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  Attraverso questa rubrica l’Associazione Italiana Medici del Ciclismo (A.I.Me.C.) si rende disponibile per quanti vogliano intraprendere la pratica salutare del ciclismo, migliorare il livello di performances e/o confrontarsi con degli esperti per chiarire eventuali dubbi o approfondire le proprie conoscenze. Le materie sono quelle più classiche della Medicina dello Sport applicata al ciclismo. In futuro contiamo ovviamente di aggiungere nuove tematiche per poter far fronte a tutte le esigenze dei nostri lettori. Ringraziamo il Presidente della Associazione Italiana Medici del Ciclismo, Dott. Roberto Corsetti, per aver accolto e aderito con entusiasmo alla nostra proposta.  

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La Tutela della Salute e la Prevenzione del Fenomeno Doping nel ciclismo.
Regolamenti internazionali e nazionali. Normative vigenti

dott. ROBERTO CORSETTI
Risponde dott. ROBERTO CORSETTI

Specialista in Cardiologia e Medicina dello Sport
Direttore Sanitario Centro Medico B&B - Imola
Medico Sociale Liquigas-Doimo
Presidente Associazione Italiana Medici del Ciclismo (A.I.Me.C.)

26 Ottobre 2011

INTERVISTA ESCLUSIVA DI CICLONEWS.IT
Dott. Corsetti, per i nostri lettori vorremmo cercare di capire qualcosa di più dell’intricato sistema delle visite di idoneità allo sport agonistico e non in Italia.
Iniziamo l'intervista....
(Leggi la risposta)

Cosa pensa delle recenti morti di Pietro Ferrero e Andrea Pinarello?
Provo un grande dolore. Parliamo di due appassionati del ciclismo e della bicicletta, due rappresentanti eccelsi dell’Italia nel mondo; perdite, quindi, insostituibili. Non posso che essere vicino ai familiari.

E dal punto di vista medico più stretto queste due morti improvvise non le fanno pensare nulla?
In effetti nulla di particolare. Ritengo che due persone di tale livello avessero sicuramente affrontato e superato tutti i controlli necessari, anche i più accurati. Mi viene da pensare, pertanto, che sia nell’uno che nell’altro caso si possa essere trattato di morti che non potevano essere previste.

Un fenomeno tanto drammatico, cioè la morte improvvisa di una persona che pratica sport, ci deve far riflettere?
Certamente si. La morte cardiopatica improvvisa nei giovani, apparentemente sani, è un fenomeno che colpisce ogni anno più di mille giovani di età inferiore ai 40 anni e 8 donne su 100 mila tra i 30 e i 45 anni. Quindi si tratta di un fenomeno importante anche perché drammatico.

Il vero antidoto di un evento tanto importante e drammatico?
Va precisato, innnzitutto, che per fortuna parliamo di un fenomeno raro. L’antidoto vero e unico è la prevenzione.

In tal senso in Italia cosa si fa?
L’Italia è uno dei pochi paesi europei che si è data una precisa normativa a riguardo e, pertanto, secondo quanto dettato da una normativa di legge dal 1982, tutti gli individui che praticano attività sportiva a livello agonistico e anche a livello non agonistico la prevenzione devono farla obbligatoriamente attraverso quella che noi tutti conosciamo come la visita di idoneità allo sport agonistico e/o non agonistico. Al contrario in altri paesi tale obbligatorietà e quindi tale strumento preventivo è assente (Inghilterra, Olanda, Spagna, Stati Uniti, ndr).

Quello della pratica delle attività sportive a livello non agonistico è un fenomeno numericamente importante. Incide molto in questa tematica?
Sicuramente si. Forse riveste il peso maggiore perché in Italia sono numerosissimi gli sportivi della domenica che praticano attività senza fini agonistici a livello ludico e ricreativo. Probabilmente a tale numeroso bacino di utenti vanno indirizzate le attenzioni maggiori dal punto di vista dell’informazione. Dobbiamo inviare messaggi chiari che valorizzino la necessità di visite preventive perché è probabilmente tra questi sportivi che si annidano i casi più frequenti di persone che non effettuano la visita o che non la effettuano nella maniera corretta. I maggiori sforzi devono essere diretti nella direzione di quanti pratichino attività sportive a livello ludico-ricreativo e/o entry level, attività per le quali, spesso, non viene richiesta nessuna certificazione ma che ugualmente sono ad alto rischio, specie se trattasi di discipline sportive ad elevato impegno cardiovascolare.

Un esempio?
Un professionista di 45 anni che ha una vita molto stressante perché svolge un’attività lavorativa molto piena e stressante, che ha una famiglia, dei figli, che ha degli obblighi e delle responsabilità, decide di incominciare a praticare il ciclismo. Il ciclismo non è certo lo sport più semplice. Probabilmente per noi che lo amiamo è il più bello; sicuramente fa molto bene ma non a tutti in maniera indiscriminata. Noi, però, sappiamo anche che è tra i più impegnativi a livello cardiovascolare. Non è corretto affermare che la pratica non agonistica del ciclismo sia di gran lunga meno impegnativa per il cuore rispetto all’agonismo. Se un individuo non allenato, non sottoposto a nessun controllo medico preventivo, specie se in età adulta, matura e/o avanzata e soggetto a stress per le responsabilità professionali e familiari, decide di andare a scalare una qualsiasi salita impegnativa anche a ritmo lento, il suo cuore viene sempre e comunque sottoposto ad uno sforzo importante. Se l’organo non è in salute l’individuo, è cosa certa, corre un potenziale rischio.

Cosa si può fare?
Innanzitutto ci dobbiamo tutti rimboccare le maniche. Cominciamo a considerare che in Italia, se è vero che esiste una normativa che tutela le attività sportive e la salute degli sportivi agonisti e non, è altrettanto vero che tale normativa è stata emanata nel 1982 e non è mai stata cambiata nemmeno di una virgola. Dal 1982 ad oggi sono passati 30 anni e la scienza ha fatto passi da gigante. Le acquisizioni in ambito medico sportivo sono cambiate e migliorate in maniera evidente e sensibile. Probabilmente è arrivato il momento di rivedere quella normativa e di rivederla in maniera profonda. O no? E ancora. Le visite di idoneità sono obbligatorie. Ma vengono realmente effettuate da tutti coloro che hanno l’obbligo di effettuarle? Siamo certi che questo accade?

Perché questo dubbio?
Perché l’attuale normativa lascia la responsabilità dell’effettuazione della visita al presidente della società dell’atleta o al presidente del circolo sportivo o della palestra nella quale l’individuo pratica l’attività. Ciò cosa vuol dire? Che, ad esempio, il presidente di una società cicloturistica e/o cicloamatoriale, all’inizio dell’anno prima di richiedere il tesserino per i suoi atleti alla FCI o all’ente della consulta di riferimento (l’Udace, l’Uisp, etc.), è tenuto ad essere in possesso dei certificati di idoneità di tutti gli atleti. Il decreto recita infatti che il Presidente può fare richiesta di tesseramento solo per gli atleti per i quali sia in possesso di un regolare e valido certificato di idoneità. Così per tutte le discipline e attività sportive a qualsiasi livello esse vengano praticate. In realtà, sembra, ci siano molti presidenti, soprattutto nel centro-sud, che tale norma o non la conoscono oppure, pur conoscendola, la sottovalutano non rendondosi conto dell’enorme responsabilità civile e penale che si assumono. E’ verosimile poter ritenere, se ne è quasi certi, che in Italia non vengano effettuate tutte le obbligatorie visite di idoneità allo sport.

Sembra anche ci siano certezze in tal senso?
Guardi, non molto tempo fa, sul settimanale Panorama è uscito un articolo del giornalista Marco Bonarrigo che, a mio avviso, un pochino avrebbe dovuto far riflettere. Bonarrigo ha di fatto scoperchiato la pentola. Non tocca certo a noi, ed in particolare a me, verificare la veridicità di alcuni passi di quell’articolo. Ritengo, tuttavia, che debba essere rivisitato al più presto tutto il sistema normativo della tutela della salute delle attività sportive in Italia.

Ci potrebbero essere altre irregolarità?
Si dice che molto spesso, pare più nel centro-sud, le visite vengano effettuate in luoghi non regolamentari, non riconosciuti dalla legge, non idonei e in assenza degli strumenti necessari. Sono voci che girano nell’ambiente medico sportivo. Una verifica potrebbe essere opportuna o forse necessaria.

Ci sono altri aspetti negativi?
Un altro aspetto grossolanamente negativo è la corsa al ribasso dei prezzi dei costi di tali visite nell’ottica di fenomeni di concorrenza sleale. Ciò avviene più in alcune regioni che in altre. Una corsa, comunque, folle e pericolosa perché probabilmente chi abbassa i prezzi delle visite poi punta a raggiungere lo stesso guadagno quotidiano effettuando un maggior numero di visite. Più visite equivale a minor tempo e minori attenzioni per ciascuna visiata.

Come si può contrastare la diffusione di tali fenomeni?
Ci auguriamo che siano fenomeni circoscritti e che non siano frequenti. E’ chiaro però che, visto che si parla di tutela della salute e della vita degli individui, se tali fenomeni veramente esistono è necessario che siano severamente contrastati dagli enti e dalle autorità di controllo, dalla magistratura ordinaria e, perché no, anche dai Nas.

Addentriamoci un pò di più nel problema specifico della tutela della salute degli sportivi.
Dimentichiamo spesso e troppo facilmente che in Italia la causa più frequente di morte nei soggetti che hanno superato i 35 anni di età, in tutti i soggetti sportivi e non, è la patologia cardiovascolare; non le neoplasie (tumori) e tantomeno l’aids. I mass media, negli ultimi decenni, stanno trasmettendo un messaggio che può essere fuorviante, cioè che le maggiori attenzioni in ambito di controlli preventivi debbano essere rivolte all’abbattimento del rischio di potersi ammalare di tumore o di aids. Non è così. La causa più frequente di malattia e di morte è rappresentata di gran lunga dalle patologie cardiovascolari. Ciò deve essere fatto passare per via mediatica in maniera insistente, diretta e più convincente. Incredibilmente, poi, sulle malattie cardiovascolari, sull’ infarto, sulla morte improvvisa aritmica, i controlli preventivi possono garantire un grande successo, molto più grande di quanto può fare la prevenzione in ambito di tumori o altro. Si pensi che basterebbe effettuare un test da sforzo massimale al cicloergometro a tutti i soggetti di sesso maschile che hanno superato i 40 anni e a tutti i soggetti di sesso femminile che hanno superato i 47-48 anni per ridurre prepotentemente e in maniera significativa l’insorgenza dell’infarto miocardico e della morte improvvisa aritmica.

Perché questo messaggio non passa?
Non vorrei che il motivo possa essere quello che tutti si affretterebbero a prenotare un test da sforzo e che, inevitabilmente, prenotazioni di massa potrebbero far scoprire che le capacità di soddisfare tali prenotazioni nell’ambito del servizio sanitario pubblico non esistono e non esisteranno, considerata la crisi, nel futuro prossimo. Tutto ciò riveste poca importanza se l’obiettivo è quello di tutelare la salute degli individui e degli sportivi. Dobbiamo tracciare una via nuova e quella via la dobbiamo percorrere fiduciosi soprattutto perché in Italia esiste una normativa che rende obbligatorio effettuare una visita e alcuni esami strumentali specifici contemplati in quella visita.

E nei paesi che invece quella obbligatorietà non la prevedono i ricercatori cosa dicono?
I medici ricercatori nei paesi europei ed extraeuropei che non prevedono l’obbligo della visita di idoneità ci criticano. Lo fanno da anni, dicendo che non vale la pena effettuare più di un milione di visite di idoneità, con costi quindi molto importanti, per salvare la vita di pochissime persone. Siamo criticati perché, a loro avviso, il nostro sistema di prevenzione è inefficace per quanto riguarda il rapporto costi-benefici.

Lei a proposito cosa pensa?
Io vengo da una famiglia cattolica, ho conseguito la laurea e le specializzazioni in Cardiologia e in Medicina dello Sport presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. E’ chiaro quindi che, a mio parere, bisogna fare tutto quanto è umanamente possibile per salvare anche solo una vita umana e pertanto sono assolutamente favorevole all’esistenza di una normativa che preveda l’obbligatorietà delle visite di idoneità.

E’ favorevole in modo incondizionato?
Assolutamente no. Bisogna rivedere in tempi rapidi ed in maniera profonda tutto l’impianto normativo della tutela della salute degli sportivi in Italia. Una normativa nuova, applicata in modo preciso e circostanziato su tutto il territorio nazionale, è la vera necessità del momento.

Quante visite di idoneità agonistiche si effettuano in Italia?
Non si sa con precisione.

Orientativamente quante visite di idoneità non agonistiche si effettuano in Italia?
Ancor di più non se ne può conoscere il numero.

Ma perché ciò?
E’ il primo grande problema. Con la nostra normativa, vecchia di 30 anni, ci proponevamo l’obiettivo di evitare eventi drammatici e impedire che potessero praticare attività sportiva soggetti che, per la presenza di specifiche patologie, non erano in condizioni di poterlo fare senza correre rischi più o meno importanti. Se davvero si vogliono raggiungere tali obiettivi, il segreto sta nel conoscere perfettamente il nemico che vogliamo sconfiggere. Se vogliamo decapitare la morte improvvisa da sport, dobbiamo sapere quali sono le patologie che innescano quell’evento drammatico, come si presentano, che segni e sintomi danno, come si possono prevenire nell’ambito delle visite di idoneità. Dobbiamo conoscere quali segni clinici devono rivestire più valore rispetto ad altri e a quali sintomi è necessario dare la giusta importanza. Dobbiamo studiare il fenomeno e conoscerlo meglio.
Attualmente stiamo facendo molto poco in tal senso. In Italia non abbiamo un osservatorio statistico ed epidemiologico della tutela della salute delle attività sportive, perché non sappiamo quante visite realmente vengono effettuate, quante persone vengono considerate inidonee, per quali patologie risultano inidonee, in quali regioni piuttosto che in altre, in quale categoria di sportivi (età, sesso, livello di pratica, fattori di rischio etc.)

E’ grave. Come si può risolvere una simile problema?
E’ necessario utilizzare l’informatica. Oggi le più grandi società, le aziende, e tutta la tecnologia si sono legate prepotentemente all’informatica e alle indagini statistiche. Continuare a fare visite in piccoli paesini, in piccoli studi medici, utilizzando la penna e la carta può essere un errore fatale. Non vuole essere recepita la necessità di creare un osservatorio epidemiologico e statistico centralizzato. Da anni, credo almeno 5, propongo l’adozione di un software unico che venga utilizzato da tutti i Medici dello Sport che in Italia rilasciano certificati di idoneità, sia in ambito pubblico che in quello privato. Un unico software utilizzato in tutti i comuni, le provincie e le regioni e, pertanto, in tutti gli studi e gli ambulatori accreditati ad effettuare visite di idoneità.

Quali sarebbero i vantaggi utilizzando uno strumento informatico di questo tipo?
Utlizzando un’ottima base informatica, quindi in grado di fare statistica, finalmente potremmo conoscere il fenomeno e avere anche più possibilità di controllare il sistema ed evitare quanto prima avevamo descritto non essere del tutto regolamentare. Sarebbe fantastico poter studiare, dal punto di vista statistico ed epidemiologico, tutte quelle patologie che possono, con la pratica delle attività sportive, portare ad eventi drammatici o comunque al peggioramento dello stato di salute dell’ individuo.

Un obiettivo del genere è costoso?
Assolutamente no. Pensi che, dal 2004, utilizzo un software preparato con la collaborazione di due miei amici programmatori ed analisti. Tale software, attualmente, è in grado di soddisfare tutte le piccole, e mi consenta spesso davvero inutili, differenze normative previste nel Lazio, piuttosto che in Toscana, e, ancora, in Emilia Romagna. Quello del software centralizzato è’ un passo importante perché tutti i Medici dello Sport finalmente contribuiranno a creare un archivio centrale di dati che ci consentiranno di aumentare le conoscenze e le “capacità preventive” di ciascun operatore periferico.

Cosa fare ancora?
Ritengo sia arrivato il momento di rivedere la normativa del 1982. Trent’anni sono tanti, per la scienza medica un tempo infinito. Se ricordo cosa era la medicina trent’anni fa e cosa è oggi mi vengono i brividi nel pensare che stiamo ancora attuando un decreto legge del 1982. Va rivisto. E, gioco forza, va data una importanza preponderante nell’ambito della visita all’aspetto cardiologico. Anche se attualmente non disponiamo di dati su scala nazionale, la quasi totalità delle motivazioni di inidoneità assoluta e/o temporanea all’attività sportiva in Italia è rappresentata da una patologia cardiovascolare. Quindi il cuore deve diventare l’obiettivo primo delle nostre indagini. La normativa va riconsiderata proprio alla luce di tale dato di fatto.

Rivedere la normativa, dunque, come primo passo. Qualche esempio?
Allo stato attuale, in Italia, è possibile che un’atleta ciclista agonista di categoria juniores internazionale (17-18 anni) possa avere il tesserino come ciclista agonista, fare oltre 60 gare all’anno e tutti gli allenamenti necessari, avendo eseguito la visita di idoneità semplicemente con un elettrocardiogramma a riposo ed un altro effettuato dopo che per tre minuti l’atleta è salito e sceso da un gradino di 40 cm. Dal momento in cui l’atleta termina l’esercizio, prima che possa essere effettuato il secondo ecg, passa sempre tutto il tempo necessario perchè egli si riposizioni sul lettino e il tempo che occorre al medico per riposizionare sul torace e sugli arti tutti gli elettrodi. In pratica quel soggetto potrà essere riconosciuto idoneo avendo fatto due elettrocardiogrammi. Il primo assolutamente a riposo, il secondo quasi a riposo perché è intuitivo che un atleta di quel livello, trascorso più di un minuto dalla fine dello sforzo, ha perfettamente recuperato e quindi è nuovamente tornato in condizioni quasi sovrapponibili al riposo iniziale. Troppo poco impegnativo il test e troppo il tempo dalla fine del test all’esecuzione del secondo ecg, quello dopo sforzo. L’attuale normativa consente di fatto che un atleta agonista di categoria elevata possa affrontare uno sport ad elevato impegno cardiovascolare facendo due elettrocardiogrammi in condizioni di riposo o quasi. Rinunciamo a vedere e valutare, con questo sistema di cose, tutto quello che accade durante lo sforzo, il momento più delicato e nel quale più spesso si slatentizanno segni elettrocardiografici importanti. Lo sforzo imposto dalla normativa attuale, lo step test che prevede di salire e scendere da un gradino per tre minuti, per tantissimi atleti, quasi tutti direi, è insufficiente. Si tratta di una scelta normativa molto discutibile sotto il profilo scientifico e delle attuali conoscenze di prevenzione delle patologie cardiovascolari.

E quindi c’è veramente tanto da fare?
Si c’è tanto da fare. Ma anche vero che sarebbe opportuno che si interessino del futuro in ambito normativo solo i tecnici veri, ossia quei professionisti che conoscono profondamente e molto da vicino il problema. 

Lei in particolare cosa propone?
Propongo innanzitutto, insieme ad altre cose che non è il caso di approfondire per ovvie questioni di spazio, che sia al più presto reso obbligatorio l’effettuazione di una visita preventiva che comprenda una prova sotto sforzo, nella quale pertanto venga esaminato durante e non solo alla fine dello sforzo, sia l’andamento dell’elettrocardiogramma che quello della pressione arteriosa. Una visita comprendente una vera prova da sforzo dovrà essere effettuata da tutti i praticanti, sia a livello agonistico che non agonistico, qualsiasi tipologia di disciplina sportiva.

A questo punto il medico che effettua una visita del genere deve avere grosse competenze cardiologiche?
E’ essenziale. Ritengo, pur riconoscendo che forse questa frase può far male a qualcuno, che in Italia non possano rilasciare certificati di idoneità colleghi che non abbiano conoscenze valide e profonde di cardiologia e di cardiologia dello sport in particolare. Le scuole di specializzazione dovrebbero pertanto adeguarsi a tale specifica esigenza. Attualmente non per tutte è così.

E per il futuro lei a cosa pensa?
Ritengo che sia opportuno inserire il sistema che io definisco della “split decision”. Un sistema che deve diventare opertivo in tutti i casi dubbi, anche solo minimamente dubbi. Intendo riferirmi a tutte quegli sportivi che presentino piccoli segni o sintomi di possibile cardiopatia, che abbiano subito qualsiasi tipo di intervento cardiaco o che mostrino dubbi diagnostici di tipo cardiovascolare. Per tutti costoro dovrebbe essere stabilito che la rituale visita di idoneità possa essere effettuata  in futuro solo ed esclusivamente in centri medico sportivi di secondo livello, centri diretti, quindi, da un cardiologo con competenze elettive di cardiologia dello sport.

Che cosa intende per secondo livello?
Le visite di idoneità allo sport agonistico e non in Italia possono, e dovrebbero anche in futuro, essere effettuate sia nel pubblico che nel privato, sempre in presenza di uno specialista in medicina dello sport e all’interno di uno studio e/o di un ambulatorio accreditato. Tali caratteristiche sono richieste e dovranno essere richieste anche in futuro alle visite di primo livello. Lo studio e/o l’ambulatorio in cui si svolge la visita dovrà essere in possesso della dotazione strumentale che è necessaria a rispettare la normativa vigente. Quando ci si trovi di fronte ad un soggetto che presenta dubbi diagnostici, tale visita di idoneità non la potrà e non la dovrà effettuare il Medico dello Sport che lavora in un centro di primo livello, ma essa dovrà essere rimandata all’analisi critica di un centro di secondo livello, nella quale cioè sia possibile effettuare un ecocardiogramma color doppler, un Holter ecg delle 24 ore, un Holter pressorio e, in genere, esami cardiologici strumentali approfonditi. Chiaramente sarà necessario che il centro di secondo livello debba essere necessariamente diretto da un Medico dello Sport con una Specializzazione aggiuntiva in Cardiologia o viceversa.

E il terzo livello?
Costituirà l’apice della piramide e rappresentato da quelle strutture pubbliche o private che siano in grado di  effettuare esami invasivi come ad esempio un esame coronarografico, un cateterismo, uno studio endocavitario, quindi esami cardiodiagnostici invasivi.

Quanti centri di secondo livello dovrebbero esserci?
Ritengo che il numero debba essere stabilito in funzione della popolazione degli sportivi. Se penso ad una regione come quella nella quale io lavoro, cioè l’Emilia Romagna, ritengo che un paio di centri di secondo livello possano essere sufficienti. Insieme ad uno o due di terzo livello per il Nord, altrettanti per il Centro come pure per il Sud. Certo mi piace sottolineare che tali centri, e cioè quelli di secondo e terzo livello, dovrebbero essere equamente ripartiti tra pubblico e privato, quindi se un centro è pubblico l’altro deve essere privato.

Perché?
Perché mi piace far notare che attualmente in Italia la maggioranza delle visite di idoneità allo sport viene effettuata presso studi o ambulatori privati e non in ambito pubblico come si potrebbe immaginare. Pertanto ritengo sia importante che le esperienze, significativamente numerose, derivanti dal mondo privato siano prese in considerazione e che, quindi, anche nelle commissioni del ministero della salute che studiano la tutela della salute delle attività sportive siano presenti responsabili di centri privati. Sinora non è mai stato così.

Tutto ciò comporterebbe un aumento dei costi?
No. Lo strumento informatico in grado di raccogliere dati in tutta Italia, in grado di far lavorare tutti i medici sportivi italiani con lo stesso linguaggio, in grado di diventare il più grande archivio di dati medico sportivi, è un qualcosa che, come detto personalmente già utilizzo, non richiede particolari costi. Basterebbe mettere in rete il mio software (si chiama Cyclomed, ndr). Anche il sistema organizzativo a piramide che ho appena esposto, cioè un sistema ben confezionato e studiato costituito da studi ed ambulatori medici di primo livello, da centri di secondo livello e di terzo livello è facilmente attuabile. Basta identificare i centri e ratificarli. Costi aggiuntivi non ne vedo anche perché non possiamo dimenticare che stiamo attraversando un periodo di crisi e che quindi non risulta possibile fare castelli in aria.

Ma per quanto riguarda i costi delle visite di idoneità lei che pensiero ha?
La ringrazio per la domanda. Tocca un tema che non può non essere oggetto di critiche. Forse è questo il punto debole di tutta la catena. I costi per una visita di idoneità agonistica in Italia variano tra i 30-35 e i 70 euro orientativamente. A regioni come la Toscana e la Lombardia, dove appunto vengono praticate tariffe di 70 euro, che ritengo sostanzialmente al passo con i tempi, si contrappongono regioni, come il Lazio e l’Emilia Romagna, dove i prezzi scendono a 35-40 Euro. Stiamo parlando di una visita specialistica eseguita da un medico che necessariamente deve essere uno specialista. Stiamo parlando di una visita che contempla la valutazione di molti organi ed apparati, che prevede necessariamente l’effettuazione di un elettrocardiogramma a riposo e dopo sforzo, di un esame spirometrico, della valutazione dell’esame delle urine. Una visita molto complessa che, se fatta bene, non può durare meno di 35-40 minuti. Le Responsabilità civili e penali del medico che la effettua non sono da sottovalutare. Il costo di 70 euro ritengo sia congruo. Nel Lazio e nelll’ Emilia Romagna ed in altre regioni, dove invece i costi scendono a 35-40 euro, qualcosa non va. Mi domando se ciò sia ragionevole o se non sia la premessa del fallimento. Perché, tanto per fare un esempio, il veterinario, per una visita al mio pastore tedesco, mi chiede 65 euro. Il mio cane non risponde a nessuna domanda del veterinario, non dice di che cosa sono morti i suoi genitori, che sintomi e che fastidi ha. E la visita dura 5-10 minuti. Dobbiamo prepotentemente riflettere perché la corsa al ribasso dei costi e soprattutto la mancanza di un controllo dei costi delle visite di idoneità può generare una scarsa qualità delle stesse.

Ma chi può contribuire a risolvere questo problema?
Le famiglie ed anche i soggetti stessi che effettuano le visite.

Perché?
Se un nostro figlio dovesse effettuare un intervento di ernia inguinale o di tonsillectomia e ci venisse chiesto, “scusi come si chiama il medico che effettua l’intervento?”, sono convinto che noi sapremmo dire nome e caratteristiche di quel dottore. Ciò per dire che sicuramente abbiamo cercato di scegliere un centro o un professionista validi. Se invece accade che nostro figlio dovesse effettuare una visita di idoneità, spesso accade che non conosciamo il nome del centro dove la visita sarà effettuata e quello del medico che la effettua. La ritengo una negatività del sistema visite di idoneità. Le visite di medicina dello sport devono essere visite qualificate, effettuate da professionisti estremamente competenti e qualificati, che, quindi necessariamente – come in tutti gli altri ambiti della medicina - devono poter essere puntualmente individuati e valorizzati per la loro competenza. Se mio figlio dovesse effettuare una visita di idoneità, le garantisco che farei di tutto per sapere chi la effettua, che caratteristiche ha quel medico e dove e come la effettuerà. Farei, in definitiva, di tutto per scegliere un bravo professionista.

In tal senso però bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica.
Certo che si. Non nascondo che sono diversi, soprattutto i ciclisti, che semplicemente per il fatto che pedalano ritengono di stare bene e di non aver bisogno di nulla ed in particolare di nessun controllo. Capita spesso di incontrate ciclisti, anche in età adulta, matura ed avanzata, che riferiscono una equazione terribilmente pericolosa. Quella di dire pedalo, pratico ciclismo, quindi sicuramente sto bene. La mia equazione è invece opposta. Suona così. Ho deciso di pedalare, di praticare il ciclismo, è uno sport molto impegnativo, voglio vedere molto bene se corro qualche rischio a praticarlo, come praticarlo meglio e con i maggiori benifici per la mia salute. Chiaro?

In generale, lei cosa sogna per risolvere e/o poter affrontare con la chiarezza, la semplicità ma anche la durezza che ci ha espresso, questo problema?
Probabilmente, viste le ristrettezze economiche del periodo che stiamo attraversando in Italia, sogno una fondazione. Una fondazione nella quale il bilancio sia controllato in maniera ferrea e severa e che si ponga come obiettivo vero, reale, quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su tutto quanto è stato esposto. Una fondazione di con un indirizzo chiaro, ossia quello di diffondere e far prevalere l’importanza della prevenzione; ma anche una fondazione di peso mediatico per poter entrare di diritto nelle stanze dove si affrontano i problemi e vengono prese le decisioni. Un organo indipendente che sia in grado di poter contribuire a ritoccare alcuni punti normativi e di far convergere le opinioni perchè possano essere prese le decisioni più giuste.

 

Intervista di Massimo Bolognini - direttore di Ciclonews.it




17 Settembre 2011

Salve Dottor Corsetti, le scrivo per avere dei chiarimenti che in realtà non ho ancora mai avuto dalle istituzioni che regolano il ciclismo.
Vorrei chiederle come è stato possibile che la vostra Associazione non abbia impedito all'Uci di mettere in opera il sistema del passaporto biologico senza averlo prima pubblicato su riviste scientifiche e sottoposto all'analisi del mondo scientifico cosi come si fa, come lei sa, per qualsiasi novità in campo medico scientifico?
Leggo molti pareri discordanti sui metodi attuali, ma nel frattempo solo alcuni corridori sono stati letteralmente distrutti con il massimo della pena, parlo di Caucchioli, Pelizzotti e De Bonis, nonostante l'Uci avesse minacciato la presenza di liste ben piu ampie.
La ringrazio cordialmente per la sua eventuale risposta e Vi faccio i migliori auguri da appassionato di ciclismo per il nuovo sito.
Questa domanda mi ruzzolava in mente da un po di tempo in quanto essendo appassionato di scienza e lettore della rivista "Science" so che tutti i ritrovati della scienza per avere una reale valutazione sono sottoposti al vaglio della comunita Medico-Scientifica.
Un proceso ancor piu lungo e travagliato spetta ai nuovi farmaci con il passaggio alla FDA per la validazione e certificazione.
Non mi sembra che l'Uci segua lo stesso percorso, non mi sembra che il Passaporto Biologico abbia avuto tale iter e nonostante l'autorevolezza di molti dei dottori che hanno partecipato alla stesura del progetto a mio modo penso sia stata necessaria l'integrazione di altri pareri ben piu autorevoli.
la sua frettolosa validazione anche in campo giuridico però , ha gia abbattuto la propria scure su degli atleti direi oltremodo colpendoli e di fatto completando indecorosamente la loro carriera.
Cordiali saluti, Fabio
(Leggi la risposta)

Il Passaporto Biologico, messo a punto e proposto dalla WADA, è stato adottato dall’UCI nel 2007.
Rappresenta una metodologia all’avanguardia nel tentativo di prevenire e sconfiggere il fenomeno doping.
Nel 2007, allorquando l’UCI decise di introdurlo, se ne parlava ormai da qualche anno.
Come tante altre volte in passato, l’UCI è stata la prima federazione internazionale ad introdurre tale strumento per contrastare il fenomeno doping e, a loro volta, i ciclisti professionisti delle squadre Pro Tour i primi atleti a confrontarsi con tale novità.
Si è trattato dell’ennesimo primo posto del ciclismo che, nell’intento di contrastare la piaga del doping, ha adottato in molte occasioni, dal 2001 in avanti, metodologie nuovissime e, se vogliamo, qualche volta senza che avessero completato l’intero ciclo di rodaggio e verifica sul banco di prova scientifico.
Non si può condannare tale scelta. Il doping andava contrastato in modo deciso e forte e senza gli indugi che sono stati tipici degli anni che vanno dal 1980 al 2000. Proprio il doping stava fortemente minando la credibilità dello sport del pedale ed era necessario arginarlo e tentare di sconfiggerlo definitivamente. La forza e la durezza dei metodi usati doveva essere perlomeno pari alla aggressività e alla diffusione esagerata del fenomeno.
Va dunque rispettata l’idea e la volontà dell’UCI di introdurre il Passaporto Biologico che, peraltro, si è rilevato uno strumento di grande efficacia nell’individuare variazioni sospette di parametri ematici in taluni ciclisti, variazioni che hanno consentito di aumentare proprio per tali ciclisti il numero e la tempistica dei controlli antidoping veri e propri sul sangue e sulle urine.
Il Passaporto Biologico si basa sull’analisi delle variazioni di alcuni parametri ematologici (emoglobina e reticolociti) analizzati in una serie di prelievi di sangue eseguiti (a sorpresa) in competizione (raro) o, più spesso, al di fuori delle competizioni e quindi a domicilio, nei luoghi di ritiro o di soggiorno per gli allenamenti. Tutto ciò può essere effettuato agevolmente solo perché dal 2006 i ciclisti professionisti hanno accettato di fornire la propria localizzazione, istante per istante e 365 giorni all’anno, agli enti di controllo, ossia alla WADA, all’UCI e alla organizzazione antidoping del comitato olimpico di appartenenza, il CONI in Italia. Inutile dire che sono stati i primi anche in tale caso.
Un software statistico ed un programma dedicato, messi a punto dai ricercatori analizzano tutti i risultati dei test e costruiscono una curva di variazione dei parametri e, in particolare, atleta per atleta il limite superiore ed inferiore entro il quale i valori devono assestarsi per non far scattare i sospetti.
Una variazione sospetta fa partire una serie di controlli antidoping mirati in quell’atleta e, al tempo stesso, il  profilo dell’atleta viene sottoposto ad un gruppo di esperti che possono anche decidere di suggerire l’apertura di un vero e proprio caso di violazione delle normative antidoping. Il Passaporto Biologico, dunque, può anche venire utilizzato come prova indiretta di doping e quindi quale metodo sanzionatorio. Anche in questo caso il ciclismo vanta il primato di aver introdotto nell’impianto dell’antidoping una metodologia che si fonda su una prova indiretta, ossia di aver accettato che un atleta possa essere punito per l’elevata probabilità che una variazione dei suoi parametri ematici possa essere stata determinata dall’uso di metodi o sostanze proibite.
Alcune altre federazioni internazionali sembrano interessate o stanno iniziando ad utilizzare il Passaporto Biologico. Nessuna al momento come metodo antidoping vero e proprio.
Intanto dal novembre 2007, epoca dei primi prelievi, sono passati quattro anni. In questo periodo di tempo gli studiosi e i ricercatori, quelli che hanno proposto il metodo, quelli che lo hanno adottato ed anche il gruppo di esperti WADA cui è affidato il giudizio dei casi sospetti, hanno avuto la possibilità di rodare e verificare diversi aspetti e di costruire le convinzioni scientifiche che in futuro dovrebbero consentire di non commettere errori.
Un metodo indiretto di doping è comunque e sempre un sistema che, potenzialmente, può fallire. Il mio pensiero, l’ho dichiarato più volte pubblicamente, è che bisogna fare di tutto e anche di più perché il sistema non corra il rischio di punire un innocente. Ed il presupposto vincente in futuro, in tema di metodi indiretti, dovrà essere sempre quello che è preferibile che sfugga un colpevole piuttosto che punire un innocente. Sembra essere solo una semplice teoria fondata sul buon senso ma è anche la più accreditata in ambito scientifico quando si parla di specificità e sensibilità delle metodiche.



16 Febbraio 2011

Intervista al Dott. Roberto Corsetti,
Presidente della Associazione Italiana Medici del Ciclismo (A.I.Me.C.)

Autoemotrasfusione
Attenzione alle follie
(Leggi la risposta)

Nell’intento di capire sempre di più il fenomeno doping, premessa secondo noi importante per debellarlo definitivamente, chiediamo al Dott. Roberto Corsetti, Presidente dell’A.I.Me.C., se è oggi possibile praticare l’autoemotrasfusione tranquillamente a casa propria?
Teoricamente si. E’ necessario, ovviamente, conoscere bene ogni fase della pratica, dal prelievo alla reinfusione, e rispettare le regole fondamentali della conservazione del sangue. Nella realtà, è bene sottolinearlo, il percorso è pieno di insidie e di rischi molto gravi per la salute dell’individuo. E quindi assolutamente da evitare. Peraltro trattasi di un metodo proibito dalle attuali normative sportive e perseguibile, in Italia ed in altri paesi, anche sotto il profilo giuridico in quanto considerato reato (legge 376/2000).


Qualche ricordo di storia. Quando si è iniziato a parlare di autoemotrasfusione nello sport?
Agli inizi degli anni 80. Dopo i Giochi Olimpici del 1980 a Mosca si ventilò l’ipotesi che un mezzofondista finlandese potesse aver fatto ricorso a questa metodica. Ma forse già prima, diversi anni prima, altri sportivi nordici del mezzofondo e del fondo potrebbero averla usata. Certo il 1984 è una stagione storica per l’autoemotrasfusione. Recentemente un giornalista famoso ha scritto su TuttoBICI un articolo-intervista, poi visibile anche su Tuttobiciweb.it, nel quale, riferendosi al record dell’ora di Francesco Moser del gennaio 1984, cita testualmente: “La ma­ni­polazione del sangue, con l’avvento dell’epo di varie generazioni, ha rappresentato una vera piaga non solo per l’antico sport delle due ruote ma per tutte le discipline, ma questa “deviazione” nulla toglie ai me­todi in­novativi introdotti dall’Equi­pe Ener­vit”. Qualche riga più sotto continua “in ogni caso quella duplice impresa resta impressa nella storia del ciclismo, anche se a distanza di anni il campione “acqua e sapone” come l’aveva definito Candido Can­navò sulla Gazzetta dello Sport del 24 gennaio ’84 ammise di aver fatto ricorso all’autoemotrasfusione. Si disse allora che i continui rinvii del record non fossero dovuti ad avverse condizioni me­tereologiche ma al mancato arrivo del sangue dall’Italia (giunto in Mes­si­co da Houston con una valigia diplomatica perché un funzionario dell’ambasciata italiana in Messico era andato a recuperare il prezioso carico negli Stati Uniti Stati Uniti dove era giunto senza problemi). Ed infine “Il professor Giovanni Tredici, che ha se­guito giorno dopo giorno Moser nel­la sua straordinaria avventura ha detto: «Sotto l’aspetto psicologico l’autoemo­tra­sfusione ha avuto un ottimo impatto sul corridore. Analiz­zando la curva di crescita del suo rendimento, non ho riscontrato particolari significativi dopo che l’ha praticata. Cre­do quindi che avrebbe mi­gliorato i record dell’ora anche senza farvi ricorso».” Dopo le Olimpiadi di Los Angeles dell’agosto 1984 l’autoemotrasfusione fu, di fatto, vietata dal CIO. Solo a partire da quel momento tale pratica è entrata nel libro nero della leggenda del doping nello sport. Successivamente soppiantata da metodi dopanti più efficaci (EPO, NESP, CERA), questa tecnica è tornata in auge nei primi anni del 2000, dal momento che, al contrario delle varie eritropoietine, non esiste ad oggi un metodo antidoping convalidato in grado di smascherarla.


In cosa consiste l’autoemotrasfusione?
Si tratta di una  trasfusione di sangue (o di parti del sangue, ad esempio globuli rossi concentrati), ottenuta attraverso un predeposito, in cui il donatore e il ricevente sono la stessa persona. Alla base, necessariamente, deve esserci un deposito ottenuto attraverso il prelievo di sangue intero estratto da una vena e raccolto in una sacca di plastica.
L’autoemotrasfusione viene anche definita trasfusione autologa. Si definisce invece omologa la trasfusione di sangue e/o dei suoi componenti, ottenuti sempre attraverso un predeposito, in cui il donatore e il ricevente non siano la stessa persona ma chiaramente risultino emocompatibili. Quest’ultima metodica, al contrario della prima, è smascherata facilmente dai controlli antidoping e la triste storia del doping annovera, proprio negli ultimi anni, qualche caso illustre di atleta risultato positivo a causa di una trasfusione omologa ossia effettuata utilizzando sangue emocompatibile di altro individuo.
 
 
Perché l’autoemotrasfusione è stata utilizzata e, purtroppo, sembra essere ancora utilizzata nello sport?
I presupposti fisiologici e metabolici di tutte le discipline aerobiche rendono evidente che un maggiore quantitativo di globuli rossi, e quindi di emoglobina, si traduce in un notevole aumento del trasporto di ossigeno ai muscoli in attività e quindi in una performance notevolmente migliore.
Tale vantaggio è stato quantificato nel 5/8/10%, anche se, trattandosi di pratica illecita, non esistono studi clinici in grado di quantificare con certezza le differenze di prestazione derivanti dall'autoemotrasfusione. E’ chiaro che anche se si trattasse solo del 5% in atleti di elite tale percentuale definirebbe un incremento delle performances molto importante.


I principali rischi?
Sono soprattutto quelli legati alla alta probabilità della contaminazione del sangue attraverso virus e batteri e, non meno importanti, quelli derivati dalla non perfetta conservazione del campione prelevato. La possibilità di una contaminazione del campione di sangue e/o di un cattivo stato di conservazione determina rischi, cosiddetti maggiori, per i quali è facile arrivare a rischiare la vita. Sono, poi, presenti altri rischi, anche essi non trascurabili, legati al fatto che l'introduzione di una grossa quantità di sangue nell’organismo può portare a scompensi notevoli. La pressione sanguigna può risultare notevolmente aumentata in relazione all’aumento della viscosità del sangue. L’aumentata viscosità e la conseguente maggiore aggregazione del sangue possono essere alla base dell’innesco di fenomeni assai gravi: formazione di coaguli di sangue, e quindi, possibili embolie, ictus, infarti e tra questi ultimi, in particolare quelli a carico dell’intestino. In ultimo non vanno dimenticati i possibili effetti lesivi sugli organi interni (fegato, pancreas, reni) correlati al notevole apporto di ferro che può portare a gravi malfunzionamenti.


E’ dunque una pratica assai pericolosa e da evitare?
Voglio augurarmi che alla decisione di non ricorrere alla autoemotrasfusione contribuiscano in primis motivi di ordine morale ed etico. Si tratta infatti, come già detto, di una pratica vietata dalle attuali normative antidoping a partire dal 1984. Mi piace pensare che l’etica e la morale possano essere sufficienti ad impedire il ricorso ad una pratica proibita. Qualora così non fosse è bene aggiungere che con la pratica della autoemotrasfusione si infrange anche la legge dello Stato Italiano sul doping (376/2000) e si rischia la galera. Se anche questo non dovesse essere sufficiente vale allora la pena sottolineare che essa è una pratica delicata anche in ambiente ospedaliero specialistico e che diventa, pertanto, spaventosamente rischiosa se eseguita tra le mura domestiche. Rischiosa a tal punto da poter provocare la morte.



Scendendo un pochino più nel dettaglio, come si effettua un’autoemotrasfusione?
Un'atleta che decide di sottoporsi ad autoemotrasfusione si vedrà prelevare (o si preleverà) una quantità di sangue solitamente non inferiore a 500 ml. Tutto ciò circa 30-40 giorni prima del momento in cui si intende raggiungere il massimo delle prestazioni agonistiche.
Durante i 20-25 giorni successivi l’organismo dell'atleta tenderà naturalmente a rimpiazzare il sangue prelevato ritornando, pertanto, in condizioni di normale efficienza. Va evidenziato come, nel periodo immediatamente successivo al prelievo di sangue, l'individuo si troverà di fronte ad un evidente calo delle prestazioni. Trascorsi 20-25 giorni dal prelievo un soggetto giovane e in piena salute ha solitamente già ricostituito la quota di sangue prelevata e, pertanto, è facile immaginare quali possano essere i vantaggi sulla performance nel momento in cui, uno o due giorni prima del grande evento agonistico, egli decida di reinocularsi  il sangue precedentemente prelevato. Si registra, infatti, un immediato aumento della massa eritrocitaria e un conseguente incremento del 10% circa dell'emoglobina, con punte del 15%. L’incremento delle capacità fisiologiche e metaboliche è evidente e non si capisce davvero come qualcuno possa pensare ed affermare, come è successo, che “dopo una autoemotrasfusione nell’analisi della la curva di crescita del rendimento di un ciclista non siano stati riscontrati particolari significativi”.


Ma l’autoemotrasfusione è una pratica medica utilizzata solamente allo scopo di aumentare le performances degli atleti impegnati in discipline aerobiche di resistenza?
No, nella maniera più assoluta. Tale tecnica è di normale utilizzo negli ospedali per pazienti che devono essere sottoposti ad interventi chirurgici di una certa importanza per i quali, quindi, si possa prevedere una perdita considerevole di sangue e di globuli rossi. In tali casi, se il paziente prima dell’intervento sta bene, si preferisce fargli fare una donazione di circa 450 ml di sangue una sola volta, o anche due volte, nei 30-40 giorni che precedono l’intervento. Il vantaggio è quello di reiniettare in caso di necessità durante l’intervento lo stesso sangue del soggetto sottoposto alla operazione chirurgica piuttosto che quello di un donatore emocompatibile. Si riducono così sensibilmente i rischi degli effetti collaterali avversi di una trasfusione omologa e non autologa.


Torniamo al nostro possibile tentativo di autoemotrasfusione fai da te. Il prelievo e la reinfusione di sangue possono teoricamente essere effettuati nella propria abitazione?
Certo è possibile. Comunque accettando gli incommensurabili rischi del fai da te relativi ad una metodica che anche in Ospedale richiede la massima attenzione e l’osservanza di procedure standardizzate e scrupolose. Chiaramente sono necessari dei presidi. In particolare non si può fare a meno della sacca in PVC nella quale il sangue va conservato. Non dimentichiamo che il sangue può essere conservato solo in sacche dedicate e che tale presidio è un prodotto ad uso esclusivamente ospedaliero. Se presente in una normale abitazione qualcosa di illecito, di molto grave e pericoloso necessariamente deve essere già successo. In particolare, o la sacca deve essere stata rubata in un ospedale provvisto di centro trasfusionale o acquistata in modo illegale tramite internet. Il rischio delle due vie descritte, le uniche che potrebbero consentire ad un cittadino italiano di poter disporre in casa propria di una sacca per conservare il sangue, è dunque elevatissimo. Si tratta in entrambi i casi di reati perseguibili penalmente con pene assai dure. Per fortuna, in tal senso, in Italia sono attive diverse procure della repubblica mediante intercettazioni ambientali e telefoniche. Pertanto non è facile capire come possa finire una sacca per la conservazione del sangue in una abitazione privata. Peraltro una sacca rubata in un ospedale o acquistata tramite internet potrebbe non trovarsi in condizioni ideali di conservazione in quanto il contenuto (un particolare liquido anticoagulante) potrebbe essersi deteriorato (è in tal senso sufficiente che la sacca resti per più di un ora a temperature superiori ai 30-35 gradi) o potrebbero essere state compromesse le condizioni di sterilità.


Altri rischi legati al prelievo?
La contaminazione virale o batterica del sangue e/o della sacca. Nei centri trasfusionali il tubicino che fuoriesce della sacca, una volta finita la fase di prelievo, viene termosaldato in modo sterile con un apposito strumento mentre nel fai da te, probabilmente, potrà essere solo annodato su se stesso. Il che aumenta spaventosamente i rischi della contaminazione. Inoltre negli ospedali le trasfusioni di sangue vengono sempre effettuate in ambienti protetti. Il personale infermieristico è dotato di guanti monouso e di mascherina e la regione della pelle nella quale viene introdotto l’ago subisce un trattamento preventivo particolare. Il solo contatto con l’aria è pericolosissimo per il sangue che deve essere poi conservato. Lo stesso dicasi per la fase della reinfusione. Chi ha fatto donazioni o ha subito, dopo un intervento chirurgico, una trasfusione di sangue sa bene quanto siano delicate le rispettive procedure in ambiente ospedaliero.


