Berlino (Germania) - martedì15 gennaio 2008 - Il danese Michael Rasmussen, escluso durante il Tour 2007 mentre era in maglia gialla, sarebbe stato uno dei ciclisti professionisti che facevano abitualmente ricorso ai servizi di un laboratorio austriaco di Vienna Human Plasma finito nel mirino dell'agenzia mondiale antidoping, la Wada. E sul conto del quale sta indagando la magistratura austriaco. Lo sostiene in una sua inchiesta il canale televisivo tedesco Ard, secondo cui Rasmussen e due suoi ex compagni nella Rabobank, l'olandese Michael Boogerd ed il russo Denis Menchov, avevano lasciato sacche del proprio sangue nel laboratorio in questione, per poi farne uso al momento opportuno. Così come avevano fatto una trentina di atleti di più discilpine tra cui sciatori di fondo e biathleti. Il 25 luglio scorso Rasmussen era stato invitato a lasciare il Tour, mentre era in maglia gialla, proprio dalla Rabobank che gli contestava di aver mentito a proposito della sua presenza in Messico e del fatto di aver saltato alcuni controlli. Il canale pubblico tedesco chiama in causa anche l'austriaco Georg Totschnig, che nel frattempo si è ritirato, ed un totale di trenta sportivi di alto livello, “tra cui alcuni di nazionalità Tedesca”. Ard riferisce anche che alcuni “dei migliori specialisti in assoluto” del biathlon e dello sci di fondo hanno ugualmente fatto ricorso ai servizi del laboratorio Human Plasma di Vienna, indicato mesi fa dall'ex presidente della Wada Dick Pound come uno dei “centri di approvvigionamento” di sostanze proibite da parte di atleti che “baravano”. Lo scorso novembre l'allora presidente Wada, Dick Pound, aveva scritto, in una lettera al Ministero della Salute austriaca, di essere venuto a conoscenza del fatto che il laboratorio "Human Plasma" "lavora il sangue per rei-iniettarlo per fini diversi dalle trasfusioni. Le nostre fonti ci dicono che ci sono buone ragioni per credere che la clientela è fatta da atleti che si servono di questo sangue per fini di doping".
Già il quotidiano locale Kurier, anche se senza fare nomi, aveva confermato che "un grande numero di atleti" provenienti dal mondo dello sci e del ciclismo frequentava il laboratorio, soprattutto la domenica mattina. "Sono accuse senza senso", era stata la replica del dottor Lothar Baumgartner, direttore del laboratorio. |