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15/06/2007

DOPING - Basso, stop di due anni. Arrivederci al 24 ottobre 2008

Venerdì 15 giugno 2007 - La commissione disciplinare della federazione italiana ciclismo ha inflitto 24 mesi di squalifica a Ivan Basso. La commissione ha così superato la richiesta della Procura Antidoping del Coni, che aveva chiesto 21 mesi di squalifica per il ciclista varesino.
Basso al termine dell'udienza aveva ammesso di aver sbagliato e di meritare una pena "senza sconti o pietà ma da infliggere sulla base dei regolamenti esistenti e non per il nome" del ciclista da giudicare.
”Non ho mai chiesto sconti di pena ma vorrei essere giudicato in base ai regolamenti e non al nome che porto e che porto e a quello che è stato detto e scritto nell'ultimo anno. Dal giorno della confessione ho ricominciato a star bene - spiega il varesino -. Mi accusano di aver mentito per un anno, ma è umano cercare di non essere scoperti: la mia famiglia non sapeva nulla di tutto ciò, ho tenuto da solo questo segreto. Sapevo che non era una situazione facile, ora accetto la decisione e penso solo ad allenarmi e a stare bene".
Dopo 10 mesi di dichiarazioni d’innocenza, il varesino aveva ammesso di fronte alla Procura Antidoping del Coni le proprie responsabilità relative all’Operacion Puerto lo scorso 7 maggio. A Basso veniva contestata la violazione dell’art. 2.2 del Codice Wada, ovvero quello relativo all’uso o presunto tale di sostanze vietate. Una settimana dopo il Coni aveva chiesto la sua sospensione dall’attività agonistica, ufficializzata il 15 maggio.
Infine, il 25 maggio la Procura Antidoping del Coni aveva disposto il deferimento di Basso, richiedendo inoltre 21 mesi di squalifica. Oggi la Commissione Disciplinare della Federcicilismo ha deciso di squalificare il varesino per 24 mesi, tre in più rispetto ai 21 chiesti dalla Procura Antidoping, ritenendo che non abbia collaborato in alcun modo.
Il vincitore del Giro d’Italia 2006 potrà riprendere a correre dopo il 24 ottobre 2008, grazie al fatto che Basso ha scontato 236 giorni per via di sospensioni varie.
La decisione della Disciplinare darà vita a nuove polemiche. Basso, infatti, sembra pagare soprattutto il fatto che, il giorno dopo aver “confessato” in Procura Antidoping, abbia assicurato di avere avuto dei contatti con il medico spagnolo Eufemiano Fuentes, l’uomo al centro dello scandalo, ma di non aver mai preso sostanze dopanti, bensì di aver tentato di assumerne sulla strada per il Tour de France 2006. Una sorta di retromarcia che può avere influito sul parere della Federciclismo.