Una volta effettuata il prelievo di sangue dove e come deve essere conservato il sangue?
Il sangue intero e/o i concentrati di globuli rossi vanno conservati in appositi frigoriferi a una temperatura fra i + 2°C e i + 6°C, per un massimo di 35/40 giorni a seconda della soluzione additiva anticoagulante presente nella sacca. I modelli di frigoriferi usati nei centri trasfusionali possono conservare da 30 a 1.400 sacche e garantiscono, grazie al sistema elettronico proprietario installato, il mantenimento della temperature interna a + 4°C, come richiesto dalle vigenti normative internazionali. Se si pensa alla tecnica fai da te ugualmente il sangue prelevato dovrà essere conservato costantemente a temperature comprese tra + 2° e + 6°: Il rischio, spaventosamente alto, è che, usando il frigorifero di casa, nessuno può garantire che la temperatura sia rimasta costante sebbene ipoteticamente si potrebbe ricorrere a termostati di controllo con una memoria delle temperature di esercizio rilevate (termoregistratori) o frigoriferi provvisti di generatore. Anche questi, però, sono strumenti che difficilmente possono far parte della dotazione di una comune abitazione privata.


Altri possibili rischi?
Sempre relativamente alla conservazione della sacca anche una temperatura troppo bassa può creare problemi. Un congelamento eccessivo rompe infatti la membrana del globulo rosso ed il contenuto dei globuli rossi, liberato nel sangue, diventa tossico. Facile, in tal caso, il rischio di blocco renale e di insufficienza renale acuta. Spesso, in questi casi, si tratta di soggetti che non recuperano mai perfettamente la funzionalità renale e che nei primi giorni successivi al blocco renale devono essere sottoposti ad emodialisi. Il rischio di compromissioni associate della funzionalità cardiovascolare è elevato e anche il rischio di perdere la vita in acuto è altissimo. Lo stesso terribile rischio contemplato in situazioni in cui venga reinfuso sangue di altro individuo non compatibile o sangue contaminato da virus o batteri.


Terrificante. Ma una cosa ancora ci sfugge? In Spagna negli ambiti della tristemente famosa Operacion Puerto si è sentito parlare di una moltitudine di sacche conservate a temperature molto basse intorno ai - 60°. Non capiamo.
Si tratta di un ambito completamente diverso legato alle possibilità di conservazione del sangue e dei suoi derivati. Quello di cui abbiamo parlato sinora è riferito ad una conservazione di sangue intero o di concentrati di globuli rossi valida solo ed esclusivamente per un lasso di tempo di 35-40 giorni. Qualora si renda necessario una conservazione più duratura (diversi mesi – qualche anno) è necessario congelare il sangue. In tal caso però bisogna usare alcuni accorgimenti. Abbiamo infatti detto prima che il congelamento (temperature sotto lo zero) rompe la membrana dei globuli rossi e provoca la fuoriuscita del contenuto che è tossico e letale. Per ovviare al problema della rottura della membrana il concentrato di globuli rossi viene trattato, prima di essere congelato, con una soluzione di glicerolo. Il glicerolo protegge la membrana del globulo rosso e consente il congelamento dei concentrati che solitamente avviene in particolari congelatori molto costosi (centinaia di migliaia di Euro) che creano temperature costanti intorno ai – 60 °/ - 80°. Una volta scongelato, il concentrato di globuli rossi non può essere reiniettato in quanto il glicerolo è tossico. Si rende necessario, dunque, un lavaggio che richiede l’impiego di altri presidi dedicati assai costosi. Stupisce chiaramente che quella organizzazione spagnola, del tutto privata, fosse in possesso di simili strumenti che, spesso, non fanno parte neanche della dotazione della maggior parte dei centri trasfusionali. Stupisce certo, ma rende ragione degli enormi interessi economici legati a quella organizzazione. Cosa che ancora una volta porta a chiedersi: è possibile che fosse stata messa in piedi una simile e assai dispendiosa organizzazione se poi erano coinvolti solo pochi ciclisti? Diverso il caso di una clinica austriaca di cui si è sentito parlare negli ultimi anni. Trattandosi di una clinica l’organizzazione e la disponibilità di strumenti costosi e all’avanguardia è, sia pur di poco, meno eclatante.


Quale è il vantaggio di poter conservare il sangue per tanto tempo?
Sicuramente quello che gli atleti potevano fare il/i prelievo/i nella stagione invernale nella quale non erano presenti impegni agonistici e reiniettarlo nella stagione delle corse. Va ricordato, però, che il concentrato di globuli rossi una volta scongelato e lavato dal glicerolo deve necessariamente essere utilizzato entro le 24-36 ore. Immaginate quindi gli enormi rischi legati al trasporto ad esempio da Madrid a Parigi o da Madrid a Venezia. Chi garantisce che la conservazione in quel lasso di tempo possa essere ottimale? Chi garantisce che la sacca che arriva a destinazione sia in buone condizioni? E chi garantisce che contenga sicuramente il sangue di colui che deve riceverla? 


Ora torniamo alla autoemotrasfusione fai da te, “casareccia”. Come giudica chi dovesse decidere di sottoporsi ad una simile pratica?
Un folle. Un folle con tre sole possibilità. La disintossicazione mentale in una comunità, il ricovero in un ambiente psichiatrico, la galera.



11 Gennaio 2011

Sono un odotoiatra, appassionato di ciclismo che pratica a livello amatoriale, volevo chiedere secondo la sua esperienza, quale incidenza hanno le patologie a carico del rachide cervicale e del distretto cranio-mandibolare i ciclisti visitalti e come eventualmente le risolvete .
Vorrei lavorare nell' ambito sportivo come odontoiatra : indicazioni e consigli .
Ci si può iscrivere all' Aimec?

Cordiali saluti
Fabrizio Caricato
(Leggi la risposta)

Preg.mo collega,
 
in ordine le risposte.
 
L'incidenza delle patologie a carico del rachide cervicale non è molto elevata nei ciclisti mentre appare più significativa la presenza di disturbi del distretto cranio-mandibolare. La soluzione dipende dal tipo di patologia e dal fattore etiopatologico che l'ha scatenata. Si cerca sempre, ovviamente se possibile, di rimuovere la causa e non di rado si è costretti a ricorrere a specialisti del settore.
 
La ringarzio per il Suo interesse al nostro mondo. Per lavorare come odontoiatra nel mondo del ciclismo, e della sport in genere, non ci sono consigli particolari se non quello di frequentare i Convegni di aggiornamneto dove si possono fare sempre conoscenze utili e stimolanti. Segua sul sito della Federazione Medico Sportiva la sezione Convegni e, già da ora, fissi sull'agenda l'appuntamento con il prossimo Convegno della Associaszione Italiana Medici del Ciclismo (A.I.Me.C.) ch si terrà nel terzo week end di novembre 2011. Ulteriori notizie in merito Le troverà sul sito dell'A.I.Me.C. (www.aimec.it <http://www.aimec.it> ) che, in questo momento, è in via di rifacimento ma che sarà in rete sicuramente a partire da metà febbario.
 
Se poi si vorrà iscrivere alla nostra dinamica e stimolante Associazione ugualmente troverà sul sito, a partire da metà febbraio, tutte le necessarie indicazioni.
 
Per ora La saluto con la speranza di poterLa salutare di persona in un prossimo evento A.I.Me.C.



21 Dicembre 2010

Salve, volevo una sua opinione, su i tanti ragazzi che usano sostanze chiamate lecite,ma rigorosamente per endovena e parlo per le categorie juniores, elite e under 23.

LA RINGRAZIO
Paolo
(Leggi la risposta)

Preg.mo Paolo, La ringrazio per la domanda.
Devo dire innanzitutto che, per fortuna, si parla di sostanze definite, e da tutti considerate, lecite. Iniziare a parlare e a porsi il problema dell'utilizzo di tali sostanze fa capire chiaramente quali e quanti passi sono stati fatti ultimamente dal ciclismo nella lotta al doping. Mi piace sottolineare questa premessa.
Veniamo ora al quesito.
Parliamo, è bene precisarlo, di sostanze non inserite in nessuna lista di sostanze e/o metodi proibiti. E, probabilmente, Lei si riferisce alle vitamine, ai disintossicanti, agli epatoprotettori, agli antiossidanti etc.
Nella Sua domanda, comunque, non mi convince l’affermazione “tanti ragazzi che usano sostanze chiamate lecite”. Già qui c’è qualcosa che non va. Intendo dire che mi auguro che i ragazzi ai quali Lei si riferisce non usino queste sostanze autonomamente e/o seguendo le indicazioni di amici e conoscenti e senza quindi il consiglio di un Medico. Ritengo che nello sport, come nella vita di tutti i giorni, ci si debba astenere dall’utilizzare farmaci se non consigliati da un Medico.
In secondo luogo sono dell’idea che bisogna limitare il ricorso alla via endovenosa alle reali necessità. A tal proposito Le ricordo che il regolamento internazionale della WADA, recepito anche dalla Legge Italiana sul doping 376/2000, vieta nella maniera più categorica il ricorso alle infusioni, dette anche flebo. Per essere chiari si tratta di tutte quelle formulazioni farmaceutiche, che sebbene non contengano prodotti proibiti, sono contenute in flaconi dai 50 ml ai 500 ml (Esafosfina, Glu-Phos, Glucosata, Freamine etc. etc.). Esse, dunque, sono vietate per tutti gli sportivi agonisti di qualunque età e categoria. Non è vietata invece la somministrazione endovenosa di sostanze, ovviamente lecite, contenute in fiale dai 20 ml in giù. Chiaramente anche queste formulazioni, sebbene non vietate, devono essere utilizzate quando se se ne ravvisi la necessità.
Personalmente, ma in tal caso parlo solo a titolo personale, sono convinto che nelle categorie giovanili, da giovanissimi  sino a Juniores, dovrebbero essere limitati prepotentemente i farmaci di ogni tipo anche in compresse ad eccezione di quelli che servono per curare le malattie. Qualora un atleta giovanissimo, esordiente, allievo,o juniores mostri segni di affaticamento e/o astenia ritengo che il miglior trattamento debba e possa essere il riposo. Quindi saltare qualche allenamento e/o qualche competizione.
Lascerei, invece, ad un Medico, esperto in Medicina dello Sport applicata al Ciclismo e coscienzioso, la prevenzione ed il trattamento di stati di affaticamento, di sovraccarico epatico, di smaltimento delle tossine e dei radicali liberi e/o di calo delle difese immunitarie nei ciclisti agonisti delle categorie superiori (Under 23 ed Elite); essi effettuano, infatti, allenamenti e competizioni di impegno e durata notevolmente maggiori. Anche in tal caso però Il Medico dovrà rifarsi alle necessità evitando inutili abusi e, soprattutto, di infrangere le normative vigenti.
Uno dei farmaci dei quali più comunemente si abusa è il ferro. E il ferro, quando la quantità nel sangue e nei depositi è superiore alla norma, inizia a fissarsi nei tessuti, cuore compreso, creando possibili danni. A differenza delle vitamine e dei comuni disintossicanti, l’abuso di ferro può quindi essere pericoloso. Tale abuso lo combatterei in maniera più aggressiva di quanto si faccia. In particolare mi auguro che la Commissione Tutela della Salute della Federazione Ciclistica Italiana reintroduca nelle categorie juniores, under 23 ed Elite l’obbligatorietà di effettuare, in occasione dei tre controlli del mese di gennaio, aprile ed agosto, un dosaggio della ferritina. Nei professionisti, dal 1999. è obbligatorio effettuare tale dosaggio ben quattro volte l’anno, ovviamente, insieme a molti altri parametri. Ciò ha prodotto i risultati desiderati.



17 Novembre 2010

Cosa vi aspettate da questo servizio? (Leggi la risposta)

Nulla e tanto al tempo stesso. Ci piacerebbe riuscire a trasmettere in modo chiaro un concetto. Il Medico del ciclismo, oggi, è un professionista che ha un percorso formativo lungo ed importante sempre fondato su una grande e pura passione per lo sport e per il ciclismo in particolare. Si tratta di un professionista che rappresenta pertanto la figura centrale di tutto ciò che ruota intorno alla Tutela della Salute del Ciclista e alla Tutela della Salute del Ciclismo, anche e soprattutto, attraverso la prevenzione del doping.



17 Novembre 2010

La disponibilità dell’A.I.Me.C., accordata a questa iniziativa, può considerarsi una risposta, seppure relativa, a quanti vedono con sospetto la medicina applicata allo sport? (Leggi la risposta)

Non abbiamo nulla da nascondere e ci spiace intuire che alcuni, per fortuna pochissimi, ancora oggi possano guardare con sospetto la Medicina dello Sport. Oggi, per rispondere a quei sospetti ingiustificati e fuori luogo, mi piace ricordare che il Medico dello Sport che svolga la mansione di Medico Sociale e/o di Squadra, quindi con responsabilità grandi e dirette, nelle squadre giovanili, dilettantistiche e professionistiche è semmai il primo vero “carabiniere” interno al sistema. All’interno dello staff tecnico il Medico Sociale e/o di Squadra rappresenta il primo baluardo nella lotta al doping. Se non sbaglio dal 1998, anno dell’inizio delle prime indagini e perquisizioni della magistratura ordinaria, ad oggi non è stato mai rinviato a giudizio o condannato per fatti inerenti il doping nessun Medico Sociale e/o di squadra quindi facente parte dello staff tecnico della società. Nella nostra Associazione, peraltro, lo Statuto parla chiaro. Un socio non può avere un rinvio a giudizio in corso o essere stato condannato per vicende di doping.



La visita di idoneità agonistica e non agonistica

dott. FULVIO SUSANNA
Risponde dott. FULVIO SUSANNA

Specialista in Medicina dello Sport e Scienza dell’Alimentazione
Dirigente Medico – Servizio di Medicina dello Sport
ASL 8 – Asolo (Regione Veneto)

22 Novembre 2012

Salve Dottore, nel 2007 dopo una visita sportiva mi fu riscontrato un lieve prolasso della valvola mitrale. Ogni anno faccio un ecocardiogramma e in questi anni ho fatto due holter cardiaci 48 ore e un test da sforzo, per fortuna non è stato riscontrato nessun tipo di problema. Mi consigliate di fare altri esami? Con questa situazione posso fare ciclismo?

Cordiali saluti
Davide
(Leggi la risposta)

Il prolasso della valvola mitralica (quella che divide atrio sinistro dal ventricolo sinistro) è una condizione para-fisiologica assai frequente, soprattutto nel sesso femminile. E' caratterizzata da un movimento a tendina della valvola mitralica. E' una situazione che diventa problematica solo quando la valvola mostra segni di degenerazione o di insufficienza. In questo caso quando il ventricolo sinistro si contrae per spingere il sangue nell'aorta e di lì verso il corpo, la valvola resta in parte aperta e lascia passare sangue verso l'atrio sinistro che col tempo può dilatarsi. Da quello che mi scrive non è il suo caso, quindi può fare sport in tranquillità;  non necessitano ulteriori accertamenti. Molti cardiologi consigliano controllo ecografico ogni 3-4 anni.



3 Agosto 2012

Salve dottore, mi chiamo Aldo ho 52 anni e ho iniziato a praticare ciclismo a livello amatoriale da, quando avevo 15 anni, anche se non assiduamente fino all'età di 28 anni, poi ho smesso per motivi di lavoro in quanto ero sempre fuori sede.
Poi circa dieci anni fa sono stato colpito da fibrillazione atriale, ricoverato in ospedale è stata fatta rientrare con la somministrazione di propafenone.
Dopo tutti gli accertamenti eseguiti mi è stato diagnosticato un prolasso della valvola mitrale con rigurgito lieve-moderato. Ho eseguito anche Holter per 24 ore dove risultano delle extrasistole che tuttora ogni tanto si ripresentano.
Ho fatto anche diverse prove da sforzo tutte nella norma. Sotto controllo periodicamente con Ecocardiogramma, elettrocardiogramma, e prove da sforzo.
Su indicazione anche del mio cardiologo da circa 4 anni ho ripreso a praticare ciclismo, allenandomi tre volte a settimana e percorrendo anche 120 km per uscita con salite qualche volta impegnative.
Volevo chiedere se nel mio caso è rischioso praticare ciclismo? Da allora mi e stato dato come terapia 25 mg di atenololo da prendere ogni mattina, volevo sapere se i beta-bloccanti riducono il rendimento atletico, se così fosse quale farmaco in sostituzione è possibile usare senza che dia questi effetti?
I beta-bloccanti sono considerati doping?
Ringraziando anticipatamente invio cordiali saluti.
(Leggi la risposta)

Caro Aldo, il suo caso è abbastanza complesso per tre situazioni che analizzeremo una a una:
1) fibrillazione atriale : se si è trattato di un unico episodio non ci sono controindicazioni alla attività sportiva, ma la terapia con beta bloccante (punto 2) fa pensare che il suo cardiologo voglia evitare il rischio di una ricaduta che ritiene possibile; tra l'altro l'ecografia mostra un atrio sinistro aumentato di dimensioni ? se si bisogna avere riguardo. terzo punto, l'insufficienza mitralica è ai limiti per la concessione della idoneità agonistica. l beta bloccante è doping perchè tiene bassa la frequenza cardiaca e permette una riserva di potenza superiore. Quindi non riduce la performance, ma in alcuni casi può migliorarla. Lei comunque ha la possibilità medica di usarlo.
Riassumendo la sua situazione particolare: 1) l'attività aerobica di tipo isotonica continuativa è utile nella sua situazione. 2) Le consiglio di usare il cadiorequenzimetro e i puntare la frequenza cardiaca massima a 140-145 (220 meno l'età moltilplicato 85%). Annualmente ricontrollerei ecocardiogramma e Holter ECG  24 ore durante una uscita impegnatva per valutare se le extrasistoli aumentano durante sforzo, se sono singole o ripetitive.
Buona pedalata



19 Novembre 2011

Salve, vorrei sapere se il medicinale symbicort per asma va in conflitto con l'eutirox.
Poi il medico mi ha prescritto anche il singulair in aggiunta al simbicort, ma come medicinale può portare problemi? Inoltre vorrei sapere visto che la mia è un asma che viene fuori solo durante lo sfozo, ma solo affanno non crisi vera e propria, lo devo assumere costantemente o lo posso prendere anche solo quando faccio i lavori più intensi e le gare?

Grazie, Martina
(Leggi la risposta)

Asma allergico e asma da sforzo, anche se hanno gli stessi effetti (difficoltà a respirare e broncospasmo più o meno accentuato) si affrontano in modo diverso.
Eutirox e Symbicort non sono in antagonismo poichè il primo è un ormone, il secondo associazione di cortisonico e beta stimolante.
Il singulair è un inibitore dei mediatori del broncospasmo , si usa al posto del cortisone nell'asma lieve o in associazione al cortisone e ai beta stimolanti nell'asma più importate, deve essere assunto cronicamente, anche nelle fasi di benessere, meglio assumerlo la sera prima di coricarsi.
Di solito nell'asma da sforzo si usa un beta stimolante prima dell'attività fisica; è il paziente stesso che sa definire quando farà un esercizio importante e quindi assume preventivamente il beta stimolante ( di solito Ventolin) . Ti ricordo i passaggi per porre correttamente la diagnosi  spirometria di base, spirometria dopo provocazione con metacolina o dopo broncodilatazione. Per definire correttamente l'asma da sforzo si fa il test della corsa libera. I servizi di pneumologia ospedalieri sono in grado di porre la diagnosi corretta e quindi consigliare la terapia più idonea. Poichè l'asma è di solito una situazione cronica che ci accompagna per tutta la vita, ritengo indispensabile una diagnosi completa e corretta.



27 Maggio 2011

Salve, mi chiamo Elio e sono un uomo di 46 anni. Pratico ciclismo su strada da circa un anno, e in questo ultimo mese ho riscontrato un problema alle cosce: interno ed esterno, sopra al ginocchio. Il problema nasce appena parto con la bicicletta e faccio fatica a fare il percorso abituale (50 km). Mi alleno un giorno sì e un giorno no con medie 28-30 km/h. Non mi interessa competere ma questo fastidio non mi fa apprezzare la bici. Spero di essere stato chiaro, grazie. (Leggi la risposta)

Salve Sig. Dante,
potrebbe essere più preciso: il problema è un dolore, un fastidio, una fitta. Mi parla di coscie interno esterno e sopra il ginocchio: intende dire che il problema parte dalla coscia e si estende fin sopra/dietro il ginocchio? Su entrambe le gambe? Quando scende di bici il problema sparisce? Più dati ci fornisce e più precisa sarà la risposta del Medico. Rimaniamo in attesa di ulteriori delucidazioni.
Saluti
 

 
Buongiorno, spero di essere più preciso....
Il problema è un dolore nella pedalata, che avverto anche con un minimo sforzo. La zona dolorante è la parte anteriore di ambedue le coscie. Per la mia poca competenza penso che si tratti del muscolo vasto mediale e vasto laterale, ma non sono sicuro che siano i termini giusti, in quanto li ho trovati in una pagina web. Quando scendo dalla bicicletta il dolore diminuisce perchè non c'è sforzo, ma è lo stesso presente.
Grazie per la vostra puntualizzazione, spero di esserlo altrettanto
 
Innanzitutto, complimenti perchè 50 Km alla media di 28-30 Km /H per un quasi  "principiante" è un bell'anndare. Il suo, da come lo descrive, sembra un problema muscolare per cui, per capire procederei per gradi: prima controllo ematico per escludere uno stato di anemia e altre alterazioni (emocromo, glicemia, transaminasi, creatinina, PCR, CPK, Na, K, Calcio, E. Urine).
Successivamente valuterei la correttezza della posizione in sella; inoltre inizierei l'allenamento a 22-24 km/h e 90 rpm in scioltezza per 10'-20' e solo successivamente, a muscoli caldi aumenterei gradualmente la velocità, perchè se accumula subito acido lattico, poi fatica a smaltirlo. Se tutto questo non basta controlliamo la situazione di vascolarizzazione con ecodoppler arterioso (aorta addominale e arterie femorali) 



23 Maggio 2011

Buongiorno dottore e grazie per la sua disponibilità, sono un padre di tre figli tutti ciclisti(purtroppo) e quindi mi rivolgo a Lei perchè come sempre in varie problematiche ognuno ha la sua da dire pur non avendo nessuno, capacità professionali da mettere in campo, veniamo al problema: in gara una delle mie figlie 12 anni dopo pochi giri accusa un forte dolore al fianco destro, altalenando il dolore per tutta la gara; le cause me ne sono state dette tante, ma se cortesemente posso avere anche la Sua gli sarei grato per saper come procedere in merito.
Grazie.
Carlo
(Leggi la risposta)

Caro Carlo, capisce bene che in mancanza di una visita personale ed una anamnesi raccolta direttamente faccio fatica ad essere preciso sul caso personale; ma questo è un quesito che mi viene rivolta speso dai ragazzi e/o dai genitori. In base alle mie conoscenze il dolore al fianco (dx o sinistro) durante l'attività fisica non è legato nè al fegato, nè alla milza come spesso viene detto, ma al semplice fatto che durante l'attività muscolare il sangue viene convogliato prevalentemente ai muscoli (salvaguardando cuore, cervello e reni) a scapito dell'intestino in generale, per cui il dolore è legato ad una "ischemia" relativa del colon, soprattutto se in quel momento c'è passaggio di feci. E' comunque una situazione non a rischio, infatti di solito basta fermarsi pochi secondi e il dolore scompare. Cosa fare per prevenire ? Seguire i consigli classici di una dieta equilibrata, alimentarsi almeno tre ore prima della gara, assumere frutta e verdura regolarmente nella dieta per evitare la stipsi; in gara (se dura più di una ora) assumere acqua e elettroliti prima che insorga la sensazione di sete.

Però se il dolore è particolarmente imortante e duraturo, se non passa fermando l'attività fisica , proprio per non sottovalutare la situazione, consultare il Medico di famiglia per una visita medica ed eventualmente eseguire accertamenti supplementari quali esami di funzione epatica, ecografia addominale.



24 Marzo 2011

Salve dottore, mi chiamo Mauizio, ho 46 anni e soffro di ipotiroidismo; assumo eutirox 100 - 125 giorni alterni. Pratico ciclismo agonistico amatoriale da tre anni allenandomi con costanza e determinazione e faccio parecchi sacrifici pur di non saltare gli allenamenti. Vengo al dunque: che "speranze" ho in termini di prestazioni in considerazione del problema di salute suesposto e che tipo di alimentazione mi consiglia in relazione all'assunzione del farmaco indicato.
La ringrazio e le porgo i miei cordiali saluti.
Maurizio
(Leggi la risposta)

L'ipotiroidismo è di solito ben compensato dalla terapia sostitutiva (Eutirox); se gli esami di controllo sono normali (TSH , T3, T4 , Emocromo), le prestazioni fisiche non risentono della  patologia. Tenga conto che l'assunzione dell'ormone tiroideo non rappresenta aspetti di doping. Le consiglierei solo di valutare gli esami di controllo col suo endocrinologo di fiducia, prospettandogli il tipo di attività fisica che svolge, e soprattutto una bella visita di idoneità agonistica con un Test da
sforzo massimale e vista l'età, un ECOCardioGramma.



20 Marzo 2011

Salve, sono un cicloamatore di 38 anni ed ogni anno percorro mediamente 5.000 km. Da sempre pratico sport (ciclismo ma soprattutto calcio), anche a livello agonistico (di tipo amatoriale) e non ho mai avuto alcun problema. Recentemente, durante un check up più approfondito, teso a verificare le mie condizioni di salute e soprattutto quelle del mio cuore, in quanto mi sono riavvicinato al ciclismo con una certa quotidianità, ho scoperto di avere un ponte miocardico della discendente anteriore medio distale, senza comunque aver mai avvertire alcun problema. Mi chiedevo se questo, di per sé e fatti salvi ulteriori e più specifici accertamenti, può precludermi lo svolgimento dell\'attività ciclistica agonistica amatoriale.

Cordiali saluti
Massimiliano
(Leggi la risposta)

Caro Massimiliano, il quesito che mi pone mi crea qualche imbarazzo perchè il riconoscimento dei "ponti" muscolari lungo il decorso delle arterie coronarie è abbastanza recente. Nei convegni di medicina dello sport se ne parla da pochi anni. Immagino lo abbia scoperto con una angio TAC . Anche se la sua età la pone al riparo da grossi rischi cardio-vascolari, deve valutare se nella sua famiglia si sono verificati accidenti cardiaci. Seon ha eseguito un test da sforzo massimale lo esegua e comunque Le consiglio di sentire un cardiologo per valutare la esecuzione di una angio TAC coronarica 8 0 una coronarografia) anguigno a valle del ponte muscolare.



16 Gennaio 2011

Salve Dottore, sono un cicloamatore di 51 anni. Percorro circa 12 mila km annui facendo qualche gran fondo durante l'anno. Pratico il ciclismo a livello amatoriale e da un paio d'anni per problemi di pressione (la minima si attestava intorno ai 100) assumo ogni mattina metà compressa di APROVEL 150 mg. Vorrei sapere se tale farmaco inficia in qualche modo la performance sportiva. Grazie in anticipo.

Cordiali saluti
Maurizio
(Leggi la risposta)

L'Aprovel, principio attivo Irbesartan , è un farmaco della famiglia deli ACE-Inibitori, sono i farmaci di elezione nel trattamento della ipertensione dell'atleta. Infatti non influenzano nè il ritmo cardiaco ( come i beta bloccanti che tendono a ridurre la frequenza cardiaca) , nè la capacità contrattile del cuore.

L'attenzione che deve porre l'atleta in trattamento con farmaci ipotensivi riguarda l'assunzione del farmaco in relazione alla attività fisica la quale può potenziare l'effetto ipotensivo (sia per la vasodilatazione indotta dall'esercizio stesso che per la disidratazione legata a sport aerobici di lunga durata) causando anomala stanchezza o giramenti di testa. Per cui l'atleta in terapia deve valutare se assumere il farmaco prima o dopo l'attività fisica o semplicemente ridurre il dosaggio monitorando la Pressione Arteriosa prima e dopo l'attività fisica. Questi "aggiustamenti" di assunzione, naturalmente, andranno concordati col medico curante o col medico dello sport.



31 Dicembre 2010

Salve dott.Susanna,
sono un ciclista di 59 anni e pratico questo sport da trent'anni anche agonisticamente.
Da un anno a questa parte periodicamente mi vengono delle aritmie della durata di cinque dieci minuti, il tutto quando faccio allenamento, dopodichè i battiti del cuore si normalizzano. Tutto ciò mi spaventa e mi preoccupa assai. Visita sportiva annuale con idonietà. Le chiedo un suo parere in merito ed eventuali consigli.

LA RINGRAZIO. Buon anno!
(Leggi la risposta)

Gentile sig. Beniamino il suo caso è abbastanza frequente: sensazione di palpitazione-aritmie durante attività fisica.
Sicuramente va approfondita la valutazione con Ecocardiogramma, test da sforzo massimale e ECG Holter di 24 ore. Qust'ultimo ripetuto anche 3-4 volte fino a quando si riesce ad ottenere una registrazione durante lo sviluppo della sintomatologia; questo è l'unico modo per capire cosa succede al cuore quando il paziente avverte la sensazione di extrasistolia. Nel frattempo, fino al raggiungimento della diagnosi Le consiglierei di moderare l'attività fisica.



27 Dicembre 2010

Buongiorno, ho 52 anni e pratico ciclismo da 25 anni partecipando a gare amatoriali (granfondo e in linea) con buoni risultati nelle varie categorie a cui negli anni sono passato.
A novembre 2007 sono stato sottoposto a intervento chirurgico in cui mi stata asportata la tiroide.
Assumo l'ormone sostitutivo eutirox a giorni alterni 125/150 e i valori sono ritornati nella norma.
Come devo comportarmi per poter continuare a praticare ciclismo agonistico amatoriale tenendo conto certamente della mia età e sopratutto della mia patologia.

Saluti e Buon Natale
Raffaele
(Leggi la risposta)

Caro Raffaele, mi complimento con Lei per la costanza con cui pratica il ciclismo da molti anni, tra l'altro è proprio lo sport adatto alla nostra età in quanti sport aerobico (avrà capito che siamo coetanei). Per la Sua patologia, nessuna controindicazione alla pratica del cicliesmo agonistico, basta che assuma l'ormone sostitutivo, che tra l'altro non è neanche inserito tra i farmaci doping. Le consiglio di completare gli accertamenti con Ecocardiogramma , ECG-Holter di 24 ore e Test da sforzo massimale per avere una valutazione completa del suo apparato cardio-vascolare e per ottenere delle valutazioni anche in termini di capacità di performance.



27 Dicembre 2010

Egregio dottore,ho 43 anni, ho sempre pratica ciclismo a livello agonistico fino al 2003.
poi per impegni familiari e di lavoro ho abbandonato le gare ma restando in attività a livello intenso. Nel 2006a seguito di eco mi hanno diagnosticato la dilatazione dell'arto ascendete e della radice aortica 42mm-43mm. e il prolasso mitralico.
Potrei ottenere di nuovo l'idoneità agonistica.
Aggiungo che ECG da sforzo su cicloergometro ha data esito negativo con buona tolleranza allo sforzo (Bpm 175 press 195/100 recupero in 5 min bpm 145 140/ 85
Cordiali saluti
Giogio
(Leggi la risposta)

Innanzitutto, caro Giorgio, mi complimento con Lei per aver eseguito un Ecocardiogramma , che ritengo accertamrnto assai importante dopo i 40 anni per chi pratica sport di endurance. Per quanto riguarda il quesito specifico, la dilatazione dell'arco aortico e della radice va seguita nel tempo, per valutare la progressività o la stabilità(meglio) del diametro. In più ha un prolasso della valvola mitrale, per cui io le consiglierei di ripetere l'EcocardioGramma ed eseguire un ECG-Holter di 24 ore prima di recarsi in un centro per l'idoneità agonistica. Se questi accertamenti saranno normali , sicuranìmente potrà riottenere l'idoneità agonistica. nel frattempo si alleni perchè 145 di frequenza cardiaca dopo 5' dalla fine del test ergometrico denotano uno stato di fitness da rifinire.



15 Dicembre 2010

Salve,
mio figlio da un anno ha inziato a gareggiare quest'anno nella categoria giovanissimi G 5, prima giocava a pallone.
Dall'età di 6 anni soffre d'asma ed è allergico alla muffa alternaria alternata e da qualche mese è sottoposto al trattamento con il SYMBICORT due volte al dì e LUKASM una volta al dì.
Da quando ha iniziato a fare dello sport l'ho sempre sottoposto, anche se non serviva, alla visita medico sportiva agonistica e gli esiti sono sempre stati buoni. Premetto che veniva sottoposto senza il classico puff prima dello sforzo.
In questa stagione ha migliorato molto l'aspetto psicofisico: è cresciuto, smagrito, irrubustito e con il finale di stagione ha iniziato a terminare le corse anche se staccato dal gruppo. Quello che però mi preme sottolineare è che arriva sempre stravolto. Molto paonazzo e sudato. Non ha mai avuto attacchi respiratori. Mi è stato consigliato dal pneumologo di sottoporlo al puff prima della competizione per evitare eventuali attacchi.
Dopo la delusione del calcio, dove giocava poco rispetto agli altri ragazzini ha trovato nel ciclismo il suo sport ideale: non ha bisogno di competere con gli altri per correre.
La mia domanda è questa: per il suo problema il ciclismo può costituire un pericolo oppure posso stare tranquilla?
Grazie
Marzia
(Leggi la risposta)

Gentile signora, se ho capito bene, suo figlio soffre di asma allergico alla alternaria ed è in trattamento costante con Symbicort (1 puff x 2 al di) e Lukasm (1 cp la sera).
Il primo è una associazione di broncodilatatore e cortisonico, il secondo è un antileucotrienoico importante nella prevenzione dell'asma. Il ciclismo, come il nuoto ed il podismo, essendo uno sport aerobico è l'ideale per chi soffre d'asma, meglio degli sport aerobico-anaerobico alternati (tipo calcio).
Se già assume Symbicort 2 volte al di, considerata l'età, direi che è già ben protetto e non utilizzerei altri farmaci; se proprio si vuole valutare a fondo la situazione può eseguire il test della corsa libera con spirometria prima e dopo per escludere una eventuale dispnea da sforzo e solo dopo decidere se assumere un broncodilatatore prima delle corse e degli allenamenti.
Il fatto che arrivi sempre "stravolto" può dipendere dallo stato di fitness, per cui Le consiglierei di valutare assieme al medico sportivo che concede l'idoneità agonistica e all'allenatore i parametri base tipo: peso corporeo, altezza, età anagrafica e biologica ( ci sono ragazzi che maturano prima e questo determina una grande differenza nella performance ) intensità degli allenamenti, capacità di recupero, e magari alcuni esami del sangue : emocromo, sideremia, ferritina, glicemia, transaminasi, creatinina, esame urine. Sono sicuro che la società, il medico sociale la supporteranno in queste valutazioni.



29 Novembre 2010

Sono un cicloamatore over 35 e abito in provincia di treviso. negli anni scorsi mi sono sempre recato presso un ambulatorio di provincia e mi hanno sempre sottoposo al test da cicloergometro massimale. quest'anno per motivi di praticità mi son recato presso un ambulatorio in provincia di pordenone e sono stato sottoposto "al solo" test dello step. alla mia richiesta di come mai non mi sottoponessero al cicloergometro in quano over 35, mi è stato detto che in friuli non vige questa normativa che pare essare soltanto veneta, e che comunque potevo stare tranquillo che l'idoneità era comunque valida. mi è stato pure specificato che lo step è molto più affidabile per la rilevazione di eventuali aritmie. Oltrettutto non vige neanche l'obbligo del timbro della propria ussl sul certificato medico. Le mie domande sono queste: sono in regola? come mi devo comportare? devo ripetere l'esame presso un ambulatorio della povincia di treviso?
Grazie e uon lavoro.
Paolo
(Leggi la risposta)

Caro Paolo, direi che è una domanda imbarazzante perché questi sono i risultati del federalismo sanitario !! e dello scarsa attenzione che molte Regioni danno alla Medicina dello Sport.
Ogni regione può organizzare la propria attività sanitaria con regolamenti propri. Quindi quello che ti hanno detto nel centro di Pordenone è vero, quasi tutto.
Riassumo: il certificato è valido; non è prevista vidimazione perché il Friuli non ha l'Albo Regionale degli Ambulatori Privati e la Tua ULSS di residenza non saprebbe dove andare a verificare la presenza dell'Ambulatorio e la sua autorizzazione.
Che il test del gradino (step test) sia "più affidabile", è una favola metropolitana mai verificata scientificamente, semplicemente, essendo più violento scatena più aritmie, anche in persone sane
e quindi spesso creando apprensioni inutili ed esecuzione di esami di 2° livello che risultano sempre
normali. Vero è che la legge del 1982 prevedeva lo step test e chi lo utilizza è coperto da una legge di 40 anni fa. Pensa che il test del gradino è stato proposto da un cardiologo americano (dr. Master) nel lontano 1945 .... e i cardiologi lo hanno sostituito già dagli anni 70 col cicloergometro..
Quindi in 40 anni la medicina ha fatto molti progressi e utilizzare il cicloergometro garantisce maggiormente il paziente che può essere monitorizzato durante tutto il test, esegue un carico incrementale, progressivo e il monitotaggio con ECG a 12 derivazioni in continuo permette di rilevare con più attenzione eventuali alterazioni ECGrafiche.
Ti dirò, senza malizia, che diversi sono i costi per il poliambulatorio: il gradino costa qualche centinaio di Euro, il cicloergometro 4-5000 euro ... Per finire, sei fortunato ad abitare in una Provincia del Veneto... utilizza i nostri servizi!



17 Novembre 2010

Ho un figlio che gioca a calcio e ha iniziato a fare le visite di idoneità agonistica dai 12 anni, la figlia che fa pattinaggio artistico già ora che compie 7 anni è obbligata a fare la visita di idoneità agonistica. E’ giusto ? (Leggi la risposta)

Purtroppo è vero perché l’età di inizio dell’agonismo è deciso dalle singole Federazioni Sportive in piena autonomia secondo la legge di Tutela della Salute promulgata negli anni 80. E qui bisognerebbe aprire una lunga parentesi sul significato di “agonismo” e sulle età di inizio dell’agonismo, per non parlare dell’enorme problema dell’età alla quale finisce l’agonismo. Lei , pur non essendo un tecnico, ha colto al volo una contraddizione fondamentale: come è possibile che chi pratica uno sport apparentemente più impegnativo come il calcio venga considerato agonista solo dai dodici anni in poi ? E chi pratica altri sport addirittura a sette anni ? Non sono tutti “agonisti”? Certo sarebbe più logico almeno uniformare l’età di inizio dell’agonismo. M a soprattutto, a mio parere, sarebbe utile attivare altre misure di prevenzione per chi inizia qualsiasi attività sportiva. Qui mi permetto un suggerimento che avrebbe una minima ricaduta come costi, ma un a grande importanza dal punto di vista della prevenzione: obbligare ad eseguire contestualmente al rilascio del Certificato di stato di buona salute un ECG di base. Infatti la scuola Italiana di Medicina dello Sport e quella di Cardiologia hanno dimostrato come l’ECG sia uno strumento potentissimo per evidenziare patologie cardiache misconosciute e prevenire i casi di morte improvvisa nello sport, assieme, naturalmente ad una buona visita medica. 



Medicina e Clinica Internistica

dott. ANTONIO ANGELUCCI
Risponde dott. ANTONIO ANGELUCCI

Specialista in Medicina dello Sport
Dirigente Medico UO di Medicina Generale e Pronto Soccorso dell'Azienda ASL Roma G - Presidio Ospedaliero di Subiaco
Medico di Squadra del Team Liquigas Cannondale

21 Gennaio 2013

L'anno scorso ho iniziato ad allenarmi un pò seriamente e con metodo. Ma dall'inverno scorso mi è sorto un dolorino (come un pizzicotto che ogni tanto appare) e che è nato facendo le SFR in salita. Questo dolorino mi compare più spesso (forse) se vado via duro e si trova sul laterale sx della coscia sx circa a metà della stessa coscia. Non ho strappi. Cosa può essere ? Lo sento anche ora che sto fermo...ma non sempre. E anche se, come ieri, faccio 40 km blandi poi ricompare. Grazie per l'aiuto veramente utile.

Cordiali saluti
Francesco
(Leggi la risposta)

Gentile Sig. Francesco,
sulla base della sintomatologia lamentata ritengo che il problema possa essere riconducibile ad una sofferenza discale del distretto lombo-sacrale.
Le consiglio di effettuare un esame EMG (elettromiografia) degli arti inferiori.
Sino ad allora continui ad allenarsi senza forzare al punto da evidenziare il disturbo.



16 Luglio 2012

Buongiorno, in data 8 ottobre 2011 durante la pratica dell'attività sportiva ho subito la frattura composta del calcagno Dx, non ha richiesto intervento chirurgico, non ha coinvolto le parti dell'articolazione del calcagno. E' seguita immobilizzazione per 30 giorni seguita da progressivo carico del piede e fisioterapia per recupero tono muscolare (ottima mobilità). Ad oggi (dopo sette mesi) continuo ad avvertire dolore forte al mattino che poi va ad attenuarsi ma rimane presente in fase di carico del piede e mi impedisce di camminare normalmente.
Grazie e Complimenti la Vostra iniziativa.
Carlo
(Leggi la risposta)

Gentile Sig. Carlo,
ritengo necessario prima di esprimere un giudizio che lei si sottoponga ad una Risonanza Magnetica dell'articolazione interessata.
Solo successivamente sarà possibile valutare un eventuale percorso riabilitativo



16 Luglio 2012

Buonasera dottore, Le scrivo per disperazione perché sono circa 7-8 anni che soffro di dolori ai polpacci. Ormai sul lavoro non riesco a stare in piedi e la situazione peggiora in primavera quando inizio a forzare. Sono stato al centro medico Eubion di Roma e' mi hanno collegato il problema a delle protrusioni che ho alla schiena. Cosa ne pensa ? La ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti
Antonio
(Leggi la risposta)

Gentile Sig. Russo,
il problema da Lei lamentato potrebbe essere collegato ad una sofferenza midollare da protrusione discale ma a mio avviso appare comunque necessario effettuare ulteriori indagini clinico-strumentali. In primo luogo consulterei un Medico Specialista in Neurologia, successivamente mi sottoporrei ad una risonanza magnetica del rachide lombo-sacrale e ad una elettromiografia degli arti inferiori. In questo modo sarà molto più agevole definire eziopatogenesi ed eventuale terapia dei suoi disturbi.



29 Maggio 2012

Buongiorno, sono a chiederle consigli su un'integrazione che mi è stata proposta dal mio dottore. soffrendo di anemia che sto curando con ferro meteorico e acido folico mi è stato ora suggerito l'assunzione di carnitina nella misura di 1 gr nei giorni di riposo, 2gr nei giorni di allenamento da prendere uno prima e uno dopo l'allenamento. premetto che già prendo gli aminoacidi ramificati nei giorni di allenamento nella misura di 2 cps prima e 2 cps dopo l'allenamento. soffrendo di problemi di fegato ed intestinale, lei crede l'integrazione appropriata al mio caso?

Grazie e cordiali saluti
Gabriele
(Leggi la risposta)

Sarebbe consigliato prima di ogni valutazione relativa alla terapia conoscere almeno i dati di Fe, TIBC, Ferritina (e Proteina C ) , Hb, Hct%,  dosaggio dei folati, per capire se si è in presenza di vera anemia o se come è più probabile ci si trovi in presenza di una cosiddetta pseudoanemiani dell’atleta.

Considerando ora la riferita terapia proposta:
  1. L’impiego di Ac.folico in presenza di folacidemia nella norma non appare di particolare vantaggio…cosiccome l’uso di ferro se non necessario.
  2. L’assunzione di carnitina non è controindicata anche se trova indicazioni specifiche da valutare in modo personalizzato.
  3. Analogo è il ragionamento relativo all’uso di un mix di amminoacidi ramificati (penso che si intendano 2+2 cps da 1 g ), che ricordo hanno trovato il principale impiego medico proprio nella patologia del fegato.

Ma se davvero c’è una patologia intestinale o epatica è stata instaurata un’opportuna terapia? Nella richiesta non ve n’è traccia.
Immagino che lei sia in possesso di un’idoneità sportiva agonistica (sic) per il ciclismo e mi domando se il collega che l’ha rilasciata abbia considerato e fosse al corrente di quanto qui riferisce il Sig Gabriele.
Spero che questa risposta sia utile o che almeno contribuisca ad una migliore e necessaria valutazione della situazione.



30 Dicembre 2011

Salve Paolo, la ringrazio per la precedente risposta.
Nei mesi di ottobre-novembre-dicembre ho fatto palestra (gambe) 1-2 volte a settimana con uscite di scarico e al medio. Pensavo che da gennaio potevo continuare a lavorare in palestra ma iniziare a eseguire ripetute e scatti (30"+30" o 40"+20")in vista delle prime gare di febbraio.
Va bene o carico troppo?
Grazie mille per le risposte, Giuseppe
(Leggi la risposta)

Salve Giuseppe, va bene se svolge sprint da fermo basta che lei faccia sprint da 8''/10'' con un recupero di 1'30'' per 5/6 sprint inizialmente consecutivi.
Questo tipo di lavoro lo preferirei in questo periodo. Gli altri giorni può curare il fondo medio e SFR.
Se invece lavora su soglia e sopra soglia va bene 30''/30'' o 20''fuori soglia 40'' al medio. Tutto questo max per 5/6'.
Anche qui seguendo una progressione di lavoro può iniziare da una ripetizione fino a un max. di tre ripetizione in stagione.



20 Dicembre 2011

Salve dottore, pratico ciclismo da molti anni anche agonistico, ho 48 anni .. cinque anni fa ho avuto una tvp al polpaccio dx con ricovero ospedaliero di 5 giorni e trattamento con anticoagulanti per alcuni mesi, in quell'occasione ero caduto in bici e preso un bel colpo ... un mese fa una tvp polpaccio sx, lieve però c'è, il mio medico mi sta facendo fare tutti gli accertamenti cosa ne pensa?
Faccio circa 15.000 km annui ho 49 di ematocrito e 16,5 di emoglobina non so se vuol dire qualcosa.
Grazie, Roberto
(Leggi la risposta)

Ciao Roberto, le trombosi venose recidivanti sono probabilmente collegate anche ai valori alti, al limite del patologico, dei globuli rossi (poliglobulia relativa). In stato anche di lieve disidratazione, i tuoi valori di ematocrito potrebbero risultare a rischio. Il valore delle piastrine circolanti risulta incrementato? Inoltre ti chiedo: in famiglia (genitori, nonni e fratelli) ci sono stati analoghi episodi, magari in età giovanile? Se sì, potrebbe essere in causa una trombofilia familiare (il sangue coagula più facilmente e rapidamente su base congenita). Il fattore della coagulazione alterato più frequentemente è il fattore V di Leiden. T
Ti saluto



7 Dicembre 2011

Buongiorno dottore, volevo chiederle le difficoltà che incontrerò nell'affrontare un delicato intervento.
Tra 10 giorni mi ricostruiscono il ginocchio destro (protesi totale) e sinceramente ho paura di non poter più andare in bici, oggi faccio circa 10.000 km all'anno con una decina di granfondo. la mia domanda è potrò continuare ad andare in bici e con che ritmo e come dovrò usare i rapporti (più agili o duri)? Io peso 83 kg e sono alto 1.87. Lei conosce cicloamatori con protesi alle ginocchia che corrono?
Drazie molte per la sua attenzione
Davide
(Leggi la risposta)

Gentile Sig. Davide,
l'intervento al quale dovrà sottoporsi richiede un periodo di riabilitazione lungo ed impegnativo e solo al termine di questo sarà possibile valutare eventuali limitazioni dell'attività agonistica.
Al momento fare previsioni sarebbe solo un esercizio di "funambolismo" medico.
Le faccio i miei migliori auguri di pronta guarigione e rapido rientro in gruppo.
Dott. Antonio Angelucci



19 Novembre 2011

Mi chiamo Marco ho 37 anni alto 1.83 x 71kg, volevo porle il mio problema: da settembre ho avvertito reflusso acido dallo stomaco e difficoltà respiratorie prima a momenti poi fisso, fatti tutti gli esami sangue, tampone faringeo, spirometria globale ecc.. tutto apposto, poi passato dal pneumologo mi dice che ho un reflusso gastro esofageo con ernia iatale, mi fa prendere dell'antra 40mg x 2 volte al giorno e mi sento meglio. Devo pure fare una dieta senza caffe cacao condimenti ecc.., ho letto che anche BASSO al giro del Delfinato ha avuto una cosa simile, come si è curato?
Io in bdc faccio fatica a respirare, mi manca il fiato, sono un amatore evoluto con 18000km annui, in questa stagione ho assunto tantissimi sali e amminoacidi causa crampi, può essere quello? Se riesce a darmi qualche suggerimento la ringrazio anticipatamente!!!!

