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09/06/2011

DOPING - L’allarme di Botrè: «C’è anche tra gli under 12»

Giovedì 9 giugno 2011 - Raggiungere la prestazione perfetta a tutti i costi, anche con mezzi illeciti. Il doping si diffonde sempre più tra i giovani sportivi, addirittura sotto i 12 anni. E anche se questi ultimi ''non sono sottoposti a controlli antidoping, forse sono già sottoposti a questo tipo di sollecitazioni''.
A dichiararlo è stato Francesco Botrè, direttore del Laboratorio antidoping della Federazione medico sportiva italiana, al congresso della Società italiana di pediatria.
Nonostante la diminuzione dei controlli per il taglio dei finanziamenti, nel 2010 ''in alcune discipline, come il ciclismo, si è riscontrato un incremento significativo della percentuale di positività rispetto al 2009''.
E' questo il dato allarmante contenuto nella relazione annuale inviata al Parlamento dal ministero della Salute sull'attività svolta dalla commissione per la vigilanza e il controllo sul doping.
Questi i dati: su 1115 atleti controllati, è risultato positivo a una o più sostanze il 6,3% degli atleti uomini e l'1,5 delle atlete donne. Le percentuali più rilevanti sono state riscontrate nel ciclismo con il 9% di atleti positivi; nella pesistica e cultura fisica la percentuale sale al 10,9%; negli sport invernali la percentuale di positività è del 3,94%. Illibato ne esce il mondo del calcio: nel 2010 sono stati fatti 27 controlli in 7 gare diverse e il risultato è stato zero.
    Le sostanze risultate maggiormente assunte sono state gli steroidi anabolizzanti seguiti dai corticosteroidi e dai diuretici. Il documento della commissione chiede al Parlamento, visto l'incremento del ricorso all'uso di sostanze dopanti, di decidere ''un adeguamento delle attuali risorse finanziarie che non risultano sufficienti a garantire tutte le attività di controllo''.
    Un altro allarme lanciato dal ministero è per le sostanze dopanti di ultima generazione e sempre più numerose, che non sono rilevabili con i metodi di controllo oggi a disposizione. 
Tra gli elementi ''invisibili'' la relazione segnala le emoglobine di origine animale, i fattori di crescita come proteine capaci di stimolare la proliferazione e il differenziamento cellulare e infine le gonadoreline, sostanze che stimolano la secrezione di ormoni sessuali. Sono allo studio nuove tecnologie per rilevarle.
   Secondo la relazione qualche rischio c'è anche per il vistoso incremento dell'uso di farmaci e prodotti ''salutistici''. Il 65% degli atleti sottoposti a controllo hanno dichiarato di aver assunto questi prodotti che non sono dopanti. Si tratta prodotti antiinfiammatori non stenoidi (Fans), vitamine, antiossidanti, sali minerali e via dicendo. In situazioni di stress agonistico ''c'è il rischio - si legge nel documento - di risposte fisiologiche acute cardiovascolari, respiratorie e metaboliche che possono alterare l'effetto di questi farmaci e il loro percorso nell'organismo''.
Particolarmente insidiosi sono quelli comprati via internet con componenti non sempre garantiti.
   Infine le carenze normative.  La commissione le denuncia puntualmente e chiede un giro di vite per gli atleti, sempre più numerosi, che rifiutano il test. Auspica la stessa severità esercitata con i test alcoolimetrici per gli automobilisti. Sanzioni più severe vengono chieste anche per i medici che praticano il doping agli atleti, come pure per i farmacisti conniventi.