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12/04/2010

DOPING - Scandalo Mantova: la procura accelera i tempi. L’ex iridato Pezzini respinge le accuse

Mantova - lunedì 12 aprile 2010 - Scandalo doping nel mondo del pedale: la Procura virgiliana accelera. Anche perché pare intenzionata a chiudere le indagini entro il mese di maggio. I tempi quindi sono stretti e la materia da affrontare non è certamente facile perché c’è anche - e forse soprattutto - un aspetto scientifico da affrontare. Proprio per questa ragione, il capo della procura mantovana, Antonino Condorelli, pare più che mai intenzionato ad affidare qualche consulenza per avere un quadro preciso sulle sostanze che venivano fornite dall’accusato principale, il farmacista Guido Nigrelli di Mariana Mantovana e assunte dai corridori. La nomina dei periti dovrebbe avvenire a giorni. Come entro una settimana-dieci giorni partiranno gli interrogatori dei 41 iscritti nel registro degli indagati.

Intanto c’è stato un importante contatto giovedì mattina tra il procuratore di Mantova Antonino Condorelli e il responsabile della Procura antidoping del Coni Ettore Torri. Un lungo colloquio telefonico che il capo della procura virgiliana ha definito come «normale conversazione» ma che, invece, è servito per fare il punto della situazione, analizzare le carte dell’inchiesta.
Altri contatti sono in programma nei prossimi giorni. Frattanto, in attesa di eventuali provvedimenti di sospensione da parte degli organi responsabili, i corridori potranno gareggiare. Sempre ieri, Condorelli ha confermato di aver preso contatto anche con la Procura di Padova, che ha aperto un’inchiesta simile a quella avviata a Mantova, anche se riguarda un numero decisamente inferiore di persone.
«Ma non c’è nessun collegamento - si è affrettato a sottolineare il capo della Procura mantovana - con i colleghi di Padova ci siamo limitati ad uno scambio di informazioni, anche perché abbiamo qualche nome in comune».
La Procura patavina sta facendo accertamenti in modo particolare su Bernucci e Petacchi. Quella di Mantova vede al centro dell’attenzione il farmacista di Mariana Mantovana Guido Nigrelli e diversi atleti ed ex atleti della Lampre, oltre a tecnici, dirigenti, allenatori, ma anche dilettanti e addirittura cicloamatori. Complessivamente gli indagati dell’inchiesta mantovana sono 41. Tra questi - secondo una voce che ha cominciato a circolare con insistenza e che è già stata diffusa da qualche media - ci sarebbe un secondo mantovano dopo il dottor Nigrelli. Si tratterebbe di Paolo Pezzini di Canicossa di Marcaria, già campione del mondo nei cicloamatori. Ora la Procura di Mantova, se intende chiudere le indagini entro maggio, deve accelerare i tempi, visto che al momento la situazione appare fluida, nessuno degli indagati risulta infatti sia stato sentito. (Giovanni Benvenuti)

PAOLO PEZZINI - «Niente doping, sono pulito»
Muratore di professione e ciclista per passione, Paolo Pezzini, di Canicossa di Marcaria, è finito nella maxi inchiesta della Procura di Mantova sullo scandalo doping nel mondo del pedale, sia tra i prof che in campo dilettantistico ed amatoriale. Ma lui, che tempo fa era balzato agli onori delle cronache per aver vinto un titolo mondiale nei cicloamatori, si chiama fuori. Con quell’ambiente - sostiene nell’intervista che ha rilasciato - non ha nulla a che fare. «Mi hanno coinvolto solo perchésono amico del dottor Guido Nigrelli». 
Pezzini, quando e in che occasioni ha conosciuto il farmacista Nigrelli di Mariana Mantovana?
«E’ stato nel 1992-93 quando, svolgendo l’attività di muratore, sono stato chiamato a fare diversi lavori a casa sua. Lavori che sto facendo tuttora. E’ stato così che ci siamo conosciuti e siamo diventati amici».
Ma Nigrelli è tra i principali accusati dello scandalo doping nel ciclismo, ed anche lei è finito tra gli indagati.
«L’altro giorno mi è arrivata una richiesta di proroga delle indagini, ma io non ne so nulla di questa storia. Per quanto riguarda Nigrelli, ci sono rimasto male perché sono suo amico. E non cambio idea. Anzi, continuo ad essere fiero della sua amicizia».
Ma allora, Pezzini, come spiega il suo coinvolgimento?
«Sono stato tirato in ballo perché sono suo amico. Ma io non ho niente da nascondere, sono assolutamente pulito».
Cosa le viene contestato esattamente?
«Mi creda, non glielo so proprio dire».
Ha subìto controlli, perquisizioni?
«A casa mia è mai venuto nessuno, come nessuno mi ha mai convocato per essere sentito o chiedermi informazioni o spiegazioni».
Essendo finito tra gli indagati assieme a parecchi altri corridori si presume che gli abbiamo contestato il fatto di aver assunto sostanze proibite.
«Faccio il ciclista per divertimento e non ho mai assunto nessun tipo di sostanza. Ho fatto una marea di controlli, compreso quando ho vinto il titolo di campione del mondo tra i cicloamatori, ma non ho mai avuto nessun tipo di problema».
Con il farmacista di Mariana Mantovana è dunque legato solo da un rapporto di amicizia.
«Assolutamente sì. Tutto il resto sono frottole. Della sua attività professionale non ne so nulla».
Dopo essere venuto a conoscenza di essere finito nell’inchiesta della Procura, si è affidato ad un avvocato? «Le assicuro di no, perché non ho commesso niente da cui debba difendermi. Mi metteranno a disposizione un difensore d’ufficio. Non ho soldi da buttare. Quelli che ho li spendo per le mie figlie visto, torno a ripeterlo, che io con il doping non ho niente da spartire».
(La Gazzetta di Mantova del 11/04/2010)