Cordiali saluti
Marco
(Leggi la risposta)

Gentile Sig. Marco,
la sintomatologia lamentata potrebbe essere causata, così come indicato dal Collega, da un reflusso gastroesofageo.
Per meglio definire l'eziopatogenesi del reflusso gastroesofageo è opportuno che lei si sottoponga ad ulteriori accertamenti anche volti ad escludere un'eventuale infezione da elicobacter pylorii. A tal fine mi sembra corretto che si rivolga ad uno specialista gastroenterologo per meglio definire l'iter diagnostico e soprattutto l'eventuale terapia.
Per quanto riguarda l'attività in bici sarebbe utile sospendere l'assunzione di aminoacidi e sali minerali e di sopperire alle eventuali necessità esclusivamente con una corretta alimentazione.



15 Novembre 2011

Caro dott. Angelucci, la ringrazio per la risposta. Confermo la frattura del terzo medio clavicolare con monconi scomposti. il trattamento è stato conservativo e ad oggi, dopo 30 giorni noto un bel pozzo sulla clavicola. qualche giorno fa mi è stato rimosso il bendaggio ad 8 e il 7 novembre ho la rx di controllo. l'unico dubbio è che accuso ancora fastidio e dolore nella zona. per adesso ho paura a fare anche i rulli in casa e spero di non compromettere la stagione agonistica con questo lungo e forzato riposo. attendo con ansia qualche bella notizia. grazie di nuovo e cordiali saluti.
Cordiali saluti
Ernesto
(Leggi la risposta)

Gentile Sig. Ernesto,
la presenza di una irregolarità del profilo osseo nella sede di frattura è la conseguenza naturale del processo di riparazione con apposizione di osso neoformato (cd callo osseo) reso ancor più evidente dal tipo di frattura.
Se la radiografia del 7 novembre p.v. darà, come credo, esito positivo potrà riprendere ad allenarsi in assoluta sicurezza. Le consiglio comunque di riprendere facendo i rulli in casa per ricondizionare le strutture muscolari e soprattutto per non avere fastidio quando pedala con le braccia alte sul manubrio o ancor più quando in piedi.



3 Novembre 2011

Buon pomeriggio, da circa un anno ho un dolore nella zona superiore della rotula che si evidenzia quando spingo a fondo in salita. Ho fatto una ecografia che diagnosticava una tendinite calcifica: ho fatto le onde d'urto senza successo. Ultimamente ho fatto una RM che sembra non indicare nulla di particolare. Abito in romagna e mi chiedevo se sapeva indicarmi un centro/persona specializzata in patologie legate al ciclismo che mi può aiutare a capire e risolvere il problema.
Cordiali saluti
Fabrizio
(Leggi la risposta)

Gentile Sig. Fabrizio,
la patologia da cui è affetto nella quasi totalità dei casi riconosce una prima causa funzionale, ovvero un sovraccarico sull'articolazione, generalmente legato ad una erronea posizione in bicicletta.
In romagna ci sono centri specializzati, ma in questa rubrica non possiamo menzionarli per ovvi motivi pubblicitari, comunque è bene poter approfontire il problema.



3 Novembre 2011

Ciao, sono un ciclista di 26 anni che corre a livello amatoriale. 20 giorni fa ho avuto un incidente con conseguente frattura di clavicola. la mia domanda è quando potrò riprendere a pedalare. Grazie
Cordiali saluti, Enresto
(Leggi la risposta)

Gentile Sig. Ernesto,
per poter essere più preciso avrei bisogno di conoscere il tipo di frattura (composta, scomposta, pluriframmentaria o meno, ecc) ed il tipo di trattamento utilizzato (conservativo con bendaggio ad otto, cruento con applicazione di sintesi metallica, ecc.). Ciò premesso assumiamo che la Sua sia una frattura modicamente scomposta trattata con bendaggio ad otto (il caso più frequente). In questa situazione, considerando anche il livello agonistico ed il momento della stagione, le consiglio di attendere almeno 30 giorni dalla data dell'evento per poter risalire in bici su strada e di aspettare ulteriori 15 giorni prima di riprendere allenamenti intensi, nel frattempo potrebbe mantenere un buon tono muscolare utilizzando i rulli in casa.



22 Ottobre 2011

Salve Prof. Ho seguito le sue lezione del Master breve nutriform a Roma.
Le volevo chiedere io sono Alto 175 per 68 kg e vorrei mettere qualche kg di massa magra ma non riesco a eliminare quella fastidiosa adiposità addominale. La mia settimana tipo è molto movimentata nel senso
Domenica bici da corsa 90/100 Km (Circa 3h/30)Lunedi/mercoledì/ Venerdi Pesistica
Martedì e Giovedi Bici o spenbike.
Faccio molti addominali alti bassi e obliqui,
Mangio 5/6 volte al giorno Colazione spuntino Pranzo spuntino e cena.25P 50Carb 25Lip
quando mi alleno integro con Proteine a rapido rilascio e aminoacidi ramificati e faccio solo durante i giorni di allenamento circa 20 gr di creatina e 15 di glutammina.Mi potrebbe dare dei consigli se mi alimento bene e cosa posso fare per la zona adiposa addominale?
Grazie, Giorgio
(Leggi la risposta)

La domanda del sig Giorgio è di grande interesse teorico oltrechè, per il medesimo, pratico.
Risponderò continuando la lezione romana.
E dunque: l’anamnesi personale è abbastanza povera: altezza e peso non bastano.
In compenso è più ricca l’informazione sulla pratica sportiva. Anche qui aiuterebbe sapere qualcosa di più sugli anni di allenamento.
L’anamnesi dietologica essa pure non dettagliata è però abbastanza chiara:
“Mangio 5/6 volte al giorno Colazione spuntino Pranzo spuntino e cena. 25P , 50Carb , 25Lip
> quando mi alleno integro con Proteine a rapido rilascio e aminoacidi
> ramificati e faccio solo durante i giorni di allenamento circa 20 gr di
> creatina e 15 di glutammina.”
Le domande esplicite sono due, in realtà sono tre:
  1. vorrei mettere qualche kg di massa magra
  2. eliminare quella fastidiosa adiposità addominale.
  3. se mi alimento bene
Allora in estrema sintesi:
Premesso che non mi dai il carico calorico giornaliero e che non mi dici cosa fai come attività lavorativa ! , bene comunque la ripartizione della razione in 5 pasti, benino anche la ripartizione % delle calorie (ricordo che l’integrazione AAcidica andrebbe  computata insieme a quella proteica e che tutta l’integrazione proteica va sommata alla quota proteica di origine alimentare).
E vengo all’integrazione: dici “quando mi alleno integro “  ma ti alleni sempre !!!
Proteine a rapido rilascio e aminoacidi ramificati , (quanto delle une e quanto degli altri ?), il carico di Crea + Gln (20 gr di creatina e 15 di glutammina) è a mio avviso inutilmente costoso e di minimo risultato. Ma da quanto lo fai ?
E veniamo al punto centrale , preliminare . Scusa se mi cito, ma ricorderai certo che a lezione vi ho spiegato come l’allenamento non consista solo nel carico di lavoro, ma anche nei recuperi e nel riposo e nell’adozione della adeguata razione alimentare.
Ecco, così da quanto mi scrivi i carichi di lavoro (e non  mi parli di macro-, meso-, micro-cicli) sembrano eccessivi.
Ottima l’alternanza di lavoro con stimolo aerobico (endourance)  e stimolo alla resistence , ma secondo te, quando il tuo organismo trova un momento per recuperare e attuare la supercompensazione adattativa ?
Riscrivimi indicandomi almeno
  1. massa magra  
  2. carico calorico giornaliero
  3. attività non sportiva
e andremo avanti.
Intanto buon lavoro.



8 Agosto 2011

Buon Giorno sono un cicloamatore 45enne. Percorro 13/15mila km annui e corro 6/10 Granfondo. Il mio problema riguarda il sonno alla vigilia delle gare: dopo le prime esperienze di notti insonni ho ceduto al "rito" della benzodiazepina assunta la sera prima (Lexotan Gocce da 25 mg - 25/35 gocce prese dopo cena entro le 21). Temo che tale assunzione - limitata esclusivamente alla vigilia delle gare o eccezionalmente alla prima di impegni extrasportivi mattutini - possa pregiudicare il livello della performance gara, specialmodo nella prima ora. Il mio medico - specialista in psichiatria - mi ha assicurato che si tratta di una lieve sindrome ansiosa e che l'assunzione della benzodiazepina occasionale non comporta rischi di dipendenza e di assuefazione, ma poco sa dirmi nell'ottica strettamente sportiva.
Gradirei capire come meglio - se possibile - affrontare tale problema.
Grazie per l'attenzione, Mauro
(Leggi la risposta)

Gentile Sig. Mauro
la difficoltà ad addormentarsi (non la definirei insonnia) prima di un appuntamento agonistico importante è un'esperienza molto comune anche tra gli atleti top level.
Nella mia esperienza ho sempre evitato di somministrare le benzodiazepine classiche, come il lexotan da lei menzionato, limitandomi all'uso degli induttori del sonno.
Il vantaggio di questa seconda scelta è legato alla più breve emivita di queste molecole, 4-6 ore a fronte di 18-20, tale da non avere alcuna ricaduta sulla performance atletica.
Penso che il suo medico curante possa consigliarle il prodotto a lei più congeniale.
Cordiali saluti



24 Giugno 2011

Egr. dottore sono un ragazzo di 30 anni, altezza 1.70, peso Kg.54. Sono abbastanza magro, soprattutto a livello del dorso. Sono stato da uno specialista in scienza dell'alimentazione ed è emerso, dopo vari esami, che la mia magrezza è costituzionale. Ho un atteggiamento scoliotico dorso-lombare destro convesso ad ampio raggio di curvatura con accentuazione della fisiologica lordosi lombare. Vorrei iniziare a frequentare una palestra e fare ciclismo per aumentare la massa muscolare ma non so se queste attività sono indicate, anche in considerazione dell'attegiamento scoliotico. Può darmi dei consigli sulle attività sportive più indicate? La ringrazio anticipatamente.
Sergio
(Leggi la risposta)

Gentile Sig. Sergio,
l'atteggiamento scoliotico dorso-lombare non controindica in assoluto la pratica del ciclismo. Intervallerei comunque le sedute di allenamento in bici con delle sedute di attività in palestra più specificatamente dirette alla prevenzione di affaticamenti muscolari del rachide dorso-lombare. A tal proposito si gioverebbe ad esempio di metodiche di allenamento e condizionamento muscolare effettuate a corpo libero come ad esempio il Pilates.



24 Giugno 2011

Buongiorno, da qualche tempo mi chiedo: visto che sono solo 2 anni che vado in bici, quale è il mio limite massimo visto che ho 52 anni e arrivo dal calcio agonistico amatoriale. Da 1 anno prendo terapia per l'ipertensione (vasexten 10mg). Il peso è quasi perfetto. La mia domanda viene dal fatto che quando sono con la squadra, loro sono quasi tutti più giovani di me, ho l'impressione di andare fuori giri , FQ 160/165, non per molto ma succede sulle salite di 5-6 km.
So che non è facile rispondere ma un consiglio forse ci sta.

Grazie
Massimo
(Leggi la risposta)

Gentile Sig. Massimo,
il limite teorico, inteso come FC massima, si può calcolare sottraendo al valore di 220 la sua età compiuta espressa in anni. Nel suo caso 220-52=168 bpm.
Questo è il valore di FC massima per uno soggetto di 52 anni.
Nel corso di attività amatoriale tale limite non dovrebbe essere raggiunto ma ci si dovrebbe mantenere al di sotto del 90% del massimale ovvero, sempre nel suo caso, 151 bpm.
Tutto ciò dando per scontato che i suoi valori di pressione arteriosa a riposo siano perfettamente controllati dalla terapia in atto (PA basale inferiore a 130/90 in corso di terapia).
Qualora fosse sua intenzione allenarsi a valori di FC superiori a quelli indicati o nel caso in cui i valori di PA a riposo fossero superiori ai limiti di norma le consiglio di sottoporsi ad una visita medico-sportiva comprensiva di Test Ergometrico massimale. In questo caso il Collega potrà esprimersi in maniera più compiuta e precisa.



Alimentazione e nutrizione nel ciclismo

dott. CARLO GIAMMATTEI
Risponde dott. CARLO GIAMMATTEI

Specialista in Medicina dello Sport
Dirigente Medico U.O. Medicina e Traumatologia dello Sport
Az. Usl 2 Lucca - Ospedale Campo di Marte Lucca
Medico di numerosi Team Professionistici sin dai primi anni 90 (Mercatone Uno, Mg, Alexia, Mapei, Fassa Bortolo, Isd) da Melbourne 2010 Medico della Nazionale Italiana Ciclisti Professionisti
Presidente Associazione Medico-Sportiva FMSI della Provincia di Lucca dal Dicembre 2000

3 Aprile 2013

Salve Dottore volevo chiederle come mai a fine stagione pesavo 73kg ed ora ne peso ben 79kg e mi accorgo di sentirmi pesante quando vado in salita, cosa che non mi capitava prima, ed ho iniziato a mettere peso da quando ho smesso di pedalare per osservare un periodo di stop per far rigenerare i muscoli, quindi le chiedo secondo lei siccome siamo all'inizio della nuova stagione come potrei dimagrire nel più breve tempo possibile? Eseguendo sedute di allenamento dalle 3 alle 5 ore?

Cordiali saluti
Marco
(Leggi la risposta)

Dimagrire nel più breve tempo possibile è quanto di peggio si possa fare per avere prestazioni buone atletiche elevate, si può riuscire a perdere circa 1 Kg di massa grassa in 7-10 giorni seguendo una dieta bilanciata ipocalorica rispetto al dispendio energetico giornaliero. Chiaramente aumentando il numero e la durata degli allenamenti il dispendio calorico aumenta ed è più facile perdere peso. Però anche in questo caso non bisogna esagerare per non andare incontro ad una situazione di over-training dove l’organismo non riesce più a recuperare fra una seduta di allenamento e l’altra.

Condivido il fatto di non allenarsi per un certo periodo, però si possono magari fare delle attività alternative a ritmo blando, quali nuoto, ginnastica a corpo libero, sci di fondo, trekking, ecc, però in questo periodo è indispensabile ridurre l’apporto calorico. E’ di fondamentale importanza per il ciclista nei mesi invernali cercare di non aumentare eccessivamente il peso corporeo, quindi far in modo che alla fine del periodo invernale il peso non sia superiore di oltre 2-3 kg rispetto al proprio peso forma. Cerchi di seguire i consigli alimentari che ho già ampiamente esposto nelle precedenti risposte e controlli periodicamente la sua composizione corporea, è importante perdere peso purchè la massa magra venga salvaguardata.



21 Gennaio 2013

Salve dottore volevo un consiglio su come alimentarmi durante la settimana dalla colazione in poi calcolando che x lavoro io mangio molte volte mentre viaggio sopratutto non riesco a capire xche la massa muscolare non si incrementi.e se mi puo consigliare come alimentarmi prima e dopo una corsa o allenamento.

Cordiali saluti, Roberto
(Leggi la risposta)

Caro Roberto,

ti ringrazio per la domanda, ma non è semplice darti una risposta esauriente.

Innanzi tutto sarebbe indispensabile conoscerti, visitarti, fare una corretta analisi della composizione corporea, solo così è possibile determinare il tuo peso forma, calcolare il fabbisogno energetico giornaliero e le diverse percentuali fra i vari componenti dell’alimentazione (carboidrati, grassi e proteine). Non posso certamente prescrivere una dieta dettagliata senza conoscerti.

Alcuni consigli generali molto utili da seguire per avere una alimentazione corretta per mantenersi in una buona condizione fisica sono i seguenti:

Un'intelligente associazione di alimenti, un'alimentazione attenta, variegata, naturale, ricca di vitamine, minerali, fibre e oligoelementi, povera in grassi saturi, cibi acidificanti e zuccheri semplici ad elevato indice glicemico, permette di ritrovare quell'energia e quella forza vitale che portano al benessere fisico da tutti tanto desiderato.


Sicuramente la colazione, dovrebbe fornire circa 1/4 delle calorie della giornata
Non si può uscire di casa, al mattino, senza aver consumato una buona prima colazione perché al risveglio siamo digiuni ormai da almeno 10 ore e quindi l’organismo ha già utilizzato l’energia contenuta negli alimenti della cena ed ha bisogno di un primo rifornimento per affrontare le spese energetiche della mattinata senza dover intaccare le sue preziose riserve di carburante.


Si consiglia consumare pane integrale od ai cereali invece del comune pane bianco per il più basso indice glicemico che causa minori oscillazioni della glicemia plasmatica.


Se hai notato che non riesci ad incrementare la massa muscolare cercare di inserire un apporto proteico ad ogni pasto, a colazione inserire alcuni di questi alimenti latte, muesli, pane ai cereali, un toast, frutta secca tipo noci ,mandorle, nocciole, ecc. evitare zuccheri semplici ad alto indice glicemico.

A pranzo la pasta integrale è di gran lunga preferibile e si cuoce come la pasta normale, cercare di consumare paste integrali, ai cereali od al farro da agricoltura biologica.

E’ consigliabile associare un minimo apporto proteico proveniente da prosciutto crudo, bresaola, pesce, uova, legumi, germogli di soia, formaggi a basso contenuto in grassi, ecc.

Evitare di consumare la pasta anche nel pasto serale, iniziare la cena con passati di verdura e legumi, un secondo abbondante a base proteica, alternare fra i vari tipi di carne o pesce.


Devono essere sempre assunte giornalmente per l’elevato potere alcalinizzante alcune fra le seguenti verdure: pomodori, insalata, sedano, finocchi, ravanelli, carote, bietola, spinaci,radicchio,peperoni, cetrioli, zucchine verdi, fagiolini, melanzane, rucola.

Consumare inoltre alcuni fra i seguenti tipi di frutta: melone, kiwi, banane, albicocche, ribes rosso, pesche, nespole, susine, ananas, papaia, uva, avocado, ciliegie, prugne fresche, lamponi, arancio, pompelmo, mirtilli.

Questi tipi di frutta potrebbero essere assunti anche sotto forma di frullati con l’aggiunta di acqua o latte scremato, lontano dai pasti per aumentare l’apporto di liquidi, sali minerali, vitamine, zuccheri e sostanze tamponanti l’acidità dell’organismo.


- Metodi di cottura semplici, al forno, alla griglia, al vapore ecc. non usare burro od altri tipi di grassi, usare olio extravergine di oliva e preferibilmente a crudo.


LIMITARE L’USO DEI SEGUENTI ALIMENTI:

  • TUTTI I DOLCI: biscotti, gelati, marmellate, cioccolato, ecc. per il danno al metabolismo prodotto dallo zucchero e la frequente ultramanipolazione industriale o artigianale.

  • TUTTI I DOLCIFICANTI ARTIFICIALI: saccarina, aspartame, ecc.

  • LATTE A LUNGA CONSERVAZIONE: formaggini, sottilette, formaggi molli in vaschette ( spesso carichi di conservanti, come fa capire la data di scadenza molto lontana e la effettiva lunghissima conservabilità). Preferire il latte fresco e i formaggi tradizionali (parmigiano, mozzarella, ricotta ecc.)

  • MARGARINA: contiene nichel ed è costituita da grassi saturi, come il burro.

  • SALUMI, INSACCATI, AFFETTATI IN GENERE: eccessivo carico di grassi animali e conservanti..


MODO DI CUCINARE :


  • Versare l’OLIO extra-vergine da spremitura a freddo a cottura ultimata, in tavola, direttamente nel proprio piatto, od unirlo durante la cottura ad acqua od altri liquidi, così da raggiungere temperature meno elevate. Proibiti fritti e soffritti.

  • Le verdure si mangiano crude quando possibile, o cotte al vapore, o bollite nel minestrone o al forno in torte salate, ecc. Utilissimi i succhi (centrifugati) di ortaggi singoli o misti, ed i germogli dei semi che si mangiano crudi.

  • Le patate si bollono oppure si cuociono al vapore o al cartoccio in forno (disponendole semplicemente su una teglia senza grassi né acqua, per circa 1 ora) o si associano ad altri ortaggi in torte salate, o a pomodori in stufato ecc.

  • Carni e pesce: usare solo tagli magrissimi e spellare i volatili prima della cottura. Si possono cuocere al vapore, alla griglia, bollite, oppure arrosto.



Cosa e come mangiare prima della gara?

Per una gara con partenza al mattino, cerare di aumentare l’apporto di carboidrati dal giorno precedente, quindi in questo caso è concesso di assumere pasta abbondante sia a pranzo e cena e limitare la quantità dei secondi piatti. Al mattino della gara, almeno 3 ore prima della partenza fare una abbondante colazione con spremute di frutta fresca o centrifugati di frutta e verdura., meglio evitare il latte, per problemi di digeribilità, assumere yogurt, caffè o thè (secondo i gusti personali dei singoli atleti), come dolcificante usare il miele.

In base ai propri gusti scegliere fra i seguenti alimenti:

- Muesli (fiocchi avena, frutta secca, nocciole ecc)

- Gallette di riso

-Fette biscottate integrali o ai cereali con miele

-Cereali integrali

-Dolce secco casalingo ( meglio all’avena o ai cereali)

- Eventualmente si puo’ aggiungere 70- 80 gr. di pane integrale od ai cereali con prosciutto crudo, bresaola o formaggi freschi magri quali ricotta, mozzarella, crescenza ecc.

Sarebbe meglio invece della normale pasta a fine colazione consumare un piatto di pasta integrale, ai cereali, di farro o di Kamut, con olio extravergine di oliva e parmigiano

Anche in questo caso cercare di non mischiare troppi alimenti e di non esagerare con le quantità



Prima,durante e dopo attività sportive si deve bere a piccoli sorsi ed a intervalli regolari:

bere acqua anche se non si ha la sensazione di sete! Facoltativo unire il succo di 1-2 agrumi (arancia, limone,mapo, pompelmo) oppure altri succhi di frutta naturali senza zucchero.




21 Gennaio 2013

Salve sono alberto volevo chiederle come posso perdere 5 o 6 chili e se gentilmente poteva prescrivermi una dieta settimanale, la ringrazio e buon lavoro.

Cordiali saluti
Alberto
(Leggi la risposta)

La richiesta mi sembra veramente eccessiva, come posso prescriverle una dieta settimanale senza visitarlo, conoscere le sue abitudini alimentari, le sue problematiche di salute, i suoi esami ematochimici, ecc. La consiglio vivamente di rivolgersi ad un bravo nutrizionista che possa valutare tutte le sue problematiche prima di prescriverli qualsiasi tipo di dieta, eviti poi di seguire schemi generici di diete ricavate da riviste o da siti internet, magari legga nelle mie precedenti risposte i principi di base per una sana alimentazione a cui tutti ci dovremmo adeguare, in particolare chi pratica attività sportive.



21 Gennaio 2013

Salve dottore, oltre al ciclismo sia su strada che sterrato di livello non agonistico, ho voluto praticare uno sport di supporto quale il kung fu, che mi aiuta a livello cardio respiratorio mi da resistenza nello sforzo, ma allo stesso tempo praticato 2/3 volte a settimana mi costringe a perdere molti liquidi; fino ad oggi non seguo un' laimentazione specifica nè per l'uno nè per l'altro sport, e ho paura che le due cose siano incompatibili, pratico questo stile di vita da più di un anno con questa intensità, ma a volte l' impressione è più quella di essere stanco che di stare in buona forma!!!può darmi qualche consiglio utile a riguardo???!!!

Grazie mille Antonio!
(Leggi la risposta)

Sicuramente l’attività fisica che svolge è eccessiva ed il fatto di sentirsi stanco è un indice over-training, sicuramente deve rimodulare la sua attività sportiva, inserendo almeno ogni 3 settimane una settimana di recupero, dove dimezzerà i carichi di lavoro. Segua un regime alimentare sano, equilibrato e variegato in base anche ai consigli alimentari che ho già ampiamente esposto in mie precedenti risposte. Deve inoltre eseguire un controllo dei principali parametri ematici e poi farsi visitare da un bravo medico sportivo che in base anche ad un test cardiorespiratorio le saprà dare indicazione più precise riguardo alle sue condizioni fisiche.



22 Novembre 2012

buona sera dottore mi sono apassionato delle mountain bike qualche mese fa' e tutto va bene, anzi sono dimagrito 10kg pero' faccio un lavoro (il ristoratore)che non mi permette di avere una alimentazione corretta ,vorrei sapere la notte quando rientro dal lavoro (1:00 le 2:oo)cosa possso mangiare.grazie a presto maurizio

Cordiali saluti
Maurizio
(Leggi la risposta)

Se è riuscito a dimagrire 10 Kg sicuramente sta seguendo una dieta ipocalorica rispetto ai suoi dispendi energetici attuali, cerchi di organizzare bene i suoi pasti durante la giornata. Visto il tipo di lavoro che svolge, è molto importante evitare lunghi periodi di digiuno.

Riguardo alla sua domanda le consiglio di non arrivare affamato a quelle ore della notte, le consiglio uno spuntino leggero con alimenti facilmente digeribili e che favoriscano il sonno come ad esempio:


Pane tostato: è ricco di carboidrati che stimolano la produzione di insulina, che aumenta i livelli di serotonina e triptofano nel cervello, che a loro volta favoriscono il relax, si può aggiungere del miele.

Altro alimento consigliato è l’avena aggiunta ad una calda tazza di latte, infatti, è un pasto perfetto per chifavorire il sonno. L’avena è una fonte naturale di melatonina, considerata un valido aiuto per il sonno, in particolar modo se combinata con il latte. Inoltre, i fiocchi d’avena sono ricchi di calcio e magnesio, due minerali perfetti per promuovere un sonno lungo e rilassato.

Se preferisce la frutta scelga le Banane: ricche di potassio e magnesio sono miorilassanti naturali, e le banane sono una buona fonte di entrambi. Essi contengono anche l’amminoacido L-triptofano, che viene convertito in 5-HTP nel cervello. Il 5-HTP, a sua volta viene convertito in serotonina (neurotrasmettitore rilassante) e melatonina.



22 Novembre 2012

Salve Dottore volevo chiederle un suo parere sulla mia dieta se è bilanciata quindi ottimale per la MTB a livello professionistico:COLAZIONE ore 7:00(latte di soia cereali integrali,succo d'arancia.SPUNTINO:ore 10:30 yogurt soia+frutto+caffè.PRANZO ore 12:00 durante il lavoro barretta SOSTITUTIVA PASTO ENERVIT.SPUNTINO pre allenamento ore 16:banana/Gallette riso con miele o marmellata+integratore pre gara con aminoacidi e vitamine.CENA ore 20:carne/pesce+verdura+piccola quota di carboidrati in attesa di una risposta la saluto e la ringrazio!

Cordiali saluti
Simone
(Leggi la risposta)

In linea generale mi sembra una alimentazione abbastanza equilibrata se si considera la qualità degli alimenti, però per dare una risposta più precisa sarebbe importante conoscere i risultati di un esame della composizione corporea, e fare un calcolo piu’ preciso del dispendio energetico giornaliero prendendo in considerazione le ore di allenamento e l’attività lavorativa svolta. Non avendo idea delle quantità di alimenti assunti mi sembra però di capire che l’apporto calorico sia abbastanza ristretto, il fatto poi di consumare a pranzo sempre una barretta lo condivido parzialmente, si potrebbe alternare con un panino integrale con prosciutto crudo, o bresaola, o parmigiano, mozzarella e pomodoro, ecc. aggiungendo frutta secca tipo mandorle, nocciole, noci, noci brasiliane, ecc. ed un frutto fresco. Inoltre a cena aggiungerei passati di verdura o legumi.



22 Ottobre 2012

Buongiorno dottore, mi piacerebbe avere dei consigli per un alimentazione corretta per perdere, e nello stesso tempo raggiungere, un peso forma adeguato per la mia età
Grazie
Antonio
(Leggi la risposta)

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Buongiorno Antonio, visto che pesa Kg. 80 ed ha 60 anni consiglio prima di tutto di impostare un regime alimentare ed incrementare l’attività fisica in modo da ridurre il peso corporeo. Visto che non ha particolari problematiche sanitarie i 700 km a stagione che dichiara di percorrere sono veramente pochi, io consiglio di svolgere una regolare attività fisica prevalentemente di tipo aerobico almeno 3 volte la settimana e se si allena in bicicletta di durata non inferiore alle 2 ore, le consiglio comunque di alternare altre attività fisiche quali il jogging o il nuoto. Nei mesi invernali poi sono molto utili sedute di allenamento in palestra oltre ad attività aerobiche su cicloergometri, biciclette da spinning, tappeti ruotanti possono essere fatti tutta una serie di esercizi per migliorare la mobilità articolare, l’elasticità muscolare, la postura e per mantenere un adeguato tono muscolare, importante fra le altre cose anche per mantenere elevato il metabolismo basale.

Fondamentale è poi seguire un sano regime alimentare, leggermente ipocalorico, che dovrà attenersi alle linee guida che ora espongo, se fra qualche mese vede che non riesce a perdere peso le consiglio di fare una visita specialistica, un preciso esame della composizione corporea ed una terapia alimentare personalizzata.


Seguire una dieta significa trarre i massimi vantaggi in salute ed efficienza fisica dal cibo.

Le diete che si discostano dagli standard consigliati dalla scienza ufficiale possono portare serie conseguenze per la salute.

Sentirsi in forma, pieni di salute, con forza ed energia a disposizione in ogni momento è un desiderio percepito come importante e, spesso, giustamente irrinunciabile, da un numero crescente di persone, a maggior ragione negli sportivi.

Un'intelligente associazione di alimenti, un'alimentazione attenta, variegata, naturale, ricca di vitamine, minerali, fibre e oligoelementi, povera in grassi saturi, cibi acidificanti e zuccheri semplici ad elevato indice glicemico, permette di ritrovare quell'energia e quella forza vitale che portano al benessere fisico desiderato.

Per chi vuole quindi migliorare il proprio benessere fisico, soprattutto per chi pratica un'attività sportiva, il mangiare in modo sano, scientificamente valido, equilibrato, vario e appetibile diventa anche un modo corretto di aumentare le proprie difese organiche, combattere i più comuni disturbi ed aumentare la prestazione sportiva.

I risultati di questo regime alimentare bio-energetico possono essere apprezzati già dopo pochi giorni: la sonnolenza post prandiale sparirà, gli attacchi di fame spariranno, aumenterà la capacità di concentrazione, fisicamente ci sentiremo più attivi, più propositivi e in generale la sensazione di benessere aumenterà notevolmente.

Spesso si inizia a seguire una dieta con lo scopo di perdere peso, in questi casi il nostro obiettivo deve sempre essere quello di perdere con gradualità solo la massa grassa in eccesso senza andare ad intaccare minimamente la massa magra.

Se uno sportivo per scendere di peso va a consumare massa magra andrà incontro ad un sicuro ed importante scadimento di forma, le sue prestazioni diminuiranno, invece di avere vantaggi la dieta seguita lo porterà fra l’altro in uno stato depressione psicologica perché vedrà ridurre le proprie prestazioni nonostante gli allenamenti e gli altri sacrifici effettuati, l’atleta perderà convinzione nei propri mezzi , diminuirà l’autostima, i risultati mancheranno e spesso in queste condizioni cadrà in un profondo stato di overtraining da cui spesso è molto difficile uscire in quanto continuandosi ad allenare si va sempre più a compromettere una struttura muscolare già deficitaria ed in fase catabolica dovuta ad una carenza di apporto di sostanze nutritive fondamentali quali proteine, carboidrati, vitamine e sali minerali.

La nostra idea di alimentazione fa riferimento chiaramente alla dieta mediterranea che non è abbondanza di pane e pasta, come erroneamente percepito dall’opinione pubblica. Innanzitutto il pane è integrale e la pasta non solo di grano duro ma anche di vari cereali.

Nel nostro modello alimentare, come nella dieta mediterranea, la carne è poca e la preferenza viene data a quella bianca, si preferisce inoltre anche il pesce azzurro. Pochi grassi con utilizzo principale di olio extravergine di oliva. Molta verdura e frutta fresca.

Particolare importanza assumono poi i legumi, il più elevato apporto proteico è garantito proprio da questi alimenti, non a caso i legumi sono sempre stati definiti come "la carne dei poveri", se poi a questi associamo una pasta all'uovo e fatta in casa si realizza un mixer elevato di proteine nobili, glicidi complessi, preziosi minerali, vitamine e fibre.

In linea generale non ci si dovrebbe mai dimenticare di preferire i cibi integrali che contengono zuccheri polisaccaridi, facilmente assimilabili ed in grado di stimolare naturalmente la peristalsi intestinale, donano energia ed in più forniscono all'organismo vitamine e minerali.

Si deve limitare il consumo di carne, zucchero bianco, riso bianco, farina bianca ed altri cibi raffinati, e trattati chimicamente, mangiando invece giornalmente  cereali e riso integrali,  verdure, legumi, alghe, soia e derivati della soia, semi, prodotti di stagione freschi e biologici.

Dobbiamo quindi iniziare a mangiare cibi naturali integrali e biologici, a consumare meno carne, abbandonare gli alimenti troppo trasformati e raffinati.



22 Ottobre 2012

Salve, sono un ragazzo appassionato di bici, esco mediamente una volta a settimana principalmente su asfaltto per circa 40/60 km.
Generalmente dopo un pò di tempo che pedalo comincio ad avvertire un forte bruciore (come un coltello) all'altezza della scapola sinistra. Il dolore è pungente (difficoltà a girare la testa a sinistra) e comunque è un dolore che persiste per diverse ore dopo che concludo l&rsquo;uscita in bici. Volevo al riguardo chiedere qualche consiglio su come era opportuno procedere per risolvere il problema in oggetto.
Grazie in anticipo!
Luca
(Leggi la risposta)

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Penso che naturalmente sia stata già eseguita una accurata visita medico-sportiva con un elettrocardiogramma da sforzo massimale al cicloergometro e tutto sia risultato nella norma.

A questo punto se il dolore compare solo durante la unica uscita settimanale in bicicletta ti consiglio di fare una visita ortopedica per valutare la presenza di eventuali patologie a livello del rachide cervicale e dell’articolazione scapolo-omerale che possano essere riacutizzate dalla posizione in bicicletta. Se alla visita ortopedica non risulta niente di rilevante allora è opportuno fare una valutazione biomeccanica sulla propria bicicletta per escludere che una posizione non idonea sul mezzo meccanico sia la causa dell’attivazione di trigger-points a livello del cingolo scapolo-omerale sinistro.



10 Ottobre 2012

Buongiorno dottore mi è stata diagnosticata un'epatite cronica virale con ipervitaminasi da vitamina b12 che sto curando con un epatoprotettore. Oltre ad evitare ovviamente ogni tipo di integratore contenente tale vitamina che tipo di alimentazione potrei seguire tenendo conto della mia attività!? Attualmente ho tolto dalla dieta le carni rosse e di suino privilegiando pesce, carni bianche e proteine vegetali (soia e legumi); il tutto cotto senza grassi con solo olio a crudo.

Cordiali saluti
Gabriele
(Leggi la risposta)

Prima di tutto deve seguire con attenzione le indicazioni dello specialista che lo segue per questo tipo di patologia e regolare anche l’intensità dell’attività fisica in base alla sua situazione clinica ed risultati dei suoi esami ematochimici.
Dato che esistono numerose forme di epatite e, a seconda della tipologia che infetta un soggetto, l'approccio dietetico può essere più o meno rigido.
Alcuni autori consigliano regimi alimentari ipercalorici, iperproteici e&nbsp;normolipidici; altre fonti consigliano invece di limitare l'apporto delle proteine, ridurre drasticamente i lipidi e privilegiare i carboidrati.&nbsp;In realtà se si abolisce in toto il consumo di alcolici e superalcolici appare ragionevole seguire la ripartizione consigliata da una normale dieta mediterranea&nbsp;(carboidrati: minimo 45-50%, proteine: minimo 15%, grassi: minimo 25%) eventualmente spostandosi verso la parte più alta della percentuale consentita di carboidrati. Certamente da evitare una dieta ipercalorica.&nbsp;
Il regime alimentare essere gestito in cinque o sei pasti giornalieri, mai abbondanti.
Cerco ora di fornire qualche dato più specifico sugli alimenti che possono essere o meno consumati.&nbsp;
Da evitare sono sicuramente gli acidi grassi soprattutto in forma trans
Il processo di raffinazione degli oli vegetali, a causa delle alte temperature di certi processi, può introdurre una percentuale di grassi trans. Le temperature ottenute nei processi di raffinazione si ottengono facilmente anche friggendo per qualche decina di minuti un olio vegetale. Ecco perché i fritti a partire da oli vegetali ricchi di grassi polinsaturi sono comunque dannosi.


Fra gli alimenti che è consigliabile evitare ricordiamo:
* anatra, oca e carni grasse in genere
* bibite gassate
* cacao e cioccolato
* cervello e interiora
* condimenti piccanti e quelli a base di burro
* creme con panna o con burro
* formaggi grassi e stagionati
* fritture in genere
* funghi
* lardo, pancetta
* maionese
* paté
* pesci grassi
* salumi.

L’apporto energetico deve essere adeguato all’attività sportiva svolta ma non eccessivo e ben distribuito nell’arco della giornata, preferire carboidrati complessi a basso indice glicemico (pane e pasta integrali od ai cereali) ed evitare zuccheri semplici ad elevato indice glicemico, inserire tutti i tipi di legumi nell’alimentazione, consumare frutta e verdura in abbondanza. L’apporto proteico deve essere adeguato, privilegiando come sta facendo proteine di origine vegetale, pesce, carni bianche.
Curare molto l’idratazione, soprattutto nei giorni di allenamento



24 Luglio 2012

Buongiorno, sonno un ciclista amatoriale ho acqistato una bici da corsa da 6 mesi vorrei sapere qual'è l'alimentazione giusta prima e dopo ogni uscita.
Ringraziandola anticipatamente porgo cordiali saluti
Giuseppe
(Leggi la risposta)

Prima di tutto importante è stabilire che si deve consumare un pasto almeno 2,30-3 ore prima dell’allenamento, da preferire carboidrati complessi a lento assorbimento, quindi pasta, pane, riso meglio se integrali, non abbondare con le quantità, non mischiare molti tipi di cibi, curare molto l’idratazione, soprattutto cercare di bere in piccole quantità dalla fine del pranzo fino alla partenza.

Se non abbiamo a disposizione questo intervallo di tempo bisogna ricorrere ad alimenti semi- liquidi facilmente digeribili, ad esempio un frullato di frutta con miele e biscotti per l’infanzia, piu’ rapidamente assimilabili, oppurre ricorrere ad alcuni nuovi integratori che permettono di apportare un mix di carboidrati, aminoacidi, sali, vitamine ecc. importante è sempre una corretta diluizione di questi prodotti.


Dopo la gara è importante prima di tutto cercare di recuperare i liquidi persi, quindi bere molto, acqua, succhi di frutta, bevande idro-saline molto diluite, poi i carboidrati quindi biscotti secchi, pane, marmellata, miele, tutti alimenti ricchi di zuccheri, facilmente digeribili.


Bisogna poi seguire una dieta equilibrata, bilanciata come quella che ho esposto nelle precedenti risposte.




29 Maggio 2012

Ciao sono Vincenzo, sono un ciclista e pratico attivita agonistica ho 16 e sono allievo 2° anno. Faccio gare di mtb piccole e lunghe distanze poi faccio gare su strada tra i 50 e gli 80 km quale può essere la mia alimentazione grazie.... (Leggi la risposta)

<!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0cm } P.ctl { font-size: 10pt } -->

Ciao Vincenzo,

ti ringrazio per la domanda, ma non è semplice darti una risposta esauriente visto il quesito molto generico che hai posto.

Innanzi tutto sarebbe indispensabile conoscerti, visitarti, fare una corretta analisi della composizione corporea, solo così è possibile determinare il tuo peso forma, calcolare il fabbisogno energetico giornaliero e le diverse percentuali fra i vari componenti dell’alimentazione (carboidrati, grassi e proteine). Inoltre l’apporto calorico si dovrebbe diversificare in base alle diverse gare che pratichi, mtb piccole e lunghe distanze, o strada gare da 50 a 80 km.

Dato che sei un ragazzo di 16 anni ancora in fase di crescita prima di tutto il regime alimentare da seguire deve essere sano, equilibrato e deve rispettare le esigenze nutrizionali di un ragazzo della tua età. Ti ripeto alcuni consigli generali che ho già illustrato in precedenti risposte:

Ricordati che un'intelligente associazione di alimenti, un'alimentazione attenta, variegata, naturale, ricca di vitamine, minerali, fibre e oligoelementi, povera in grassi saturi, cibi acidificanti e zuccheri semplici ad elevato indice glicemico, permette di mantenerti in buona salute, garantire un corretto accrescimento corporeo e di trovare quell'energia e quella forza vitale tanto desiderate da chi pratica attività sportive agonistiche.

Si consiglia consumare pane integrale od ai cereali invece del comune pane bianco per il più basso indice glicemico che causa minori oscillazioni della glicemia plasmatica.

Devono essere sempre assunte giornalmente per l’elevato potere alcalinizzante alcune fra le seguenti verdure: pomodori, insalata, sedano, finocchi, ravanelli, carote, bietola, spinaci,radicchio,peperoni, cetrioli, zucchine verdi, fagiolini, melanzane, rucola.

Inoltre abituarsi a consumare 3-4 volte alla settimana legumi (fagioli,ceci,lenticchie), germogli di soia, mais per garantire un apporto di proteine di origine vegetale.

Per l’elevato potere alcalinizzante tutti i giorni consumare alcuni fra i seguenti tipi di frutta: melone, kiwi, banane, albicocche, ribes rosso, pesche, nespole, susine, ananas, papaia, uva, avocado, ciliegie, prugne fresche, lamponi, arancio, pompelmo, mirtilli.

Questi tipi di frutta potrebbero essere assunti anche sotto forma di frullati con l’aggiunta di acqua o latte scremato, lontano dai pasti per aumentare l’apporto di liquidi, sali minerali, vitamine, zuccheri e sostanze tamponanti l’acidità dell’organismo.



- La pasta integrale è di gran lunga preferibile e si cuoce come la pasta normale.Cercare di consumare paste integrali, ai cereali od al farro da agricoltura biologica.


  • Eliminare le bevande gasate e zuccherine (coca-cola, aranciata ecc.) durante i pasti
  • Metodi di cottura semplici, al forno, alla griglia, al vapore ecc. non usare burro od altri tipi di grassi, usare olio extravergine di oliva e preferibilmente a crudo.

Richiedere o scegliere nei negozi sempre e solo prodotti il più possibile genuini,da agricoltura biologica rifiutando almeno quelli ultra-manipolati o ultra-addizionati di sostanze chimiche.



LIMITARE L’USO DEI SEGUENTI ALIMENTI:

  • TUTTI I DOLCI: biscotti, gelati, marmellate, cioccolato, ecc. per il danno al metabolismo prodotto dallo zucchero e la frequente ultramanipolazione industriale o artigianale.

  • TUTTI I DOLCIFICANTI ARTIFICIALI: saccarina, aspartame, ecc.

  • LATTE A LUNGA CONSERVAZIONE: formaggini, sottilette, formaggi molli in vaschette ( spesso carichi di conservanti, come fa capire la data di scadenza molto lontana e la effettiva lunghissima conservabilità). Preferire il latte fresco e i formaggi tradizionali (parmigiano, mozzarella, ricotta ecc.)

  • MARGARINA: contiene nichel ed è costituita da grassi saturi, come il burro.

  • SALUMI, INSACCATI, AFFETTATI IN GENERE: eccessivo carico di grassi animali e conservanti.

  • .

  • NON USARE RECIPIENTI O FOGLI DI ALLUMINIO per cuocere o conservare gli alimenti.


MODO DI CUCINARE :

  • Versare l’OLIO extra-vergine da spremitura a freddo a cottura ultimata, in tavola, direttamente nel proprio piatto, od unirlo durante la cottura ad acqua od altri liquidi, così da raggiungere temperature meno elevate. Proibiti fritti e soffritti.

  • Le verdure si mangiano crude quando possibile, o cotte al vapore, o bollite nel minestrone o al forno in torte salate, ecc. Utilissimi i succhi (centrifugati) di ortaggi singoli o misti, ed i germogli dei semi che si mangiano crudi.

  • Le patate si bollono oppure si cuociono al vapore o al cartoccio in forno (disponendole semplicemente su una teglia senza grassi né acqua, per circa 1 ora) o si associano ad altri ortaggi in torte salate, o a pomodori in stufato ecc.

  • Carni e pesce: usare solo tagli magrissimi e spellare i volatili prima della cottura. Si possono cuocere al vapore, alla griglia, bollite, oppure arrosto.


PER AGEVOLARE LA DIGESTIONE:

  • Mettere le verdure del contorno ad inizio dei pasti, specialmente quelle crude.

  • Associare ad ogni pasto un numero limitato di alimenti ed usarne un numero limitato anche ogni giorno.

  • Non arrivare mai affamati all’ora di pranzo e cena, masticare bene ogni boccone prima di deglutire, non litigare, non guardare la televisione, non telefonare mentre si consumano i pasti

  • Bere poco durante i pasti, bere invece molto lontano dai pasti, al mattino al risveglio e la sera prima di coricarsi.



29 Maggio 2012

Buongiorno dottore, mi piacerebbe sapere un tipo di alimentazione e di integrazione prima dopo allenamenti gare ed il giorno prima di una corsa.

Cordiali saluti
David
(Leggi la risposta)

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Cosa e come mangiare prima dell'allenamento?

Prima di tutto importante è stabilire che si deve consumare un pasto almeno 2,30-3 ore prima dell’allenamento, da preferire carboidrati complessi a lento assorbimento, quindi pasta, pane, riso meglio se integrali, non abbondare con le quantità, non mischiare molti tipi di cibi, curare molto l’idratazione, soprattutto cercare di bere in piccole quantità dalla fine del pranzo fino alla partenza.

Se non abbiamo a disposizione questo intervallo di tempo bisogna ricorrere ad alimenti semi- liquidi facilmente digeribili, ad esempio un frullato di frutta con miele e biscotti per l’infanzia, piu’ rapidamente assimilabili, oppurre ricorrere ad alcuni nuovi integratori che permettono di apportare un mix di carboidrati, aminoacidi, sali, vitamine ecc. importante è sempre una corretta diluizione di questi prodotti.


Riguardo all’integrazione ci sono in commercio prodotti specifici da assumere prima e dopo l’allenamento ( in realtà alcuni apportano ben pochi principi nutritivi) che dovrebbero contenere carboidrati a lento assorbimento, aminoacidi ramificati, sali minerali alcalinizzanti, vitamine, ecc. (nel prima) e aminoacidi essenziali, glutammina, proteine ad elevato valore biologico, sali minerali alcalinizzanti, vitamine e carboidrati ad elevato indice glicemico (nel dopo).

Anche durante la gara sarebbe opportuno assume un integratore a base di un mix di carboidrati a rapido e lento assorbimento con sali minerali e minime quantità di proteine e di grassi a corta catena, naturalmente con una idonea diluizione.


Cosa e come mangiare prima della gara?

Per una gara con partenza al mattino, cerare di aumentare l’apporto di carboidrati dal giorno precedente, quindi in questo caso è concesso di assumere pasta abbondante sia a pranzo e cena e limitare la quantità dei secondi piatti. Al mattino della gara, almeno 3 ore prima della partenza fare una abbondante colazione con spremute di frutta fresca o centrifugati di frutta e verdura., meglio evitare il latte, per problemi di digeribilità, assumere yogurt, caffè o thè (secondo i gusti personali dei singoli atleti), come dolcificante usare il miele.

