Roma - giovedì 19 febbraio 2009 - "Valverde? Se non risponde è inutile che torni. Per noi è meglio perché tanto lo deferiamo lo stesso. Abbiamo contestato i documenti trovati nell'ufficio del dottor Fuentes e il confronto delle sacche di plasma riguardanti il Dna. Possiamo dire con certezza che il sangue nella sacca n.18 è di Valverde. Le difese puntano a un difetto di giurisdizione che però a nostro modo di vedere è infondato”. Il capo della Procura antidoping del Coni, Ettore Torri, fa così il punto sul caso di Alejandro Valverde dopo l'audizione del corridore spagnolo allo stadio Olimpico di Roma, dove si è trovato a rispondere del suo coinvolgimento nell'Operacion Puerto”. Noi riteniamo - ha aggiunto Torri - di essere pienamente competenti sul caso e di avere la piena giurisdizione anche sugli atleti stranieri. Quello di Valverde è identico al caso di Basso. Abbiamo documenti che fanno riferimento a Valverde sia per quanto riguarda somme date a Fuentes che per quanto riguarda le sostanze. Si tratta comunque di documenti da interpretare. Per il momento non abbiamo proceduto ad alcuna sospensione cautelativa dell'atleta - ha spiegato Torri -. I suoi legali hanno 15 giorni di tempo per preparare la memoria difensiva”. Quindi il procuratore dell'Antidoping del Coni rivela “Ci sono altre 90 sacche di sangue e non solo di corridori». Uno di questi casi riguarda Pep Guardiola, ex giocatore di Barcellona e Roma e attuale tecnico dei blaugrana? “Non lo conosco e non ho trattato il caso», ha concluso Torri. Davanti a Torri, il campione iberico ha gridato la sua innocenza, come riferisce il suo avvocato Federico Cecconi: “Alejandro Valverde si dichiara innocente, l’informazione di garanzia la vedo come un atto dovuto - ha dichiarato il legale dopo l'interrogatorio -. Abbiamo ritenuto opportuno venire all'incontro alla procura antidoping del Coni a seguito della richiesta fatta la settimana scorsa, per atto di cortesia. L'interrogatorio è durato 30-45 minuti e abbiamo voluto chiarire l'estraneità ai fatti di Valverde. Nell'interrogatorio abbiamo chiarito la totale estraneità ai fatti e soprattutto la totale indeterminatezza delle accuse. Mancano il dove, il come e il quando, ci sono solo delle indicazioni generiche. Ora procederemo a una memoria difensiva. Non credo comunque sia giusto parlare di vendetta o di persecuzione nei confronti dell'atleta. Valverde ha fiducia che sarà provata la sua estraneità ai fatti. Al momento può correre e non c'è nessuna sospensione disciplinare, tecnicamente non ha alcuna limitazione a gareggiare». Qual è lo stato d'animo di Valverde in questo momento?
“Immagino - ha concluso Cecconi - non sia sereno, ma resta fiducioso di poter provare la sua estraneità ai fatti”. |