusa furono le dichiarazioni del corridore Filippo Simeoni, seguito da Ferrari dal novembre '96 a fine stagione '97. A lui il giudice dedicò una parte cospicua dei motivi. Il ciclista di Latina, che per le sue rivelazioni ha avuto molti problemi (al Tour 2004, ad esempio, Armstrong in persona si mosse per annullare l'azione di Simeoni in fuga con altri corridori), «senza esitazioni di sorta - scrisse Passarini - ha espressamente dichiarato o più volte ribadito che, su indicazioni e prescrizioni del Ferrari, assunse eritropoietina (epo) e Andriol (farmaco a base di testosterone, ad affetto anabolizzante). Ha precisato Simeoni che Ferrari non gli procurò personalmente l'Epo e l'andriol (pur facendogli capire che, all'occorrenza, sarebbe stato in grado di farlo), ma si limitò a prescriverglieli, all'interno di programmi di allenamento che lo stesso Ferrari predisponeva». Simeoni ha spiegato nel corso del processo che gli asterischi nelle tabelle di allenamento predisposte dal medico stavano ad indicare l' assunzione di andriol. «Le dichiarazioni di Simeoni sono ben precise - osservò Passarini - Egli quando rivolge dette accuse è perfettamente consapevole di quanto va dichiarando e del rilievo di dette dichiarazioni».