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30/11/2006

DOPING - Traffico anabolizzanti, 22 arresti in 4 regioni

Bergamo - giovedì 30 novembre 2006 - Otto persone sono finite in manette, altre 14 agli arresti domiciliari: è il bilancio della seconda fase dell'inchiesta Athena su un traffico di anabolizzanti nelle palestre condotta dalla Procura di Bergamo e terminata nei giorni scorsi con l'esecuzione di 22 ordinanze di custodia cautelare eseguite dai carabinieri del Nas di Brescia in Lombardia, Piemonte, Toscana e Campania.
   Per tutti l'accusa è di commercio e somministrazione di sostanze anabolizzanti, ricettazione ed esercizio abusivo della professione di medico o farmacista.
   Gli inquirenti hanno stroncato un giro d'affari che da tempo avveniva tra l'Italia, la Spagna, altri paesi europei (Svizzera, Grecia ed Olanda) e il Sudamerica, da dove provenivano le sostante proibite. La base operativa dell'attività criminale era concentrata in Lombardia ed aveva ramificazioni in mezza Italia. I prodotti venivano acquistati per essere introdotti nel mondo delle palestre, dove venivano somministrati agli appassionati di culturismo. Le indagini hanno portato alla perquisizione e alla successiva chiusura di cinque palestre.
   Nel corso dell'inchiesta i carabinieri hanno sequestrato prodotti per un valore di circa sei milioni di euro. L'operazione ha subito un'accelerazione il 20 settembre scorso, quando la magistratura ha disposto 37 perquisizioni in cui è stata rinvenuta e sequestrata un'ingente quantità di medicinali. Le persone finite in carcere o agli arresti domiciliari sono residenti nelle province di Milano, Como, Lecco, Varese, Novara, Verbania, Firenze, Pistoia e Salerno. Le palestre sequestrate si trovano invece nelle province di Bergamo, Varese, Novara, Lecco e Pistoia. I sigilli sono stati posti anche ad un negozio di integratori alimentari e di altri articoli utilizzati da culturisti e frequentatori di palestre in provincia di Milano. Tra gli indagati finiti agli arresti domiciliari c'è un atleta di body building reduce dai recenti campionati mondiali di Atene. Nell'abitazione di un altro indagato - un tassista residente a Milano e appassionato di culturismo, anche lui agli arresti domiciliari - sono state sequestrate tre confezioni da un chilogrammo di diserbante a base di clorato di sodio, utilizzabile per la fabbricazione di ordigni incendiari di tipo artigianale, nonché 54 pezzi di miccia a lenta combustione, ritagli di giornali riguardanti attentati incendiari provocati con ordigni artigianali e 29 cartucce da guerra, calibro 7,62 mm. NATO per fucile d'assalto. Tra gli indagati non ci sono ciclisti professionisti; nella prima parte dell'inchiesta finì invece nel registro degli indagati il corridore azzurro Luca Paolini in quanto risultava tra i frequentatori di una delle palestre finite nel mirino della Procura. Una perquisizione della sua abitazione a metà settembre diede però esito negativo.
   Nei mesi scorsi all'inchiesta condotta a Bergamo dal pubblico ministero Maria Cristina Rota se ne affiancò un'altra della magistratura spagnola, sempre contro il doping;l'Operacion Puerto portò all'arresto di due personaggi illustri del ciclismo iberico, il manager Manolo Saiz e il medico Eufemiano Fuentes.

   Le indagini della procura di Bergamo non sono ancora concluse: i magistrati vogliono fare chiarezza sui canali di rifornimento delle sostanze e sull'eventuale contraffazione di alcuni prodotti.