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12/10/2011

DOPING – Procura del Coni: 12 anni di stop per Riccò. Paolini assolto. Due anni per il biker Ramon Bianchi

Roma - mercoledì 12 ottobre 2011 - Riccardo Riccò è stato deferito dalla Procura antidoping del Coni al Tribunale nazionale antidoping (Tna) per la vicenda, risalente allo scorso febbraio, del ricovero in ospedale a Modena in seguito ad un malore, che sarebbe dovuto a una pratica di autoemotrasfusione.
Per il modenese, che è recidivo, la Procura ha chiesto dodici anni di squalifica.
Mentre la stessa Procura Antidoping del Coni - in seguito della richiesta di archiviazione del pubblico ministero di Como al gip nell’inchiesta per traffico di sostanze dopanti, allo stato degli atti ha richiesto al Tribunale Nazionale Antidoping l'archiviazione del procedimento disciplinare nei confronti del comasco Luca Paolini. Nel comunicato del Coni si precisa che la Procura della Repubblica di Como aveva a suo tempo ricevuto gli atti dal gip di Bergamo e si era dichiarato incompetente.

Nello specifico l’ufficio di Procura Antidoping ha disposto i seguenti provvedimenti.

Deferimento per Riccardo Riccò al Tribunale Nazionale Antidoping del Coni per il riconoscimento della responsabilità in ordine alla violazione dell’art. 2.2. del Codice Wada sulla base degli atti trasmessi dalla Procura della Repubblica di Modena con richiesta di squalifica per anni dodici, attesa la seconda violazione della normativa antidoping.

Deferimento per Ramon Bianchi al Tribunale Nazionale Antidoping del Coni per il riconoscimento della responsabilità in ordine alla violazione degli artt. 2.2 e 2.6. del Codice Wada sulla base degli atti trasmessi dalla Procura della Repubblica di Padova con richiesta di squalifica per anni due.

Deferimento per Francesca Faustini (al Tribunale Nazionale Antidoping del Coni per il riconoscimento della responsabilità in ordine alla violazione dell’art. 2.2 del Codice Wada sulla base degli atti trasmessi dalla Procura della Repubblica di Padova con richiesta di squalifica per anni due.

Deferimento per l’ex professionista Simone Cadamuro (soggetto non tesserato) al Tribunale Nazionale Antidoping del Coni per il riconoscimento della responsabilità in ordine alla violazione degli artt. 2.2 e 2.6 del Codice Wada sulla base degli atti trasmessi dalla Procura della Repubblica di Padova con richiesta di con richiesta di inibizione per due anni a tesserarsi e/o a rivestire in futuro cariche o incarichi in seno al Coni, alle Fsn, alle Dsa ovvero a frequentare in Italia gli impianti sportivi, gli spazi destinati agli Atleti ed al personale addetto ovvero a prendere parte alle manifestazioni od eventi sportivi che si tengono sul territorio nazionale o sono organizzati dai predetti enti sportivi.

Deferimento per Giuseppe Famoso al competente Organismo giudicante federale della Fci per il riconoscimento della responsabilità in ordine alla violazione dell'art.2.1. del Codice Wada in relazione alla positività riscontrata per presenza di Idrossi-stanozololo in occasione del controllo antidoping disposto dalla Commissione Ministeriale ex lege 376/2000 al termine del 14° Gran Premio di Folignano-7° Trofeo Avis, disputata a Folignano il 5 agosto 2011, con richiesta di 2 anni di squalifica.

Deferimento per Mariano Bellia al competente Organismo giudicante federale della Fci per il riconoscimento della responsabilità in ordine alla violazione dell’art.2.1. del Codice Wada in relazione alla positività riscontrata per presenza di Idroclorotiazide e Clorotiazide in occasione del controllo antidoping disposto dalla Commissione Ministeriale ex lege 376/2000 al termine del raduno cicloturistico Trofeo Moretto svoltosi a San Giorgio di Livenza il 28 agosto 2011 con richiesta di squalifica per mesi due.


Si comunica altresì che a seguito della richiesta di archiviazione del pubblico ministero di Como al gip, è stata richiesta, allo stato degli atti, l’archiviazione del procedimento disciplinare nei confronti di Luca Paolini al Tribunale Nazionale Antidoping del Coni. Si precisa che la Procura della Repubblica di Como aveva a suo tempo ricevuto gli atti dal gip di Bergamo e si era dichiarato incompetente