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27/05/2010

DOPING - Due anni di squalifica per De Bonis. Pronto il ricorso: «Distrutta la provetta delle controanalisi. Pubblicherà gli atti. Accusa di stampo inquisitorio»

Roma - giovedì 27 maggio 2010 - Il Tribunale Nazionale Antidoping, presieduto da Francesco Plotino, nel procedimento disciplinare a carico di Francesco De Bonis, ritenuta la responsabilità dell'atleta in ordine alla violazione antidoping prevista dall'art. 2.2 e dalla lett. M1 (uso di metodo proibito) del Codice Wada, gli infligge due anni di squalifica, con decorrenza dal 18/06/2009 e scadenza fissata al 17/06/2011.
Accolta dunque la richiesta della Procura Antidoping, che aveva chiesto due anni di stop in relazione alle anomalie dei parametri ematologici riscontrati dall'Unione Ciclistica Internazionale nell'ambito del Passaporto biologico. Il Tna condanna inoltre l'atleta alla sanzione pecuniaria di 13.750 euro e al pagamento della somma di 3.500 franchi svizzeri per costi sostenuti dall'Uci e alla somma di 15.737,20 euro sostenute dal Coni per spese del procedimento disciplinare, ivi incluso l'onorario del consulente tecnico d'ufficio pari a 3.000 euro meno 1.000 già anticipate dalla parte. Il Tna dispone che la presente decisione sia comunicata all'atleta, all'Upa, alla Wada, all'Uci, alla Fci e alla società di appartenenza all'epoca dei fatti, l'Androni-Diquigiovanni.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Francesco De Bonis

Isola del Liri, giovedì 27/05/2010
Comunico a seguito della sentenza del TNA (Tribunale Nazionale Antidoping) che pubblicherò gli atti in modo da illustrare le modalità con le quali si è giunti dopo un anno a questa sentenza, contro la quale ricorrerò in appello.
Addirò anche la giustizia penale per i documenti falsi che sono stati prodotti sulla base dei quali, sono stato ingiustamente condannato.
Tutto ciò affinchè ogni altro atleta possa sapere che la procedura di accusa è di stampo inquisitorio.
Ricorrerò anche alla Corte di Strasburgo contro un metodo che non consente nessun diritto di difesa per l’atleta.
Sono l’unico atleta al mondo, che non ha avuto un campione B per effettuare le controanalisi; l’unica provetta di sangue che mi è stata prelevata, prima scambiata con un’altra e poi confusa con quelle delle urine, è stata distrutta senza che io o un mio medico abbia mai potuto partecipare ai rilievi della stessa.
In fede
Francesco De Bonis