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16/10/2007

DOPING - Di Luca stop 3 mesi, Lombardia addio, Pro Tour a rischio

Roma - martedì 16 ottobre 2007 - Il suo anno magico si sta rivelando, proprio alla fine, una specie di incubo. Danilo Di Luca, in questo 2007 che gli ha regalato la mitica Liegi-Bastogne-Liegi ed un Giro d'Italia pedalato da padrone, termina il suo iter processuale sportivo con una condanna di tre mesi, inflittagli dal Giudice di Ultima Istanza del Coni presieduto da Francesco Plotino. Novanta giorni di pausa forzata a partire da oggi, non centoventi come aveva chiesto nel suo deferimento la Procura Antidoping retta da Ettore Torri, che di fatto aveva escluso il 31enne corridore di Spoltore dalla squadra azzurra per i Mondiali di Stoccarda. Di Luca deve tutto questo alle sue frequentazioni con Carlo Santuccione, il medico pescarese attorno al quale nel tempo si sono facilazzate le attenzioni dell'antidoping. A lui si rivolse, senza informare i suoi superiori nelle Fiamme gialle, anche l'ex iridato dell'asta Giuseppe Gibilisco, passato dai due anni di stop all'assoluzione. E, come per il siracusano, il Killer non deve difendersi da alcuna positività, mai emersa: anzi, l'abruzzese sperava che l'archiviazione penale della sua vicenda potesse essergli utile anche davanti ai giudici del Coni.
I quali, però, puniscono anche l'intenzione, la volontà di “barare”, a loro dire emersa dalla «contiguità» del suo rapporto con Santuccione. Tre mesi, sentenza in fondo mite se non fosse che il leader della Liquigas era atteso al via sabato al Giro di Lombardia, la classicissima d'autunno che fa scorrere i titoli di coda sul ProTour, la cui classifica vede in testa proprio l'abruzzese con soli 15 in più del suo diretto concorrente, l'australiano Cadel Evans. Un primato dunque che ora scricchiola: l'eventuale ricorso al Tas del suo legale Federico Cecconi, che potrebbe ottenere una sospensiva della condanna, sarebbe prodotto comunque dopo la lettura delle motivazioni, che saranno rese note non prima di un mese.
«Penso sia andata bene a Di Luca - ha commentato il procuratore Torri - Per me, con il materiale che avevamo, si poteva forse anche chiedere qualcos'altro».
Chissà se è d'accordo anche il pescarese, che fa bene a non ipotizzare un complotto ai suoi danni ma che esce da questa vicenda con il morale a terra e le ruote sgonfie. Quasi come una “cotta” sul Mortirolo.
Ettore Torri, l’aveva deferito l'atleta il 27 settembre 2007, chiedendo 4 mesi di sospensione dall'attività agonistica per “essersi avvalso della consulenza o prestazione di soggetti inibiti dall'ordinamento sportivò”.
«Prendo atto della decisione ma non sono assolutamente d'accordo e adesso faremo ricorso nelle sedi competenti». Danilo Di Luca non ci sta, la squalifica di tre mesi, proprio non gli va giù. Il vincitore dell'ultimo Giro d'Italia, deferito proprio a pochi giorni dalla disputa del Mondiale di Stoccarda che per questo motivo non ha potuto correre, ha comunque ostentato la massima tranquillità dopo la lettura della sentenza: «Io vado avanti per la mia strada - ha detto - perché sono assolutamente convinto di non avere nessuna colpa e di essere innocente». La vicenda quindi non si concluderà qui per Di Luca. La Procura del Coni aveva chiesto  quattro mesi di sospensione dall'attività agonistica per «essersi avvalso della consulenza o prestazione di soggetti inibiti dall'ordinamento sportivo».