In base ai propri gusti scegliere fra i seguenti alimenti:

  • Muesli (fiocchi avena, frutta secca, nocciole ecc)
  • Gallette di riso
  • Fette biscottate integrali o ai cereali con miele
  • Cereali integrali
  • Dolce secco casalingo ( meglio all’avena o ai cereali)
  • Eventualmente si puo’ aggiungere 70- 80 gr. di pane integrale od ai cereali con prosciutto crudo, bresaola o formaggi freschi magri quali ricotta, mozzarella,
  • Crescenza ecc.

Sarebbe meglio invece della normale pasta a fine colazione consumare un piatto di pasta integrale, ai cereali, di farro o di Kamut, con olio extravergine di oliva e parmigiano

Anche in questo caso cercare di non mischiare troppi alimenti e di non esagerare con le quantità.





29 Maggio 2012

Gentile dottore,pratico circa 16 granfondo l'anno(percorsi lunghi). Le volevo chiedere cosa ne pensa della dieta dello scarico/carico glicemico nella settimana che precede la gara. Cioè dal lunedi al mercoledi mangiare pochi carboidrati e tante proteine e dal giovedi al sabato tanti carboidrati e meno proteine.La ringrazio molto della sua cortesia.

Cordiali saluti
Paolo
(Leggi la risposta)

<!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } -->

Io le consiglio di evitare la classica dieta dissociata, nei tre giorni senza carboidrati l’organismo è sottoposto ad uno stress eccessivo, si ha un eccessivo catabolismo proteico e l’instaurarsi di una situazione di cheto-acidosi metabolica che talvolta viene mal tollerata anche da atleti di elitè.

Inoltre ripetere questo schema alimentare per 16 settimane all’anno e concentrate nei 6-8 mesi in vengono svolte le Gran Fondo secondo me porta sicuramente a squilibri nutrizionali, molto utile invece è aumentare l’apporto di carboidrati a basso indice glicemico (pane e pasta integrali, vari tipi di cereali, ecc…), nei 3 giorni che precedono la gara, riducendo al minimo l’apporto soprattutto di proteine di origine animale.

Molto importante nei 3 giorni precedenti alla gran fondo è aumentare anche l’apporto di alimenti alcalinizzanti, vari tipi di frutta (melone, kiwi, banane, albicocche, ribes rosso, pesche, nespole, susine, ananas, papaia, mirtilli) e di verdura (pomodori, insalata, sedano, finocchi, ravanelli, carote, bietola, spinaci,radicchio,peperoni).

Inoltre curi molto l’idratazione bevendo fuori dai pasti almeno 2 litri di un’acqua bicarbonato-alcalina.



29 Maggio 2012

Buongiorno dottore, volevo sapere se posso fare una alimentazione corretta per perdere qualche chilo, che tipo di dieta e che tipo di integratori posso prendere grazie (Leggi la risposta)

<!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0cm } P.ctl { font-size: 10pt } -->

Mi dispiace non poterle rispondere in modo esauriente, ma la domanda è troppo generica, è chiaro che è positivo per la sua salute e per le sue prestazioni in bicicletta .

Innanzi tutto sarebbe indispensabile conoscerti, visitarti, fare una corretta analisi della composizione corporea, solo così è possibile determinare il tuo peso forma, calcolare il fabbisogno energetico giornaliero e le diverse percentuali fra i vari componenti dell’alimentazione (carboidrati, grassi e proteine).

Come puoi vedere in precedenti risposte consiglio sempre di seguire una alimentazione bilanciata in grado di garantire l’apporto dei vari nutrienti nelle giuste proporzioni.

Alcuni consigli generali molto utili da seguire per avere una corretta alimentazione sono i seguenti:

Ricordati che un'intelligente associazione di alimenti, un'alimentazione attenta, variegata, naturale, ricca di vitamine, minerali, fibre e oligoelementi, povera in grassi saturi, cibi acidificanti e zuccheri semplici ad elevato indice glicemico, permette di ritrovare quell'energia e quella forza vitale che portano al benessere fisico da tutti tanto desiderato.

Si consiglia consumare pane integrale od ai cereali invece del comune pane bianco per il più basso indice glicemico che causa minori oscillazioni della glicemia plasmatica.

Devono essere sempre assunte giornalmente per l’elevato potere alcalinizzante alcune fra le seguenti verdure: pomodori, insalata, sedano, finocchi, ravanelli, carote, bietola, spinaci,radicchio,peperoni, cetrioli, zucchine verdi, fagiolini, melanzane, rucola.

Inoltre abituarsi a consumare 3-4 volte alla settimana legumi (fagioli,ceci,lenticchie), germogli di soia, mais per garantire un apporto di proteine di origine vegetale.

Per l’elevato potere alcalinizzante tutti i giorni consumare alcuni fra i seguenti tipi di frutta: melone, kiwi, banane, albicocche, ribes rosso, pesche, nespole, susine, ananas, papaia, uva, avocado, ciliegie, prugne fresche, lamponi, arancio, pompelmo, mirtilli.

Questi tipi di frutta potrebbero essere assunti anche sotto forma di frullati con l’aggiunta di acqua o latte scremato, lontano dai pasti per aumentare l’apporto di liquidi, sali minerali, vitamine, zuccheri e sostanze tamponanti l’acidità dell’organismo.



- La pasta integrale è di gran lunga preferibile e si cuoce come la pasta normale.Cercare di consumare paste integrali, ai cereali od al farro da agricoltura biologica

.

- Metodi di cottura semplici, al forno, alla griglia, al vapore ecc. non usare burro od altri tipi di grassi, usare olio extravergine di oliva e preferibilmente a crudo.

Richiedere o scegliere nei negozi sempre e solo prodotti il più possibile genuini,da agricoltura biologica rifiutando almeno quelli ultra-manipolati o ultra-addizionati di sostanze chimiche.



LIMITARE L’USO DEI SEGUENTI ALIMENTI:

  • TUTTI I DOLCI: biscotti, gelati, marmellate, cioccolato, ecc. per il danno al metabolismo prodotto dallo zucchero e la frequente ultramanipolazione industriale o artigianale.

  • TUTTI I DOLCIFICANTI ARTIFICIALI: saccarina, aspartame, ecc.

  • LATTE A LUNGA CONSERVAZIONE: formaggini, sottilette, formaggi molli in vaschette ( spesso carichi di conservanti, come fa capire la data di scadenza molto lontana e la effettiva lunghissima conservabilità). Preferire il latte fresco e i formaggi tradizionali (parmigiano, mozzarella, ricotta ecc.)

  • MARGARINA: contiene nichel ed è costituita da grassi saturi, come il burro.

  • SALUMI, INSACCATI, AFFETTATI IN GENERE: eccessivo carico di grassi animali e conservanti.

  • .

  • NON USARE RECIPIENTI O FOGLI DI ALLUMINIO per cuocere o conservare gli alimenti.


MODO DI CUCINARE :


  • Versare l’OLIO extra-vergine da spremitura a freddo a cottura ultimata, in tavola, direttamente nel proprio piatto, od unirlo durante la cottura ad acqua od altri liquidi, così da raggiungere temperature meno elevate. Proibiti fritti e soffritti.

  • Le verdure si mangiano crude quando possibile, o cotte al vapore, o bollite nel minestrone o al forno in torte salate, ecc. Utilissimi i succhi (centrifugati) di ortaggi singoli o misti, ed i germogli dei semi che si mangiano crudi.

  • Le patate si bollono oppure si cuociono al vapore o al cartoccio in forno (disponendole semplicemente su una teglia senza grassi né acqua, per circa 1 ora) o si associano ad altri ortaggi in torte salate, o a pomodori in stufato ecc.

Carni e pesce: usare solo tagli magrissimi e spellare i volatili prima della cottura. Si possono cuocere al vapore, alla griglia, bollite, oppure arrosto.


Seguendo un corretto ed equilibrato regime alimentare per una attività come la tua a mio parere non è necessario assumere nessun tipo di integratore.



13 Marzo 2012

Buongiorno, vorrei chiedere consigli alimentari e per una corretta integrazione durante la gara tenuto conto del mio stato anemico dovuto alla passata mononucleosi e dei problemi di fegato (colecisti sporca) anche per un giusto controllo del peso durante tutta la stagione.
Grazie, Gabriele
(Leggi la risposta)

Per valutare il suo stato anemico è necessario valutare almeno i seguenti esami: Emocromo, ferritina, sideremia, tranferrina.

Riguardo agli esiti di mononucleosi e problematiche che riguardano la colecisti vanno valutate con attenzione facendo specifici esami e facendosi visitare da un medico.

Anche per il discorso mantenimento del peso è indispensabile prima svolgere una precisa analisi della composizione corporea rivolgendosi ad un esperto nutriozionista sportivo che può consigliarle una idonea alimentazione una volta meglio chiarite le sue problematiche sanitarie,

Riguardo all’alimentazione da seguire in gara le vorrei ricordare che fondamentale è curare molto l’idratazione, se la gara non supera le 2 – 2,30 ore non sono necessari alimenti solidi, può essere utile assumere bevande con maltodestrine, importante è che siano sempre molto diluite. Se invece la gara supera le 3 ore è bene assumere piccoli panini, con marmellata e frutta oppure barrette energetiche entro la prima metà di corsa, nella seconda parte sono utili bevande energetiche a base di carboidrati complessi, sono attualmente in commercio nuovi prodotti bilanciati che diluiti in acqua possono sostituire l’alimentazione solida durante la gara con notevoli vantaggi dal punto di vista di digeribilità e di apporto energetico soprattutto per persone come lei con lievi disturbi a carico del sistema digerente.




13 Marzo 2012

Buongiorno dottore, vorrei sapere cosa mangiare prima di partire e come nutrirsi durante l'attivita agonistica.
La ringrazio per l'attenzione e le porgo distinti saluti
Nicola
(Leggi la risposta)

Cosa e come mangiare prima dell'allenamento?

Prima di tutto importante è stabilire che si deve consumare un pasto almeno 2,30-3 ore prima dell’allenamento, da preferire carboidrati complessi a lento assorbimento, quindi pasta, pane, riso meglio se integrali, non abbondare con le quantità, non mischiare molti tipi di cibi, curare molto l’idratazione, soprattutto cercare di bere in piccole quantità dalla fine del pranzo fino alla partenza.

Se non abbiamo a disposizione questo intervallo di tempo bisogna ricorrere ad alimenti semi- liquidi facilmente digeribili, ad esempio un frullato di frutta con miele e biscotti per l’infanzia, piu’ rapidamente assimilabili, oppurre ricorrere ad alcuni nuovi integratori che permettono di apportare un mix di carboidrati, aminoacidi, sali, vitamine ecc. importante è sempre una corretta diluizione di questi prodotti.

 

 

Cosa e come mangiare durante l’allenamento o la gara?

Fondamentale è curare molto l’idratazione, se la gara non supera le 2 – 2,30 ore non sono necessari alimenti solidi, può essere utile assumere bevande con maltodestrine, importante è che siano sempre molto diluite. Se invece la gara supera le 3 ore è bene assumere piccoli panini, con marmellata e frutta oppure barrette energetiche entro la prima metà di corsa, nella seconda parte sono utili bevande energetiche a base di carboidrati complessi, sono attualmente in commercio nuovi prodotti bilanciati che diluiti in acqua possono sostituire l’alimentazione solida durante la gara con notevoli vantaggi dal punto di vista di digeribilità e di apporto energetico.




17 Settembre 2011

Buongiorno,
dopo un anno circa di inattività (corsa, calcio) sto per avviarmi alla pratica del ciclismo. Condiderato che uscirei intorno alle 7 del mattino (inizialmente punto a percorrere circa 40 KM) le sarei grato se potesse fornirmi qualche indicazioni in merito al tipo di alimentazione da seguire.
Grazie, Andrea
(Leggi la risposta)

Allenandosi alle 7 del mattino le sconsiglio di fare una abbondante prima colazione con alimenti solidi almeno che non si voglia svegliare intorno alle 4,30, visto poi che deve percorrere circa 40 km le consiglio di assumere uno degli integratori che si trovano in commercio studiati appositamente per essere assunti prima dell’allenamento o gara, dovrebbe almeno contenere maltodestrine a lento rilascio, vitamine, sali minerali, aminoacidi ramificati, alcuni addirittura forniscono anche  modeste quantità di proteine ed acidi grassi a corta catena. Onsiglio di diluire tale integratore in almeno ½ litro di acqua ed assumerlo a piccoli sorsi nella mezz’ora che precede la partenza e nella prima parte di allenamento.
Una volta terminato l’allenamento le consiglio di assumere in base ai suoi gusti yogurt, muesli, fette biscottate integrali o pane tostato con miele, può aggiungere anche un po’ di prosciutto crudo o bresaola oppure un toast. Si ricordi di bere sempre molto, possono essere utili succhi di frutta, spremute, centrifugati di frutta e verdura sempre diluiti con molta acqua.
Riguardo all’alimentazione da seguire durante la giornata è già ampiamente illustrata in precedenti risposte, la prego di leggerle e se poi ha qualche altro quesito più specifico da sottopormi le risponderò con vero piacere.



22 Agosto 2011

Buongiorno, ho 67 anni ho fatto 10.000 km però non so come progammare l'alimentazione senza appesantirmi, inoltre non so se prendere qualche integartore, potete darmi un consiglio?

Grazie
Vittorio
(Leggi la risposta)

Prima di tutto mi complimento con lei per l’attività sportiva che sta praticando, le consiglio poi  di fare accurati controlli medici sottoponendosi  ad una visita di idoneità sportiva agonistica. Riguardo alla  prima parte della domanda riguardo all’alimentazione le ricordo che fondamentale è seguire una dieta bilanciata che permetta di  mantenersi su un peso idoneo alla sua età e costituzione fisica e che permetta di mantenere nella norma  i suoi parametri metabolici.
Questi sono alcuni consigli generali molto utili da seguire che ho già dato in una delle precedenti risposte
Ricordasi che un'intelligente associazione di alimenti, un'alimentazione attenta, variegata, naturale, ricca di vitamine, minerali, fibre e oligoelementi, povera in grassi saturi, cibi acidificanti e zuccheri semplici ad elevato indice glicemico, permette di ritrovare quell'energia e quella forza vitale che portano al benessere fisico da tutti tanto desiderato.
Si consiglia consumare pane integrale od ai cereali invece del comune pane bianco per il più basso indice glicemico che causa minori oscillazioni della glicemia plasmatica.
Devono essere sempre assunte giornalmente per l’elevato potere alcalinizzante alcune fra le seguenti verdure: pomodori, insalata, sedano, finocchi, ravanelli, carote, bietola, spinaci,radicchio,peperoni, cetrioli, zucchine verdi, fagiolini, melanzane, rucola.
Inoltre abituarsi a consumare 3-4 volte alla settimana  legumi (fagioli,ceci,lenticchie), germogli di soia, mais per garantire un apporto di proteine di origine vegetale.
 Per l’elevato potere alcalinizzante  tutti i giorni consumare alcuni  fra i seguenti tipi di frutta: melone, kiwi, banane, albicocche, ribes rosso, pesche, nespole, susine, ananas, papaia, uva, avocado, ciliegie, prugne fresche, lamponi, arancio, pompelmo, mirtilli.

Questi tipi di frutta potrebbero essere assunti anche sotto forma di frullati con l’aggiunta di acqua o latte scremato, lontano dai pasti per aumentare l’apporto di liquidi, sali minerali, vitamine, zuccheri e sostanze tamponanti l’acidità dell’organismo.


- La pasta integrale è di gran lunga preferibile e si cuoce come la pasta normale. Cercare di consumare paste integrali, ai cereali od al farro da agricoltura biologica

- Eliminare le bevande gasate e zuccherine (coca-cola, aranciata ecc.) durante i pasti

- Metodi di cottura semplici, al forno, alla griglia, al vapore ecc. non usare burro od altri tipi di grassi, usare olio extravergine di oliva e preferibilmente a crudo.
Richiedere o scegliere nei negozi sempre e solo prodotti il più possibile genuini,da agricoltura biologica rifiutando almeno quelli ultra-manipolati o ultra-addizionati di sostanze chimiche.


LIMITARE L’USO DEI SEGUENTI ALIMENTI:
  • TUTTI I DOLCI: biscotti, gelati, marmellate, cioccolato, ecc. per il danno al metabolismo prodotto dallo zucchero e la frequente ultramanipolazione industriale o artigianale.
  • TUTTI I DOLCIFICANTI ARTIFICIALI: saccarina, aspartame, ecc.
  • LATTE A LUNGA CONSERVAZIONE: formaggini, sottilette, formaggi molli in vaschette ( spesso carichi di conservanti, come fa capire la data di scadenza molto lontana e la effettiva lunghissima conservabilità). Preferire il latte fresco e i formaggi tradizionali (parmigiano, mozzarella, ricotta ecc.)
  • MARGARINA: contiene nichel ed è costituita da grassi saturi, come il burro.
  • SALUMI, INSACCATI, AFFETTATI IN GENERE: eccessivo carico di grassi animali e conservanti.
  • NON USARE RECIPIENTI O FOGLI DI ALLUMINIO per cuocere o conservare gli alimenti.

MODO DI CUCINARE :
  • Versare l’OLIO extra-vergine da spremitura a freddo a cottura ultimata, in tavola, direttamente nel proprio piatto, od unirlo durante la cottura ad acqua od altri liquidi, così da raggiungere temperature meno elevate. Proibiti fritti e soffritti.
  • Le verdure si mangiano crude quando possibile, o cotte al vapore, o bollite nel minestrone o al forno in torte salate, ecc. Utilissimi i succhi (centrifugati) di ortaggi singoli o misti, ed i germogli dei semi che si mangiano crudi.
  • Le patate si bollono oppure si cuociono al vapore o al cartoccio in forno (disponendole semplicemente su una teglia senza grassi né acqua, per circa 1 ora) o si associano ad altri ortaggi in torte salate, o a pomodori in stufato ecc.
  • Carni e pesce: usare solo tagli magrissimi e spellare i volatili prima della cottura. Si possono cuocere al vapore, alla griglia, bollite, oppure arrosto.

PER AGEVOLARE LA DIGESTIONE:
  • Mettere le verdure del contorno ad inizio dei pasti, specialmente quelle crude.
  • Associare ad ogni pasto un numero limitato di alimenti ed usarne un numero limitato anche ogni giorno.
  • Non arrivare mai affamati all’ora di pranzo e cena, masticare bene ogni boccone prima di deglutire,  non litigare, non guardare la televisione, non telefonare mentre si consumano i pasti
  • Bere poco durante i pasti, bere invece molto lontano dai pasti, al mattino al risveglio e la sera prima di coricarsi.

Cosa e come mangiare prima di un allenamento o gara?
Per una gara con partenza al mattino, cerare di aumentare l’apporto di carboidrati dal giorno precedente, quindi in questo caso è concesso di assumere pasta abbondante sia a pranzo e cena e limitare la quantità dei secondi piatti. Al mattino della gara, almeno 3 ore prima della partenza fare una abbondante colazione con spremute di frutta fresca o centrifugati di frutta e verdura., meglio evitare il latte,  per problemi di digeribilità, assumere  yogurt, caffè o thè (secondo i  gusti personali dei singoli atleti), come dolcificante usare il miele.
In base ai propri gusti scegliere fra i seguenti alimenti:
  • Muesli (fiocchi avena, frutta secca, nocciole ecc)
  • Gallette di riso
  • Fette biscottate integrali o ai cereali con  miele
  • Cereali integrali t
  • Dolce secco casalingo ( meglio all’avena    o ai cereali)           
  • Eventualmente si puo’ aggiungere 70- 80 gr. di pane integrale od ai cereali con prosciutto crudo, bresaola o formaggi   freschi magri quali ricotta, mozzarella, crescenza ecc.
Sarebbe meglio invece della normale pasta a fine colazione consumare un piatto di pasta integrale, ai cereali, di farro o di Kamut, con olio extravergine di oliva e parmigiano  
Anche in questo caso cercare di non mischiare troppi alimenti e di non esagerare con le quantità

In caso di allenamento al mattino non variare l’alimentazione del giorno precedente, fare una colazione sempre almeno 2,30 ore prima di partire come come quella consigliata il giorno della gara senza aggiungere la pasta.
Se l’allenamento viene svolto al pomeriggio fare una abbondante prima colazione ed un pasto leggero circa 2-2,30 ore prima della partenza a base di caroidrati complessi, puo’ essere sufficiente un piatto di pasta integrale con olio e parmigiano.

Riguardo agli integratori prima di tutto bisogna fare una serie di esami del sangue per rilevare se effettivamente vi è una carenza di qualche particolare sostanza ( ferro, ac, folico, vit. B12, vit D, elettroliti ecc…) nel caso non si rilevasse nessun valore anomalo una dieta bilanciata è più che sufficiente a garantirle le sue esigenze nutrizionali,  pensi solo a garantire al suo organismo un elevato apporto giornaliero di acqua ,  ed eventualmente se le sue uscite superano le 3 ore può essere consigliato un integratore  a base di maltodestine  a lento rilascio e sali minerali pero assunto molto diluito ( la sua concentrazione non dovrebbe superare il 6-8%).



22 Agosto 2011

Buongiorno, ho 67 anni ho fatto 10.000 km però non so come progammare l'alimentazione senza appesantirmi, inoltre non so se prendere qualche integartore, potete darmi un consiglio?

Grazie
Vittorio
(Leggi la risposta)

Prima di tutto mi complimento con lei per l’attività sportiva che sta praticando, le consiglio poi  di fare accurati controlli medici sottoponendosi  ad una visita di idoneità sportiva agonistica. Riguardo alla  prima parte della domanda riguardo all’alimentazione le ricordo che fondamentale è seguire una dieta bilanciata che permetta di  mantenersi su un peso idoneo alla sua età e costituzione fisica e che permetta di mantenere nella norma  i suoi parametri metabolici.
Questi sono alcuni consigli generali molto utili da seguire che ho già dato in una delle precedenti risposte
Ricordasi che un'intelligente associazione di alimenti, un'alimentazione attenta, variegata, naturale, ricca di vitamine, minerali, fibre e oligoelementi, povera in grassi saturi, cibi acidificanti e zuccheri semplici ad elevato indice glicemico, permette di ritrovare quell'energia e quella forza vitale che portano al benessere fisico da tutti tanto desiderato.
Si consiglia consumare pane integrale od ai cereali invece del comune pane bianco per il più basso indice glicemico che causa minori oscillazioni della glicemia plasmatica.
Devono essere sempre assunte giornalmente per l’elevato potere alcalinizzante alcune fra le seguenti verdure: pomodori, insalata, sedano, finocchi, ravanelli, carote, bietola, spinaci,radicchio,peperoni, cetrioli, zucchine verdi, fagiolini, melanzane, rucola.
Inoltre abituarsi a consumare 3-4 volte alla settimana  legumi (fagioli,ceci,lenticchie), germogli di soia, mais per garantire un apporto di proteine di origine vegetale.
 Per l’elevato potere alcalinizzante  tutti i giorni consumare alcuni  fra i seguenti tipi di frutta: melone, kiwi, banane, albicocche, ribes rosso, pesche, nespole, susine, ananas, papaia, uva, avocado, ciliegie, prugne fresche, lamponi, arancio, pompelmo, mirtilli.

Questi tipi di frutta potrebbero essere assunti anche sotto forma di frullati con l’aggiunta di acqua o latte scremato, lontano dai pasti per aumentare l’apporto di liquidi, sali minerali, vitamine, zuccheri e sostanze tamponanti l’acidità dell’organismo.


- La pasta integrale è di gran lunga preferibile e si cuoce come la pasta normale. Cercare di consumare paste integrali, ai cereali od al farro da agricoltura biologica

- Eliminare le bevande gasate e zuccherine (coca-cola, aranciata ecc.) durante i pasti

- Metodi di cottura semplici, al forno, alla griglia, al vapore ecc. non usare burro od altri tipi di grassi, usare olio extravergine di oliva e preferibilmente a crudo.
Richiedere o scegliere nei negozi sempre e solo prodotti il più possibile genuini,da agricoltura biologica rifiutando almeno quelli ultra-manipolati o ultra-addizionati di sostanze chimiche.


LIMITARE L’USO DEI SEGUENTI ALIMENTI:
  • TUTTI I DOLCI: biscotti, gelati, marmellate, cioccolato, ecc. per il danno al metabolismo prodotto dallo zucchero e la frequente ultramanipolazione industriale o artigianale.
  • TUTTI I DOLCIFICANTI ARTIFICIALI: saccarina, aspartame, ecc.
  • LATTE A LUNGA CONSERVAZIONE: formaggini, sottilette, formaggi molli in vaschette ( spesso carichi di conservanti, come fa capire la data di scadenza molto lontana e la effettiva lunghissima conservabilità). Preferire il latte fresco e i formaggi tradizionali (parmigiano, mozzarella, ricotta ecc.)
  • MARGARINA: contiene nichel ed è costituita da grassi saturi, come il burro.
  • SALUMI, INSACCATI, AFFETTATI IN GENERE: eccessivo carico di grassi animali e conservanti.
  • NON USARE RECIPIENTI O FOGLI DI ALLUMINIO per cuocere o conservare gli alimenti.

MODO DI CUCINARE :
  • Versare l’OLIO extra-vergine da spremitura a freddo a cottura ultimata, in tavola, direttamente nel proprio piatto, od unirlo durante la cottura ad acqua od altri liquidi, così da raggiungere temperature meno elevate. Proibiti fritti e soffritti.
  • Le verdure si mangiano crude quando possibile, o cotte al vapore, o bollite nel minestrone o al forno in torte salate, ecc. Utilissimi i succhi (centrifugati) di ortaggi singoli o misti, ed i germogli dei semi che si mangiano crudi.
  • Le patate si bollono oppure si cuociono al vapore o al cartoccio in forno (disponendole semplicemente su una teglia senza grassi né acqua, per circa 1 ora) o si associano ad altri ortaggi in torte salate, o a pomodori in stufato ecc.
  • Carni e pesce: usare solo tagli magrissimi e spellare i volatili prima della cottura. Si possono cuocere al vapore, alla griglia, bollite, oppure arrosto.

PER AGEVOLARE LA DIGESTIONE:
  • Mettere le verdure del contorno ad inizio dei pasti, specialmente quelle crude.
  • Associare ad ogni pasto un numero limitato di alimenti ed usarne un numero limitato anche ogni giorno.
  • Non arrivare mai affamati all’ora di pranzo e cena, masticare bene ogni boccone prima di deglutire,  non litigare, non guardare la televisione, non telefonare mentre si consumano i pasti
  • Bere poco durante i pasti, bere invece molto lontano dai pasti, al mattino al risveglio e la sera prima di coricarsi.

Cosa e come mangiare prima di un allenamento o gara?
Per una gara con partenza al mattino, cerare di aumentare l’apporto di carboidrati dal giorno precedente, quindi in questo caso è concesso di assumere pasta abbondante sia a pranzo e cena e limitare la quantità dei secondi piatti. Al mattino della gara, almeno 3 ore prima della partenza fare una abbondante colazione con spremute di frutta fresca o centrifugati di frutta e verdura., meglio evitare il latte,  per problemi di digeribilità, assumere  yogurt, caffè o thè (secondo i  gusti personali dei singoli atleti), come dolcificante usare il miele.
In base ai propri gusti scegliere fra i seguenti alimenti:
  • Muesli (fiocchi avena, frutta secca, nocciole ecc)
  • Gallette di riso
  • Fette biscottate integrali o ai cereali con  miele
  • Cereali integrali t
  • Dolce secco casalingo ( meglio all’avena    o ai cereali)           
  • Eventualmente si puo’ aggiungere 70- 80 gr. di pane integrale od ai cereali con prosciutto crudo, bresaola o formaggi   freschi magri quali ricotta, mozzarella, crescenza ecc.
Sarebbe meglio invece della normale pasta a fine colazione consumare un piatto di pasta integrale, ai cereali, di farro o di Kamut, con olio extravergine di oliva e parmigiano  
Anche in questo caso cercare di non mischiare troppi alimenti e di non esagerare con le quantità

In caso di allenamento al mattino non variare l’alimentazione del giorno precedente, fare una colazione sempre almeno 2,30 ore prima di partire come come quella consigliata il giorno della gara senza aggiungere la pasta.
Se l’allenamento viene svolto al pomeriggio fare una abbondante prima colazione ed un pasto leggero circa 2-2,30 ore prima della partenza a base di caroidrati complessi, puo’ essere sufficiente un piatto di pasta integrale con olio e parmigiano.

Riguardo agli integratori prima di tutto bisogna fare una serie di esami del sangue per rilevare se effettivamente vi è una carenza di qualche particolare sostanza ( ferro, ac, folico, vit. B12, vit D, elettroliti ecc…) nel caso non si rilevasse nessun valore anomalo una dieta bilanciata è più che sufficiente a garantirle le sue esigenze nutrizionali,  pensi solo a garantire al suo organismo un elevato apporto giornaliero di acqua ,  ed eventualmente se le sue uscite superano le 3 ore può essere consigliato un integratore  a base di maltodestine  a lento rilascio e sali minerali pero assunto molto diluito ( la sua concentrazione non dovrebbe superare il 6-8%).



8 Agosto 2011

Salve dottore, sono un cicloamatore di 41 anni 183/75kg, faccio gare amatoriali, circa 30 40 l'anno.
Nel periodo luglio agosto mi posso allenare solo la mattina dalle 5,30 alle 8,00 se la prima ora la faccio a ritmo blando a digiuno puo creare problemi?

Grazie, Daniele
(Leggi la risposta)

Nessun problema, l'allenamento a digiuno è utilizzato anche dai maratoneti per stimolare l'utilizzo  a scopo energetico degli acidi grassi, importante è rimanere a ritmi relativamente bassi, bere molto per non correre il rischio di disidratarsi, magari assumere una bevanda energetica a base di maltodestrine, non allenarsi tutti i giorni,  e cercare di assumere carboidrati subito dopo la fine dell'allenamento.



8 Agosto 2011

Salve, sono un neofita nel cliclismo, faccio quattro uscite alla settimana a livello amatore; (166 cm per 73kg). Nonostante sia sovrappeso vorrei sapere se posso assumere carboidrati a pranzo, se si quanti? Se per rispondermi le può essere utile l'orario del mio allenamento, esco in MTB sempre la mattina presto e la sera in giorni diversi gioco a calcetto.

Cordiali saluti
Federico
(Leggi la risposta)

Innanzi tutto sarebbe indispensabile conoscerti, visitarti, fare una corretta analisi della composizione corporea, solo così è possibile determinare il tuo peso forma, calcolare il fabbisogno energetico giornaliero e le diverse percentuali fra i vari componenti dell’alimentazione (carboidrati, grassi e proteine).
:Ricordati che un'intelligente associazione di alimenti, un'alimentazione attenta, variegata, naturale, ricca di vitamine, minerali, fibre e oligoelementi, povera in grassi saturi, cibi acidificanti e zuccheri semplici ad elevato indice glicemico, permette di ritrovare quell'energia e quella forza vitale che portano al benessere fisico da tutti tanto desiderato.
Riguardo alla domanda sui carboidrati consiglio di non esagerare e di a consumare prevalentemente alimenti integrali che contengono carboidrati a lento assorbimento con un  minor indice glicemico come  pane e pasta  integrali od ai cereali che determinano  minori oscillazioni della glicemia plasmatica.



13 Luglio 2011

Salve, sono un neofita nel ciclismo, pratico 3 volte la settimana a livello amatore; (altezza 1,77 per 60kg) volevo sapere come sarebbe bene alimentarmi per rendere al meglio e possibilmente mettere su qualche kg di massa muscolare (ovviamente integrando l\'allenamneto con la pesistica).
Grazie, Cristiano
(Leggi la risposta)

Gentile Cristiano, se legge le mie precedenti risposte può già trovare i consigli riguardo una corretta alimentazione da seguire per chi pratica ciclismo. Non capisco la sua voglia di aumentare la massa muscolare con esercizi in palestra, secondo me ai fini della prestazione ciclistica un aumento della massa muscolare non è vantaggioso: sicuramente una idonea alimentazione è necessaria per non andare incontro ad una situazione di catabolismo proteico (perdita di massa magra), comunque il consiglio che posso darle è di rivolgersi ad un bravo nutrizionista sportivo, per prima cosa fare una corretta analisi della composizione corporea, se come immagino risulterà una percentuale di grasso ai limiti inferiori della norma impostare un regime alimentare con un leggero incremento dell’apporto proteico e impostare un allenamento che oltre alla resistenza curi anche il miglioramento della forza ma con esercitazioni da effettuare in bicicletta.



1 Maggio 2011

Buongiorno,
la mia curiosità e la seguente: vorrei sapere di preciso come si deve alimentare un bambino di 12 anni che fa ciclismo, e mi piaccerebbe avere un menù settimanale, e un menù per le gare. E poi vorrei sapere anche cosa deve mangiare dopo una gara o un allenamento.

Grazie
Luciana
(Leggi la risposta)

Quando si parla di un bambino di 12 anni che pratica sport, bisogna ricordare prima di tutto che si devono apportare tutte quelle sostanze necessarie a garantire in primo luogo un corretto accrescimento corporeo e poi garantire l’idoneo apporto calorico anche per l’attività fisica svolta.
Non si può però inviare una serie di menù ad un bambino senza prima conoscerlo, visitarlo, capire i suoi gusti, le sue abitudini alimentari, come ha distribuito i pasti nella giornata in base agli impegni scolastici e sportivi. I principi generali di alimentazione sono quelli che ho già esposto in precedenti risposte, però per scendere nel dettaglio di qualità e quantità dei singoli alimenti, come ho già detto è necessario visitare e parlare con il  bambino.



1 Maggio 2011

Buonasera dott. Giammattei
mi chiamo Andrea e pratico ciclismo a livello agonistico.
Ho 40 anni h176 per 65kg, percentuale di massa grassa 8%. Mi alleno circa 10/12 ore a settimana e cerco di curare molto l'alimentazione dosando l'assunzione anche in base ai carichi di lavoro giornalieri.
Le scrivo per avere un suo parere riguardo la giusta integrazione alimentare durante la gara domenicale, solitamente mi cimento in marathon in Mtb della durata di circa 3 1/2 - 4h, il mio Polar segna un consumo calorico di circa 1000 kcal l'ora. Quale dovrebbe essere la giusta razione alimentare pre-durante-post gara ?Solitamente consumo una barretta (60gr) nella prima metà della gara ed un paio di gel nel finale, può essere sufficente o dovrei cambiare qualcosa?

La ringrazio anticipatamente per la disponibilità.
Saluti
Andrea
(Leggi la risposta)

Caro Andrea,
ti invio alcuni consigli generali
 
Cosa e come mangiare prima della gara?
Per una gara con partenza al mattino, cerare di aumentare l’apporto di carboidrati dal giorno precedente, quindi in questo caso è concesso di assumere pasta abbondante sia a pranzo e cena e limitare la quantità dei secondi piatti. Al mattino della gara, almeno 3 ore prima della partenza fare una abbondante colazione con spremute di frutta fresca o centrifugati di frutta e verdura., meglio evitare il latte,  per problemi di digeribilità, assumere  yogurt, caffè o thè (secondo i  gusti personali dei singoli atleti), come dolcificante usare il miele.
In base ai propri gusti scegliere fra i seguenti alimenti:
  • Muesli (fiocchi avena, frutta secca, nocciole ecc)
  • Gallette di riso
  • Fette biscottate integrali o ai cereali con  miele
  • Cereali integrali t
  • Dolce secco casalingo ( meglio all’avena    o ai cereali)           
  •  Eventualmente si puo’ aggiungere 70- 80 gr. di pane integrale od ai cereali con prosciutto crudo, bresaola o formaggi   freschi magri quali ricotta, mozzarella, crescenza ecc.
Sarebbe meglio invece della normale pasta a fine colazione consumare un piatto di pasta integrale, ai cereali, di farro o di Kamut, con olio extravergine di oliva e parmigiano  
Anche in questo caso cercare di non mischiare troppi alimenti e di non esagerare con le quantità

Cosa e come mangiare durante la gara (o la gran fondo)?
Fondamentale è curare molto l’idratazione, se la gara non supera le 2 – 2,30 ore non sono necessari alimenti solidi, può essere utile assumere bevande con maltodestrine, importante è che siano sempre molto diluite. Se invece la gara supera le 3 ore è bene assumere piccoli panini, con  marmellata e frutta oppure barrette energetiche entro la prima metà di corsa, nella seconda parte sono utili bevande energetiche a base di carboidrati complessi.

Cosa mangiare dopo la gara?
Fondamentale è reintegrare le riserve di liquidi e carboidrati, quindi bere abbondantemente bevande alcalinizzanti quali spremute o centrifugati di frutta e verdura. A pranzo abbondante piatto di pasta o riso in bianco o al pomodoro con abbondante parmigiano, verdure cotte, patate, carote lessate, ecc.
Un modesto apporto proteico (petto di pollo, tacchino, ecc.) , macedonia di frutta ben zuccherata anche con gelato.

Quindi riguardo alla tua specifica situazione molto importante è un corretto  pasto pre-gara, utile sarebbe poi assumere nelle due ore che precedono la partenza un integratore con maltodestrine,   aminoacidi, sali minerali alcalinizzanti,  vitamine ad una concentrazione del 3-4 % diluito in 500 cc. di acqua. Trattandosi di gare in mtb consiglio di assumere pochi alimenti solidi, al massimo un barretta da 35-50 gr. nella prima ora di gara e poi bere regolarmente una bevanda con una concentrazione di maltodestrine di circa l’8%.
Presto dovrebbero uscire integratori molto più completi da assumere diluiti in acqua che dovrebbero garantire un completo ed equilibrato apporto calorico durante l’attività fisica senza dover ricorrere ad alimenti solidi.



20 Marzo 2011

Salve dottore, mi chiamo Mauizio, ho 46 anni e soffro di ipotiroidismo; assumo eutirox 100 - 125 giorni a alterni. Pratico ciclismo agonistico amatoriale da tre anni allenandomi con costanza e determinazione e faccio parecchi sacrifici pur di non saltare gli allenamenti. Vengo al dunque: che "speranze" ho in termini di prestazioni in considerazione del problema di salute suesposto e che tipo di alimentazione mi consiglia in relazione all'assunzione del farmaco indicato.
La ringrazio e le porgo i miei cordiali saluti.
Maurizio
(Leggi la risposta)

Caro Maurizio,
la terapia che segui ti permette di compensare il cattivo funzionamento della tua tiroide, si tratta di una cosiddetta terapia sostitutiva, che se ben dosata permette al tuo organismo di svolgere normalmente le proprie funzioni.
Ho conosciuto molti campioni di diversi sport che seguono la tua stessa terapia, ed almeno 2 che ricordo molto bene sono diventati campioni del mondo in importanti discipline sportive come il calcio ed il ciclismo.
Quindi se l’ipotiroismo è ben controllato puoi seguire le stesse indicazioni alimentari generali che ho già ampiamente esposto nelle precedenti risposte.
Le diete indicate in rete che promettono di incrementare la funzionalità tiroidea aggiungendo o eliminando determinati cibi non trovano riscontri dal punto di vista scientifico.
Ciò che va ricordato sempre, per le disfunzioni tiroidee è che la dieta svolge una funzione complementare, non potendo essere quindi un sostitutivo dei farmaci prescritti.
Quando l'ipotiroidismo non ha un'origine dietetica, è bene evitare anche qualsiasi supplementazione specifica, anche di iodio dato che un suo eccesso potrebbe addirittura far peggiorare la condizione.
ll fatto che la medicina ufficiale dia poca importanza alla dieta nel trattamento dell'ipotiroidismo, deriva anche dal fatto che questo disturbo può essere agevolmente controllato, tramite una terapia sostitutiva a base di ormoni tiroidei che vengono assunti con una semplice compressa di medicinale.
Efficaci, sicuri ed utilizzati  da moltissimi anni, questi farmaci  devono essere assunti secondo le indicazioni mediche; generalmente, si consiglia l’assunzione a stomaco vuoto, a distanza di almeno 4-5 ore dall'assunzione di integratori di ferro o calcio, nonché dei multivitaminici che li contengono. Analogo discorso vale anche per gli antiacidi a base di sali di alluminio o magnesio, e per alimenti come farina di soia noci, ed alcuni  farmaci (colestiramina, sucralfato).
Il ruolo della dieta nel trattamento dell'ipotiroidismo è quindi rivolto, almeno secondo la medicina ufficiale, soprattutto ad evitare possibili interazioni con i medicinali assunti.



15 Marzo 2011

Buona sera, mi chiamo Andrea ho 42 anni e pratico gare amatoriali. Ho gia avuto contatti con il vostro preparatore per dei quesiti, vorrei porle delle domande: dovendo correre alle ore 15 e facendo il turno di lavoro la mattina dalle 6 alle 14 e non potendo mangiare pasta, che tipo di alimentazione devo fare? Posso integrare con integratori e quando corro la mattina ore 9? sono gare dai 70 km a 120 km.
Grazie e complimenti per i risultasti e di questa bellissima iniziativa.

Cordiali saluti
Andrea
(Leggi la risposta)

Correndo alle 15 e non potendo pranzare 3 ore prima consiglio prima di tutto di fare una abbondante prima colazione con yogurt, muesli, spremute, pane ai cereali con mozzarella, o ricotta e miele, o prosciutto crudo o bresaola, o parmigiano.
A metà mattina un bel panino ai cereali con prosciutto crudo e grana, un frutto. Bere molta acqua oppure succhi di frutta diluiti durante la mattinata,
Circa 1,30-1 ora prima della partenza un frutto, una barretta ai cereali, potrebbe essere utile anche un integratore da diluire in ½ litro di acqua studiato per essere assunto prima dello sforzo a  base di maltodestrine, acidi grassi a corta catena, sali minerali alcalinizzanti, aminoacidi ramificati.
Dopo la gara può essere utile un integratore per il recupero a base di proteine ad alto valore biologico del siero del latte, aminoacidi essenziali, ali alcalinazzanti, glutammica, vitamine ecc.

Per la corsa delle 9 del mattino, bisogna alzarsi presto ed almeno 2,30-3 ore prima consumare una abbondante prima colazione con succhi di frutta, yogurt, fette biscottate integrali o pane tostato con marmellata o miele, se gradito anche un piatto di 70-80 gr. di pasta integrale con olio e parmigiano.
Importante è non mischiare molti alimenti e preferire cibi  facilmente digeribili in quantità moderate,
Nelle 2 ore che precedono la partenza può essere utile l’integratore che ho sopra consigliato diluito in 500 cc. di acqua ed assunto a piccoli sorsi.



25 Febbraio 2011

Salve!
Pratico ciclismo da 11 anni e non riesco ancora a raggiungere risultati sul discorso alimentare in prospettiva dell'attivita ciclistica. Il mio lavoro e autoferrortamviere, ho 35 anni, sono alto 1.83 e peso da un max di 74 ad un min di 71kg. Le mie migliori prestazioni le ho raggiunte quando pesavo 69 ma ho perso anche massa muscolare. Come posso raggiungere i 69kg senza perdere massa muscolare? Grazie e saluti
Cosimo Cardellino
(Leggi la risposta)

Per poter rispondere alle sue domande è indispensabile conoscere la sua composizione corporea valutata con un sistema attendibile e da personale esperto, altrimenti mi è impossibile  dirle quale sia per lei il peso ottimale che non provochi una perdita di massa magra e mantenga sui valori minimi la massa grassa. Veda poi tutti i consigli alimentari che ho già dato nelle altre risposte, vi sono riassunti i principi della dieta “bioenergetica” che ho messo a punto per gli sportivi, che si propone come principale scopo quello di salvaguardare la massa magra.



16 Febbraio 2011

Salve, voleve chiedere qualè la giusta ripartizione di grassi, proteine e carboidrati e i grammi per kilo corporeo in questo caso per il ciclismo.
Grazie
Pietro Scolaro
(Leggi la risposta)

In periodi di intenso allenamento con sedute giornaliere o talvolta anche doppie nella giornata la dieta dovrebbe avere un contenuto in carboidrati mai inferiore al 55-60%.
Non è però sicuramente utile per chi deve programmare uno specifico regime alimentare ad un atleta esprimere la quantità di carboidrati con una percentuale rispetto al totale apporto calorico, in quanto le necessità energetiche variano molto da un individuo all’altro ed alti apporti in carboidrati possono essere ottenuti ad esempio a relativamente più basse percentuali quando sia necessario apportare grandi quantità di calorie. E’ meglio ragionare di una assoluta quantità di zuccheri necessaria a soddisfare le richieste durante l’allenamento più le quantità utilizzate dai tessuti corporei  durante il resto della giornata piuttosto che in relazione al totale dell’apporto calorico giornaliero.
Anche se la richiesta di carboidrati è determinata principalmente dalla quantità e dalla intensità dei lavori sostenuti, la struttura corporea è anch’essa un importante fattore, quindi il miglior sistema sarebbe quello di esprimere l’apporto di questi nutrimenti in gr/kg di massa corporea.
La quota di carboidrati ottimale per garantire idonee  scorte di glicogeno muscolare va dai  7 ai 12 grammi/Kg di magra  al giorno
In periodi di intenso allenamento è opportuno garantire circa 8-10gr.di zuccheri per  kg. di peso dell’atleta, quando facciamo questi riferimenti al peso dell’atleta noi prendiamo sempre in considerazione solo la massa magra (FFM), cioè la parte metabolicamente attiva dell’organismo

Per i ciclisti noi consigliamo quindi un apporto giornaliero di proteine leggermente superiore a quello delle linee guida per la popolazione normale, non scendiamo mai sotto 1,5-1,6  g/kg di peso corporeo, fino ad arrivare ai 2-2,2 gr. g/kg di peso corporeo in periodi di attività particolarmente intensa (corse a tappe ad es.).
Una volta calcolato il giusto apporto in carboidrati e proteine i grassi di solito oscillano in una percentuale che va dal 24 al 28% del totale apporto calorico.



31 Gennaio 2011

Buongiorno, durante la settimana, tipicamente mi posso allenare solo molto presto alla mattina con sessioni di 1h30'-2h max a seconda del tipo di attività da svolgere in tabella. Ho problemi nell'identificare una colazione che sazi la mia fame mattutina ma che mi consenta di salire in bici al più presto senza problemi di rebound e conseguente pesantezza.

Grazie.
Mario
(Leggi la risposta)

Gentile Sig. Mario,

mi sembra di aver capito che allenandosi al mattino presto la colazione viene consumata circa 45 -60 minuti prima di partire ( magari mi dia informazioni più precise) in questi casi secondo me non puo’ assumere latte o alimenti solidi, una  idea potrebbe essere un frullato con frutta miele e biscotti per la prima infanzia, altrimenti potrebbe provare con 1-2 fette biscottate integrali e miele 20-30 gr. di mandorle o noci brasiliane ed una bevanda a base di un integratore pre-gara che contenga maltodestrine, aminoacidi ramificati, acidi grassi a corta catena.
Il concetto comunque è quello di assumere alimenti in piccole quantità e possibilmente in forma liquida, tenga conto che il suo allenamento dura non più di due ore, sarà importante fare una spuntino più abbondante al ritorno a base di cereali integrali, latte o yogurt, pane integrale con prosciutto crudo, bresaola, parmigiano, ecc….
Mi faccia sapere…..



27 Gennaio 2011

Salve!
Sono un ciclista amatore di 23 anni volevo chiederle se poteva suggerirmi come suddividere i pasti durante la giornata visto che faccio i turni al lavoro cioè vado in bici una settimana di mattino e l'altra di pomeriggio..e seconda cosa le combinazioni alimentari corrette..tengo a precisare che ho un'intolleranza verso il lattosio e il lievito..in attesa di una risposta la saluto e la ringrazio!

