Madrid (Spa) – venerdì 11 novembre 2005 - La positività di Roberto Heras all'Epo non lo sorprende. Per Jesus Manzano, l'unico (ormai ex) ciclista spagnolo ad aver rotto il muro del silenzio sul doping, il vincitore di quattro edizioni della Vuelta «non è l'unico positivo». Lo ha dichiarato in una intervista al quotidiano 'As' in cui afferma tra l'altro che «tutto l'albero è marcio». «Non mi sorprende che Roberto sia risultato positivo, non lui ne chiunque altro. Quello che mi sembra evidente è che Heras non è certo l'unico» ha affermato Manzano. «Di me si è detto che ero una mela marcia, ma io credo che sia l'intero albero ad essere marcio. Che parlino anche gli altri!''ha aggiunto Jesus, che a suo tempo confessò l'uso di Epo e dell'ormone della crescita. Heras e Aitor Gonzalez sono stati i soli due spagnoli risultati positivi al doping nel 2005. Entrambi vincitori della Vuelta, entrambi legati al dottore Eufamiano Fuentes: un ginecologo che ufficialmente è uscito dal ciclismo, ma che in passato è stato medico di squadre come Once e Kelme. «Pensate che la Vuelta si possa vincere mangiando una barretta di cioccolato e un pezzo di pane?''ha ironizzato Manzano, che ha poi puntato le sue accuse proprio verso il settore medico. «Qui quelli che si arricchiscono non sono i ciclisti ma i medici. Heras guadagna dei soldi, ma la maggior parte di noi non guadagna altrettanto». Ha detto Manzano a 'As', facendo esplicitamente il nome del ginecologo-preparatore: «Il problema è il clan di Fuentes (...). C'è un medico che oltre a lavorare per quella squadra (la Kelme, ndr) ha anche un'enorme lista di corridori. Ed anche di altri sportivi. Un giorno andai in un albergo di Torrejon per farmi dare dell'Epo e dell'ormone della crescita e vi incrociai degli atleti olimpici. Questo commercio è enorme». Alejandro Valverde astro nascente del ciclismo spagnolo, crede nell`innocenza di Roberto Heras. Il corridore iberico sostiene il suo connazionale, implicato in una vicenda di doping: In attesa delle controanalisti Valverde spiega il suo punto di vista: «Credo alla parola di Heras, anche se sono molto cauto e aspetto le nuove analisi». Lo stesso ciclista iberico aveva difeso anche Lance Armstrong, accusato dal giornale francese L`Equipe di essere risultato positivo ad un controllo antidoping nel corso del Tour de France 1999. Angel Luis Casero chiede rispetto nei confronti di Heras: «Aspettiamo le controanalisi». Il ciclista iberico, che darà l`addio al ciclismo agonistico al termine del Criterium Internazionale della Comunità Valenciana domenica prossima, invita l`opinione pubblica a mantenere bassi i toni fino a quando non sarà reso noto l`esito delle controanalisi. «Se ha commesso uno sbaglio, lo sapremo il giorno 21 novembre. Ma fino a quel momento non è logico giudicarlo - ha detto Casero a Marca -. Questo non mi pare giusto. Heras merita, per il suo passato di vittorie, questo `margine di fiducia`: è un grande corridore e mi sento di appoggiarlo finchè non sarà dimostrato che è colpevole. Per me vale la presunzione di innocenza, che nel ciclismo non si concede mai».
|