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28/10/2009

DOPING - Caso Sella: cade l’alibi di Priamo, pronto il rinvio a giudizio

Giovedì 28 ottobre 2009 - Si annuncia un nuovo colpo di scena nella vicenda doping al Cera che ha coinvolto Emanuele Sella, la rivelazione del Giro d'Italian 2008. Il vincitore delle grandi tappe dolomitiche di Pampeago, Marnolada e Triano (con il mitico Mortirolo) fu trovato positivo ad un controllo a sorpresa nell'estate successiva e per questo fu squalificato un anno. Squalifica addolcita per l'atteggiamento collaborativo del corridore, che avrebbe consentito di svelare una vasta rete di fornitura e distribuzione di prodotti dopanti, proveniente dalla Serbia e facente capo ad un ex tecnico serbo, Alexandr Nikacevic, attualmente in carcere a Padova, proprio per questi fatti.
Ultimo anello della catena messa allo scoperto dalle indagini, il compagno di squadra Priamo, accusato da Sella di essere il fornitore della famigerata fialetta di Cera.
Il pm di Padova Roberti ha chiuso le indagini che riguardano anche questo corridore e si appresta a rinviarlo a giudizio. Violazione della legge 376 in quanto fornitore di sostanze dopanti; sarebbe stato lui, secondo l'indagine a fornire a Sella la fiala che lo ha fatto risultare positivo al test, Priamo rischia ben tre anni di carcere anche per aver mentito.
A queste conclusioni sono giunti gli inquirenti grazie anche ad alcune intercettazioni dalle quali emergerebbe che Priamo non avrebbe detto la verità quando sostenne di non essere a casa nel periodo che Sella indicò come quello in cui gli venne consegnata la fiala. I due avevano avuto in confronto molto burrascoso con accuse e dinieghi drammatici, anche davanti alla Procura antidoping del Coni che aveva chiesto quattro anni di squalifica per Priamo, accusato di aver violato l'articolo 2.8 Del codice Wada, e in particolare di "aver fornito assistenza e aiuto o comunque assicurato complicità in riferimento ad una violazione o tentata violazione nell'ambito del procedimento disciplinare del ciclista Emanuele Sella". Ma il TNA, il tribunale antidoping del Coni, lo aveva assolto nel febbraio scorso in quanto, secondo i giudici, non sarebbe stato raggiunto un grado di probabilità tale da elevare a prova la testimonianza di Sella. In poche parole all'epoca c'era la parola dell'uno contro quella dell'altro. Ma l'indagine di Padova, invece, è andata avanti e secondo il pm Roberti Sella avrebbe detto la verità indicando Priamo come il suo fornitore. Tutto questo, adesso, rimette in discussione anche la sentenza sportiva. Contro cui la Procura del Coni aveva già fatto appello a suo tempo. Esisterebbero appunto intercettazioni che proverebbero questa accusa. Che deve essere discussa di nuovo dal Tna in appello a giorni.
Sella è stato uno dei pochi corridori che, pentito veramente, ha dato una grossa mano alla giustizia, contribuendo a smascherare tutti i traffici attorno ad uno dei medici più chiacchierati del ciclismo italiano, Enrico Lazzaro, anche lui sotto inchiesta da parte della Procura padovana che proprio in questi giorni dovrebbe tirare le fila delle indagini. Lazzaro era anche il medico di fiducia di Davide Rebellin, l'azzurro trovato positivo al Cera alle Olimpiadi di Pechino, dopo aver conquistato la medaglia d'argento nella prova su strada. (Eugenio Capodacqua - Repubblica)