Simone
(Leggi la risposta)

LA DOMANDA E’ MOLTO COMPLESSA SOPRATTUTTO PER QUANTO RIGUARDA LE INTOLLERANZE RIFERITE, IN QUESTO CASO E’ INDISPENSABILE FARE UNA VISITA MEDICA E VALUTARE QUALI ESAMI SONO STATI FATTI PER DETERMINARE QUESTE INTOLLERANZE ,  CHE DISTURBI  EFFETTIVAMENTE DETERMINANO ED EVENTUALMENTE ESEGUIRE ULTERIORI APPROFONDIMENTI DIAGNOSTICI..

Per il problema turni invece basta fare alcuni semplici adattamenti, nel caso ci si alleni di mattina quindi turno pomeridiano consiglio:
- Abbondante colazione almeno 2,30-3 ore prima dell’allenamento  mischiando pochi alimenti, facilmente digeribili ricchi di carboidrati con  un modesto apporto proteico.
Se il tempo a disposizione prima di partire per l’allenamento è minore la colazione deve essere molto più leggera, in questi casi è utile consumare nell’ora che precede la partenza una bevanda che contenga un integratore a  base di maltodestrine, acidi grassi a corta catena, aminoacidi ramificati, sali minerali e vitamine.

Alla fine dell’allenamento prima di andare al lavoro consiglio di mangiare un piatto di pasta o riso possibilmente integrali ed un secondo piatto proteico in quantità molto moderata  ( prosciutto crudo, bresaola, tonno, pesce, ecc..) con verdure cotte o crude

Durante il pomeriggio al lavoro consiglio di consumare frutta e per cena alla sera dopo il lavoro passati di verdura e legumi senza pasta e secondi piatti proteici a base di carni varie, pesce, ecc. pane integrale o ai cereali, verdure cotte o crude.


In caso di turno di lavoro al mattino fare una normale colazione, un abbondante spuntino a metà mattinata ( panino integrale con prosciutto crudo, bresaola, pomodoro e parmigiano ecc. 1 yogurt ed 1 frutto). Il pasto deve essere molto leggero soprattutto se ci si allena poco dopo, ad esempio poca pasta con olio e parmigiano, un frutto oppure un frullato. Anche in questi casi può essere utile il solito integratore che ho consigliato  al mattino, sempre nel caso non vi sia sufficiente tempo per pranzare,
Dopo allenamento si consiglia frutta (anche sotto forma di frullati) e la solita cena consigliata in precedenza dove si dia particolare riguardo ai piatti proteici anche vegetali (legumi).



27 Dicembre 2010

Salve Dottore, sono un cicloamatore csd evoluto, faccio circa 40 gare l'anno di cui 15 granfondo ed il resto circuiti, sono alto 171 cm, peso 64 kg ed ho una massa grassa del 6.5-7% (plicometria) mi alleno sempre dopo pranzo (dalle 2 orette di scarico alle 4 ore e mezzo della distanza) volevo chiederle se è possibile avere una alimentazione tipo del ciclista con esempi (colazione, spuntino, pranzo, merenda, cena) che vada bene per il mio caso ed inoltre sapere, se possibile, l'integrazione per un atleta del mio livello.

La ringrazio anticipatamente e le auguro un sereno Natale e felice Anno Nuovo.
Domenico
(Leggi la risposta)

Caro Domenico,
come puoi vedere in una precedente risposta già  pubblicata ho già esposto i principi generali di alimentazione a cui si deve attenere chi pratica attività sportiva.
Nel tuo caso specifico posso consigliarti prima do tutto do controllare costantemente il tuo peso, perché se effettivamente i valori di massa grassa sono quelli che riferisci, una ulteriore abbassamento di peso porterebbe ad una perdita di massa muscolare con conseguente scadimento della prestazione sportiva.
Devi porre particolare attenzione riguardo alla distribuzione degli alimenti durante la giornata, visto che ti alleni subito dopo pranzo. La colazione diventa un pasto fondamentale deve essere abbondante con un notevole apporto di alimenti proteici e di carboidrati a basso indice glicemico.

ALIMENTI CONSIGLIATI PER LA COLAZIONE
Spremute di frutta fresca o centrifugati di frutta e verdura.

Latte parz. Scremato, yogurt, (secondo i  gusti personali) dolcificare con zucchero di canna,  fruttosio o meglio miele. In base ai propri gusti scegliere fra i seguenti alimenti:
  • Muesli (fiocchi avena, frutta secca, nocciole ecc)
  • Gallette di riso
  • Fette biscottate integrali o ai cereali con miele
  • Cereali integrali  
  • Dolce secco casalingo all’avena                
  • pane integrale od ai cereali con prosciutto crudo, bresaola o formaggi freschi magri quali ricotta, mozzarella, crescenza ecc.  

Molto utili nell’alimentazione di uno sportivo sono alcuni tipi di frutta secca quali mandorle, nocciole, noci, noci brasiliane, pistacchi, arachidi La frutta secca non ha colesterolo ed é ricca di importanti sostanze nutrienti, incluso proteine e fibre alimentari. E' anche un ottima fonte di acido folico, niacina e vitamina E e B6, oltre che di minerali come magnesio, rame, zinco, selenio, fosforo e potassio E' vero che la frutta secca contiene grassi in quantitativi relativamente elevati, ma si tratta di grassi insaturi I grassi non saturi, come quelli polinsaturi e monoinsaturi, possono in realtà diminuire il tasso di lipoproteina (LDL, lipoproteine a bassa densità, o colesterolo "cattivo". La frutta secca quindi è una importante  fonte di grassi poli insaturi e specificamente di acido alfa-linoleico (ALA), una componente dei grassi Omega-3 (100 g di noci contengono 9,2 g di acidi grassi Omega 3); numerosi studi hanno evidenziato come gli Omega 3 aiutino a diminuire il rischio di malattie cardiache, ictus, diabete, depressione, obesità, cancro.. Sono inoltre un'ottima fonte di fitosteroli, sostanze ritenute importanti nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Basta tener d’occhio il consumo calorico: 100 g di frutta secca apportano circa 600 calorie, quindi sono molto utili soprattutto negli sportivi quando si voglia garantire un adeguato apporto energetico,  quando invece si vuole ottenere una riduzione del peso corporeo questo tipo di alimenti va assunto con molta moderazione,  in questi casi una porzione di 20-40 g è  sufficiente a ridarci energia senza gravare sulla bilancia.. Quando si acquista  la frutta secca fare molta attenzione che provenga da produzioni biologiche e non vi siano stati aggiunti adittivi chimici, sale e oli vegetali.

Indispensabile un’ abbondante spuntino a metà mattina, 3-4 ore prima dell’allenamento ad esempio panino ai cereali con bresaola, prosciutto crudo, ecc. frutta e/o yogurt.

In questo modo si puo’ affrontare l’allenamento mangiando pochissimo prima della partenza, puo’ bastare un po’ di frutta, yogurt, barretta ai cereali.
Dopo l’allenamento si consigliano carboidrati anche ad elevato indice glicemico come pasta, riso, patate, pane, ecc.

Fondamentale è poi un pasto serale con un elevato apporto proteico, un primo a base di passati di verdura o legumi senza pasta, un secondo piatto a base di carni bianche o rosse o pesce, verdure cotte o crude.

Per indicazioni piu’ precise sarebbe necessario conoscere più nel dettaglio le sue abitudini alimentari, i suoi gusti, il tipo di lavoro svolto, ecc.
Riguardo all’integrazione posso dirle che esistono in commercio prodotti adatti a chi come, lei allenandosi subito dopo pranzo è costretto a saltare un pasto, nella confezione di questi prodotti troverà una busta da assumere prima dell’allenamento, diluita in ½ litro di acqua e bevuta a piccoli sorsi nelle due ore che precedono la partenza. Contengono maltodestrine, acidi grassi a corta catena, aminoacidi ramificati, vitamine, sali minerali alcalinizzanti, ecc. Nella stessa confezione di solito trova anche un’altra busta da assumere dopo l’allenamento che si può diluire in ½ litro di acqua oppure se si vuole aumentare l’apporto proteico in latte freddo scremato, o di soia, che contiene proteine del siero del latte, un elevato apporto di aminoacidi essenziali, glutammina, taurina, sali minerali alcalinizzanti, vitamine, zuccheri a rapido assorbimento ecc. Come si può dedurre dalla mia descrizione sono integratori molto completi e con la varietà dei loro componenti riescono ad averi notevoli effetti positivi in quanto questi agiscono in maniera sinergica aumentando i loro benefici rispetto alla loro singola assunzione.

Se poi in base a più approfondite valutazioni (esami del sangue, composizione corporea, ecc) si rilevassero specifiche carenze si potrebbero consigliare integratori più specifici



21 Dicembre 2010

Salve dr. Giammattei
Sono un ragazzo di 18 anni e corro al "Pedale Riminese", cat. juniores 2° anno. Vorrei sapere da lei, un'alimentazione ottimale durante il periodo di gare (marzo/ottobre), soprattutto quanti carboidrati e proteine devo assumere giornalmente e l'alimentazione pre-gara.

Grazie e cordiali saluti.
Marco Buccarini
(Leggi la risposta)

Caro Andrea,
ti ringrazio per la domanda, ma non è semplice darti una risposta esauriente.
Innanzi tutto sarebbe indispensabile conoscerti, visitarti, fare una corretta analisi della composizione corporea, solo così è possibile determinare il tuo peso forma, calcolare il fabbisogno energetico giornaliero e le diverse percentuali fra i vari componenti dell’alimentazione (carboidrati, grassi e proteine).
Alcuni consigli generali molto utili da seguire per avere una alimentazione ottimale nel  periodo gare sono i seguenti:
Ricordati che un'intelligente associazione di alimenti, un'alimentazione attenta, variegata, naturale, ricca di vitamine, minerali, fibre e oligoelementi, povera in grassi saturi, cibi acidificanti e zuccheri semplici ad elevato indice glicemico, permette di ritrovare quell'energia e quella forza vitale che portano al benessere fisico da tutti tanto desiderato.
Si consiglia consumare pane integrale od ai cereali invece del comune pane bianco per il più basso indice glicemico che causa minori oscillazioni della glicemia plasmatica.
Devono essere sempre assunte giornalmente per l’elevato potere alcalinizzante alcune fra le seguenti verdure: pomodori, insalata, sedano, finocchi, ravanelli, carote, bietola, spinaci, radicchio, peperoni, cetrioli, zucchine verdi, fagiolini, melanzane, rucola.
Inoltre abituarsi a consumare 3-4 volte alla settimana  legumi (fagioli,ceci,lenticchie), germogli di soia, mais per garantire un apporto di proteine di origine vegetale.
Per l’elevato potere alcalinizzante  tutti i giorni consumare alcuni  fra i seguenti tipi di frutta: melone, kiwi, banane, albicocche, ribes rosso, pesche, nespole, susine, ananas, papaia, uva, avocado, ciliegie, prugne fresche, lamponi, arancio, pompelmo, mirtilli.

Questi tipi di frutta potrebbero essere assunti anche sotto forma di frullati con l’aggiunta di acqua o latte scremato, lontano dai pasti per aumentare l’apporto di liquidi, sali minerali, vitamine, zuccheri e sostanze tamponanti l’acidità dell’organismo.

La pasta integrale è di gran lunga preferibile e si cuoce come la pasta normale.Cercare di consumare paste integrali, ai cereali od al farro da agricoltura biologica

Eliminare le bevande gasate e zuccherine (coca-cola, aranciata ecc.) durante i pasti

Metodi di cottura semplici, al forno, alla griglia, al vapore ecc. non usare burro od altri tipi di grassi, usare olio extravergine di oliva e preferibilmente a crudo.
Richiedere o scegliere nei negozi sempre e solo prodotti il più possibile genuini, da agricoltura biologica rifiutando almeno quelli ultra-manipolati o ultra-addizionati di sostanze chimiche.


LIMITARE L’USO DEI SEGUENTI ALIMENTI:
  • TUTTI I DOLCI: biscotti, gelati, marmellate, cioccolato, ecc. per il danno al metabolismo prodotto dallo zucchero e la frequente ultramanipolazione industriale o artigianale.
  • TUTTI I DOLCIFICANTI ARTIFICIALI: saccarina, aspartame, ecc.
  • LATTE A LUNGA CONSERVAZIONE: formaggini, sottilette, formaggi molli in vaschette ( spesso carichi di conservanti, come fa capire la data di scadenza molto lontana e la effettiva lunghissima conservabilità). Preferire il latte fresco e i formaggi tradizionali (parmigiano, mozzarella, ricotta ecc.)
  • MARGARINA: contiene nichel ed è costituita da grassi saturi, come il burro.
  • SALUMI, INSACCATI, AFFETTATI IN GENERE: eccessivo carico di grassi animali e conservanti.
  • NON USARE RECIPIENTI O FOGLI DI ALLUMINIO per cuocere o conservare gli alimenti.

MODO DI CUCINARE :
  • Versare l’OLIO extra-vergine da spremitura a freddo a cottura ultimata, in tavola, direttamente nel proprio piatto, od unirlo durante la cottura ad acqua od altri liquidi, così da raggiungere temperature meno elevate. Proibiti fritti e soffritti.
  • Le verdure si mangiano crude quando possibile, o cotte al vapore, o bollite nel minestrone o al forno in torte salate, ecc. Utilissimi i succhi (centrifugati) di ortaggi singoli o misti, ed i germogli dei semi che si mangiano crudi.
  • Le patate si bollono oppure si cuociono al vapore o al cartoccio in forno (disponendole semplicemente su una teglia senza grassi né acqua, per circa 1 ora) o si associano ad altri ortaggi in torte salate, o a pomodori in stufato ecc.
  • Carni e pesce: usare solo tagli magrissimi e spellare i volatili prima della cottura. Si possono cuocere al vapore, alla griglia, bollite, oppure arrosto.
 
PER AGEVOLARE LA DIGESTIONE:
  • Mettere le verdure del contorno ad inizio dei pasti, specialmente quelle crude.
  • Associare ad ogni pasto un numero limitato di alimenti ed usarne un numero limitato anche ogni giorno.
  • Non arrivare mai affamati all’ora di pranzo e cena, masticare bene ogni boccone prima di deglutire,  non litigare, non guardare la televisione, non telefonare mentre si consumano i pasti
  • Bere poco durante i pasti, bere invece molto lontano dai pasti, al mattino al risveglio e la sera prima di coricarsi.
 
Cosa e come mangiare prima della gara?
Per una gara con partenza al mattino, cerare di aumentare l’apporto di carboidrati dal giorno precedente, quindi in questo caso è concesso di assumere pasta abbondante sia a pranzo e cena e limitare la quantità dei secondi piatti. Al mattino della gara, almeno 3 ore prima della partenza fare una abbondante colazione con spremute di frutta fresca o centrifugati di frutta e verdura., meglio evitare il latte,  per problemi di digeribilità, assumere  yogurt, caffè o thè (secondo i  gusti personali dei singoli atleti), come dolcificante usare il miele.
In base ai propri gusti scegliere fra i seguenti alimenti:
  • Muesli (fiocchi avena, frutta secca, nocciole ecc)
  • Gallette di riso
  • Fette biscottate integrali o ai cereali con  miele
  • Cereali integrali t
  • Dolce secco casalingo ( meglio all’avena    o ai cereali)           
  • Eventualmente si puo’ aggiungere 70- 80 gr. di pane integrale od ai cereali con prosciutto crudo, bresaola o formaggi   freschi magri quali ricotta, mozzarella, crescenza ecc.
Sarebbe meglio invece della normale pasta a fine colazione consumare un piatto di pasta integrale, ai cereali, di farro o di Kamut, con olio extravergine di oliva e parmigiano  
Anche in questo caso cercare di non mischiare troppi alimenti e di non esagerare con le quantità



17 Novembre 2010

Che ruolo e che peso ha l'alimentazione nella ricerca di una vita sana e del benessere? Come si inserisce nell'armonia dei comportamenti. (Leggi la risposta)

La nostra salute è grandemente influenzata dal nostro modo di alimentarci, qualsiasi cibo ingeriamo, influisce sul nostro essere, sul corpo, sulla mente, già Ippocrate, 460-377 a.C. considerava il cibo come la fondamentale medicina dell'uomo.Il cibo rappresenta un legame tra noi e la natura, attraverso il cibo diamo nutrimento ed energia alle cellule del nostro corpo. Nel XVI secolo Paracelso affermava “Noi non siamo nati soltanto dalla nostra madre, anche la terra è nostra madre, che penetra in noi giorno dopo giorno con ogni boccone che noi mangiamo"
A qualsiasi livello l’attività  fisica venga praticata, il modo di alimentarsi risulta fondamentale per una buona riuscita della performance sportiva e soprattutto per garantire un buon  stato di
salute all’atleta. E’ stato ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica che per mantenere in perfetta efficienza il nostro organismo è importante fornire un’alimentazione, il più possibile sana, equilibrata, varia e che soddisfi le necessità energetiche a seconda della tipologia di attività fisica e sportiva svolta.



17 Novembre 2010

Quali sono i principi base di una corretta alimentazione? (Leggi la risposta)

Un'intelligente associazione di alimenti, un'alimentazione attenta, variegata, naturale, ricca di vitamine, minerali, fibre e oligoelementi, povera in grassi saturi, cibi acidificanti e zuccheri semplici ad elevato indice glicemico, permette di ritrovare quell'energia e quella forza vitale che portano al benessere fisico da tutti tanto desiderato.
Per chi vuole quindi migliorare il proprio stato di forma, soprattutto per chi pratica un'attività sportiva, il mangiare in modo sano, scientificamente valido, equilibrato, vario e appetibile diventa anche un modo corretto di aumentare le proprie difese organiche, combattere  i più comuni disturbi ed aumentare la prestazione sportiva.



Integrazione alimentare. Gli integratori in allenamento ed in gara.
Interpretazione delle analisi di laboratorio (sangue e urine)

dott. ALBERTO MARIO BARGOSSI
Risponde dott. ALBERTO MARIO BARGOSSI

Specialista in Igiene e Medicina Preventiva (indirizzo Sanità Pubblica)
Specialista in Igiene (indirizzo Laboratorio)
Specialista in Medicina dello Sport
ex Dirigente presso Laboratorio Analisi Centralizzato Ospedale
Sant'Orsola (BO)
Esperto in nutrizione umana

22 Ottobre 2012

Buonasera dottore, è da aprile che ho intrapreso la strada della mountain bike facendo anche gare importanti, mi capita spesso di andare in crisi di fame sempre negli ultimi km, in allenamento non capita mai in gara mi accorgo che spingo di più ho frequenze più alte ma non arrivo mai alla fine fresco mi può dare un consiglio su come alimentarmi. La ringrazio.

Cordiali saluti
Valerio
(Leggi la risposta)

Egregi Sig Valerio,
è abbastanza normale che nelle competizioni si spenda molto più che in allenamento: non va infatti sottovalutata la componente psicoaffettiva specifica la cui attivazione aumenta molto l'ossidazione dei nutrienti e la spesa energetica.
Addirittura nelle prove di destrezza come il "down hill" questa componente può considerarsi prioritaria!
In gara è difficile amministrarsi: ciò spesso fa la differenza tra un atleta
normale, un buon atleta e il campione.
Inoltre da quanto Lei comunica appare che le sue riserve sono piuttosto
basse (qual è la sua massa magra?).
Forse u paio di kg, e non di solo muscolo, in più non la danneggerebbero, anzi...
Buon allenamento e buone gare.



3 Agosto 2012

Buongiorno, vorrei chiedere consigli su come gestire il periodo di stacco dalle corse. Premetto che ho iniziato ad allenarmi a novembre con 4 o 5 sedute settimanali facendo una decine di GF. Ora il prossimo fine settimana (22 luglio) ho in programma una MF per poi ritornare alle gare i primi di settembre. Vorrei recuperare fino al 6 agosto per poi riprendere gradatamente aumentando le distanze fino a percorrere la distanza di gara e riprendere coi lavori specifici dal 13 agosto. Una simile programmazione potrebbe andar bene? Nel caso come mi consiglierebbe di gestire il recupero: solo recupero attivo con uscite blande a sensazione o anche riposo assoluto?

Cordiali saluti
Gabriele
(Leggi la risposta)

Buon giorno,
sono tornato a casa ieri notte e dunque il ritardo nella risposta dipende dal non aver potuto leggere prima la mail.

Nel merito:
considerato il clima attuale e il tipo di allenamento finalizzato alle “gran fondo”, integratori con Mg o Mg-K potrebbero essere una (parziale) immediata risposta al quesito.
Io consiglio Magnosol o Magnofit o Polase, ma in commercio esistono numerosi integratori del tutto simili nella composizione e la scelta ottimale probabilmente si determina caso per caso non essendo prevedibile a priori la capacità di assorbimento del singolo.
Un consiglio più corretto vorrebbe la preliminare determinazione laboratoristica del livello sierico ed urinario (urine delle 24 ore) di Mg e K.
Tuttavia una soluzione migliore al problema dei crampi muscolari da esercizio non compensato sembra essere la assunzione per almeno un mese di 100-150 mg di Carnosina simultanea all’integrazione salina.
Si dà per scontato che l’alimentazione in allenamento e durante la prestazione-gara sia corretta altrimenti i crampi probabilmente insorgerebbero durante l’attività.



16 Luglio 2012

Caro dottore volevo sapere come mai nella fase successia ad un allenamento un po piu intenso sono soggeto a contrazioni involontarie che durano un paio di giorni.analisi del sangue tutto ok e allenamenti sempre nei miei limiti.integro gia la mia dieta con magnesio come consigliatomi da un medico.
Cordiali saluti
Salvatore
(Leggi la risposta)

Premessa: quando si dice che gli esami sono OK (analisi del sangue tutto ok ) bisogna tener conto che i dati della chimica clinica negli sportivi debbono essere interpretati in un’ottica estremamente individuale e non si dovrebbe o quasi tener conto dei cosiddetti valori di riferimento, tranne che non si abbia a disposizione per controllo un file di dati specifici per sesso età tipo di sport e allenamento.
Ciò premesso in particolare il Magnesio su siero NON è un buon indice del Magnesio del tessuto e del tessuto muscolare in particolare. Si suggerisce , ove possibile la misura del Magnesio leucocitario (ma sono pochi i Laboratori che lo effettuano) o su sangue in toto abbinato alla misura dell’Ematocrito%.
In ogni caso un’integrazione di Mg-K , quando occorra, deve prevedere tempi abbastanza lunghi (circa 6 settimane) con controlli in serie dei valori sierici e urinari (su urine delle 24 ore).
Un sintomatologia quale quella riferita (…nella fase successia ad un allenamento un po piu intenso sono soggeto a contrazioni involontarie che durano un paio di giorni…) può avere, peraltro anche cause diverse dal deficit elettrolitico; tali cause dovrebbero esser ricercate con un’anamnesi attenta d’ordine sia clinico che medico-sportivo.
Altra cosa è un dolore muscolare ritardato, ma non sembra esser questo il caso.



30 Maggio 2012

Buongiorno, pratico ciclismo cimentandomi in granfondo e mediofondo. Ho un'anemia in conseguenza di mononucleosi che sto trattando da febbraio scorso con ferro meteorico. Negli allenamenti la resistenza ora è buona ma ho tutt'ora un deficit di forza rispetto ai miei standard nonostante tanti allenamenti di potenziamento. Finora mi sono aiutato prendendo per un mese un integratore a base di arginina e carnitina (Starvit) e pappa reale (Biotrefon Plus) una volta al giorno oltre a 2g di aminoacidi prima e 2 gr dopo l'allenamento e 2gr di bcaa a colazione e 2 gr a metà pomeriggio nei giorni di riposo; mi è stata consigliata la creatina ma ho qualche dubbio sulla reale efficacia nel mio caso e sulle conseguenza che possa darmi avendo ancora dei problemi al fegato. Premetto che sono alto 177cm. peso 57kg con una massa grassa intorno al 7%, saprebbe confermarmi la bontà di tale integrazione e se proseguire così o suggerirmene un'altra più opportuna? Il mio obiettivo è arrivare alla
Maratona delle Dolomiti nelle migliori condizioni possibili sapendo che purtroppo dovrò correrla con valori di ematocrito (34) emoglobina (12) e globuli rossi sotto la norma.
(Leggi la risposta)

Egregio Sig Gabriele

  1. Come certamente le è stato già detto la mononucleosi rappresenta un grave insulto virale al sistema reticoloistiocitario e immunitario e spesso coinvolge potentemente anche l'ematopoiesi.
  2. Questo coinvolgimento si traduce in un'espressione di franca anemia: cioè non si tratta solo         dell'espressione, di riscontro abbastanza consueto, di anemia nell'atleta, ma è il sintomo di una vera deficiente funzione ematopoietica con vera anemia alla quale non si pone rimedio con il trattamento marziale (con ferro per os), e che certamente sconsiglia l'attività sportiva e in particolare quella di fondo. Non riesco assolutamente a capire cosa intenda con ferro meteorico e comunque non conosco né dose né modalità di assunzione: dati centrali nella valutazione dell'adeguatezza terapeutica.
  3. La mononucleosi nell'adulto praticante un'attività fisica di endurance (fondo-mezzofondo) è spesso l'espressione grave di una situazione di superallenamento. In sostanza il virus si manifesta con la malattia perché il sistema immunitario e l'organismo sono  affaticati e inadeguati a resistere e richiede tempi abbastanza lunghi (mesi) per la guarigione e la progressiva restitutio della condizione atletica.
  4. Questo anche in presenza di  un referto ematologico con parametri compresi nei valori di riferimento.
  5. In via di principio e da un punto di vista medico-sportivo una mononucleosi comporta la sospensione della certificazione di idoneità per ogni attività agonistica.
  6. Considerando ora la supplementazione e integrazione è evidente che nel periodo di sospensione dell'attività atletica e dei carichi di lavoro, che non possono esser considerati in atto allenanti, l’integrazione non è consigliabile, ma l’uso di AAR favorenti la funzionalità epatica può essere utile; ritengo opportuno anche un ciclo di terapia con complesso B. Non conoscendo né la concentrazione dei folati, né la concentrazione di Vit B12 né la Sideremia né la Ferritina né l’esame emocromocitometrico e morfologico non azzardo consigli relativi ad una terapia con ferro per os. (ricordo che è vietata negli atleti ogni terapia con ferro e. v.)



29 Maggio 2012

Buongiorno dottore,
la domenica faccio 80 90 km prendo aminoacidi ramificati 2 prima dell'allenamento e 2 prima di andare a dormire, visto che lo prendo una valta alla settimana devo fare pause o lo posso assumere senza pausa.

Cordiali saluti
Maurizio
(Leggi la risposta)

Ciao Maurizio, immagino che si tratti di 2g + 2g /33 volte alla settimana.
Il mio parere è di anticipare all'immediato post allenamento quelli della sera , se compatibile con gli orari.
(Forse io mi spingerei a indicare 5 g o addirittura a 6 g sempre in due volte.)
Credo che una sospensione di una diecina di gg ogni 8 10 settimane sia comunque consigliabile anche se in questo caso non imprescindibile.
Cordiali saluti



13 Marzo 2012

Buonasera Dottore, ho 52 anni pratico ciclismo a livello agonistico, faccio qualche gara ogni tanto, sono alto 1,78 x 69 kg e percorro circa 15000-20000 l'anno.
In alcuni periodi dell'anno mi sento molto stanco e affaticato con le gambe molli e non ne vogliono proprio sapere di girare, ora la domanda che vorrei porle è questa, che tipo di esami mi dovrei fare prescrivere dal mio dottore inerente al mio sport per avere un quadro clinico completo ?

La ringrazio tanto.
Saluti, Fabrizio
(Leggi la risposta)

Buongiorno Sig. Fabrizio, cerco di rispondere al suo quesito. Una prima osservazione è che in relazione ad età, altezza e supponendo un discreto status di allenamento, ho l'impressione di un soggetto un po' sottopeso, che si allena molto o addirittura troppo se si tratta di una finalità salutistica; ma ne avrà probabilmente già parlato col suo medico di medicina genenerale.
Quindi potrebbe trattarsi di un caso caratteristico della Over Reaching Syndrome. O addirittura di Over Training Syndrome.
In realtà non sappiamo se in quei periodi ci siano anche difficoltà di recupero e di sonno ristoratore o di relativa inappetenza. E completamente ignoto è il regime alimentare con o senza integratori che viene seguito.
Nel I° caso ORS, una alternanza di cicli di scarico: con lavori di intensità brevi o brevissimi e lunghi recuperi, potrebbe superare il problema che spesso è duplice: fisico e mentale. Più complessa è la risoluzione della OTS.
Gli esami di I° livello che io richiederei sono un po' quelli consueti, ma è l'interpretazione dei referti che potrebbe esser diversa.
Certo è che nello sportivo i valori di riferimento hanno scarso valore.

Esami di screening:
1.      Emocromocitometrico con formula e conta piastrine
2.      Ferro e
3.      Transferrina,
4.      Creatinina sierica
5.      e urinaria della prima minzione del mattino
6.      e anche delle 24 ore
7.      Azoto sierico
8.      e urinario delle 24 ore
9.      Ac.urico sierico
10.     e urinario della prima minzione del mattino
11.     e anche delle 24 ore
12.     Glucosio sierico e urinario della prima minzione del mattino
13.     Colesterolo totale
14.     Trigliceridi
15.     Amminoacidogramma plasmatico e della prima minzione del mattino
16.     Elettroforesi delle proteine del siero.
17.     Esame completo delle urine del mattino.
18.     CK
19.     AST
20.     ALT
21.     GGT (o Fosfatasi alcalina)
22.     Bilirubina totale
23.     TSH
24.     Testosterone libero
25.     Cortisolo
26.     VES
27.     Prot C reattiva

Esaminati questi referti si potranno in caso eseguire esami di II° livello come Catecolamine libere urinarie, CoQ10, 5Ht piastrinica, ac.5HIAA ecc.



19 Novembre 2011

Salve sono un'atleta professionista di 25anni che fa atletica (lunghe distanze:10000 e mezza maratona) fino ad ora non ho mai assunto integratori ma ogni tanto durante l'anno vado incontro a periodi di calo, lei mi saprebbe consigliare un protocollo da seguire, un farmacista mi ha dato il tad perchè avevo le transaminasi sempre oltre i 50 (limite era 38) e sono stata meglio. Ma come mi devo regolare? Da premettere che sono celiaca, intollerante al lattosio, grazie.

Martina
(Leggi la risposta)

Buon giorno Gentile Martina riassumo i pochi dati a mia disposizione:
atleta di 25 anni
celiaca e intollerante al lattosio
con enzimi (suppongo muscolari e epatici  AST e ALT) alterati
specialità: fondo-granfondo
problema sportivo : calo di rendimento.

La prima osservazione è l’insufficienza sia dei dati dell’anamnesi sia clinica che sportiva.
  1. Clinica da quanto perché e come è stata diagnosticata la m. celiaca e l’intolleranza al lattosio? _ quali dati di laboratorio sono disponibili? Bisognerebbe almeno capire l’andamento degli enzimi e conoscere i dati strumentali specifici delle attività sportive di endurance. Sospendo quindi il parere sulla terapia con TAD. (endovena? e in che dosaggio?)
  2. Sportiva: da quanti anni è iniziato l'allenamento? Quali sono i carichi e se e come sono articolati in cicli? Un calo di rendimento con sintomatologia coerente di facile stancabilità e dolenzia muscolare e scarso recupero e sino alla sindrome del risultato mediocre non spiegato (sindrome detta dell’ underperformance unexplained Sindrome  o dello Overtraining) può riconoscere cause estremamente diverse, le più probabili sono:
    1. anemia dell’ atleta (o nell’atleta) con Hb & Hct%  e Ferro e  Ferritina molto sotto i valori di riferimento
    2. bassi livelli degli amminoacidi plasmatici
    3. basso livello del Coenzima Q10
è certo possibile che il ricorso ad una integrazione mirata possa aiutare, ma la prima cosa da verificare sono periodizzazione , volume e intensità dei carichi di lavoro, tempi di recupero e riposo, adozione di una dieta adeguata.
In attesa di ulteriori informazioni cordiali saluti



26 Ottobre 2011

FAQ: “nutraceutica” e “alimenti funzionali” nella nutrizione dello sportivo e dell’atleta. (Leggi la risposta)

1. Molti amici atleti e sportivi chiedono cos’è la nutraceutica e cosa sono gli alimenti funzionali.
La nutraceutica è quella branca della scienza dell’alimentazione che indaga le relazioni tra le componenti dell’alimentazione intese non solo come macro- e micro-nutrienti ma anche nelle relazioni più intime di mantenimento e la promozione dello stato di salute e del benessere dell’organismo.
Col termine di  nutraceutico si intende un alimento in cui si riconosce l’associazione tra le tradizionali componenti nutrizionali con  componenti di efficacia verificata per la salute e il benessere.

2. Il termine “nutraceutico” nel parlato comune è spesso usato come alternativa ad “alimento funzionale”; ma qual è la differenza tra nutraceutici e alimenti funzionali?
Col primo termine ci riferiamo alla singola sostanza con proprietà terapeutiche presente nell’alimento: i  nutraceutici sono componenti o sostanze estratte dagli alimenti caratterizzati da proprietà terapeutiche specifiche. I nutraceutici possono essere assunti introducendo nella dieta gli alimenti funzionali, sia sotto forma di cibo “tal quale” che di cibo fortificato cioè arricchito di uno specifico principio attivo.
Con il secondo termine vogliamo piuttosto identificare l’intero cibo che presenta proprietà benefiche. Gli alimenti funzionali (functional food)  sono alimenti capaci nel loro insieme di una azione salutare. Gli effetti funzionali debbono essere scientificamente documentati e sono accettati secondo il modello della evidence based medicine.
Il cibo funzionale è un alimento, non un integratore alimentare ed esercita la sua funzione già quando è assunto nella quantità normalmente prevista da una razione dietetica equilibrata; possiede effetti che modulano una o più funzioni fisiologiche dell’organismo con effetto complessivo di miglioramento dello stato di salute e di benessere associato o meno a una riduzione del rischio relativo di malattia.

3. Quali sono i nutraceutici più studiati ,  quali gli alimenti funzionali che li rendono disponibili ?
Tipici nutraceutici degli alimenti funzionali che possono esser assunti anche come integratori sono: prebiotici e  probiotici, antiossidanti, acidi grassi essenziali  (serie Ω3 e Ω 6),  vitamine e complessi enzimatici, alcuni amminoacidi presenti in forma libera o di oligopeptidi, alcuni microminerali e sali minerali.

4. Si ha spesso il dubbio che le virtù salutistiche di alcuni cibi e /o integratori siano “pompate” dal produttore tramite i cosiddetti claims: come difendersi?
Il consumatore deve abituarsi a valutare il tenore dei claims: questi si distinguono in
a) Claims nutrizionali : affermano che un alimento ha particolari proprietà nutrizionali benefiche, legate all’energia e/o alle sostanze nutritive apportate da una delle sue componenti.
b) Claims salutistici : affermano l’esistenza di un rapporto tra un alimento, o un suo componente, e la salute. Sono suddivisi in: claims “funzionali” /claims riguardanti la riduzione del rischio di malattie e relativi alla salute e allo sviluppo dei bambini .
Il regolamento predisposto dagli esperti del Panel dell’European Food Safety Authority
(E FSA _NDA (dietetic products nutrition and allergies) prescrive che la Commissione Europea pubblichi il registro comunitario delle indicazioni nutrizionali ammesse.  
E’ poi compito del Panel di esperti dell’EFSA verificare la fondatezza scientifica dei claims e l’appropiatezza delle parole utilizzate.
V’è qualche difficoltà di accoglimento da parte dell’industria agroalimentare : quando la CE adotterà in modo definitivo l’elenco delle indicazioni ammesse, i claims rifiutati dall’EFSA dovrebbero essere inclusi in una lista ad hoc e rimossi dalle confezioni.

5. Quali informazioni sono oggi disponibili ?
A titolo indicativo riportiamo che nel 2010 l’EFSA ha accettato 1838 richieste su 4947 presentate rigettandone molte altre per motivi diversi. Ultimamente (Aprile 2011)  l’ EFSA ha pubblicato il parere su 442 diciture salutistiche che le aziende alimentari propongono sulle etichette. Si tratta del quarto gruppo di claims esaminato dagli esperti (per un totale di 2184 diciture) e nell’80% dei casi l’Autorità  ha bocciato le diciture per mancanza di un valido supporto scientifico.
Rimangono ancora 600 richieste che saranno esaminate entro giugno 2011.

6. Quali sono le ragioni dei pareri negativi?
Gli esperti EFSA hanno espresso pareri negativi soprattutto motivati dalla insufficiente qualità e quantità dei dati scientifici.
Le poche valutazioni positive hanno riguardato l’azione positiva delle noci sui vasi sanguigni, gli effetti antiossidanti dei polifenoli dell’olio d’oliva sul colesterolo totale e della frazione LDL, l’effetto stimolante della caffeina.



22 Ottobre 2011

Buongiorno, se possibile vorrei avere informazioni sulla citrullina, specifiche di impiego in sport aerobici o di potenza. Il dosaggio giornaliero ed il periodo d'uso.
Grazie
William
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La Citrullina ( di cui è ricca la scorza del cocomero lat. : citrullus dacui il nome) è un amminoacido a C6 ben solubile in H2O, si tratta di un amminoacido non essenziale che è prodotto da diversi intermedi metabolici a partire dal glutammato.
Nei mammiferi diviene, un substrato centrale nel ciclo metabolico di smaltimento dell’ammoniaca come urea collegandosi a monte con l’Ornitina da cui origina in presenza di Carbamilfosfato e a valle con l’Arginina.
Con queste premesse, si capisce come sia divenuto interessante per gli sportivi nel desiderio di accelerare il recupero post esercizio.
Si dovrebbe però non dimenticare che l’eliminazione dell’ “Ammoniaca- Ione ammonio” come Urea è solo uno degli aspetti del più grande problema della fatica nell’esercizio fisico.
Un aspetto interessante da considerare nel ciclo Ornitina - Citrullina - Arginina - Ornitina è dato dalla produzione di “ossido nitrico (NOx)” identificato come fattore di rilassamento endoteliale.
L’aumento di NOx  permetterebbe una miglio ossigenazione e in particolare una migliore ossigenazione del muscolo allenato, ma anche in questo modello non si debbono trascurare gli aspetti lesivi dell’NOx
Analizzando in modo conciso la via metabolica denominatat ciclo dell’urea:
Citrullina (Cit) p m = 175.2;  Ornitina (Orn) p m = 132.16; Arginina (Arg) p m =174.14 & & Acido Arginino Succinico.

Sono gli AAc. del ciclo dell’urea o ciclo di Krebs-Henseleit ( inizialmente ,1932 , definito ciclo dell’ornitina), in genere considerato nel modello a partire dal Carbamilfosfato; studiato e dimostrato da Krebs e Henseleit nel 1932 , noto come ciclo dell'Urea, è capace di smaltire circa 20g di Urea nelle 24 hr.
Si tratta di una pista metabolica complessa sia mitocondriale che citoplasmatica e ATTENZIONE : con diversa capacità nei differenti tessuti.
Una prima fase di questo ciclo è intramitocondriale e sintetizza Citrullina da Carbamilfosfato e Ornitina, nella seconda fase interviene 1 atomo d'azoto (N), originante in fase citosolica dall'Aspartato (Asp).
L'idrolisi dell'Arginina dà infine una molecola di Ornitina e libera 2 NH2 in una molecola di Urea.
In realtà il ciclo appare regolato, in ultima sostanza, dalle concentrazioni di Glutammato/Glutammina e di Arginina.

NB: ciò che si trascura in genere nella descrizione del ciclo è che gli enzimi limitanti le diverse fasi sono indotti da particolari situazioni dietetiche e/o fisiopatologiche (ex: esercizio fisico di intensità o di volume)

a proposito dell’arginina:
L'Arginina, definito "aminoacido condizionatamente essenziale" è un aminoacido essenziale nel bambino e nell'accrescimento, non essenziale nell'adulto; ma studi recenti dimostrano come facilmente l'adulto sia carente e si avvantaggi di supplementazione; nello sport si osserva che sali di Arginina-aspartato o Arginina-Glutammato mostrano spiccate capacità antiasteniche che è cosa diversa dalla capacità’antifatica.
Lungo la via metabolica Arginina-->Ornitina-->Poliammine si ha produzione di NOx (anche noto come fattore di rilassamento endoteliale derivante dall’Arginina o EADRF ) ad azione vasodilatante.
E' anche ben dimostrato come Arginina e Ornitina siano i più potenti stimolatori della liberazione di GH e dell'asse Somatotropo- Somatomedine per la specie umana.
Il test di secrezione del GH dopo stimolo con Arginina e. v. è normalmente usato per valutare l'efficienza del sistema sia in giovani prepuberi che nella pubertà.
E d'altro canto è cosa ben nota che v'è stretta correlazione (dimostrata nella donna ) tra effetto stimolante il GH e livelli plasmatici di Estradiolo dopo stimolo con Arginina. Si è parimenti evidenziata la capacità dell'Arginina di magnificare la risposta Somatotropa al GHRH. Questo effetto amplificante è costante durante le diverse età e non scade con l'invecchiamento quando la secrezione spontanea di GH risulta deficitaria. Può essere di qualche interesse sottolineare che la risposta dell'asse Somatotropo - Somatomedine si osserva a fronte di una singola somministrazione per os di Arginina dell'ordine di 0.8-1.0 g/10 kg, effetti di aumento di forza e di potenziamento dell'allenamento nell'uomo sono riferiti già con trattamenti per os di 2 g/die quando siano modicamente prolungati nel tempo.
Segnalo come sia sostanzialmente non utile l’(auto) somministrazione di alte dosi di Arg. Mai dimostrata con lavori scientifici .
D'altro canto l'Arginina mostra alcune peculiarità: abolisce l'effetto di feedback negativo che GH esercita sulla sua propria secrezione, sfugge all'inibizione esercitata dagli acidi grassi liberi sulla secrezione di GH, è infine capace di un'azione antagonista del Glucosio che come  noto ha di per sè effetto inibitorio sulla secrezione del GH.
riconsideriamo ora lo schema precedente:
Arginina -(a)-> Ornitina -> Putrescina -> Spermidina -> Spermina
I prodotti terminali della via metabolica: Putrescina, Spermidina, Spermina sono definiti come Poliammine.
Le Poliammine, end products, della via sono una classe di composti (policationi alifatici) capaci di stabilizzare la struttura del bilayer fosfolipidico delle membrane cellulari proteggendole così dagli insulti perossidativi.
Il loro ruolo è molteplice:  
1. fattori di crescita cellulare,
2. regolatori dell'omeostasi glucidica,
3. favorenti l’omeostasi del Ca++intracellulare,
4. hanno infine caratteristiche antibatteriche.
 
Questa parte riassume alcuni punti più specialistici del ciclo ma non è probabilmente fondamentale per la pratica
Una volta all’interno della cellula endoteliale, l’Arginina va incontro a due principali destini metabolici alternativi: la produzione di NO mediata dalle NOS (Ossido Nitrico Sintetasi) e quella di Urea e Ornitina mediata dall’enzima ARG (Arginasi), come descritto dal seguente schema:

NOS ossida l’arginina producendo NO e Citrullina e la reazione catalitica richiede un numero di cofattori essenziali.
Moncada e coll. nel 1987 documentarono, in un elegante serie di esperimenti, l’identità tra l’EDRF e NO. Lo stesso gruppo dimostrò come l’NO fosse prodotto dal gruppo guanidino-terminale dell’aminoacido L-arginina durante la sua degradazione enzimatica in L-citrullina.
La biosintesi di NO avviene per passaggi successivi, catalizzati dalle NOS, che portano alla ossidazione del gruppo guanidinico della L-arginina in un processo che utilizza 5 elettroni, richiede cofattori e porta alla formazione stechiometrica di NO e di L-citrullina.
La reazione enzimatica è molto complessa e non ancora del tutto chiarita nei dettagli.
Farmaci che potenziano la trasmissione nitrergica:

  1. Precursori: L- arginina, L- ornitina
  2. Farmaci che provocano il rilascio di NO per aumento del Ca2+ intracellulare
Gruppi o composti chimici con cui l’NO è in grado di interagire.
  1. Ossigeno, Anione superossido, Ozono
  2. Ossiemoglobina e altre emoproteine
  3. Composti solforati (tioli glutatione ecc)
  4. Ammine
  5. Tirosine
La disponibilità di L-arginina è in ultima sintesi uno dei fattori che regolano la generazione di NO sia in senso positivo che negativo.
la produzione prolungata di concentrazioni elevate di NO da parte di enzimi deputati è sensibile alla regolazione da L-arginina.
 
A questo punto si comprende come, in realtà , sia incerta la valutazione della supplementazione con Citrullina . alla quale io preferirei la usuale integrazione con forme diverse di Arg e Orn.
Naturalmente ricordo che la scelta dei prodotti non dovrebbe esser effettuata sul Web, ma guidata da un medico sportivo nutrizionista e che in ogni caso debbono esser preferiti quei produttori - non tanti - che
segnalano e rendono accessibile la certificazione ISO e l’adozione di buone pratiche di produzione. (anche queste certificate)
Il modello di aumentata sintesi endoteliale di NO è ad oggi ancora incerto.
Molti degli studi presentati non hanno il riscontro della comparazione non già con un placebo, ma come sarebbe scientificamente più corretto della comparazione con gruppi trattai in doppio cieco e cross-over con Arg e Orn.
Aggiungo che un eccessivo aumento della concentrazione di Cit spesso si accompagna a sintomi di un disequilibrio metabolico complesso di certo da evitarsi negli atleti .
Alla supplementazione con Citrullina io preferirei dunque la usuale integrazione con forme diverse di Arg e Orn.
L’impiego è stato studiato soprattutto in attività sportive di endurance (durata) , la mia esperienza si estende a sportivi di resistance (sport di potenza o aerobico anaerobici alternati come le attività di combattimento)
Infine , poiché  l’utilizzo di integratori amminoacidici può non risultare innocuo il mio consiglio è di effettuare all’inizio e durante e nel necessario wash-out un amminoacidogramma su plasma (non siero) e urine.
Qui mi fermo per ora.



20 Ottobre 2011

Buon giorno Dottore, pratico ciclismo a livello amatoriale. Sono alto 182cm per 82kg. Mi alleno in palestra (3gg -1 ora e mezza a seduta- a settimana faccio spinning, walking e esercizi per la definizione muscolare) e la domenica mattina dalle ore 7,30 giro in bici 80Km circa su percorso stradale misto (2,5-3H circa). Leggendo qua e la sul web, ho deciso di acquistare (senza farLe i nomi delle marche)sali minerali, maltodestrine, barrette energetiche (con bcaa,creatina, carbo...), gel prework a basso indice glicemico e prodotti per il recupero, insomma non mi faccio mancare nulla . Sono indeciso se acquistare le proteine non per massa ma per mantenimento/ricostruzione delle fibre muscolari. Ora, vorrei sapere, cosa assumere durante la settimana(sia nei gg di palestra che in quelli di riposo)e la domenica (prima di uscire in bici, durante e dopo). In particolare, inoltre, quante maltodestrine assumere e quando (prima, durante l\'uscita in bici), quando assumere le barrette
energetiche e, se dovessi acquistare le proteine quante e quando assumerle (tutti i giorni?). Forse Le ho posto tante domande, ma Le sarei grato vivamente se mi potesse rispondere a tutti i quesiti che Le ho posto. Potrebbe,se possibile, inviarmi una tabella con tutto ciò che dovrei assumere?
Grazie anticipatamente,
Salvatore
(Leggi la risposta)

Gentilissimo Sig Salvatore, e Egregio Sig Pianca
buon giorno
Riporto dalla sua mail: “Leggendo qua e la sul web, ho  deciso di acquistare (senza farLe i nomi delle marche)sali minerali,  maltodestrine, barrette energetiche (con bcaa,creatina, carbo...), gel prework a basso indice glicemico e prodotti per il recupero, insomma non > mi faccio mancare nulla “
Poi ci sono tante domande che andrebbero affrontate in un colloquio col suo medico dello sport nutrizionista e alle quali non voglio ora rispondere.

