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23/11/2009
DOPING - Tna: 20 anni a Da Ros, 8 a Lucato e 2 a Corazzin
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Roma - lunedì 23 novembre 2009 - Il Tribunale Nazionale Antidoping, presieduto da Francesco Plotino, nel procedimento disciplinare a carico di Gianni Da Ros, rilevati gli illeciti commessi ex artt. 2.2 (ivi assorbito il 2.6), 2.7 e 2.8, infligge all’atleta la sanzione della squalifica per 20 anni, con decorrenza dal 23/11/2009 e scadenza al 22/11/2029. Il Tna, altresì, nel procedimento disciplinare a carico dl cicloamatore Davide Lucato, rilevati gli illeciti commessi ex artt. 2.2 (ivi assorbito il 2.6), 2.7, 2.8 e, riconosciuta la diminuente ex art. 10.5.3, infligge all’atleta la sanzione della squalifica per 8 anni, con decorrenza dal 23/11/2009 e scadenza al 22/11/2017. Il Tna infine, nel procedimento disciplinare a carico di Albino Corazzin, rilevato l’illecito commesso ex art. 2.2 (ivi assorbito il 2.6), infligge all’atleta la sanzione della squalifica per 2 anni, con decorrenza dal 23/11/2009 e scadenza al 22/11/2011.
Si tratta di una vera e propria squalifica record che equivale a una radiazione. Il 23enne pordenonese Gianni Da Ros è stato squalificato dal tribunale del Coni per 20 anni nell'ambito di un'inchiesta sul traffico di sostanze dopanti e anabolizzanti che nel marzo scorso aveva portato all'arresto altre undici persone tra Lombardia, Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia. La sanzione comminata si configura come una tra le più alte mai infilitte dall'organo di giustizia del Coni ad uno sportivo. L'atleta friulano era stato arrestato e portato a San Vittore lo scorso 11 marzo dai Nas di Milano mentre si trovava a Padova, in ritiro con la nazionale della pista. Dopo due giorni di carcere era stato messo agli arresti domiciliari. Il 24 marzo era tornato libero in seguito alla revoca della custodia cautelare. "L'arresto di Da Ros s'inserisce in una più ampia operazione riferita ad un presunto traffico di sostanze dopanti nelle palestre. Liquigas, così come la Federazione Ciclistica Italiana, è dunque totalmente estranea alla vicenda", rendevano noto otto mesi fa in un comunicato congiunto la federciclismo e la Liquigas, la formazione con cui era tesserato l'atleta immediatamente sospeso. L'inchiesta aveva preso il via sul finire del 2007, ma aveva subito un'accelerazione dopo un servizio de “Le Iene” andato in onda il 7 marzo dell'anno scorso. Uno degli inviati, per circa 700 euro, aveva acquistato, in un Vitamin Store di viale Padova a Milano, un kit di prodotti per “gonfiare” i muscoli: Sustanon, Proviron, Decadurabolin e Winstrol. Secondo l'accusa, Da Ros non solo si sarebbe dopato lontano dalle gare per non incappare nei controlli, ma avrebbe anche fornito i farmaci a due ciclisti dilettanti. I guai per Da Ros non sono finiti. Il pm di Milano Gianluca Prisco ha chiuso le indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio. Deve rispondere di utilizzo e cessione di sostanze dopanti. In particolare, il pm gli contesta due episodi di cessione di anabolizzanti. Nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip, aveva ammesso soltanto ''una leggerezza compiuta'', ossia aver messo in contatto un suo amico ciclista dilettante, Albino Corazzin con una persona, Davide Lucato, che trattava quelle sostanze e che conosceva di vista. Nell'ambito dell'inchiesta, dieci imputati, il 10 novembre scorso, hanno patteggiato pene comprese tra un anno e due anni e quatto mesi di reclusione.
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