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04/03/2008
DOPING - Inibito a vita l’ex consigliere federale Maurizio Camerini
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Roma - martedì 4 marzo 2008 - Il Giudice di Ultima Istanza in materia di doping del Coni, presieduto da Francesco Plotino, ha inflitto a Maurizio Camerini, soggetto non tesserato alle Fsn e alle Dsa, la sanzione della inibizione a vita a rivestire in futuro cariche o incarichi in seno al Coni, alle Fsn o Dsa ovvero a frequentare in Italia gli impianti sportivi, gli spazi destinati agli atleti e al personale addetto ovvero a prendere parte alle manifestazioni od eventi sportivi che si tengono sul territorio nazionale o sono organizzati dai predetti Enti sportivi. L'ex dirigente della Federciclismo (consigliere federale) era rimasto coinvolto nell'inchiesta penale denominata Oil for Drug per la quale il pm di Roma Paolo Feerraro aveva chiesto 34 rinvii a giudizio per associazione a delinquere, ricettazione e violazione della legge antidoping. Condotta dai Nas di Firenze l’indagine che ha riguardato i medici Simone Giustrarini e Carlo Santuccione - il medico a cui si affidava anche Danilo Di Luca (per questo è stato deferito per 3 mesi) - dilettanti e cicloamatori (per lo più in ambito romano-laziale), era scattata nel 2004 dopo la morte di un giovane cicloamatore e aveva portato ad una serie di 140 perquisizioni in 28 città italiane ed un blitz anche al Giro d’Italia del 2004, nel giorno di riposo, dopo la tappa di Falzes, quando furono perquisiti Mazzoleni, Spezialetti, Sacchi, Scirea, Muraglia, Simone Masciarelli e il povero Galletti, deceduto poi a giugno in una gara spagnola. Le posizioni di alcuni di essi sono state stralciate per competenza territoriale. L’accusa si era basa ta su una fitta documentazione di intercettazioni ambientali in cui si parlava di anabolizzanti, eritropoietina, ormone della crescita, gonadotropina corionica e altro. Medici e sedicenti farmacisti avevano costituito una vera e propria organizzazione con l’obbiettivo di acquistare, commercializzare, trafficare, cedere, somministrare e assumere sostanze dopanti. Di qui le accuse di associazione per delinquere, ricettazione (per i prodotti sottratti agli ospedali), violazione della legge 376/200 sul doping. Alcuni degli imputati, appartenevano alla cosiddetta élite dei cicloamatori romani, il gruppo dei vincenti, come Luciano Nocera, Renzo Asci, Cesare Coconi. Nell'indagine, durante la quale fu scoperto anche un vasto giro di sacche di sangue per l'emotrasfusione, sono finiti anche Riccardo e Maurizio Barotti, Mauro Balestri, un ex dilettante che esercitava la professione di camionista; i ciclisti Davide Bonucelli, Stefano Costantini, Maurizio Di Antonio, Mauro Germani, Gianluca Giuliani, Giovanni Longobardi, Domenico Quagliarello, il professionista (nipote di Nocera) già fermato dalla Fci per una positività all'epo; e poi, Silvio Scarafoni e Davide Silvestri. Sotto accusa anche Giuliana Salce, che rivelò come fosse stato proprio Maurizio Camerini ad avviarla all'uso di sostanze dopanti dopo che l'ex marciatrice (e detentrice di numerosi record mondiali) era passata alle gare amatoriali di ciclismo. Il pm Ferraro si è occupato anche di Sando Andolini, Dino Buffoni, Mirella Campani, Gianfranco Coconi, Roberto Favarò, Stefano Gabrielli, Luciano Milani, Alessandro Orsetti, Mario Papa; e ancora: Anna Lucia Ricci, Giovanna Lucchesi, Paolo Dalla Lana e Palmiro Masciarelli, l'ex gregario di Francesco Moser che con una memoria scritta dettagliata chiarì la sua poszione al giudice. Anche in questo caso al centro dell'attenzione i rapporti con Carlo Santuccione, il medico di Cepagatti cui si rivolgevano atleti di diverse discipline.
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