In effetti Lei porta alla luce un problema che agli esperti è ben chiaro: quello del fai da te!
Anni di lavoro sul campo con atleti di discipline diverse e di livello diverso dai praticanti agli atleti dei teams nazionali e dai BB ai grapplers , agli atleti del ciclismo, ai calciatori , mi han convinto che questo sia l’approccio più costoso in termini di soddisfazione, spesa e risultati.
Onestà vorrebbe che la mia risposta si limitasse a chiosare quel insomma non mi faccio mancare nulla semplicemente sottolineando che avere tutto disponibile può anche significare non avere niente di specifico per il proprio training.
Come ho scritto sono convinto che questo di comprare sul WWW secondo il sentito dire sia l’approccio più costoso in termini di soddisfazione, spesa e risultati:
  1. Soddisfazione: spesso l’uso casuale dei prodotti non dà i risultati attesi e la delusione è tanto maggiore quanto maggiore era l’illusione del risultato;
  2. Spesa: la spesa complessiva è alta e più se confrontata con i risultati anche perché si tende ad adottare dosaggi inutilmente e eccessivamente elevati,
  3. Risultati: inferiori alle attese , ma spesso le attese sono poco chiare.
Concludo solo raccomandandole una grande attenzione alle certificazioni di qualità dei produttori, non solo certificazione ISO, ma adesione certificata alle buone norme di produzione.
Temo di deluderla ma mi creda sono certo di agire nella massima correttezza per il rispetto della sua salute.



13 Luglio 2011

Salve, pratico ciclismo da pochi anni. Vorrei sapere cosa mi consiglia per una supplementazione.
Sono alto 166 cm, peso 73 km ed ho 37 anni; mi alleno 3/4 volte alla settimana. Prima del ciclismo frequentavo con buona costanza attività fitness e body building e nel 2001 ho partecipato ai campionati italiani di body fitness - categoria altezza/peso natural
Cordiali saluti
Gianfranco
(Leggi la risposta)

Egregio sig Gianfranco buon giorno.
Premesso che non sono a conoscenza di alcun parametro ematobiochimico e riterrei in particolare importante controllare 2-3 volte /anno:


  1. es. emocromocitometrico e morfologico,
  2. Fe e TIBC,
  3. Ac. Urico , (su sangue e urine della notte)
  4. Glucosio,
  5. Colesterolo totale ,
  6. Creatinina  , (su sangue e urine della intera giornata)
  7. azoto, (su sangue e urine della intera giornata)

e premesso dunque che li ritengo tutti ricompresi negli intervalli di riferimento per età, sesso, stato di allenamento e di salute.
E , se come credo di capire la pratica del ciclismo ha la finalità di ottenere e poi mantenere uno stato di benessere più che di prepararsi all’agonismo il mio consiglio è il seguente.

 

Zuccheri semplici & Maltodestrine & elettroliti e un mix di aminoacidi ramificati, e aminoacidi semplici.

Per una risposta più completa dovrei poter fare nome di prodotti ma per linea editoriale è stato deciso (giustamente) di non andare troppo nello specifico essendo questa una rubrica che non mira a far pubblicità a questo o a quel prodotto.

Posso solo aggiungere che in commercio esistono prodotti di ditte di cui mi sono l’adesione a programmi certificati di controllo di qualità nazionale e internazionale, buone pratiche di preparazione e certificazione e tracciabilità delle materie prime e dei cui prodotti le più importanti squadre professionistiche ne fanno già buon uso.



27 Maggio 2011

Salve, mi e stato riscontrata una tendinopatia femore-rotulea gin sx, ho fatto tutti gli esami del caso e svariate cure (laser, infiltrazioni, fisioteraoia) ma non riesco a risolvere completamente il problema. Sono fermo da 4 mesi e non so piu che fare! Ha qualche suggerimento da propormi?

Cordiali saluti
Daniele
(Leggi la risposta)

Gentile Daniele,
non mi ha detto che sport praticava, nè con quale intensità. Proverò comunque a darLe delle valutazioni e consigli.
Le tendinopatie, quando insorgono sono delle brutte bestie, la Sua inoltre (se ho capito bene ) è del tendine rotuleo che è bello grosso, è assai lunga da guarire. In genere le terapie che Lei ha effettuato sono quelle standard e servono a ridurre il dolore e a bloccare il circolo vizioso flogosi-dolore-infiammazione-aggravamento, ma la vera cura è il riposo totale dell'articolazione interessata per dare modo all'organismo di riparare il tendine sfibrato. I tempi possono essere ben lunghi e la ripresa dell'attività è consigliata solo a guarigione completa (si ricordi l'esempio di Ibrahimovic nell'ultimo campionato con l'Inter, fermo due mesi nonostante avesse a disposizione tutti i migliori medici del pianeta).
Pur non sapendo con precisione quale era il suo sport , Le consiglierei nuoto (no rana) e bici a manovella per mantenere il fitness cardio-vascolare.
Quindi, come dicevano i nostri vecchi, calma e gesso.



23 Maggio 2011

“nutraceutica” e “alimenti funzionali” nella nutrizione dello sportivo e dell’atleta (parte I) (Leggi la risposta)

La nutraceutica è una branca della scienza dell’alimentazione che indaga le relazioni tra le componenti dell’alimentazione intese non solo come macro- e micro-nutrienti e per il loro valore plastico e energetico, ma anche nelle relazioni più intime di mantenimento e promozione dello stato di salute e del benessere dell’organismo.
Col termine di  nutraceutico si intende un alimento in cui si riconosce l’associazione tra le tradizionali componenti nutrizionali con  componenti di efficacia verificata per la salute e il benessere. Gli alimenti nutraceutici vengono comunemente anche definiti alimenti funzionali o pharmafoods o farmalimenti. Il termine “nutraceutico” nel parlato comune è spesso usato come alternativa ad “alimento funzionale” (o “farmalimento”), ma se col primo termine ci riferiamo alla singola sostanza con proprietà terapeutiche presente nell’alimento, con il secondo termine vogliamo piuttosto a identificare l’intero cibo che presenta proprietà benefiche. Gli alimenti funzionali sono alimenti capaci nel loro insieme di un’azione salutare dimostrata, laddove i  nutraceutici sono piuttosto le componenti o sostanze estratte dagli alimenti caratterizzati da proprietà terapeutiche specifiche. Ma In realtà i confini tra le due categorie non sono così netti sicché spesso si usano come sinonimi.
I nutraceutici possono essere assunti introducendo nella dieta gli alimenti funzionali, sia sotto forma di cibo “tal quale” che di cibo fortificato e arricchito di uno specifico principio attivo: prebiotici e  probiotici, antiossidanti, acidi grassi essenziali polinsaturi della serie Ω3 e Ω 6,  vitamine e complessi enzimatici, alcuni amminoacidi presenti in forma libera o di oligopeptidi, alcuni microminerali e sali minerali, sono tipici nutraceutici degli alimenti funzionali , ma possono esser assunti anche come integratori.
La storia della nutraceutica è relativamente recente:
  1. nel 1991 il Giappone con il FOSHU “Food for Specified Health Use”: dispone una  legislazione precisa, relativa a numerosi alimenti funzionali, basata su un rigido sistema analitico,  (principalmente bevande)
  2. nel 1993 negli USA vengono promulgate le norme FDA .
  3. Nel 2002 la UE promulga il Regolamento (CE) 178/2002  che definisce i nutraceutici come alimenti con un’aggiunta di funzionalità. [Si considerino: “l’European Commission Concerted Action on Functional Food Science in Europe ( FUFOSE ) a partire dal documento di consenso “ Scientifc concepts of Functional food: Consensus document  in Europe . Brit J Nutr 1999 vol 81 S1-S27) coordinata dall’International Life Scence Institute (ILSI) Europe (1995-1998)].
Secondo il documento di consenso citato il functional food possiede effetti addizionali dovuti alla presenza di componenti, generalmente non-nutrienti, che modulano una o più funzioni fisiologiche dell’organismo con effetto complessivo di miglioramento dello stato di salute e di benessere associato o meno a una riduzione del rischio relativo di malattia. Il functional food è un alimento, non un integratore alimentare ed esercita la sua funzione già quando è assunto nella quantità normalmente prevista da una razione dietetica equilibrata.
Gli effetti funzionali debbono essere scientificamente documentati e sono accettati secondo il modello della evidence based medicine.
 
Occorre:
a. definire un modello a valenza fisiologica e biochimica
b. verificarlo :
  1. con i metodi di indagine dell’epidemiologia osservazionale
  2. con trias interventistici di coorte
  3. con metanalisi di popolazione
  4. con studi caso controllo e clinici
La CE elabora nel 2006 un Regolamento (CE - 1924/2006) secondo cui  si considerano “Claims” anche i messaggi nutrizionali in chiave salutistica .
In articolare all’art 13.1 si considerano i  claims funzionali su:  crescita sviluppo e funzioni dell’organismo, funzioni psicologiche e comportamentali, dimagrimento controllo del peso, riduzione dello stimolo della fame, senso di sazietà  energia apportata dalla dieta;    all’ art 13.5 le prove scientifiche recenti; all’art 14 la riduzione del rischio relativo di malattia e lo sviluppo e salute dei bambini.
 
Tipologie di claims:
a) Claims nutrizionali:
affermano che un alimento ha particolari proprietà nutrizionali benefiche, legate all’energia e/o alle sostanze nutritive apportate da una delle sue componenti. (L’elenco delle indicazioni nutrizionali consentite è allegato al Regolamento).
b) Claims salutistici: affermano l’esistenza di un rapporto tra un alimento, o un suo componente, e la salute. Sono suddivisi in
  1. claims “funzionali” (disciplinati dall’articolo 13) 
  2. claims riguardanti la riduzione del rischio di malattie e relativi alla salute e allo sviluppo dei bambini (articolo 14).
Il regolamento prescrive che entro la fine di gennaio 2010 la Commissione Europea dovrà pubblicare il registro comunitario delle indicazioni nutrizionali ammesse. Gli esperti del Panel dell’European Food Safety Authority _NDA (dietetic products nutrition and allergies) ,  richiedono dati
  1. provenienti da studi sull’uomo,
  2. di intervento
  3. osservazionali.
I dati relativi a studi su animali o sistemi modello possono essere inclusi solo per supportare l’evidenza.
E’ poi compito del Panel di esperti dell’EFSA verificare la fondatezza scientifica dei claims e l’appropiatezza delle parole utilizzate.
Rispetto al Regolamento, entrato in vigore il 1 Luglio 2007, v’è qualche difficoltà di accoglimento da parte dell’industria agroalimentare in contrasto con le associazioni dei consumatori  che temono che l’estensione dei ai claims a un grande numero di prodotti crei un clima di grande confusione per i consumatori; quando la CE adotterà in modo definitivo l’elenco delle indicazioni ammesse, i claims rifiutati dall’EFSA dovrebbero essere inclusi in una lista ad hoc e rimossi dalle confezioni.
A titolo indicativo riportiamo che nel 2010 l’EFSA ha accettato 1838 richieste su 4947 presentate rigettandone molte altre per motivi diversi e riportiamo anche alcuni pareri del del 2010 e aggiornati all’aprile 2011 relativi agli articoli 13.1/13.5/14 ; si tratta di pareri relativi ad alcuni health claims che sembrano rilevanti per il nostro ragionamento
Art 13.1 Scientific Opinion of the NDA Panel -  all’ Aprile 2011
  1. Taurine related health claims
  2. Resistant maltodextrin related health claims
  3. L-lysine related health claims
  4. Monomeric flavan-3-ols from apples and improvement of endothelium-dependent vasodilation
  5. Betaine and contribution to normal homocysteine metabolism
  6. Fructooligosaccharides (FOS) from sucrose related health claims
  7. Lactobacillus plantarum 299v related health claims
  8. Rapeseed oil related health claims
  9. Copper related health claims
  10. Sugar-free chewing gum with fluoride and maintenance of tooth mineralisation
Art 13.5  Published: dal Settembre 2010 all’Aprile 2011
  1. ProteQuine® and bovine lactoferrin and increasing suppressed concentrations of secretory IgA and reducing the risk of common cold with sore throat ; Scientific Opinion of the NDA Panel  
  2. Lactobacillus plantarum TENSIA™ and maintenance of normal blood pressure
  3. Lactobacillus casei strain Shirota and maintenance of the upper respiratory tract defence against pathogens by maintaining immune defences 
  4. Synbio and maintenance and improvement of intestinal well-being  WSTC I and II and reduction of platelet aggregation  Yestimun® and immune responses
  5. Scientific Opinion on the substantiation of a health claim related to a combination of blackcurrant seed oil, fish oil, lycopene, vitamin C, and vitamin E and helps to improve dry skin conditions pursuant to Article 13(5) of Regulation (EC) No 1924/2006  Published: 21 May 2010
Art 14 all’ Aprile 2011
ProteQuine® and increasing suppressed concentrations of secretory IgA and reducing the risk of influenza and common cold 
ALA and contribution to brain and nerve tissue development
Water and reduced risk of development of dehydration 
Thiamin and maintenance of normal neurological development and function.
 
Infine : ultimamente (Aprile 2011)  l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha pubblicato il parere su 442 diciture salutistiche che le aziende alimentari propongono sulle etichette. Si tratta del quarto gruppo di claims esaminato dagli esperti (per un totale di   2184 diciture) e nell’80% dei casi l’Autorità  ha bocciato le diciture per mancanza di un valido supporto scientifico. Rimangono ancora 600 richieste che saranno esaminate entro giugno 2011.
Come successo in precedenza  gli esperti EFSA hanno espresso pareri negativi soprattutto motivati dalla insufficiente qualità e quantità dei dati scientifici. Tra le carenze maggiormente rilevate si nota la mancata identificazione delle fibre, l’assenza di prove per dimostrare benefici per l’organismo , la mancanza di studi condotti sull’uomo.
Tra i settori che non superano i test di valutazione quello dei probiotici. Per il momento la bocciatura riguarda solo i batteri della specie Lactobacillus casei Shirota contenuti nei vasetti, che dovrebbero “aiutare a mantenere le difese immunitarie nel primo tratto respiratorio in caso di raffreddore”.
Le poche valutazioni positive per contro hanno riguardato l’azione positiva delle noci sui vasi sanguigni, gli effetti antiossidanti dei polifenoli dell’olio d’oliva sul colesterolo totale e della frazione LDL, l’effetto stimolante della caffeina.



10 Maggio 2011

“nutraceutica” e “alimenti funzionali” nella nutrizione dello sportivo e dell’atleta (parte I)

Pubblichiamo la prima parte di un'importante ricerca condotta dal dott. Alberto Mario Bargossi
(Leggi la risposta)

La nutraceutica è una branca della scienza dell’alimentazione che indaga le relazioni tra le componenti dell’alimentazione intese non solo come macro- e micro-nutrienti e per il loro valore plastico e energetico, ma anche nelle relazioni più intime di mantenimento e promozione dello stato di salute e del benessere dell’organismo.
Col termine di  nutraceutico si intende un alimento in cui si riconosce l’associazione tra le tradizionali componenti nutrizionali con  componenti di efficacia verificata per la salute e il benessere. Gli alimenti nutraceutici vengono comunemente anche definiti alimenti funzionali o pharmafoods o farmalimenti. Il termine “nutraceutico” nel parlato comune è spesso usato come alternativa ad “alimento funzionale” (o “farmalimento”), ma se col primo termine ci riferiamo alla singola sostanza con proprietà terapeutiche presente nell’alimento, con il secondo termine vogliamo piuttosto a identificare l’intero cibo che presenta proprietà benefiche. Gli alimenti funzionali sono alimenti capaci nel loro insieme di un’azione salutare dimostrata, laddove i  nutraceutici sono piuttosto le componenti o sostanze estratte dagli alimenti caratterizzati da proprietà terapeutiche specifiche. Ma In realtà i confini tra le due categorie non sono così netti sicché spesso si usano come sinonimi.
I nutraceutici possono essere assunti introducendo nella dieta gli alimenti funzionali, sia sotto forma di cibo “tal quale” che di cibo fortificato e arricchito di uno specifico principio attivo: prebiotici e  probiotici, antiossidanti, acidi grassi essenziali polinsaturi della serie Ω3 e Ω 6,  vitamine e complessi enzimatici, alcuni amminoacidi presenti in forma libera o di oligopeptidi, alcuni microminerali e sali minerali, sono tipici nutraceutici degli alimenti funzionali , ma possono esser assunti anche come integratori.
 
La storia della nutraceutica è relativamente recente:
  1. Nel 1991 il Giappone con il FOSHU “Food for Specified Health Use”: dispone una  legislazione precisa, relativa a numerosi alimenti funzionali, basata su un rigido sistema analitico,  (principalmente bevande)
  2. Nel 1993 negli USA vengono promulgate le norme FDA .
  3. Nel 2002 la UE promulga il Regolamento (CE) 178/2002  che definisce i nutraceutici come alimenti con un’aggiunta di funzionalità. [Si considerino: “l’European Commission Concerted Action on Functional Food Science in Europe ( FUFOSE ) a partire dal documento di consenso “ Scientifc concepts of Functional food: Consensus document  in Europe . Brit J Nutr 1999 vol 81 S1-S27) coordinata dall’International Life Scence Institute (ILSI) Europe (1995-1998)].
Secondo il documento di consenso citato il functional food possiede effetti addizionali dovuti alla presenza di componenti, generalmente non-nutrienti, che modulano una o più funzioni fisiologiche dell’organismo con effetto complessivo di miglioramento dello stato di salute e di benessere associato o meno a una riduzione del rischio relativo di malattia. Il functional food è un alimento, non un integratore alimentare ed esercita la sua funzione già quando è assunto nella quantità normalmente prevista da una razione dietetica equilibrata.
Gli effetti funzionali debbono essere scientificamente documentati e sono accettati secondo il modello della evidence based medicine.
 
Occorre:
a. definire un modello a valenza fisiologica e biochimica
b. verificarlo :
  1. con i metodi di indagine dell’epidemiologia osservazionale
  2. con trias interventistici di coorte
  3. con metanalisi di popolazione
  4. con studi caso controllo e clinici
La CE elabora nel 2006 un Regolamento (CE - 1924/2006) secondo cui  si considerano “Claims” anche i messaggi nutrizionali in chiave salutistica .
In articolare all’art 13.1 si considerano i  claims funzionali su:  crescita sviluppo e funzioni dell’organismo, funzioni psicologiche e comportamentali, dimagrimento controllo del peso, riduzione dello stimolo della fame, senso di sazietà  energia apportata dalla dieta;    all’ art 13.5 le prove scientifiche recenti; all’art 14 la riduzione del rischio relativo di malattia e lo sviluppo e salute dei bambini.
 
Tipologie di claims:
a) Claims nutrizionali: affermano che un alimento ha particolari proprietà nutrizionali benefiche, legate all’energia e/o alle sostanze nutritive apportate da una delle sue componenti. (L’elenco delle indicazioni nutrizionali consentite è allegato al Regolamento).
b) Claims salutistici : affermano l’esistenza di un rapporto tra un alimento, o un suo componente, e la salute. Sono suddivisi in
  1. claims “funzionali” (disciplinati dall’articolo 13) 
  2. claims riguardanti la riduzione del rischio di malattie e relativi alla salute e allo sviluppo dei bambini (articolo 14).
Il regolamento prescrive che entro la fine di gennaio 2010 la Commissione Europea dovrà pubblicare il registro comunitario delle indicazioni nutrizionali ammesse. Gli esperti del Panel dell’European Food Safety Authority _NDA (dietetic products nutrition and allergies) ,  richiedono dati
  1. provenienti da studi sull’uomo,
  2. di intervento
  3. osservazionali.
I dati relativi a studi su animali o sistemi modello possono essere inclusi solo per supportare l’evidenza.
E’ poi compito del Panel di esperti dell’EFSA verificare la fondatezza scientifica dei claims e l’appropiatezza delle parole utilizzate.
Rispetto al Regolamento, entrato in vigore il 1 Luglio 2007, v’è qualche difficoltà di accoglimento da parte dell’industria agroalimentare in contrasto con le associazioni dei consumatori  che temono che l’estensione dei ai claims a un grande numero di prodotti crei un clima di grande confusione per i consumatori; quando la CE adotterà in modo definitivo l’elenco delle indicazioni ammesse, i claims rifiutati dall’EFSA dovrebbero essere inclusi in una lista ad hoc e rimossi dalle confezioni.
A titolo indicativo riportiamo che nel 2010 l’EFSA ha accettato 1838 richieste su 4947 presentate rigettandone molte altre per motivi diversi e riportiamo anche alcuni pareri del del 2010 e aggiornati all’aprile 2011 relativi agli articoli 13.1/13.5/14 ; si tratta di pareri relativi ad alcuni health claims che sembrano rilevanti per il nostro ragionamento
Art 13.1 Scientific Opinion of the NDA Panel -  all’ Aprile 2011
  1. Taurine related health claims
  2. Resistant maltodextrin related health claims
  3. L-lysine related health claims
  4. Monomeric flavan-3-ols from apples and improvement of endothelium-dependent vasodilation
  5. Betaine and contribution to normal homocysteine metabolism
  6. Fructooligosaccharides (FOS) from sucrose related health claims
  7. Lactobacillus plantarum 299v related health claims
  8. Rapeseed oil related health claims
  9. Copper related health claims
  10. Sugar-free chewing gum with fluoride and maintenance of tooth mineralisation
Art 13.5  Published: dal Settembre 2010 all’Aprile 2011
  1. ProteQuine® and bovine lactoferrin and increasing suppressed concentrations of secretory IgA and reducing the risk of common cold with sore throat ; Scientific Opinion of the NDA Panel  
  2. Lactobacillus plantarum TENSIA™ and maintenance of normal blood pressure
  3. Lactobacillus casei strain Shirota and maintenance of the upper respiratory tract defence against pathogens by maintaining immune defences 
  4. Synbio and maintenance and improvement of intestinal well-being  WSTC I and II and reduction of platelet aggregation  Yestimun® and immune responses
  5. Scientific Opinion on the substantiation of a health claim related to a combination of blackcurrant seed oil, fish oil, lycopene, vitamin C, and vitamin E and helps to improve dry skin conditions pursuant to Article 13(5) of Regulation (EC) No 1924/2006  Published: 21 May 2010
Art 14 all’ Aprile 2011
ProteQuine® and increasing suppressed concentrations of secretory IgA and reducing the risk of influenza and common cold 
ALA and contribution to brain and nerve tissue development
Water and reduced risk of development of dehydration 
Thiamin and maintenance of normal neurological development and function.
 
Infine : ultimamente (Aprile 2011)  l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha pubblicato il parere su 442 diciture salutistiche che le aziende alimentari propongono sulle etichette. Si tratta del quarto gruppo di claims esaminato dagli esperti (per un totale di   2184 diciture) e nell’80% dei casi l’Autorità  ha bocciato le diciture per mancanza di un valido supporto scientifico. Rimangono ancora 600 richieste che saranno esaminate entro giugno 2011.
Come successo in precedenza  gli esperti EFSA hanno espresso pareri negativi soprattutto motivati dalla insufficiente qualità e quantità dei dati scientifici. Tra le carenze maggiormente rilevate si nota la mancata identificazione delle fibre, l’assenza di prove per dimostrare benefici per l’organismo , la mancanza di studi condotti sull’uomo.
Tra i settori che non superano i test di valutazione quello dei probiotici. Per il momento la bocciatura riguarda solo i batteri della specie Lactobacillus casei Shirota contenuti nei vasetti, che dovrebbero “aiutare a mantenere le difese immunitarie nel primo tratto respiratorio in caso di raffreddore”.
Le poche valutazioni positive per contro hanno riguardato l’azione positiva delle noci sui vasi sanguigni, gli effetti antiossidanti dei polifenoli dell’olio d’oliva sul colesterolo totale e della frazione LDL, l’effetto stimolante della caffeina.



1 Maggio 2011

Che Confusione!
Integratori;
Pre-/Pro-biotici; Nutraceutici; Alimenti Funzionali
Necessaria la Scelta della Qualità

di Alberto Mario Bargossi m.c.
(Leggi la risposta)

Il tema dell’uso e abuso di farmaci nello sport è di quelli destinati a far scorrere ancora fiumi di inchiostro.
Cito dalle parole del sottosegretario Crimi riportate in Finanza&Mercati dello Sport a firma di Martina Saporiti

“…La piaga del doping non affligge solo lo sport professionistico. Integratori alimentari, mix di proteine sempre più simili ad aminoacidi, pillole, stimolanti e anabolizzanti sembrano essere il pane quotidiano degli sportivi amatoriali….”
E ancora :
«…Dobbiamo approfondire gli aspetti meno monitorati come ad esempio il corretto uso di integratori alimentari che, se abusati, possono portare a gravi interferenze con i neurotrasmettitori. Purtroppo il doping fai-da-te a livello amatoriale è più rischioso di quello dei professionisti: almeno quello è seguito dai medici…».
Balzano all’occhio la sostanziale e consueta non conoscenza della materia che produce una confusione da cui origina una cattiva valutazione del problema.
Uso e abuso di farmaci nello sport  è però anche un territorio assai mal delimitato dove si confondono conoscenze scientifiche accertate con “prove di evidenza” e ipotesi fondate solo sull’ideologia di chi le formula e nel migliore dei casi aneddotiche.
Innanzitutto credo che lo sviluppo di un ragionamento corretto dovrebbe articolarsi su alcuni punti.
  1. Uso di farmaci nello sportivo vs. abuso di farmaci nello sportivo
  2. Uso & mal uso di supplementi che non sono farmaci ma integratori o supplementi alimentari.
In relazione al punto 1 una osservazione minimale: è indubbio che lo sportivo professionista o del tempo libero sia soggetto a malattie cosiccome il non praticante di un’attività sportiva.
È anzi un’osservazione comune dei medici dello sport che il praticante attività sportive a livello agonistico elevato sia frequentemente soggetto a sviluppare forme patologiche.
Ciò non meraviglia  sappiamo infatti che la pratica esasperata e a livello agonistico elevato di una disciplina sportiva può anche essere alla radice di situazioni tra la  fisiopatologia o la patologia. È anche osservazione comune che spesso gli sportivi del tempo libero eccedano nei programmi di allenamento vuoi per intensità che per volume.
In caso di malattia intercorrente lo sportivo andrà dunque curato facendo ricorso a tutte quelle risorse farmacologiche che la scienza medica rende disponibili caso per caso. Senza trascurare che probabilmente è lecito, e risponde ad un intervento secondo scienza e coscienza, mettere in atto anche alcuni presidi a livello preventivo e protettivo.
Sarà forse il caso di notare che, come insegna l’indagine epidemiologica,  allenamenti eccessivi per volume o per intensità o per volume e intensità cui non si accompagna la scelta di una dieta adeguata e il giusto tempo di recupero e riposo, spesso siano seguiti da malattie di cui forse le più evidenti sono la mononucleosi, il citomegalovirus o la ricorrente comparsa di Herpes.
Esse sono notevolmente più frequenti negli agonisti di elevato livello impegnati in sedute stressanti e ripetute di allenamento e in competizioni. Ma spesso ne sono soggetti anche gli sportivi amatoriali che finiscono per stressarsi quando devono inserire allenamenti duri e ripetuti in una routine professionale e familiare già pesante.
Ma non dell’uso dei farmaci dopanti si pone qui la questione.
Piuttosto resta aperto e insoluto, a mio avviso, il problema del ricorso a farmaci leciti e consentiti, ma forse in taluni casi inutilmente abusati in situazioni di patologia nulla o minima, ma con la credenza di ottenerne un vantaggio agonistico.
E il ragionamento allora si farebbe lungo e di complesso svolgimento e andrà affrontato in un dibattito meditata sine studio ac ira. Anche perché si deve riconoscere la probabile utilità del ricorso ad alcune terapie lecite, consentite e d’altronde espressamente normate, quando esse abbiano una finalità preventiva e protettiva della salute dell’atleta.  
Il culmine della confusione si raggiunge però quando si confondono farmaci e integratori.
“Dobbiamo approfondire gli aspetti meno monitorati – specifica il sottosegretario Crimi - come ad esempio il corretto uso di integratori alimentari che, se abusati, possono portare a gravi interferenze con i neurotrasmettitori”
da Finanza&Mercati dello Sport a firma di Martina Saporiti

Esprimerò qui una riflessione e un parere.
Il settore degli alimenti e delle bevande è disciplinato da una normativa che nel tempo è divenuta vastissima e si è sviluppata con riguardo a: l’igiene pubblica; l’agricoltura, l’industria ed il commercio; l’interesse finanziario dello Stato.
Le più importanti sostanze alimentari, sono poi disciplinate singolarmente.
A ciò si aggiunge l’ influenza vieppiù crescente del diritto comunitario.
Ma la consultazione (lettura) delle numerose espressioni di norme di legge e circolari che regolano e disciplinano le integrazioni alimentari è un’esperienza psichedelica: 4 passi nel delirio con punte di inconsapevole (?) comicità !!!
cfr  ….Infatti, in quest'ultimo caso (immissione in commercio di nuovi integratori nda), i mezzi consueti messi a disposizione dei servizi di controllo possono in determinate circostanze non consentire di accertare se il prodotto alimentare in questione possieda effettivamente le proprietà nutrizionali specifiche attribuitegli. È pertanto necessario prevedere che, all'occorrenza, il responsabile della commercializzazione di questo prodotto alimentare debba assistere il servizio di controllo nell'espletamento delle sue attività….
La sottolineatura e il grassetto sono miei a evidenziare come appaia e sia incongruo che sia il responsabile della commercializzazione di un prodotto alimentare  a suggerire all’autorità di controllo quali controlli eseguire e come.
Tutta la materia di regolamentazione degli integratori è gradatamente stata fatta propria dal del Ministero della Salute con la legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, (n. 833 del 1978) .
Ciò deriva dal reputare preminente l’interesse per gli aspetti di tutela della salute dell’individuo.

Consideriamo specificamente le definizioni e le categorie di integratori alimentari e integratori fitoterapici.
Secondo la direttiva 2002/45/CE del Parlamento e del Consiglio Europeo, in data 10 giugno 2002 , per integratori si intendono “i prodotti alimentari destinati ad integrare la dieta normale e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, sia monocomposti che pluricomposti… in forme di commercializzazione quali capsule, … pillole ecc … destinati ad essere assunti in piccoli quantitativi unitari”.
Per integratore alimentare si intende dunque un prodotto che, in particolari condizioni, può essere aggiunto all’alimentazione abituale per soddisfare il fabbisogno di nutrienti raccomandato nelle linee guida LARN.
Con denominazione di «Alimenti adattati ad un intenso sforzo muscolare soprattutto per gli sportivi» gli integratori alimentari per lo sport rientrano tra i prodotti alimentari destinati ad una alimentazione particolare.
L’allora Ministero della Sanità, ora Ministero della Salute, ha emanato (circolare 7 giugno 1999, n. 8) specifiche linee-guida relative agli integratori.
In particolare gli «integratori alimentari per lo sport» sono collocabili nelle seguenti categorie:  
  1. Prodotti finalizzati ad una integrazione energetica
  2. Prodotti con sali minerali destinati a reintegrare le perdite idro-saline causate dalla sudorazione conseguente all'attività muscolare svolta.
  3. Prodotti finalizzati all'integrazione di proteine.
  4. Prodotti finalizzati all'integrazione di aminoacidi e derivati.
  5. Prodotti contenenti derivati di aminoacidi: Creatina
  6. Altri prodotti con valenza nutrizionale, adattati ad un intenso sforzo muscolare.
  7. Combinazione dei suddetti prodotti. Che possono essere usati da soli oppure in combinazione tra di loro.
Questi prodotti utilizzati solo per via orale, si possono presentare sotto forme diverse.
Per ogni categoria di integratori il ministero identifica e norma le caratteristiche da rispettare ed il contenuto in nutrienti.
Nessun accenno viene fatto a nutraceutici e fitoterapici (anche come fitocomplessi) nell’attività sportiva. Nel nostro paese inoltre non esiste un sistema di monitoraggio specifico ufficiale degli eventi avversi legati al consumo di integratori alimentari ed in particolare per quelli contenenti fitoterapici nonostante eventi avversi provocati da sostanze contenute in fitoterapici commercializzati come integratori alimentari (per es. la cardiotossicità di citrus aurantium) siano più volte stati denunciati agli organi competenti.
Va segnalato che la legge del 3 febbraio 2003, n.4, ha accolto la direttiva europea consentendo la commercializzazione dei prodotti dietetici per lo sport sulla base della semplice «notifica preventiva di etichetta» al Ministero della Salute.
Al proposito si noterà che l’assunzione di responsabilità sul prodotto e su quanto riportato nell’etichetta ricade così sull’azienda produttrice. In tal modo si  modifica radicalmente quanto in precedenza stabilito dal Decreto Legge del 27 gennaio 1992, n. 111 che, viceversa, regolava la vendita dei prodotti dietetici per lo sport, come per altri prodotti da banco, secondo la prassi dell’«autorizzazione-registrazione ministeriale». Tale autorizzazione prevedeva che fosse il Ministero della Salute a effettuare l’analisi del prodotto e la verifica della corrispondenza tra etichetta e contenuto (con assunzione di responsabilità sul prodotto e su quanto riportato nell’etichetta a carico del Ministero).

Nel merito sembra interessante anche la definizione di integratore e complemento alimentare  “food complement” proposta una decina d’anni fa dalla Federazione Europea delle Associazioni dei Produttori di Prodotti Salutistici: «Preparazioni come tavolette, capsule, polveri e liquidi composte da o contenenti nutrienti, micronutrienti e/o altre sostanze commestibili assunti in dose unitarie, destinate ad integrare la normale alimentazione».
La  legislazione statunitense offre un altro esempio a proposito dello sviluppo delle elaborazioni teoriche per la definizione degli integratori alimentari (nell’originale “dietary supplements”); l’integratore alimentare è «un prodotto destinato ad integrare l’alimentazione, contenente o composto da a) vitamine, b) minerali, c) erbe o altri prodotti vegetali, d) aminoacidi, e) sostanze alimentari per uso umano atte ad aumentarne il consumo totale, oppure f) un concentrato, un prodotto metabolico, un costituente,un estratto o una combinazione degli ingredienti sopra descritti (lettere a, b, c, d, e,) . . . ».

Complessivamente dalla disamina dei diversi testi ricaviamo il concetto che l’integratore alimentare sia
  1. diretto a qualsiasi soggetto adulto in buona salute fisica.
  2. un alimento pensato allo scopo precipuo di fornire un adeguato complemento alla normale alimentazione, laddove quest’ultima non sia in grado di fornire tali sostanze in sufficiente quantità,
Il concetto di «sufficiente quantità» è una variabile molto ampia, che dipende da due fattori:
  • a) il fabbisogno individuale che è variabile nel tempo
  • b) la determinazione della quantità da considerare sufficiente.
Su quest’ultimo punto esistono orientamenti in conflitto:
  1. da una parte vi sono coloro che ritengono sufficiente la quantità di una sostanza che assicura, nella maggior parte della popolazione, l’assenza di sintomi di carenza, cioè l’assenza delle più tipiche malattie da carenza vitaminica. È la posizione che dopo un intervento osservazionale, porta alla formulazione di linee guida igienico-dietetiche a carattere epidemiologico
  2. Dall’altra parte c’è chi propone un concetto di quantità sufficiente definita individualmente come quantità ottimale per ogni individuo; l’integrazione alimentare in quest’ottica contribuisce ad un fisico sano e resistente dando alla persona uno stato di salute ottimale e benessere.
È la posizione che nel contesto clinico dovrebbe guidare il consiglio del medico, unico sanitario autorizzato a visitare e prescrivere un’eventuale terapia sia essa farmacologica o dietetica. Nelle due posizioni mi pare che si riproponga in certo modo un errore metodologico: quello cioè di scambiare la patologia per la clinica e intervenire sulla malattia e non sul paziente.
Orbene: è questo individuo, proprio questo sportivo, qui ed ora, che può aver beneficio dall’integrazione mentre altri esponenti della popolazione di appartenenza non ne hanno bisogno: così avviene ad esempio se vogliamo considerare una popolazione (studio di coorte) composta da atleti impegnati in gesti atletici aerobici  o aerobico-anaerobici.
Ad esempio maratoneti e fondisti e atleti dello sci nordico impegnati in gare di un giorno, piuttosto che ciclisti  impegnati in una dura corsa a tappe, pur considerati all’interno di discipline che fan ricorso per la produzione di energia alle medesime vie metaboliche , potranno trarre beneficio o avere la necessità di una integrazione e supplementazione diversificata che sia mirata, individuale e variabile in funzione della periodizzazione dell’attività .

In atto la legislazione ribadisce la caratteristica essenziale degli integratori, che è per l’appunto quella di costituire un valido complemento all’alimentazione, un contributo alimentare del tutto accessorio e non fondamentale per la normale funzionalità dell’organismo, giustificabile solo in quanto assunto da chi ha esigenze nutritive del tutto particolari ed al di fuori di qualsiasi compromissione più o meno significativa della normale funzionalità del proprio organismo.
È quanto appunto avviene negli sportivi sia professionisti che del tempo libero.
È di estremo interesse notare come la normativa col Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 169: Attuazione della direttiva 2002/46/CE relativa agli integratori alimentari configuri in modo più preciso l’integratore alimentare, parlando apertamente di “fonte concentrata di sostanze nutritive”.
I giuristi sottolineano come nel decreto, ripreso il concetto di quantità sufficiente,
soprattutto si fornisca una parziale interpretazione in favore della tesi della quantità ottimale per ogni individuo. è tuttavia anche vero che in atto non sussistono particolari elementi che consentono di ritenere come definitiva questa acquisizione e che si deve ritenere plausibile anche la prima ipotesi : quella che si riferisce alla quantità sufficiente ad eliminare le carenze soprattutto quelle vitaminiche.
Le sostanze normate  come le vitamine, i minerali gli aminoacidi, sono largamente impiegati nell’alimentazione dei praticanti sportivi sia dilettanti che professionisti nelle diverse attività sportive sia semiagonistiche che agonistiche. Si consideri ad esempio come il complesso vitaminico B debba esser integrato in funzione della spesa e non dell’introduzione calorica, in quanti si sottopongono ad un regime dietetico ipocalorico o volto a diminuire gli indici di rischio relativi nei portatori di S. Metabolica.

Non vi è dubbio infine, che in considerazione della specificità e della delicatezza della materia concernente gli integratori alimentari che è soggetta a interessi d’ordine economico e rilevante per la salute talora in conflitto,  e alla luce delle più recenti esperienze, serva un efficace sistema di controllo e di vigilanza che armonizzi il nostro ordinamento con quello degli altri Paesi europei dando così vita ad un’Autorità nazionale caratterizzata da requisiti di indipendenza, trasparenza, riservatezza, in grado di comunicare i risultati della propria attività direttamente al pubblico ed agli utenti interessati.
La Direttiva del Parlamento Europeo 2002/46 ha indicato l’importanza di una adeguata legislazione che disciplini a livello comunitario la commercializzazione di prodotti dietetici, in precedenza sottoposti a legislazioni eterogenee nei diversi stati membri.
A livello comunitario in atto è in corso l'armonizzazione del settore solo per quanto relativo all'impiego di vitamine e minerali.
Per le altre sostanze non sarà però immediatamente seguito un analogo processo; infatti la Commissione europea, considerata la forte disomogeneità dell'approccio e delle normative nazionali degli Stati membri, ha decretato che mancano le condizioni per avviare l'armonizzazione.
E si fa notare come ad oggi tra gli integratori alimentari siano inclusi anche quelli aventi materia prima a base vegetale senza finalità terapeutiche, e come siano disciplinati dalle stesse norme legislative degli integratori.
Il medico dello sport quando si occupa di nutrizione dello sportivo e dell’atleta, dovrebbe ricordare un datato lavoro di Burke che identifica alcuni punti critici per la definizione e l’uso di integratori (micro e macronutrienti) nello sport :
“…A supplement contains …
  1. in amounts generally similar to the levels specified in the RDA/RDIs and similar to the amounts found in food,  
  2. provides a convenient or practical means of ingesting these nutrients particularly in a sport setting,
  3. allows or aids the achievement of known physiological or nutritional requirements of an Athlete,
  4. contains nutrient(s)  in large amounts for use in reversing a known nutrient deficiency state,
  5. the specific application of the supplement to meet a physiological or nutritional need has been demonstrated to improve sports performance,
  6. the efficacy of the correct use of the supplement is generally acknowledged  by exercise physiologists and sports nutrition experts.
(Dietary supplements in sport L M Burke and R S D Read; Sport Med 15(1) 1993)

Qui si entra nel delicato campo della scelta e del buon uso dell’integrazione.
Riporto in parte quanto pubblicato da alcuni Autori e d’accordo col gruppo tematico “Nutrizione, attività fisica e sport” della Società Italiana di Nutrizione Umana  
“…abitudini alimentari corrette, … possono coprire per intero i fabbisogni nutrizionali della quasi totalità degli sportivi, quando impegnati in attività continuative, anche di buon impegno fisico.
Pertanto, salvo rarissimi e ben selezionati casi, il ricorso all'uso di integratori è del tutto ingiustificato e non scevro da potenziali rischi per la salute.”

Si tratta di una posizione assai controversa che:
  1. generalizza e semplifica le diverse tipologie atletiche e non sembra neppure considerare l’estrema diversità dei praticanti con le loro diverse finalità; dalla ricerca-mantenimento di fitness e wellness sino alla partecipazione ad attività normate come agonistiche dalle federazioni del CONI.
  2. demonizza l’uso di integratori scrivendo : “…è del tutto ingiustificato” e con un uso quasi terroristico: “…e non scevro da potenziali rischi per la salute” della costruzione e della struttura del periodo.
  3. sottintende una implicita malafede e fa pensare che l’integrazione non sia una componente della razione alimentare dell’atleta ma un tentativo furbetto di conseguire un vantaggio ingiusto e in  maniera sleale.
Perché in realtà i rischi non derivano dall’adozione dell’integrazione, ma da un uso non scientifico e erratico della stessa e dall’adozione di prodotti la cui qualità è tutta dimostrare consigliati poi da interessati rivenditori...

Ed è invece fuor di dubbio che il consiglio d’uso di integratori alimentari come parte importante della struttura della razione alimentare  in praticanti l’attività sportiva dovrebbe esser suggerita, nei casi di reale bisogno, dai soli medici dello sport e dai nutrizionisti sportivi.
Sono questi gli unici professionisti capaci di determinare la necessità della supplementazione mirata al conseguimento di obbiettivi di allenamento o agonistici certi (anche nel necessario confronto con i preparatori e gli allenatori), e in questa eventualità d’uso, gli unici in grado di definire, così come si deve fare nella comune prescrizione di un farmaco, la dose, il periodo d’uso, i controlli di sicurezza da eseguire periodicamente e gli unici e soli capaci di valutarne le controindicazioni per eventuale presenza di patologie.

Dovrebbero anche saper identificare i produttori affidabili , e non è forse questa la parte più semplice.
Ciò si fa a partire dalla conoscenza (lettura dei documenti e delle procedure)  di adesione delle ditte produttrici alle norme europee di gestione della qualità (DIN EN ISO 9001-2008) e di produzione GMP  ( Good Manifacturing Practice ).
Ma è anche fondamentale che le materie prime impiegate siano esse pure certificate
Così si spiega la necessità di attuare il:
“…piano nazionale (previsto dal citato Decreto Legislativo n. 169: Attuazione della direttiva 2002/46/CE) per la sicurezza alimentare redatto e governato da un apposito ufficio di coordinamento che, prendendo le mosse dalla riorganizzazione a livello nazionale resa necessaria dall'avvio dell'autorità europea per la sicurezza alimentare, definisca in modo fortemente integrato la natura e le responsabilità dei diversi livelli di intervento, dei flussi di coordinamento nell’acquisizione dei dati, nonché delle relative analisi e consenta di assumere e di attuare a livello più idoneo e con rapidità le decisione indispensabili per il conseguimento degli obiettivi summenzionati”.
La sottolineature è mia.
 
L’esperienza tuttavia insegna che il settore degli integratori è dominato dalla facile approssimazione e che spesso non è un professionista della salute a indicare l’opportunità dell’integrazione e che all’utilizzatore la qualità sembra meno importante che non il costo del prodotto.
Questa è anche la politica seguita dai rivenditori più attenti all’utile che al servizio.
Recentissima la sentenza della cassazione che permette ai soli laureati in medicina e chirurgia  la prescrizione di diete che vieta invece agli altri dottori e segnatamente ai biologi.
Un altro caveat che risulta dalla letteratura ed è oggi sancito dalla normativa europea è relativo alle vantate proprietà di taluni integratori.
Molti supplementi alimentari vengono reclamizzati e consumati con fini plastici o energetici, ma sono pochi i lavori scientifici originali o le metanalisi  scientifiche che provano l’ottenimento di un miglioramento della prestazione sportiva.
Relativamente più abbondante il materiale da metanalisi che evidenzia l’utilità di integratori selezionati per intervenire sugli indici di rischi relativi (RRI) per alcune patologie.
Gli strumenti pubblicitari impiegati sono svariati ma alcuni sembrano degni di esser evidenziati:
  1. estensione interspecifica dei risultati: studi effettuati solo su cavie animali sono estesi anche alla specie uomo.
  2. estensione arbitraria, spesso per analogia, delle conclusioni di lavori scientifici ai prodotti commercializzati
  3. scambio di outcomes occasionali per conseguimento degli endpoints come risultati
  4. estensione per analogia di effetti osservati solo in condizioni patologiche allo sportivo in buone condizioni di salute.
Considerando il campo delle sedicenti citazioni a supporto di questo o quell’integratore non mancano
  1. lavori pubblicati su riviste scientificamente non accreditate o introvabili…
  2. lavori che citano in bibliografia
a) ricerche non pubblicate,
b) fonti non verificabili,
c) fonti obsolete per i metodi di indagine utilizzati,
d) risultati estrapolati dal contesto,
e) risultati non attendibili.

Un approfondita disamina andrebbe poi fatta anche relativamente a quelle pratiche delle cosiddette medicine alternative spesso ahinoi sostenute anche da assertivi ed astuti colleghi, ma che in atto non superano le minime verifiche della medicina delle prove (evidence based medicine)…e si accontentano però di riferiti casi esemplari.
Se tutto questo è obbligo morale per tutti i medici assai critica è la figura di coloro che medici non sono, ma prescrivono diete e consigliano l’uso di farmaci, dei diversi integratori, dei fitoterapici sino all’indicazione di prodotti galenici.
Gli integratori e i supplementi nutrizionali sono da intendersi come strumenti della terapia igienico-dietetica: lo ribadiamo sono  utili e sovente necessari  ma vanno prescritti all’interno di un programma ampio e articolato che preveda regolari controlli e devono essere usati solo in presenza di esigenze terapeutiche comprovate.
Pertanto, gli integratori sono da consigliare esclusivamente nei casi in cui l'organismo abbia carenza di determinati alimenti: non hanno di per sé proprietà curative, ma servono a integrare una normale dieta, completandola.
Per le loro proprietà nutrizionali, vanno assunti entro limiti di sicurezza (upper safe level: UL), tenendo conto delle RDA (recommended dietary allowances), o dei LARN (livelli di assunzione raccomandate di nutrienti)  ossia le raccomandazioni degli specialisti.
 
********************************************************************************
 
N.B.: integratori vegetali
Il Ministero della Salute si è espresso in materia di integratori vegetali con la Circolare n. 3 del 18 luglio 2002, subordinando la commercializzazione dei prodotti erboristici o che contengono derivati di piante alle procedure previste dal DL.vo 111/1992 per gli integratori alimentari. La lista delle piante ammesse per l’uso viene già pubblicata dal Ministero della Salute, impegnato in un aggiornamento costante e continuo, anche alla luce delle ultime evidenze della letteratura scientifica.
Dalla medesima Circolare n. 3 cui è bene fare riferimento, riporto indicazioni specifiche per prodotti contenenti alcuni specifici ingredienti vegetali, come elencato di seguito:
  1. Citrus aurantium. - L’apporto giornaliero di sinefrina con le quantità d'uso indicate non deve essere superiore a 30 mg corrispondenti a circa 800 mg di citrus aurantium con un titolo del 4% di tale sostanza. Avvertenze: non superare la dose giornaliera consigliata…
  2. Hypericum perforatum L. (iperico). – Occorre riportare la titolazione in ipericina, il cui tenore va indicato in etichetta per quantità di assunzione giornaliera consigliata. L'apporto giornaliero di ipericina non deve superare i 21 mg/die, ….
  3. Ginkgo biloba L. - Avvertenze: Se si stanno assumendo farmaci anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici, consultare il medico prima di assumere il prodotto…
  4. Isoflavoni (di soia). - L’apporto giornaliero di isoflavoni totali con le quantità d'uso indicate non deve essere superiore a 80 mg. …
  5. Stevia rebaudiana. - Alla luce del diniego a livello comunitario dell'autorizzazione della stevia rebaudiana come ingrediente alimentare (decisione della Commissione Europea del 22 febbraio 2000), non ne è consentito l'impiego.
La Direttiva Europea 2002/46/CE e la Direttiva Europea 2004/24/CE si sono occupate del problema per arrivare ad una definizione univoca dei prodotti di origine vegetale e ad una loro classificazione in modo da evitare possibili rischi alla salute.
Il Ministero della Salute ha ritenuto di intervenire sul piano normativo per l'impiego di altre sostanze negli integratori, soprattutto piante e derivati, predisponendo un apposito decreto che ha notificato preventivamente alla Commissione europea in quanto norma tecnica di adozione unilaterale.
Tutto questo dovrebbe portare alla compilazione di un elenco sistematico dei prodotti vegetali e non.

dott. Alberto Mario Bargossi m c
specialista in Igiene Med. Preventiva/Med
dello Sport/Igiene Med. di Laboratorio



6 Aprile 2011

Buongiorno, vorrei sapere come mai ogni anno dopo la pausa invernale, quando riprendendo gli allenamenti, la mia bocca si cosparge di herpes e afte!
Perchè? Grazie.
Carlo
(Leggi la risposta)

Gentile Sig Carlo buon giorno,
premesso che l’HV è un abituale ospite della specie umana, Le ricordo che si attiva dolorosamente in occasione di situazioni stressanti d’ogni genere: un esame un trauma un momento di tensione sul lavoro, un trasloco ecc.
Alcuni Autori, ma la questione è controversa, ritengono anche che la comparsa sintomatologia sia cosa migliore, quasi una crisi che risolve l’incubazione di malattie più gravi, almeno per qualche tempo.
Venendo al suo caso:
La comparsa di HV alla ripresa dell’allenamento non è rara e quasi sempre  (io direi sempre) si accompagna ad un errore di programmazione e periodizzazione: sia nel dominio dell’intensità che nel dominio del volume.
Ciò detto la cura è sintomatica per il dolore e d’ordine alimentare -integrativo per la condizione generale.



30 Marzo 2011

Spett.le dott.BARGOSSI,
pratico ciclismo a livello amatoriale ma esattamente triathlon.
A seguito di un forte impoverimento dei livelli ematici di ferro, ho integrato questo componente con il classico ciclo di ferro consigliato dal mio medico curante. In vista delle prossime analisi vorrei chiederle la lista degli esami da fare per stabilire il mio stato d'efficenza sportiva.
Confido nella sua competenza per avere un orientamento in tal senso.

Cordiali saluti
Alex L.
(Leggi la risposta)

Gentile sig Alex,
il riscontro di anemia dell’atleta o nell’atleta è relativamente frequente nei praticanti attività di endourance; tra queste il triathlon , per le caratteristiche prestazionali dunque muscolari, è da considerarsi tra le più impegnative.
Per una corretta valutazione dovrei tuttavia conoscere

  1. i suoi dati antropometrici di età, h, kg,
  2. il suo training,
  3. i valori refertati ,che hanno indotto il mio collega alla diagnosi e al trattamento,
  4. rimango comunque nell’attesa di conoscere quello che lei indica come  “il classico ciclo di ferro” ; intanto però Le debbo segnalare che è per varii motivi, si tratta di un approccio assai controverso..

Negli atleti  praticanti attività di endourance io seguo questo approccio in due fasi: I° & II°-III° livello

  1. misura dell’emocromocitometrico
  2. conta dei reticolociti (con relativi indici di maturazione ove possibile)
  3. misura del Fe sierico
  4. misura della Trasferrina

gli esami vanno eseguiti dopo almeno 3 gg di sospensione di ogni allenamento, anche di resistence (forza o potenza) e dopo almeno 7-10 gg di sospensione da ogni terapia o integrazione specifica per os (ogni terapia endovena è comunque vietata dai regolamenti ).
Conosciuti i referti si potranno eventualmente eseguire altre misure di II° e III° livello:  Eritropoietina , Aptoglobina, Emopessina ecc.
In attesa di conoscere i dati che Le ho indicato




21 Febbraio 2011

Salve dottore, sono Marco Buccarini, il ragazzo che corre nella categoria juniores e che le aveva già inviato una domanda tempo fa. Dalle ultime analisi è risultato che ho l'emoglobina sotto il valore minimo: ho 13.6 g/dl.
E' il caso, secondo lei di assumere vitamina b-12 oppure ci sono altri rimedi per riportarlo a valori accettabili?
La mia carenza più influire negativamente sull'attività sportiva?. grazie, cordiali saluti
(Leggi la risposta)

Caro Marco,
13.6 g/L è certo un valore al limite inf. della norma in chiunque, e a maggior ragione in un atleta di endourance.
Bisognerebbe però conoscere anche l’MCV e il n. di GR.
Inoltre per porre l’ipotesi diagnostica di anemia dell’atleta e non di anemia nell’atleta ( son cose davvero diverse) occorre conoscere inoltre, almeno Fe (sideremia) e TIBC .
La eventuale prescrizione di Vit B12 poi dovrebbe seguire alla conoscenza dei valori plasmatici della stessa.
Intanto ti domando se segui una dieta sufficientemente variata e con quantità sufficiente di carne rossa ( ottimo sarebbe anche il fegato) preferibilmente da non consumare in pasti ricchi di verdure.



9 Febbraio 2011

Salve, mi chiamo Andrea e corro nella categoria juniores. Sono alto 1.73m e peso 62kg.
Con l'alimentazione quotidiana assumo circa 60g di proteine e in più ne assumo altre 30g con un integratore in polvere.
Volevo sapere da lei qual'è il momento ideale per assumere quelle in polvere: mattino, dopo allenamento o Sera ? grazie, cordali saluti
(Leggi la risposta)

Gentile Sig. Andrea Buccarini buon giorno;
temo che la domanda da lei posta sia mal formulata.
Lei infatti, mi riferisce i suoi dati antropometrici, ma non quelli del carico di lavoro, né quelli relativi al complesso della razione alimentare che assume, e mi scrive:

“volevo sapere da lei qual\'è il momento ideale per assumere quelle in
polvere: mattino, dopo allenamento o Sera ?”


Il problema non è quello dell’orario, ma quello della congruità della quota proteica assunta.


Lei mi dice: “con l'alimentazione quotidiana assumo circa 60g di proteine e in più ne assumo altre 30g con un integratore in polvere.”
90 gr di proteine sono secondo me eccessive per un atleta Jr. di 62 kg, e temo che la dieta seguita possa esser carente di glucidi.
Naturalmente questa impressione non risulterebbe altrettanto verificata se lei corresse nella velocità su pista o nel Km o nell’inseguimento ecc.
In attesa di un suo riscontro cordiali saluti.



3 Gennaio 2011

Ha pienamente ragione dott. Bargossi, nella mia domanda del 23 dicembre scorso ho erroneamente dato per scontato che i valori di riferimento fossero uguali per tutti i laboratori di analisi.

Testosterone Eia 3,6 (rif. 3 - 10 ng\ml)
Testosterone libero 8 (rif. 8,6 - 54,7 picog\ml)
Cortisolo Ria 219 (rif. 50 - 250 ng\ml)
Ematocrito 41.5 (rif. 42 - 52 %)
Globuli rossi 4,75 (rif. 4.7 - 6.1 milioni)
Globuli bianchi 4,9 (rif. 4,6 - 10,2 mila)
Emoglobina 14,6 (rif. 14 - 18 gr\dl)
Sideremia colorimetrico 66 (rif. 53 - 167 mcg\dl)

ha bisogno di altri valori particolari?

Aggiungo che fortunatamente godo di ottima salute e non ho mai sofferto di allergie o malattie infettive.

Oltre che ringraziarla colgo l'occasione per farle i migliori auguri di un sereno Natale
Andrea
(Leggi la risposta)

Gentile sig Andrea,
prima di un consiglio una premessa relativa al laboratorio d’analisi e a come si debbano interpretarne i referti.
In via di principio ogni laboratorio dovrebbe fare riferimento a valori (i cosiddetti valori normali) determinati sulla popolazione del territorio in cui opera. Nella pratica  però questo non si verifica quasi mai e i laboratori indicano come valori di riferimento valori indicati dalle ditte fornitrici dei reagenti o degli strumenti.
Nel suo caso mi stupiscono li alti valori riferiti all’esame emocromocitometrico che trascrivo con relativo commento:
Globuli bianchi 4,9 (rif. 4,6 - 10,2 mila): sono senz’altro eccessivi i valori massimi; con 10.2 si è certamente in presenza di una forma infiammatoria.
Globuli rossi 4,75 (rif. 4.7 - 6.1 milioni): sono senz’altro eccessivi i valori massimi; 6.1 milioni di rossi sarebbero comunque un dato preoccupante,
Emoglobina 14,6 (rif. 14 - 18 grdl): sono senz’altro eccessivi i valori massimi . In presenza di valori superiori a 17.0 g/dL  io l’avrei segnalato per la sospensione da ogni competizione per un mese e poi l’avrei sottoposta poi a nuovo controllo nel medesimo laboratorio in applicazione del protocollo CONI “io non rischio la salute” e se con la mia équipe l’avessi riscontrato durante il controllo pre-gara l’avrei segnalato all’Ispettore dell’UCI FCI che l’avrebbe sospeso.
Ematocrito 41.5 (rif. 42 - 52 %): sono senz’altro eccessivi i valori massimi;  con un valore > di 50.0% mi sarei dovuto comportare come in presenza di Hb > 17.0g/dL
Lei non me lo indica ma dovrebbe avere un MCV (volume cellulare medio) attorno a 86-88
Le riporto perché se ne faccia un’idea , i dati consuntivi di un gruppo di atleti impegnati in sport di endurance.
 
 

Ciclisti

juniores

 Ciclist

professionisti

 Maratoneti
  Mediad.s.
Media
d.s.
Media
d.s.
WBC
6.9
1.6*
6.0
1.5
5.6
1.1
RBC5.3
0.3*
5.1
0.3
4.1
0.3#
Hb
15.2
0.8
15.1
0.9
14.7
0.6#
Hct
44.9
2.1
45.0
2.6
43.3
2.4#
MCV
85.2
3.6*
88.0
3.7
87.2
3.4
RET %1.2
0.4
1.2
0.6
1.1
0.3
MCVr99.4
3.2*
104.4
4.1
104.0
3.4
CHr31.1
1.5
31.4
2.1
31.0
1.6
CHCMr31.4
1.0*
30.1
 2.4 30.5

1.2

 
 3 GRUPPI DI ATLETI

 112 ciclisti

professionisti

(età media 23.2 + o - 2.2aa)

120 ciclisti

allievi II° anno e

Juniores I° anno

(16.5 + o - 0.6 anni)

39 maratoneti

(23.2 + o - 2.2 anni)

Gli atleti sono stati sottoposti a prelievo venoso al mattino a digiuno tre le ore 7:30 e 9:30, secondo le linee guida dell'International Federation of Clinical Chemistry.

 

I campioni ematici sono stati analizzati entro 4 ore dal prelievo presso il Laboratorio Centralizzato del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna

 
Venendo ai suoi valori: GR, HB ,Hct mi sembrano del tutto accettabili come anche la concentrazione di ferro sideremia colorimetrico 66 (rif. 53 - 167 mcgdl) del sangue. Tenga anche conto che questo è un valore abbastanza variabile nella giornata.
Considero ora i referti dei valori ormonali: con la premessa che l’errore di misura nei dosaggi ormonali (noi lo indichiamo come CV% dell’analisi) è piuttosto ampio e per alcuni > del 10%.
Testosterone Eia 3,6 (rif. 3 - 10 ngml) ; Testosterone libero 8 (rif. 8,6 - 54,7 picogml); Cortisolo Ria 219 (rif. 50 - 250 ngml)
Premetto che sono esattamente gli esami che anch’io potrei averle indicato perché ci danno una fotografia dello status generale di condizione. Avrei aggiunto la misura del Colesterolo totale perché è la materia prima da cui parte la sintesi degli ormoni in questione. E se il Colesterolo è basso la produzione di steroidi risulta spesso deficitaria. Questi che riporta sono valori compatibili con un allenamento forse un po’ troppo spinto e direi più in volume che in intensità.
Lei concludeva la precedente mail: “Aggiungo che durante tutto lanno integro un alimentazione sana e corretta, forse un pochino scarsa per l'annosa ricerca di un peso corporeo ottimale (sono alto 1.76 64/65 kg 9.8% massa grassa, in periodo agonistico anche meno) con aminoacidi ramificati, proteine in polvere e vitamine. Può darmi qualche consiglio per tentare di correggere gli squilibri ematici in oggetto?“
 
Il mio consiglio per ora è questo: riposo attivo (ma riposo)con sedute di palestra sino alla ripresa dell’attività ciclistica.
Utilizzo di una bevanda con maltodestrine anche in palestra, al termine dell’allenamento utilizzo di una seconda bevanda con 3 g di Leucina e 3 g di Glutamina (o con 5 g di AAR e 3 g di Glutamina).
Non so se abbia bisogno di proteine o piuttosto di idrolisati proteici o invece di un mix aminoacidico o se proprio non ne abbia bisogno e possa risolvere i problemi quota proteica solo mediante la normale alimentazione. Va certamente bene il ricorso al complesso vitaminico B e se del caso a qualche altra vitamina tipo ascorbato (C ) Ubichinone (VitQ10) o altre liposolubili.
In ogni caso le raccomando di scegliere integratori di qualità certificata a norma ISO prodotti secondo la “good manifacture practice”.
Spero di esserle stato utile e
le rinnovo l’augurio per un 2011 sportivo ricco di soddisfazione e per ogni altra cosa sereno.



23 Dicembre 2010

Salve, sono un ragazzo di 18 anni e corro al "pedale riminese" cat. juniores 2° anno; volevo sapere da lei se la mia alimentazione durate la gara è corretta o se non lo è mi può dare lei dei consigli:dopo 40km mangio un panino al latte , quelli della "mulino bianco" con 3 cucchiaini di  marmellata alla pesca.
Inizio a bere una borraccia di acqua in cui ho sciolto maltodestrina e fruttosio, sempre dopo 40 km. Mi può dire poi i quantitativi esatti in grammi da sciogliere di  fruttosio e maltodestrina, perchè io li mettevo a caso.

Grazie, cordiali saluti
Andrea
(Leggi la risposta)

Gentile sig Andrea,
dalla sua richiesta non riesco a farmi un'idea né del suo allenamento né delle sue abitudini alimentari in funzione dell'allenamento e della gara.
In via di principio usare amidi e maltodestrine insieme a una quota di zuccheri semplici (come miele o saccarosio o fruttosio) sia in allenamento che in gara è certamente corretto. Bene dunque il panino e la borraccia.
Le quantità dipendono dall’intensità e dal volume dell’ impegno.
Attendo un aggiornamento per formulare un consiglio mirato.
Cordiali saluti A M B



23 Dicembre 2010

Buonasera dott. Bargossi
mi chiamo Andrea ho 39 anni e pratico mtb a livello agonistico con 12/13 ore di allenamento ripartito su 4 gg più la gara domenicale.
Sono seguito da un (ottimo) preparatore atletico con il quale cerco sempre di bilanciare i carichi di lavoro ma, anche quest'anno, le analisi del sangue eseguite a fine Novembre (prima della ripresa degli allenamenti in bici) sono inesorabilmente deprimenti.

Testoterone bassissimo (Eia 3.6 ng\\ml - Libero 8 picog\\ml)
Cortisolo alto (219 ng\\ml)
Ematocrito sotto il minimo (41.5 % )
Globuli rossi bassi (4.75 mmc)

Aggiungo che durante tutto l'anno integro un alimentazione sana e corretta, forse un pochino scarsa per l'annosa ricerca di un peso corporeo ottimale (sono alto 1.76 64/65 kg 9.8% massa grassa, in periodo agonistico anche meno) con aminoacidi ramificati, proteine in polvere e vitamine.
Può darmi qualche consiglio per tentare di correggere gli squilibri ematici in oggetto ?
La ringrazio anticipatamente per l'attenzione.

Cordiali saluti
Andrea
(Leggi la risposta)

Gentile Sig Andrea,
per formulare un’ipotesi e poi conseguente un consiglio relativo all’integrazione dovrei conoscere tutti i referti degli ultimi esami ematologici e urinarii.
In particolare:
Non capisco  perché o cosa intenda quando scrive
… Ematocrito sotto il minimo (41.5 % )
E inoltre, quando si riportano gli esiti di esami ormonali, oggi per le diverse metodiche impiegabili, occorre anche riportare i livelli di riferimento del Lab presso cui son stati eseguiti.
Cordiali saluti A M B



23 Dicembre 2010

Buongiorno, le volevo chiedere come faccio a sopperire alla mancanza cronica di magnesio ogni qual volta mi alleno o corro? e da che cosa è dovuto questo livello che normalmente è vicino allo zero nelle analisi?

Grazie
Carlo
(Leggi la risposta)

Gentile Sig Carlo;
premetto che il livello plasmatico del Mg è solo parzialmente rappresentativo del Mg dei tessuti e dunque del muscolo scheletrico.
Un valore prossimo a zero mg/dL  come Lei scrive è scarsamente plausibile e certamente la misura dovrebbe esser ripetuta su un diverso campione ben raccolto e analizzato. Io consiglierei il dosaggio contemporaneo anche del Mg leucocitario e del Mg urinario su urine delle 24 ore.
In ogni caso con “… normalmente è vicino allo zero nelle analisi..” non capisco che valori intenda e sarei grato se me rifacesse conoscer.
Dopo potrò eventualmente formulare un consiglio di integrazione alimentare.
Cordiali saluti A M B



23 Novembre 2010

Salve,
sono un ciclista amatoriale di 39 anni, alto 1,80 per 76 kg.
Percorro circa 4500 km/anno, incentrati durante il periodo primavera-autunno mentre durante il periodo invernale faccio sci di fondo.
Malgrado una vita sana e una discreta attività fisica mi ritrovo con dei valori di colesterolo totale a 250 circa, HD a 56 mentre i trigliceredi sono a 168 circa. questi sono i valori medi di analisi fatte ogni tre mesi per un anno circa.
Premetto che ho valori normali di ematocrito attorno ai 50 e di emoglobina a 17,6. in famiglia mia madre ha gli stessi problemi.
Cosa posso fare per abassare il colosterolo e i trigliceredi?
Secondo Lei, Dottore, i valori alti di ematocrito influenzano i valori appunto di colesterolo e trigliceredi.

La ringrazio sin da ora.
Mauro
(Leggi la risposta)

Caro Mauro,
La domanda può in realtà esser articolata in due:
1. Se ci sia un rischio di accidente cardiovascolare dato dai parametri ematobiochimici
2. Se sia legato all’alto valore di Hb e Hct%

 


Risposta al quesito 1

Per una corretta valutazione del Rischio Relativo di Cardiovasculopatia su Base Dismetabolica e per l’inclusione nei criteri di portatore di MS (Sindrome Metabolica) occorrerebbe anche conoscere i valori  di Pressione Arteriosa e di Glucosio ematico di base (digiuno di 8-10ore) e 2 ore dopo pasto normale . Al momento ragionando sui soli dati disponibili e applicando la formula di Friederwald il Col-LDL è 160.4 .
Se ne ricava l’idea che in atto non sia presente un rischio CV elevato.

 

 

Risposta al quesito 2 relativo ai valori dell’esame emocromocitometrico
Un alto valore di Hct% certamente può influenzare la misura del Colesterolo totale e frazionato, e dei Trigliceridi; non tuttavia in maniera significativa.
Occorrerebbe anche conoscere il valore assoluto e percentuale  dei reticolociti ; considerando i dati trasmessi: il dato di HB e Hct% è certamente al di fuori della norma (e applicando vecchi regolamenti avrebbe comunque impeditola partecipazione a competizioni dell’UCI con sospensione dell’attività agonistica e nuovo controllo dopo un mese).



Preparazione fisica e programmazione degli allenamenti

 PAOLO SLONGO
Risponde PAOLO SLONGO

Direttore Sportivo Liquigas-Doimo
Responsabile preparazione atleti Liquigas-Doimo

21 Gennaio 2013

Salve, sono circa 2 anni che vado in bici da corsa, volevo un consiglio su come fare un pò di preparazione. Il mio cardiologo mi ha detto che per fare un buon allenamento, di non superare 120-130 frequenze.Posso andare in bici tutte le volte che voglio, ed abito tra San Vincenzo e Donoratico, posti che lei conosce bene, visto che venite qui a prepararvi.
Dimenticavo, la bici mi ha fatto smettere di fumare.

Cordiali saluti
Adriano
(Leggi la risposta)

Salve Adriano,
sono felice che la bici sia diventata importante nella sua vita.
Il suo cardiologo le ha dato un giusto consiglio, quante uscite fa alla settimana?
Il mio consiglio è di aumentare le ore di allenamento per iniziare. Es un giorno 2h un giorno 2h30 poi 3h e RIPOSO poi 2h30  poi 3h poi 3h 30 RIPOSO
3h poi 3h30 poi 4h RIPOSO alla fine del ciclo riinizi dall'inizio. Quando sentirà dei miglioramenti può effettuare un test e magare iniziare con del
lavoro specifico.



21 Gennaio 2013

Salve,io ho problemi di pulsazioni alti uscendo con altri mi alleno sempre a 160 170 pulsazioni credo che sia sbagliato .come devo allenarmi per andare bene in salita e essere veloce grazie.

Giuseppe
(Leggi la risposta)

Salve per risponderle dettagliatamente dovrebbe sottoporsi a un test.
La frequenza è un valore individuale quindi in alcune persone è più alta in altre più bassa.
Io ho atleti professionisti con 10 anni di differenza dove il più anziano ha una soglia a 180 FC il più giovane ha 170FC.
Quando avrà i suoi valori potrà impostare l'allenamento su misura.



10 Ottobre 2012

Buonasera dottore, è da aprile che ho intrapreso la strada della mountain bike facendo anche gare importanti, mi capita spesso di andare in crisi di fame sempre negli ultimi km, in allenamento non capita mai in gara mi accorgo che spingo di più ho frequenze più alte ma non arrivo mai alla fine fresco mi può dare un consiglio su come alimentarmi.

La ringrazio. Cordiali Saluti
Valerio
(Leggi la risposta)

Salve Valerio,
lei deve sapere che un professionista di 70kg allenato e ben alimentato ha a sua disposizione un serbatoio piccolo di carboidrati zuccheri (circa 2000 calorie) e una grandissimo di grassi, proteine ecc.
In soglia e fuori soglia lei usa quasi esclusivamente il serbatoio piccolo (carboidrati-zuccheri) in medio una mix tra zuccheri-carboidrati e grassi ecc. , in lento o lungo prevalentemente grassi, proteine ecc.
Quindi lei spendendo di più in gara finisce le sue scorte di zuccheri-carboidrati (benzina super) e resta solo con il serbatoio grande (disel).
Per migliorare oltre a una corretta alimentazione fuori gara e integrazione in gara, dovrebbe lavorare in allenamento molto vicino al ritmo di medio per ottimizzare e salvaguardare il suo consumo energetico di benzina super.

Nell'immediato deve gestirsi in gara da arrivare a consumare le sue scorte rimanenti nell'ultima parte di gara e non prima.

Spero di essere stato chiaro altrimenti non esiti a riscrivermi.



10 Ottobre 2012

Salve, gradirei avere qualche indicazione in merito ad una preparazione per una cronometro..ho un mesetto a disposizione e si tratta di una crono di 28km non proprio tutta piatta..diciamo 40' di prova..che tipo di lavori specifici potrei fare? Potrei avere una bozza indicativa di schema da poter seguire..è produttivo fare spesso simulazioni della prova con ritmi di soglia o conviene alternarli con richiami di forza a bassa cadenza e con lavori ad alte cadenze?

Grazie
Stefano
(Leggi la risposta)

Ciao Stefano,
per la crono ci si deve allenare nello specifico.
La forza puoi farla una volta alla settimana e una volta alla settimana potresti dedicarti con la bici da crono ad un allenamento specifico.
Normalmente io faccio fare delle progressioni di 5' progressione al medio +5' al medio + 5' progressione alla soglia + 5' in soglia. Essendo tu un
atleta allenato puoi farlo 2 volte con 15' di recupero tra le serie.
Altro allenamento è di alternare 5' a velocità gara (soglia) a 10' dietro
moto alla stessa velocità. Simula la gara sulla stessa distanza nel tuo caso 40'.
Una tabella dettagliata di allenamento non posso farla in questa rubrica e
comunque dovrei conoscerti meglio per poterla fare su misura.



10 Ottobre 2012

Per la prima volta da quando vado in bici vorrei prepararmi per disputare qualche medio fondo nel 2013. Se la fortuna mi assiste vorrei provare ad iscrivermi al medio delle Dolomiti. Avendo a disposizione per allenarmi 90' il martedì 90' il giovedì e 4h il sabato o la domenica come posso organizzare l'allenamento? Vorrei partire con la preparazione già da ottobre. Prima medio fondo a marzo.

Grazie
Luca
(Leggi la risposta)

Le consiglio di farsi seguire da un bravo allenatore che possa farle dei
test ed impostare il lavoro specifico per lei in modo ideale.
Con le tre uscite alla settimana potrebbe raggiungere dei buoni risultati.



10 Ottobre 2012

Buongiorno, volevo sapere perche delle volte faccio meno fatica a fare 80 chilometri delle volte faccio molta fatica a fare gli stessi chilometri esco solo la domenica.

Cordiali saluti
Marco
(Leggi la risposta)

Salve Marco,
ci sono molti fattori che possono influenzare il rendimento.
Dovrei farle molte domande per poterle rispondere correttamente, ho pochi elementi per darle una risposta.
Potrei darle comunque un consiglio, provi ad osservare se nelle uscite della domenica che si trova meglio da quelle che si trova peggio lei svolge delle azioni differenti.
Esempio il sabato sta più o meno in piedi, cosa mangia, quando va a dormire ecc.
Questo potrebbe essere un buon indizio per trovare la soluzione.



10 Ottobre 2012

Buonasera, volevo un consiglio su come prepararmi per la prossima stagione. Premetto che in inverno faccio 2/3 sedute in palestra (gli allenamenti con macchine a circuito vanno bene?). Non so come abbinare i carichi di lavoro in palestrae abbianrli con la bici nei vari mesi. E' possibile avere un quadro generale di allenamento distribuito nei vari mesi da novembre a marzo?

Grazie e complimenti
Daniele
(Leggi la risposta)

Salve Daniele,
se lei guarda nella mia rubrica in data 20 febbraio 2012 ho risposto al Sig.
Francesco Cavagliere a dei quesiti simili ai suoi dove potrà prendere
spunti.
Se poi ha sul tema delle domande specifiche sono a sua disposizione.



10 Ottobre 2012

Salve Dottore sono cicloamatore e pratico mtb da un paio d'anni in primavera estate e da tre mesi ho preso una bici da corsa volevo avere dei consigli.
Durante la settimana faccio un allenamento in mtb di un oretta in salita e un uscita con la bici d corsa di circa 30 km; nel week end faccio altre due uscite con mtb e corsa piu' lunghe. Adesso che sono a casa in ferie sto uscendo tutti i giorni con tappe di 100 km in bici da corsa e salite di m 1000 in mtb (ho cercato di caricare per avere una forma costante quando ho meno tempo per allenarmi) ma dopo tre uscite sento le gambe rigide e non riesco piu' a fare le prestazioni dei primi giorni cosa mi conviene fare? saltare dei giorni o alternare i gioni con uscite piu' dure e altri più' leggeri defaticanti?
Ho letto nelle sue rsposte che coinsiglia dei test come si possono fare o dove si svolgono? me ne consiglierebbe uno? e dove posso svolgerlo tenendo conto che abito ad Arona (No).

Ringrazio per la sua disponibilita e porgo cordiali saluti.
Alessandro
(Leggi la risposta)

Salve Alessandro,
quello che le è capitato è più che normale.
Gli allenamenti devono essere sempre bilanciati e graduali dando al corpo il tempo di recuperare per affrontare i successivi carichi in maniera efficace.
Lei è passato da fare 30km una volta alla settimana con poco più la domenica a fare nelle vacanze 100km al giorno.
I professionisti che alleno io fanno 2 massimo 3 giorni di carico e un giorno di riposo, si allenano così per 2 o 3 settimane e quella successiva fanno solo recupero attivo.
Il mio consiglio pertanto e di fare un giorno o due di allenamento e uno di scarico alternando la sequenza per due settimane e la terza uscire quando se la sente in maniera blanda.
Per quanto riguarda il test lei basta individui la sua soglia da qui ne derivano le varie zone di lavoro.
Penso vicino a casa sua ci possa essere il Centro Mapei che è attrezzato e con persone competenti.



10 Ottobre 2012

Buongiorno, per prima cosa complimenti per la bella prestazione della Liquigas al Tour. Sono un cicloturista di 39 anni che si è appassionato alla bici da appena 2 anni (quest'anno ho fatto le mie prime granfondo).
Per la prossima stagione vorrei fare un circuito di granfondo (6) che vanno da aprile a giugno. Le mie domande sono:
1) quando devo inziare la preparazione per arrivare pronto per gli inizi di aprile?
2) faccio un lavoro che in inverno mi permette di uscire su strada solo nel week-end, negli altri giorni mi alleno su rulli. Mi potrebbe consigliare un piano di allenamento settimanale con 2 sedute lunghe (> 3 h) e 3-4 sedute su rulli?

Grazie per la disponibilità. Saluti.
Fabrizio.
(Leggi la risposta)

Salve Fabrizio,
il periodo per iniziare a pedalare lo deve sentire lei quando ha recuperato
fisicamente ma soprattutto con la testa ha voglia di riprendere.
Normalmente dopo la stagione si fa uno stacco completo di 3/4 settimane
stando attenti a non ingrassare troppo e poi si inizia a pedalare piano piano e aumentando i carichi piano piano.
Inizi a pedalare a metà dicembre ma solo con ore di sella senza intensità
curando la cadenza di pedalata:

  • Lunedì
  • Martedì
  • Mercoledì    strada: 2h poi 3h poi 4h
  • Giovedì
  • Venerdì        rulli: max.45'
  • Sabato
  • Domenica    strada: 2h poi 3h poi 4h

Poi da febbraio quando avrà un bel po’ di km sulle gambe dovrebbe iniziare dello specifico.
Per avere una bozza provi a guardare nel blog la discussione del 20 febbraio 2012 col Sig. Francesco Cavagliere penso potrà trovare quello che le serve.



10 Ottobre 2012

Bentrovato Sig. Paolo, premetto che trovo molto utile questa rubrica, sono Giuseppe e la bici è sempre stata la mia passione, fino a 25 anni ho avuto modo di goderla partecipando a gare amatoriali ed allenandomi con una squadra locale che mi ha fatto conoscere anche Rosario Fina ed ultimamente MASCIARELLI, ma poi con il lavoro e la famiglia cose che dovrebbero portare beneficio mi sono allontanato dallo sport..anzi lo stress mi ha regalato la Psioriasi, ma approfitto dei suoi preziosi consigli per cambiare rotta e ricominciare, vorrei avere una linea guida per tornare in forma e divertirmi.
Fisicamente sto bene sovrappeso ovviamente ma ho sempre fatto sport quindi abituato al sacrificio, se lei riesce a tracciare una linea guida sia alimentare che tecnico sportiva per poter intraprendere fin dai primi passi il rientro in bici.
Il mio tempo a disposizione per gli allenamenti è 2 o max 3 volte a settimana.

La saluto cordialmente.
Giuseppe
(Leggi la risposta)

Salve Giuseppe,
ho letto attentamente la sua richiesta.
A mio avviso non le darei una ricetta particolare lei deve trovare la voglia interiore per riiniziare e qui le dico subito che almeno le prime 3 settimane saranno dure.
Faccia uscite all’inizio da 1/2h in agilità e in maniera aerobica quindi a intensità basse per poi aumentare fino a 4h.
Per l’alimentazione dovrei avere molti più elementi per darle dei consigli.
Posso dirle che un buon metodo è di fare una buona colazione a pranzo verdura e un primo piatto e alla sera verdura e un secondo piatto.
Mi faccia sapere dopo questo periodo come si trova e quanto pesa in seguito potrò darle dei consigli più dettagliati.



10 Ottobre 2012

Salve vorrei un consiglio su come allenarmi per preparare una cronoscalata che ho fra 3 settimane io mi alleno mediamente 5-6 volte a settimane faccio circa 1600 1700km al mese (anche se in questo mese ho diminuito le uscite e i km perchè la stanchezza si sta facendo sentire) dopo una stagione intensa però non vorrei mollare proprio ora e avrei bisogno di un suo consiglio in merito a come allenarmi per una cronoscalata di 11 km circa

Grazie Ale
(Leggi la risposta)

Salve Alex,
per preparare una crono in salita bisogna lavorare molto su tre aspetti:
I tipi di lavori più importanti sono:

1. RESISTENZA ALLA SOGLIA
Si deve cercare di capire tramite test sia sull’ergometro che in salita qual
è la zona di soglia di un atleta.
Supponiamo che un atleta abbia una zona di soglia in salita tra 170 e 180 FC per allenare la resistenza alla soglia deve lavorare per lunghi periodi
vicino a 170-175 FC (in salita) . In questo tipo di lavoro si possono
inserire le salite a FC o Watt costanti anche sulla distanza di cronoscalata.

 

2. MIGLIORAMENTO DELLA SOGLIA
Dovete eseguire ripetute fuori soglia – medio. Ad esempio se la vostra
soglia è a 180 FC dovete effettuare 30’’ a 190 FC e 1’30 a 160 FC. Partendo da 4’ fino a 10’ rec. 10’ tra le serie.

 

3. POTENZA CRITICA
Si allena facendo un allenamento tipo cronoscalata su distanze più corte di gara (5km)

Tutto questo visto anche la stanchezza che accusi si deve fare con le dovute maniere e i recuperi adeguati.
Io farei un un giorno una di queste ripetute e il giorno seguente riposo o
giretto sciogli gambe.



16 Luglio 2012

Buonasera volevo un consiglio per preparare una gara a tappe di 6gg 450km impegativi dal 7/12 agosto, ora ho 9000 km e stato di forma buono gare fatte 15 buoni risultati vado bene in salita, come mi devo comportare per arrivare al top in quel periodo?di solito col caldo trovo la condizione migliore,continuo a correre devo staccare devo fare ripetute?mi dica lei vorrei ben figurare grazie mille.
Cordiali saluti
Gianluca
(Leggi la risposta)

Salve, staccare dalle gare lo trovo sbagliato.
Ma come si allena durante la settimana?



16 Luglio 2012

Salve, sono impegnato a preparare la prosssima Maratona delle Dolomiti. Finora ho distribuito il carico su 5 sedute settimanali così facendo:
LUN 3*4' sfr rec. 2' + 6' lavoro intermittente in salita (30" + 30")
MER 3 ripetute in piano (15' a soglia, 154bpm + 5' fuori soglia a 158bp,
VEN 1h 30m lipidico in scarico
SAB 1h30' scarico se domen corsa oppure lungo di 4h con 2 o 3 salite lunghe
DOM 1h 30 scarico o corsa.
Ora da un paio di settimane ho modificato il LUN facendo 3 SFR su salite da 1,5km + 3 salite da 2km alternando 1' forte e 2' recuperando rimanendo entro i 150bpm ed aumentando il MER il volume delle ripetute. Saprebbe indicarmi se crede questo tipo di lavoro adatto alla prova di Corvara o come potrei modificarlo?
(Leggi la risposta)

Salve Gabriele,
ma il lavoro del mercoledì riesce a smaltirlo bene o le resta sulle gambe per qualche giorno?
L'unica indicazione che le posso dare è di inserire delle salite lunghe al ritmo di fondo medio cosa che in questo periodo ha trascurato.
Altra cosa distribuirei meglio i carichi settimanali (lavoro permettendo) es. se la domenica corre al lunedì deve riposare.



29 Maggio 2012

Salve, sono un cicloturista amatoriale, non avendo molto tempo a disposizione faccio delle uscite con altri bikers in MTB la domenica. Adesso, viste le condizioni climatiche faccio delle uscite infrasettimanali. Le nostre uscite sono di circa una 70 di Km. alternando fondo e salite, anche sui 1000 mt, sempre su sterrato e montagne. Poichè vorrei partecipare a qualche GF, desideravo avere qualche consiglio.

Grazie, Sam
(Leggi la risposta)

Salve Sam,
visto il tempo che ha a disposizione le propongo di aumentare la qualità degli allenamenti settimanali.
Es:
Un allenamento in salita può fare 1/2 tratti in salita di 3/5km alternando 30'' alla soglia 1'30 al medio.
Un allenamento in pianura può eseguire delle progressioni di 10' alla soglia e starci altri 5' in soglia x 1 o 2 volte.
La domenica o al sabato se ha tempo io farei un lungo 4/5h con 1-2 salite lunghe attorno al medio curando la cadenza di pedalata 80/90rpm.

Mi faccia sapere come si trova .



29 Maggio 2012

Buongiorno, vorrei chiedere quale sia secondo lei la modalità migliore di esecuzione delle SFR. Gli altri anni le eseguivo a 40 rpm mentre da quest'anno dietro consiglio ho provato ad eseguirle sempre alle FC corrispondenti al fondo medio ma a 50/55 rpm. Un lavoro sostitutivo può essere quello di fare un percorso con varie salite affrontate a basse rpm o è sempre meglio prendere un tratto di salita recuperando tornando in discesa?
Grazie, Gabriele
(Leggi la risposta)

Salve Gabriele,
le salite forza resistenza hanno varie scuole di pensiero per quanto riguarda la cadenza di pedalata da tenere.
La logica ci dice che più bassa è la cadenza di esecuzione più forza bisogna esprimere.
Il mio consiglio per uno stradista è di eseguirle attorno alle 50 rpm perché si avvicina alla cadenza minima che uno stradista può effettuare in casi estremi anche in corsa. Inoltre le consiglio di farle sempre al ritmo del medio.
Per la loro esecuzione io propongo di farle nello stesso tratto su e giù di inverno quando in discesa il freddo diventa un problema, ma ora sono più allenanti se le fa di seguito.
Spero di aver risposto a tutti i suoi quesiti altrimenti sono a sua disposizione.



29 Maggio 2012

Salve vorrei qualche indicazione per allenamento di marzo-aprile.
Da novembre-gennaio 2 allenamenti in palestra arti sup. + 2 all. spinning + 1 uscita su strada nel week-end. Febbraio aggiunto 1 all. palestra gambe, intensificato spinning simulando SFR e lavoro alla soglia, sostituito uscite week-end per maltempo con lavoro su spinbike a casa (agilità, sfr, soglia) e ultimi gg uscite di fondo 70-80Km.
Obiettivo migliorare andatura sia in pianura che in salita. Recentemente fatta prova Watt au rulli 3min. 258W medi.

Grazie
Roberto
(Leggi la risposta)

Salve Roberto,
quello che ha fatto va bene ora per migliorare la soglia anaerobica quindi il ritmo suo in pianura e salita deve effettuare dei lavori a quelle frequenze.
Ad esempio in salita può fare 1/2 tratti in salita di 3/5km alternando 30'' alla soglia 1'30 al medio.
In pianura può eseguire delle progressioni di 10' alla soglia e starci altri 5' in soglia x 1 o 2 volte.

Mi faccia sapere come si trova.



29 Maggio 2012

Salve buongiorno, in pratica quando ho aumentato sensibilmente i lavori di intensità nelle ultime 3 settimane facendo lavori in soglia in salita,SFR ect e sentendomi bene fisicamente ho fatto allenamenti intensi ripetuti...adesso sono 15 giorni che appena monto in sella le gambe sembrano riempirsi di liquidi e diventano dure poi le sento stanche,premetto che è una settimana che sono a riposo. cosa può essere accaduto? e come mi devo comportare? grazie mille della disponibilità.
Cordiali saluti.
Nicola
(Leggi la risposta)

Salve Nicola,
probabilmente ha bilanciato male l'aumento di carico delle sue ripetute, andando a forzare troppo e non dando il tempo sufficiente al suo corpo di assorbire e recuperare il lavoro.
Le propongo inoltre di effettuare 2/3 settimane di lavoro con le ripetute alternandone una di scarico dove farà le stesse ore di uscita delle precedenti ma senza ripetute specifiche.



29 Maggio 2012

Buongiorno, ho 32 anni e pratico ciclismo da circa 5 , vorrei specializzarmi nelle mediofondo; secondo lei un programma come il mio nei mesi dicembre, gennaio, febbraio, marzo. Ha un fondamento? la ringrazio in anticipo.

martedì: 2,5H lavoro aerobico+SFR1x6ripetiz+sprint da 10" 1x4ripetiz
giovedì: 2,5H aerobico con 45'al fondo medio+SFR
sabato: 2H aerobico
domenica: 4H fondo lungo con 30'salita in soglia aerobica

Cordiali saluti
Nicola
(Leggi la risposta)

Salve ,
il suo programma va bene.
Unico consiglio esegua 2/3 settimane con questo schema e poi ne faccia una di recupero dove farà le stesse ore stesse salite ma a ritmo blando senza nessuna ripetuta.
Inoltre quando assorbe bene i carichi potrà aumentare il carico aumentando le ripetute o diminuendo il recupero.



29 Maggio 2012

Testo: Salve, mi chiamo Cristian e mi sono appassionato di mtb da un anno.
Ho sempre praticato sport: 10 anni di arti marziali, 10 anni di body building ed 5 anni di inattività, ed ora mtb.
L'anno scorso ho iniziato passeggiando e con l'arrivo dell'inverno ho cominciato ad allenarmi almeno in palestra. Ho fatto un programma adatto al ciclismo per incrementare la forza e qualche uscita sporadica. Ora che il tempo migliora sono incominciato a riuscire e rispetto a l'anno scorso, su i stessi sentieri, la forza è migliorata di molto, riuscendo ad arrampicare senza aggrapparmi al manubrio. Ora però pecco in resistenza, mi viene affanno, e i battiti crescono velocemente: non so se è un pareggio o meno, riesco a restare sui 177, 178 pulsazioni anche per 1,5h.
Come posso migliorare questo fattore, accingendomi a terminare il programma di forza in palestra. Riesco ad allenarmi tutti i giorni.
Non ho mai fatto test di nessun genere, anzi se c'è un centro nelle mie zone lo visiterei, sono di Rieti.
I miei obbiettivi sono: migliorarmi, battere gli amici e in futuro gare

Grazie
Cristian
(Leggi la risposta)

Salve Cristian,
la cosa che mi sento di consigliare è di effettuare un test di valutazione delle sua soglia anaerobica e valori derivanti.
Da Rieti può sentire la Scuola dello Sport del Coni a Roma (Acqua Cetosa) dove le possono fare il test.
Quando è in possesso dei valori potremo risentirci per delle spiegazioni dettagliate di allenamento.



29 Maggio 2012

Salve e complimenti per la gestione del Team.
Vi chiedo un consiglio per migliorare sia la mia tenuta a inizio gara (alta velocità, rilanci ecc..) che l'affronto della prima salita a tutta dove è facile andare in fuori soglia pagando in seguito lo sforzo.
Grazie
Fausto
(Leggi la risposta)

Salve Fausto,
prima delle partenze sarebbe indicato un buon riscaldamento soprattutto in gare brevi (anche sui rulli).
Per il suo problema le propongo un giorno alla settimana di svolgere i seguenti esercizi:
allenamento di almeno 3h30'-4h:
  • 1 h di riscaldamento a piacere con una salita breve:
  • 8 velocizzazioni partendo a una velocità di 20/25 km/h, 39X19 leggera discesa 3/4% da seduto una progressione per 30” fino ad arrivare con i pedali fuori giri rec.5’
  • 8‘ medio in pianura a 110/120 RPM + di seguito 5’ soglia in salita + 5’ medio in salita sempre di seguito Recupero 15’
  • 8‘ medio in pianura a 110/120 RPM + di seguito 5’ soglia in salita + 5’ medio in salita sempre di seguito
Mi faccia sapere se avrà un beneficio.



29 Maggio 2012

Salve sig. Slongo gentilmente se mi poteva indicare qualche suo prezioso consiglio come prepararmi per gare da 70 /80 km al massimo ma veloci con molti cambi di ritmo e salite non tante lunghe.
Grazie anticipatamente salve Franco
(Leggi la risposta)

Salve Franco,
in questa tipologia di gare vale molto allenarsi sul ritmo e i cambi di ritmo.
Le propongo un giorno alla settimana un lavoro dietro motore della durata della gara su percorso ondulato.
Inserisca 4/6 progressioni fuori moto di 40'' (fuori soglia) uscendo dalla moto e riaccodarsi poi in scia alla moto che viaggia a 45-50Km/h come se lei dopo uno scatto dovesse rimettersi in scia al gruppo riprendendo fiato per tornare a uno stato di recupero in gara.
Un altro allenamento che propongo è sulla Forza Dinamica facendo in base al suo stato di preparazione 1 o 2 serie di 6 ripetute ciascuna in pianura.
20'' a tutta in piedi partendo da 20km/h con il 53x14-13 tra gli sprint riposi 2' e tra le serie 15-20'.
Tra un allenamento e l'altro alterni una giornata di riposo.



29 Maggio 2012

Buongiorno, volevo sapere se 2 volte alla settimana e utile allenarmi sulla strada o su sterrato con mtb per migliorare la forza per la salita grazie.
Sante
(Leggi la risposta)

Salve Sig. Sante,
dipende che attività fa con la bici e poi se gareggia su strada o in MTB.
Generalmente io faccio fare una sola seduta la settimana per allenare la forza per le salite. La bici che usa è indifferente anche se io prediligo fare i lavori specifici con bici da strada e quelli di tecnica con la MTB.



29 Maggio 2012

Sono un semplice amatore. Mi servirebbe ricevere consigli su come migliorare il mio stato di salute e il mio benessere; quindi quali tipi di allenamenti fare per migliorare le mie prestazioni nei limiti del...divertimento.
Grazie per l'eventuale risposta
Vincenzo
(Leggi la risposta)

Ciao Vincenzo,
il peso-forma mi sembra buono e quindi direi che se segui per gran parte dell'anno una vita sana, una buona alimentazione, magari vedi i consigli che il Dr. Giammattei a dato ad altri tuoi colleghi tra le risposte dell'area medica di ciclonews.it, e allenamenti differenziati ma senza esagerare puoi sicuramente migliorare.
Comunque segui sempre la tua voglia di bicicletta e tieni sottocontrollo il tuo problemino ormonale.
Buon divertimento.



29 Maggio 2012

Ciao paolo, è possibile avere qualche consiglio per migliora nella pratica del ciclismo? Non ho la possibilita di fare test particolari tipo conconi, pero posso darle le mie frequeze cardiache, a riposo 50 nel massimo sforzo 170.
Grazie buona serata
Maurizio
(Leggi la risposta)

Ciao Maurizio,
su due piedi e senza accurati test è difficile darti delle indicazioni se non le solite: vita sana, una buona alimentazione e allenamenti differenziati ma senza esagerare.
Buon divertimento.



29 Maggio 2012

Salve, mi chiamo Cristian e mi sono appassionato di mtb da un anno. Ho sempre praticato sport: 10 anni di arti marziali, 10 anni di body building ed 5 anni di inattività, ed ora mtb.
L'anno scorso ho iniziato passeggiando e con l'arrivo dell'inverno ho cominciato ad allenarmi almeno in palestra. Ho fatto un programma adatto al ciclismo per incrementare la forza e qualche uscita sporadica. Ora che il tempo migliora sono incominciato a riuscire e rispetto a l'anno scorso, su i stessi sentieri, la forza è migliorata di molto, riuscendo ad arrampicare senza aggrapparmi al manubrio. Ora però pecco in resistenza, mi viene affanno, e i battiti crescono velocemente: non so se è un pareggio o meno, riesco a restare sui 177, 178 pulsazioni anche per 1,5h.
Come posso migliorare questo fattore, accingendomi a terminare il programma di forza in palestra.
Riesco ad allenarmi tutti i giorni.
Non ho mai fatto test di nessun genere, anzi se c'è un centro nelle mie zone lo visiterei, sono di Rieti.
I miei obbiettivi sono: migliorarmi, battere gli amici e in futuro gare

Cordiali saluti
Cristian
(Leggi la risposta)

Salve Cristian,
il consiglio che le posso dare è di fare un test di valutazione funzionale.
Vicino a lei mi viene in mente il Centro dello Sport del CONI (Acquacetosa):
CONI Servizi - CPO Acquacetosa "Giulio Onesti"
Area Commerciale
Largo G. Onesti 1 - 00197 Roma
Tel: (+39) 06.8089137
Fax: (+39) 06.36859230
E-Mail: congressiacquacetosa@coni.it
Avendo poi effettuato il test avrà dei valori dove poter impostare la preparazione in modo scientifico per poter migliorare la sua condizione.



20 Febbraio 2012

Buongiorno, ho 32 anni e pratico ciclismo da circa 5 , vorrei specializzarmi nelle mediofondo; secondo lei un programma come il mio nei mesi dicembre,gennaio,febbraio,marzo. Ha un fondamento? la ringrazio in anticipo
martedì : 2,5H lavoro aerobico+SFR1x6ripetiz+sprint da 10" 1x4ripetiz
giovedì : 2,5H aerobico con 45'al fondo medio+SFR

sabato: 2H aerobico
domenica: 4H fondo lungo con 30'salita in soglia aerobica

Cordiali saluti, Nicola
(Leggi la risposta)

Ciao Nicola,
per meglio organizzare l'allenamento e lavorare più dettagliatamente con le varie forze, io farei delle piccole modifiche.
Al martedì farei il lavoro come fai il giovedì Fondo medio + SFR
Al giovedì farei lavoro aerobico + sprint max.
Il sabato è ok
La domenica puoi fare fondo lungo + SFR + soglia (come la fai?)
Sarebbe importante sapere cosa intendi per soglia aerobica (soglia aerobica corrisponde al ritmo di medio forse intendevi anaerobica), quanta e come la fai perché se ne fai 30' mi sembra esagerata.
Se ti va mandami nel dettaglio i lavoro che fai.



20 Febbraio 2012

Buongiorno, sono un amatore di 42 anni e partecipo a diverse granfondo durante l'anno con discreti risultati, vorrei sapere come posso allenarmi per migliorare in salita.
Cordiali Saluti
Lucio
(Leggi la risposta)

Per migliorare in salita bisogna allenarsi in salita.
Il miglioramento è legato all'aumento della soglia anaerobica.
Se guarda le risposte date nella mia rubrica troverà delle domande simili dove indico un paio di allenamenti efficaci.



20 Febbraio 2012

Ciao Paolo, sono Francesco Cavaliere, nonostante l'età (ho 50 anni) faccio attività agonistica nella mia provincia (Salerno) e quest'anno mi sono ripromesso di fare un anno al meglio delle mie possiilità. Sono andato da un nutrizionista e ho messo a posto il peso (sono alto mt. 1,73 e peso 63 kg. con una percentuale di massa grassa del 6% circa) e ho iniziato la preparazione atletica in questo modo:
Nel mese di novembre:
- lunedi, mercoledì, venerdì = palestra con lavori di forza per gli arti inferiori (leg press - leg exstention - leg curl) e per gli arti superiori lavori di restinza;
- giovedì e sabato = un'ora di corsa lenta;

- martedì e domenica = uscita in bici in agilità (39/19-21).

Nel mese di dicembre e gennaio (dal 29/11 al 19/01)
- lunedì - mercoledì - venerdì = 45 minuti in bici in agilità, rapporto 39/17-16, 90-100 rpm
- martedì - giovedì = S.F.R. (iniziando con 5 ripetute da 2 minuti con 3 minuti di recupero e terminando con 8 ripetute da 5 minuti con due minuti di recupero) al termine delle ripetute e dopo un mezzora di agilità effettuavo una salita di 4/5 km a 80-85 rpm e alla frequenza di 145/155 battiti per poi finire l'allenamento in agilità;
- sabato, domenica = fondo lungo.

Ora sono al termine delle S.F.R. e vorrei, se tu sei così gentile da aiutarmi, che mi consigliassi come proseguire nella preparazione tenendo conto che voglio migliore molto in salita e che a fine febbraio comincio a partecipare a gare veloci e a medio fondo.
Ti faccio presente che ho la possibilità di allenarmi su strada quattro volte a settimana (martedì, giovedì, sabato e domenica), gli altri giorni posso allenarmi a casa visto che sono in possesso dell'attrezzo Spyn Trainer della Tecnogym.
Mi scuso se sono stato un pò lungo ma ho cercato di darti tutti i dati possibili.
Sicuro di una tua risposta ti invio cordiali saluti.
Francesco Cavaliere
(Leggi la risposta)

Salve Francesco,
complimenti perché fino ad adesso anche se non conosco lo specifico in
palestra ha lavorato molto bene.
Lei in questa fase dovrebbe avere una grande soglia aerobica e una buona
forza visto il lavoro in palestra e di SFR.
Il passo successivo è di mantenere la forza con dei richiami e aumentare la
soglia anaerobica.
La settimana tipo potrebbe essere per almeno 3 settimane (poi i carichi e il
resto dovrebbe essere aggiornato e personalizzato):

L riposo
M fondo medio + SFR (come già facevi magari puoi portare il recupero a 2')
M riposo
G fai il lavoro che già facevi in salita alternando tratti brevi di medio e
tratti alla soglia (es. salita 5Km 1'30'' medio + 30'' soglia)
V riposo
S puoi fare 4/5 di 20'' partenda da una veloci bassa (quasi fermo) con un
rapporto duro (es.53x14-15) e recuperando 3' tra uno e l'altro.
D solo ore di sella magari in gruppo con delle salite dove curare cadenza
pedalate al ritmo di lungo-medio

Lo Spin Trainer puoi usarlo solo nel momento che ci sia brutto tempo e fare
a casa 1h30 di cui 2x10' al medio.

Penso tu lo abbia già fatto comunque sarebbe utile avere tramite un test le
tue frequenze personalizzate per impostare un lavoro efficace.



20 Febbraio 2012

Salve, vorrei porre una domanda al preparatore Paolo Slongo.
ho 41 anni sono alto 183 x 75 kg. è da novembre che faccio palestra 2 volte a settimana, prima basata su forza resistente, poi aumentando i carichi (tipo piramidale) per aumentare la forza massima. In aggiunta esco in bici almeno 3 volte a settimana facendo un po di fondo medio in pianura a 95/100 rpm per tratti di 15/20 minuti. Ecco appunto la domanda è, fino a quando vado agile tutto ok se si tratta di spingere un pò vado subito in soglia gambe dure, e mi ci vuole un pò per recuperare, per non parlare della salita non la muovo proprio, devo andare su con rapporti agilissimi altrimenti le gambe mi si bloccano come se qualcuno mi fermasse la circolazione. E' normale facendo palestra. Come mi devo comportare?
Grazie, Daniele
(Leggi la risposta)

Salve Daniele,
le sensazioni che mi ha descritto non dovrebbe averle. Non potendo fare un test e una anamnesi dettagliata dei suoi carichi e recuperi, non posso darle  indicazione precise.
Probabilmente il suo problema è dato dal carico di lavoro e il recupero che non sono ben bilanciati.
Inoltre sarebbe utile lei eseguisse un test per individuare i valori di lavoro da rispettare per una crescita graduale ed efficace.



30 Dicembre 2011

Salve dottore sono un ragazzo di 40 anni, esco in bici da corsa 2 volte la settimana per fare allenamento per uscire la domenica però ho un problemma quando raggiungo i 40 km/h incominciono ad indurirsi i muscoli e devo rallentare per recuperare.
Cosa posso fare per non essere costretto a dover diminuire la velocità?
Grazie, Augusto
(Leggi la risposta)

Salve Augusto,
semplice la sua domanda, se a 40Km/h  si induriscono le gambe vada più piano magari a 38km/h.
Quello che le ho detto e che lei si sente si può misurare con un test che determini il suo range di soglia anaerobica. (Test Conconi o incrementale,Test di Mader, Test Vo2)
Deve inoltre sapere che mentre pedala, all'interno del suo organismo avvengono delle reazioni chimiche, pertanto nel momento che raggiunge la sua soglia anaerobica le scorie che produce (acido lattico ecc. ecc.) il suo organismo riesce ancora a smaltirle come fosse in uno stato di equilibrio.
Quando invece supera la sua soglia anaerobica il suo organismo non riesce più a smaltire le scorie che vanno in ecesso e in accumulo, da qui il mal di gambe che le viene.
Il mio consiglio è di afferruare un test dove lei avrà dei valori precisi di velocità/watt e frequenza cardiaca della sua soglia anaerobica che come le dicevo all'inizio sarà al di sotto dei 40km/h.
Avendo i valori reali potrà viaggiare per più tempo alla sua velocità critica e magari con degli allenamenti mirati potrà migliorarla col tempo superando anche quei 40Km/h che attualmente sono proibiti.
Spero di essere stato chiaro nella spiegazione.



30 Dicembre 2011

Salve, riprendo la mia precedente richiesta per cercare di capire come fare per andare piu forte in salita tenendo conto che ho 42 anni, 1.86 x 85 kg. faccio mtb e più o meno 120 km alla settimana. Grazie, Stefano (Leggi la risposta)

Salve Stefano,
avrei bisogno di una sua anamnesi dettagliata per risponderle nel dettaglio.
Le posso comunque dire che il peso è molto importante in salita altra cosa è che l'allenamento specifico è quello che dà i migliori frutti.
Per allenamento specifico in salita devi allenarti specificatamente sui tuoi valori di soglia anaerobica o appena sotto (fallo con ripetute). Altro lavoro efficace è stare ad esempio per 6'-10' (in stagione) fuori soglia per 30'' e sotto soglia (al ritmo medio) per altri 30''.



30 Dicembre 2011

Ciao,
sono un neofita del ciclismo ma ho sempre praticato sport e gradirei delle informazioni circa le modalità di allenamento da seguire atteso prevedo di uscire 1/2 volte a settimana.
Grazie, Andrea
(Leggi la risposta)

Salve Andrea, intanto scusaci per il ritardo con cui ti rispondiamo ma gli impegni di lavoro sono stati molto pressanti.
Per quanto riguarda il quesito che mi sottopone sarebbe da sapere quanto tempo dedica a queste 2 uscite e se il suo obiettivo è di gareggiare o solo divertirsi.
La cosa importante se inizia ora ad andare in bici è di prendere confidenza con il mezzo quindi, cambio, salita,discesa,sprint, sfrutti il tempo a disposizione per questo con uscite in prevalenza aerobiche.
Successivamente le consiglio di fare un test dove andrà ad individuare le sue frequenze di allenamento per poi avere una preparazione specifica e mirata.



30 Dicembre 2011

Salve, La ringrazio per aver risposto in maniera molto soddisfacente al mio quesito su come impostare la preparazione generale a novembre - dicembre. Adesso, se non Le chiedo troppo, vorrei sapere come mi devo comportare nel periodo di preparazione specifica considerato che la mia stagione agonistica (faccio granfondo con un chilometraggio che va dai 120 ai 140KM) inizia a fine febbraio per poi terminare la prima settimana di luglio e poi riprendere a settembre e terminare definitivamente ad ottobre.
Grazie veramente tanto per tutto ciò che fate per noi. Cordiali saluti
Domenico
(Leggi la risposta)

Salve Domenico,
sono contento di aver soddisfatto le sue aspettative nella scorsa domanda dove si parlava del periodo di preparazione generale.
Il periodo di preparazione specifica come dice il nome stesso viene svolta con il mezzo o gesto per altri sport specifico quindi in bicicletta nel nostro caso.
Io normalmente la faccio iniziare a gennaio dove nel primo mese quindi per 4 settimane svolgono lavori di SFR  5-10x1'-2' a 50 rpm con 2'-3'rec 80rpm e molto fondo medio sia in salita 10'-15' che in pianura 8'-10'.
Da febbraio si inizia oltre al volume aerobico che deve crescere a fare lavori alla soglia o intermittenti questo le consentirà di avere una buona condizione per le Gran Fondo di Febbraio.
La settimana tipo poi se alla domenica svolge Gran Fondo potrebbe essere:
Lunedì recupero
Martedì 2/3h fondo medio + SFR
Mercoledì recupero
Giovedì 3/4h con 2 salite di 4/5km 1' alla soglia 1' al medio e una salita  di almeno10km tra il lungo e il medio
Venerdì recupero
Sabato 1/2h giretto sciogli gambe
Domenica gara

Spero di aver soddisfatto anche oggi le sue aspettative.



30 Dicembre 2011

Buongiorno, vorrei se possibile avere un consiglio su come prepararmi per la prossima stagione. Nell'inverno ho poco tempo per allenarmi, solo il sabato e la domenica durante la settimana almeno l'anno scorso ho lavorato parecchio sul rullo spero tanto che mi possa aiutarmi.
Cordiali saluti
Gianpietro
(Leggi la risposta)

Salve Gianpiero,
allenandosi solo al sabato e alla domenica le consiglio di fare uscite aerobiche con 2/3 salite di 3/5km al fondo medio nel periodo invernale.
Da metà, fine gennaio può fare al sabato 3h/3h30 di uscita di qualità magari con SFR e lavori alla soglia.
Alla domenica un lavoro aerobico con 2/3 salite una di queste almeno di 10km aumentando le ore di allenamento a 4/4h30.
I rulli li può fare per 2 volte la settimana (martedi e giovedì) ma solo per 30' massimo.
Io nel periodo invernale fino a febbraio le consiglio se le piace di andare alla sera a fare dello spenning in palestra 2 volte la settimana per 1/2h circa la cosa le assicuro è molto più allenante  e divertente.
Spero di essere stato d'aiuto e soprattutto chiaro nella terminologia altrimenti non esiti a riscrivermi.



30 Dicembre 2011

Salve sig. Paolo
ho 57 anni e pratico ciclismo sa 5. Purtroppo, per lavoro, posso allenarmi solo il sabato e la domenica (solo a primavera inoltrata riesco ad uscire per un paio di ore nel tardo pomeriggio). La mia uscita tipo dura mediamente 3/4 ore per circa 80/100 km e 1000 metri di dislivello in totale. Sono alto 1,90 per 82 kg. Mi alleno sempre da solo e mi piacerebbe partecipare a qualche gran fondo. Che tipo di allenamento mi consiglia?
La saluto cordialmente.
Tony
(Leggi la risposta)

Salve,
nel periodo invernale che si allena solo al sabato e alla domenica non può fare molto io consiglio di fare uscite aerobiche con 2/3 salite  di 3/5km al fondo medio.
In questo periodo alla sera se vuole può fare dello spenning in palestra 2 volte la settimana per 1h circa.
Quando invece potrà uscire durante la settimana potrebbe fare 2 giorni alla settimana le 2h con lavori abbastanza intensi e alla domenica o al sabato quando non gareggia 4h con 1-2 salite lunghe di 10km.
Con questa intensità di allenamento non avrà nessun problema a partecipare a qualche Gran Fondo nella prossima stagione.



30 Dicembre 2011

Salve dottore, sono un dilettante primo anno e questi sono alcuni dei miei valori:
Premetto che i valori sono riferiti a luglio 2011:
- watt all soglia 280
- velocità di soglia 43km/h
- soglia anaerobica 183
- peso 59kg e sono alto 1m e 73cm
- massa grassa 3,7%
- massa muscolare per gamba 9,7kg
- il mio rapporto peso potenza è 4,2 w/kg
Vorrei sapere da lei come aumentare la velocità di soglia. Il mio obiettivo è arrivare a 47km/h entro la fine del 2012. Cè la posso fare? E in che modo?.
Vorrei anche sapere come aumentare i watt alla soglia perchè per un dilettante sono un pò pochini!
Grazie e cordiali saluti
Luca

(Leggi la risposta)

Ciao Luca,
sicuramente con un adeguato allenamento ben modulato con il recupero puoi e devi migliorare anche perchè sei giovane.
Ho notato dai dati che mi hai dato che i watt/Kg sono sbagliati alla soglia
hai 4.74w/kg al posto di 4.2.
Altro accorgimento che da come mi scrivi non hai ben chiaro è che la soglia alla velocità e ai watt sono due unità di misura diverse che ci comunicano lo stesso valore.
Per farti capite meglio supponendo i valori che mi hai dato siano reali... tu esprimerai a 280 watt  la  velocità di 43Km/h, quindi sono direttamente
porporzionali e correlati all'aumentare di uno aumenta anche l'altro.
Per migliorare la soglia anaerobica devi allenarti specificatamente sui tuoi
valori di soglia anaerobica o appena sotto (fallo con ripetute). Altro lavoro efficace è stare ad esempio per 6'-10' in stagione 40watt fuori soglia per 30'' e sotto soglia (al ritmo medio) per altri 30''.
Un consiglio prezioso è che prima di arrivare a lavorare alla soglia devi  costruisci una buona base di lavoro aerobico.



26 Ottobre 2011

Salve, volevo dei consigli su come effettuare la preparazione invernale.
Sono un cicloamatore di 28 anni, faccio all'incirca una ventina di gare all'anno, la maggior parte a circuito cittadino e 3-4 granfondo.
1. Consiglia palestra per rafforzamento muscoli? Per tutto l'anno o solo per il periodo invernale?
2. Come associare la palestra alla bici?
Cordiali saluti
Giuseppe
(Leggi la risposta)

Salve Giuseppe,
normalemente consiglio a tutti una base di palestra nei mesi di novembre e dicembre.
La associazione palestra e bici dipende dal tempo libero che ha a disposizione. Un buon U23 o Professionista normalmente esegue 3 sedute settimanali di palestra (lunedi-mercoledi-venerdi) poi c'è chi trasforma o meglio scioglie il lavoro subito dopo la palestra in bici o MTB per 1h30'/2h chi invece preferisce uscire 2h al martedi e al sabato in bicicletta. In entrambe le uscite si cura l'aspetto agilità visto che la parte forza la si fà in palestra.
I richiami in palestra durante la stagione si usano soprattutto per i corridori veloci i quali integrano nella settimana tipo 2 sedute in palestra con esercizi specifici alle gambe, normalmente pressa e squat.
Spero di essere stato di aiuto altrimenti non esiti a richiedere eventuali chiarimenti.



26 Ottobre 2011

Salve, volevo chiedere come ci si deve comportare alla fine di una stagione agonistica ricca di granfondo (totale km. percorsi circa 18.000), l'ultima gara l'ho svolta il 16 ottobre 2011 poi cosa mi consiglia di fare per poter programmare al meglio la prossima stagione ciclistica?
Grazie e complimenti per l'iniziativa che è davvero splendida.
Domenico
(Leggi la risposta)

Salve Domenico,
la prima cosa che io consiglio è un periodo di stop completo di almeno 15-20 giorni il quale consente all'atleta di rigenerarsi fisicamente ma soprattutto psicologicamente.
Successivamente si inizia, nel periodo di novembre e dicembre, una PREPARAZIONE GENERALE.
In questo periodo di preparazione generale si tende a fare attività vicine al movimento motorio della bici ma possibilmente con mezzi diversi, MTB, palestra, camminate, sci di fondo, ciaspole, patinaggio, spinning ecc.
In questo periodo gli obiettivi da raggiungere sono:

1. INCREMENTO DELLA POTENZA
Poiché la potenza può essere intesa come <Forza x Velocità> è evidente che per ottenere un incremento della stessa bisogna lavorare con una resistenza esterna. Da qui deriva l'importanza del lavoro con le macchine in palestra.

2. FLUIDODINAMICITA' exc.
Successivamente al lavoro in palestra è fondamentale smaltire la tensione muscolare accumulata mediante MTB, palestra, camminate,s ci fondo, ciaspole, patinaggio,s pinning . Questo consente  agli apparati: respiratorio, circolatorio, ecc., di mantenersi sempre in allenamento.

3. ALIMENTAZIONE E PESO
Il peso è uno dei nemici principali in questo periodo che può essere controllato da una corretta e sana alimentazione. E' comunque possibile se un atleta in stagione era in forma di crescere di 2/3kg

Aggiungerei a questo anche esercizi di streching e rilassamento.
Poi da gennaio in maniera graduale si lascia la palestra facendo solo dei richiami anche a corpo libero per entrare nel periodo di PREPARAZIONE SPECIFICA dove la bici ritorna al centro di tutti i vostri allenamenti.



26 Ottobre 2011

Salve Paolo sono un cicloamatore di 38 anni. Ti scrivo se fosse possibile stilarmi una tabella di allenamento adatta per le corse a circuito (70 km circa).
Certo di un positivo riscontro ti saluto
Pasquale
(Leggi la risposta)

Ciao Pasquale,

colgo l'occasione per rispondere a te e a tutti gli utenti del sito per dire che in questa rubrica su Ciclonews.it non posso darvi delle vere e proprie tabelle di allenamento. Al massimo posso darvi dei consigli su particolari aspetti dell'allenamento.

Per avere una tabella di allenamento dovresti quindi contattare un preparatore atletico della tua zona oppure contattarmi privatamente, ma anche in questo caso per correttezza verso i miei colleghi non posso lasciare in questa rubrica i miei recapiti che però li puoi trovare nel web.



8 Agosto 2011

Ciao, ho avuto modo di scambiare delle opinioni con te nella primavera. Non ti chido niente di particolare per gli allenamenti, ma delle domande che mi possono arricchire sulle metodologie d'allento.
1. Non è che Ivan Basso sia troppo focalizzato sui numeri, tipo wat, peso, percentuale grasso, vam e resistenza?
2. Non è convienente mantenere del potenziamento durante la prima parte di stagione?
3. Anche se dovesse aumentare un kg di puro muscolo, 69kg, potrebbe migliorare a crono e non perdere in salita?
4. Allenarsi su forti cambi di ritmo infine, partecipare a meno corse ma con l'obbiettivo di vincere sempre.
Ti ringrazio e comunque siete la formazione piu forte e limpida.

Ciao
Andrea
(Leggi la risposta)

Ciao,
Rispondo a ogni tuo quesito:
  1. Ivan Basso a mio avviso è uno degli atleti più preparati e meticolosi sulla metodologia di allenamento. I numeri come watt, vam, tempi, sono necessari sia per l'atleta sia per me al fine monitorare i miglioramenti dati dall'allenamento e al tempo stesso avere uno storico personale  confrontabile con altri atleti. Tutto ciò non significa che sia io, che Ivan, o altri si facciano influenzare solo dalla teoria dei numeri.
  2. Ritengo che il potenziamento vada svolto durante tutto l'anno sotto forma di richiamo almeno una volta alla settimana.
  3. In un atleta evoluto di 33 anni, come Ivan Basso, non penso si possano fare esperimenti. L'applicazione teorica del concetto che hai espresso potrebbe dare sulla carta un leggero miglioramento.
  4. Durante il lavoro di preparazione si esecitano molte prove sul cambio di ritmo e cadenza di pedalata. Io amo il mio lavoro perchè ti porta continuamente a ricercare, studiare e modulare allenamenti-gare in vista di obiettivi. Però gli imprevisti accadono e quindi bisogna ricalibrare la tabella di marcia, vedi quanto accaduto a maggio a Ivan, dove ha perso minimo 10 giorni che erano cruciali per la preparazione al Tour.



27 Maggio 2011

Salve, ho gia fatto 800 km in mountainbike però mi sembra che il mio ritmo sia aumentato di poco rispetto alle prospettive. Come posso fare per sentire un incremento del ritmo? Sui falsi piani vado forte mentre in salita o sui sali e scendi faccio molta fatica.
Cerco di spiegarmi meglio, ho iniziato ad allenarmi a inizio aprile perché in inverno pratico scialpinismo. Faccio 3 o 4 uscite alla settimana di cui 3 la sera di un ora e mezzo o due e poi 1 o 2 il week end di 2 o 3 ore. Il mio percorso tipo è di 600 m di dislivello con uno sviluppo di 40 km.
Ha qualche programma di allenamento adatto a me?


Cordiali saluti
Mattia
(Leggi la risposta)

Salve,
gli adattamenti quindi i miglioramenti dell'allenamento eseguito correttamente avvengono almeno in un mesociclo (1 mese di lavoro).
Normalmente si tende a fare 2 o 3 settimane di lavoro e una di scarico dove avremo un beneficio di supercompensazione.
 
Io penso che se lei si allena 3 volte per 1h30 e alla domenica 2/3h e ha già efettuato 800km un minimo di ritmo dovebbe essere migliorato.
 
La mia esperienza mi insegna di iniziare a ritmi blandi e aumentare gradualmente l'intensità e il carico di lavoro.
Lei quando effettua queste uscite come si comporta?  Si allena a ritmo costante, esegue delle ripetute, tende a simulare una gara ecc ecc.
Mi faccia sapere questo mi farebbe capire meglio la sua situazione in modo da impostare o correggere l'allenamento in modo specifico.
Altra cosa importante è capire i suoi obiettivi,cosa vuole dalla bici: lo fa per stare meglio con se stesso, per migliorare la salute, vuole gareggiare con gli amici o in gara ecc ecc.



27 Maggio 2011

Salve, sono un cicloamatore di 41 anni, (183/75kg) faccio gare amatoriali in circuito tutti i fine settimana, da circa 7 anni. In pianura me la cavo bene, solo che come si tratta di fare una salita sopra 1 km mi stacco, respiro affannoso, gambe gonfie proprio non vado su. Finita la salita tornato in piano ricomincio a menare. Come posso migliorare su queste salite di 2/3 km.
Cordiali saluti
Daniele
(Leggi la risposta)

Salve,
le salite di 2/3km si migliorano lavorando nello specifico.
Lei attualmente predilige allenarsi in pianura o fà spesso delle salite?
 
Il mio consiglio è di dedicare un allenamento per migliorare questa disciplina.
Un consiglio trovi una salita di 3km ci arrivi da un tratto al ritmo medio di almeno 8' prenda la salita e faccia 1km alla soglia 1km al medio e 1km alla soglia partendo da 2/3 ripetute per arrivare a 5/6.
Tra una salita e l'altra io ci metterei un periodo di recupero di 10'.
 
Mi faccia sapere se dopo aver svolto questo esercizio per almeno 3 settimane ha dei benefici.



23 Maggio 2011

ciao Paolo,sono Domenico di Villarreal, come va? Vorrei un paio di consigli su come allenarmi. Sto preparando una granfondo per il mese di maggio (MARCHA DE LOS LAGOS DE COVADONGA).
Questo è il mio programma di allenamento:
- lunedì riposo attivo
- martedì SFR di 3km al deserto de las palmas iniziando con 3/4 fino a terminare con 10/12 nel mese di aprile
- mercoledì riposo attivo
- giovedi, serie di 3 km en la soglia iniziando con 3/4 a febbraio fino a arrivare a 10/12 in aprile
- venerdì riposo totale
- sabato e domenica salita in gruppo senza guardare troppo il cardio però senza esagerare troppo con le pulsazioni.
Cosa ne pensi?

Un saluto.
Domenico
(Leggi la risposta)

Ciao Domenico,
scusa il ritardo ma sono stato impegnatissimo per preparare il Giro d'Italia e ora il Tour.
Ho visto la tua settimana tipo ed è impostata molto bene.
Unica cosa penso che nella progressione che fai per le sfr arrivando a fare
3km x10-12volte  e 3km alla soglia  sempre per 10/12 volte sia importante tu abbia buone sensazioni e riesca a recuperare il carico di lavoro che fai.
A mio avviso se hai sensazioni di essere troppo stanco (come penso) diminuisci le ripetute.



23 Maggio 2011

Salve Sig. Slongo, le volevo porre un quesito, sono un cicloamatore di 35 anni cosidetto evoluto e mi diletto nelle granfondo ottenendo buoni risultati, il mio problema è riuscire a gestire l'allenamento della fase agonistica, ossia se io gareggio nelle granfondo ogni domenica come deve essere nel dettaglio giornaliero (quantità e qualità) il mio allenamento settimanale per arrivare non stanco alle gare? Grazie e complimenti per quello che fate per noi e per il ciclismo.

Grazie
Domenico
(Leggi la risposta)

Salve,
sarebbe importante conoscere se il suo lavoro è sedentario o impegnativo
fisicamente per poi impostare l'allenamento in bici.
Altra cosa importante è sapere quante ore riesce a fare di allenamento nelle giornate della settimana.
Supponendo che lei faccia un lavoro con poco dispendio energetico e molto tempo libero la settimana tipo a mio avviso potrebbe essere:
L:  riposo
M: 1/2h giretto a sua sensazione senza lavori
M: 3/4h SFR + lavori intermittenti
G: 5h distanza  1 o 2 salite lunghe 10/12km tra il medio e il  lungo fino a
sopra curando la cadenza di pedalate 80/90rpm
V: 1/2h giretto a sua sensazione senza lavori
S: 1/2h giretto a sua sensazione senza lavori
D: GARA



23 Maggio 2011

Buongiorno,
ci siamo sentiti nel periodo di marzo per un allenameno intermittente e come inserirlo nalla settimana. Ora sarei interessato dai nuovi metodi di allenamento da inserire nella settimana considerando che corro gare di massimo 100 km, conosco l'allenamento intermittente e le fsr,

Grazie e spero di conoscerla in occasione della tappa con partenza da piombino ...viva Nibali e Basso
Andrea
(Leggi la risposta)

Salve,
se corre gare di 100 km e non sono Gran Fondo immagino ci siano molti scatti
e cambi di ritmo.

Le propongo due nuovi allenamenti.

Il primo:
dopo una prima fase di 1h circa di riscaldamento fai:

2 o 3 serie di scatti max.15/20'' con recupero tra le serie di 5'.
- 53x12 max. IN PIEDI da 20 Km/h RECUPERO 1'30'' - 2'
- 53x13 max. SEDUTO da 10 Km/h RECUPERO 1'30'' - 2'
- 53x15 max. IN PIEDI da fermo RECUPERO 1'30'' - 2'
- 53x17 max. SEDUTO da fermo RECUPERO 1'30' - 2'

Ritorno a casa in agilità o meglio dietro motori tra le 100/110 rpm tra il
lungo e il medio.

Il secondo:
L'allenamento comprende del dietro motori a velocità di gara con delle uscite dalla moto ogni 10' alternare uno sprint di 20'' a tratti fuori moto di 500/800m.
Importante è recuperare dietro moto sempre a una velocità simile alla gara faccia finta che il gruppo la riprenda e lei si deve riaccodare in 20 posizione.


Se corre alla domenica io farei lunedì riposo assoluto, martedì sfr e finale intermittente in salita, mercoledì riposo o giretto, giovedì i nuovi allenamenti alternandoli ogni settimana (1 settimana il primo allenamento, la seconda settimana il secondo), venerdi riposo, sabato 2h tranquille a sua
sensazione.

Mi faccia sapere se mette in atto questi consigli come si trova.



20 Marzo 2011

Salve!!!
Sono un cicloamatore di 30 anni e volevo da lei un consiglio su come mi devo allenare per affrontare le cronoscalate, ci tengo a dirle che faccio questo tipo di gare anche perché non ho tanto tempo da dedicare agli allenamenti, la ringrazio.

Antonio
(Leggi la risposta)

Salve Antonio,
mi chiede una cosa che sembra semplice ma non lo è.
Dietro a una crono o nel suo caso cronoscalata c'è molto lavoro.
Quello che posso dirle è conoscere bene le sue frequenze di soglia aerobica e anaerobica e impostare dei lavori specifici.
Il lavoro va svolto simulando la distanza delle cronoscalate con tratti in soglia e tratti al di sotto in modo di avvicinarsi al tempo di gara allenando il fisico a stare in soglia anaerobica.
Premetto che in poche righe non è facile dare consigli, bisognerebbe conoscere un po' meglio le sue caratteristiche quanto si allena alla settimana ecc ecc.



20 Marzo 2011

Ti ringrazio per la risposta data sull'allenamento intermittente. Aprofitto per farti delle domande: l'allenamento intermittente quante volte puo essere svolto in una settimana? E all'interno di una giornata d'allenamento con cosa puo esser abinato?
Ti ringrazio tanto e rinnovo i complimenti per i risultati e la forma gia splendida di Ivan Basso.

Ciao
Andrea
(Leggi la risposta)

Ciao Andrea,
grazie per i complimenti su Basso quest'anno abbiamo programmato un avvicinamento all'appuntamento prefissato in modo diverso.
Per quanto riguarda la tua domanda, io propongo di farlo una anche due volte alla settimana.
Normalmente in questo allenamento io faccio fare una serie di SFR o un medio.



10 Marzo 2011

Ciao, ho 42 anni e ottimi risultati negli amatori in toscana,vorreii una indicazione su come utilizzare un allenamento tipo intermittente, per la salita e pianura, durante la settimana, avendo poco tempo per alenarmi.

CIAO, complimenti per i vostri risultati
Andrea
(Leggi la risposta)

Ciao Andrea,
l'allenamento intermittente si basa su fasi di lavoro e di recupero più o
meno lunghe (10'' - 40'').
Normalmente per aumentare la potenza aerobica nel ciclismo si usano delle
ripetute di 6' a 10' in salita svolte con questa alternanza : 20''/30''
fuori soglia anaerobica (+20/40 watt o + 10 FC)  e 20''/30'' al ritmo di
medio.
In pianura si usa lo stesso metodo di alternanza sopra e sotto soglia per
tratti di 2/3Km.
Per avere una esatta esecuzione bisognerebbe avere un misuratore di potenza.
In una sessione di allenamento si parte da una ripetizione e si arriva in
stagione a farne 2/3.
Per migliorare lo sprint ed allenare la forza massima l'intermittenza viene
fatta con sprint di 20'' con un rapporto impegnativo 53x13/14 con partenza
da fermo o a bassa velocità , il recupero è di 1'40'' per 6/8 scatti. Anche
questo si può ripetere per 2/3 volte in stagione, nella stessa sessione di
allenamento.

Spero di non aver creato confusione, se hai dubbi sono a disposizione.



10 Marzo 2011

Buongiorno mi chiamo Daniele, sono un ciclista amatoriale di 31 anni a cui piacerebbe correre qualche gran fondo. Premetto che ho iniziato con la bici a Giugno scorso quando causa pubalgia ho smesso con il podismo (ho corso 5 maratone 3 mezze maratone in linea e una sulle dolomiti più svariate gare più brevi). Con la bici la pubalgia sembra sparita, mi alleno con costanza 4 volte a settimana in bici e 2 in piscina (in inverno durante i giorni lavorativi faccio i rulli) il sabato e la domenica mi deidico alle distanze più lunghe.

Seguo più o meno quello che facevo nel podismo ovviamente con tempi e distanze differenti, alterno le giornate in questo modo; scarico (1 ora e mezza sui rulli o 50/60 km non impegnativi), ripetute in pianura o salita, scarico, lungo (allenamento sugli 80/90 con almeno una salita). Per migliorare le prestazioni mi consiglia di differenziare il lavoro in periodi, esempio 2 settimane salita e scarico, altre 2 settimane ripetute e scarico, oppure posso proseguire così, magari cercando qualche tabella guida per le ripetute e per le salite?

La ringrazio anticipatamente
Daniele T.
(Leggi la risposta)

Salve Paolo,  scusa il ritardo nella mia risposta ma con l'inizio della stagione agonistica sono stato molto impegnato in questo periodo.
Non è male come imposti la settimana. Per la mia esperienza ti consiglio di fare non più di 45' minuti sui rulli se non puoi uscire.
Per migliorare il carico di lavoro potresti fare un carico a settimana di 2/3 allenamenti impegnativi vicino. es Lunedi 45' rulli o 50/60km a ritmo blando, martedi ripetute salita (la qualità falla sempre il primo giorno di carico), mercoledì lungo, giovedì riposo assoluto, venerdì giretto e sabato e domenica il lungo come mi dicevi. Se fai questo sistema ogni 2 settimane fanne 1 di scarico, dove potresti fare gli stessi km e percorsi ma senza nessun lavoro specifico, solo a sensazione.
Sono fiducioso nel tuo miglioramento magari fammelo sapere tra 5/6 settimane.



12 Gennaio 2011

Buongiorno, sono un cicloamatore di 51 anni. Percorro circa 12 mila km annui facendo qualche gran fondo durante l'anno. Pratico il ciclismo a livello amatoriale, da un paio d'anni per problemi di pressione (la minima si attestava intorno ai 100) assumo ogni mattina metà compressa di APROVEL 150 mg. Vorrei sapere se tale farmaco inficia in qualche modo la performance sportiva e considerando che sono alto 165 cm. il peso forma quanto dovrebbe essere. Un'ultima cosa, vorrei sapere considerando che ho a disposizione ca 2 ore pomeridiane infrasettimanali più la domenica il tipo di allenamento che dovrei svolgere per acquisire un livello di forma ottimale.
Grazie e buon 2011
Maurizio
(Leggi la risposta)

Salve Maurizio,
rispondo al suo quesito solo per la parte di mia competenza e cioè quella dell'allenamento, per l'altra parte giro la domanda al collega di competenza.
Per il futuro invitiamo tutti gli utenti ad inviare domande specifiche per ogni area, se avete quesiti che prendono più aree di competenza vi chiediamo di non formulare un'unica richiesta di di suddividerle in modo che possiamo fornire un servizio il più puntuale possibile.

Venendo alla risposta. nelle 2 uscite settimanali di 2 ore io le propongo di fare dopo una fase di riscaldamento iniziali di circa 30'/40' delle progressioni in pianura o in salita a raggiungimento della frequenza cardiaca di soglia.
Partirei da 2 progressioni alla soglia di 8' con 20' di recupero le prime due settimane di lavoro arrivando poi a 3/4 progressioni alla soglia di 10'  con 20' di recupero in stagione.
La domenica farei un'uscita meglio se in gruppo di 3 ore in questo periodo per poi aumentare le ore in progressione fino a 4/5h (in stagione), inserendo delle salite 2 o 3 anche qui a carico progressivo da 2/3 km per le prime due settimane fino 1 salita di 10km e 2 di 4/6km (in stagione).Il ritmo consigliato in salita è il fondo medio.



12 Gennaio 2011

Buonasera dottore,
mi chiamo Marco e pratico ciclismo da pochi anni! Sento spesso parlare di Forza Resistente nel ciclismo..ma precisamente: che cos\'è? e come si può allenare?

Cordiali saluti
(Leggi la risposta)

Salve Marco,
premetto che non sono un Dottore ma un Direttore Sportivo allenatore.
 
SFR è la sigla che indica le cosiddette Salite di Forza Resistenza: si tratta di un mezzo di allenamento messo a punto nel 1983, in occasione della preparazione di Francesco Moser al Record dell'ora.
Vengono utilizzate per migliorare la cosiddetta "forza resistente", che nel ciclista condiziona la capacità di spingere i lunghi rapporti protratta nel tempo.
Vanno eseguite in forma di "ripetute" (cioè a tratti di uno o più minuti durante i quali si pedala in salita, per poi ridiscendere recuperando circa 2 minuti; dopo di che si ripete il tratto di salita, quindi si recupera nuovamente scendendo e così via).
L'esecuzione avviene seguendo le seguenti indicazioni:
Scegliere una salita di pendenza compresa tra il 6 e l'8% circa;
eseguire la "ripetuta" salendo ad una cadenza di pedalata compresa fra 40 e 50 pedalate al minuto;
Durante l'esecuzione utilizzare il rapporto più lungo possibile (52 o 53 x 16 o 15 o 14 o 13…), purché sia tale da consentire di procedere a 40-50 RPM senza che la frequenza cardiaca superi quella corrispondente al ritmo di soglia;
Durante l'azione di potenziamento in salita, evitare di "tirare di braccia" (cioè di esercitare energiche trazioni sul manubrio ad ogni colpo di pedale).
 
Come già risposto in un'altra domanda al Sig. Francesco,
si deve usare una progressione di carichi di lavoro, normalmente inizio da gennaio con 2 ripetute di 2' a 40/50 rpm con 3' di recupero a 90 rpm per arrivare a febbraio/marzo con 2 serie di 5x5' a 40/50 rpm con 5' di recupero a 90 rpm.

Consiglio un accorgimento importante, in dicembre o gennaio per il freddo che si prende in discesa è consigliabile farle in un tratto di strada uguale salendo e scendendo per il recupero, in stagione le faccio fare sempre salendo in salita.
 
Non consiglio questo lavoro su giornate con temperature vicino ai 0 gradi.



12 Gennaio 2011

Buongiorno!
sono un ragazzo di 33 anni e volevo da lei un consiglio: quale e il mese che bisognerebbe incominciare a fare le famose ripetute in salita? (sfr) come mi puo consigliare? e cosa devo fare? premetto che da noi la stagione comincia ad aprile.

la ringrazio.

Francesco
(Leggi la risposta)

Ciao Francesco,
Per quanto riguarda le salite forza resistente (SFR) io lavoro in questo modo:

Si deve usare una progressione di carichi di lavoro, normalmente inizio da gennaio con 2 ripetute di 2' a 45/50 rpm con 3' di recupero a 90 rpm per arrivare a febbraio/marzo con 2 serie di 5x5' a 45-50rpm con 5' di recupero a 90 rpm.
Il ritmo che si usa per il recupero è tra il medio e il lungo, le sfr devono invece essere libere però mai sopra la soglia che molte volte si raggiunge alla fine della ripetuta.
In stagione uso poi richiamare questo lavoro almeno una volta alla settimana.

Consiglio un accorgimento importante, in dicembre o gennaio per il freddo che si prende in discesa è consigliabile farle in un tratto di strada uguale salendo e scendendo per il recupero, in stagione le faccio fare sempre salendo in salita.
 
Non consiglio questo lavoro su giornate con temperature vicino ai 0 gradi.



28 Dicembre 2010

Ciao, sono un ragazzo di 14 anni che corre in Mountain Bike. Visto che la mia stagione agonistica inizia a metà Febbraio volevo avere qualche informazione sull'allenamento con i rulli. Inoltre siccome esco solo 3 volte a settimana vorrei sapere come allenarsi in questi giorni per 1:30 max 2 ore a seduta. Ringrazio e auguro un grosso "in bocca al lupo" per la vostra stagione che sta per iniziare e spero che sia come quella appena trascorsa.

Cordiali saluti
Nicolò Pedrazzoli
(Leggi la risposta)

Ciao Nicolò,
i rulli vanno bene sopratutto in questo inverno piovoso ma non bisogna esagerare. In base alla mia esperienza, vanno fatti per massimo 30', quindi prima sarebbe indicato svolgere palestra o un minicircuito con addominali, dorsali ed esercizi per le gambe.
Le uscite che fai ora devono essere finalizzate al miglioramento della pedalata grazie all'agilità.
Da gennaio inizierei a lavorare più intensamente in bicicletta con una giornata curando il ritmo medio, una giornata curando la forza resistente tipo SFR , e una giornata gli sprint.  
Tutto questo con carichi crescenti e ben modulati durante la settimana. Ricordati che un giorno alla settimana serve per il recupero completo.



28 Dicembre 2010

Salve, sono un ragazzo di 18 anni e corro con il Pedale riminese nella cat. juniores 2° anno. Ho già una mia preparazione però volevo farle alcune domande:
1. Faccio stretching tutti i giorni, da 2 mesi a questa parte, circa 1 ora al giorno. Secondo lei è troppo?
2. Alleno gli addominali 3 volte a settimana, perchè so che rinforzano l'apparato respiratorio; è importante secondo lei respirare con il diaframma e perchè?.
3. Pratico anche corsa a piedi, 45 minuti 2 volte a settimana. Quanto influisce la corsa a piedi sull'aumento della capacità polmonare?

Grazie, cordiali saluti
Andrea Buccarini
(Leggi la risposta)

Ciao Andrea,

rispondo con ordine ai tuoi quesiti:

1. Per quanto riguarda lo stretching penso puoi ridurlo, bastano 20/30' e come quntità, 3/4 volte settimana.
2. La respirazione  diaframmatica è importante  aumenta la capacità di immettere ossigeno, disintossica gli organi e rilassa, migliorando il recupero.
3. La corsa a piedi è un ottimo mezzo per aumentare la capacità polmonare, ma poi bisogna fare lavori specifici.



17 Dicembre 2010

Salve, grazie per la vostra disponibilità e Le illustro immediatamente la mia attuale attività. Mediamente mi alleno 5 giorni su 7 con sedute di almeno 2 h ed il lungo di 4o 5 h la domenica.SONO UN OPERAIO faccio un lavoro manuale ma fortunatamente il pomeriggio sono libero ed ho tempo per allenarmi... abito a Arenzano
(GE) e ho molti sentieri a disposizione.avevo pensato di partecipare almeno a una gara al mese o qualche 24 h ma sinceramente sono pronto a ascoltare un suo parere e qualunque consiglio lei mi dia........sono disposto anche se secondo lei puo essere utile a qualche seduta di nuoto....Grazie ancora in tutti i casi per la vostra gentilezza e disponibilita

Mi stavo dimenticando ...la gara è di 8 giorni 300 km 21000 di dislivello......(a me piace la salita più fatico più quando arrivo sono contento) mi faccia faticare....grazie ancora

Cordiali saluti
Federico
(Leggi la risposta)

Ciao,
io ti consiglio visto che mancano 5 mesi alla gara di restare nella preparazione generale ancora in dicembre e gennaio quindi và benissimo il nuoto, la palestra, lo sci da fondo se lo fai, alternandolo il tutto ad uscite in bici curando il lato agilità e forza se non  fai la palestra pedalando per tratti a basse cadenze di pedalata con rapporti lunghi.
I mesi restanti che ti portano all'appuntamento dovresti svolgere un test e programmare il lavoro con carichi crescenti che ti portano ad affrontare la gara al meglio.
I 5 allenamenti di 2h li farei dopo un adeguato riscaldamento di qualita, invece la domenica la sfrutterei per il lungo.
Calcola sempre almeno un giorno alla settimana di riposo assoluto e uno di riposo attivo.
Per andare nel dettaglio dovremmo sentirci privatamente.



17 Dicembre 2010

Salve, vorrei un consiglio,secondo lei un under 23 di 20 anni, perciò nel 2011 è un secondo anno, quante gare è consigliabile fargli svolgere in tutta la stagione agonistica. O meglio quante ogni settimana,e all\'incirca dopo quante gare è utile uno stop.
La ringrazio, cordiali saluti
Paolo
(Leggi la risposta)

Ciao,
io penso si possano fare 50/60 gare all'anno ma non penso ci sia una regola fissa. In questi casi è il buon senso che deve funzionare, la prima cosa è dedicarsi con profitto allo studio poi le gare in base allo stato di forma ecc possono essere 1 o 2 alla settimana. Lo stop durante la stagione và programmato in base agli obbiettivi della stagione e allo studio. Normalmente un velocista parte forte poi cala e ritorna a fine stagione. Uno scalatore che punta al Giro Bio o altre corse a tappe deve partire più piano per arrivare in condizione all'appuntamento prefissato e mantenere questo stato di forma più a lungo possibile dopo la gara.



11 Dicembre 2010

salve,
sono un cicloamatore di 35 anni e 2 anni fa causa un incidente in moto ho subito la frattura scomposta del femore. oggi mi ritrovo con una gamba più corta di 2,5 cm con gravi scompensi sia nella vita quotidiana che durante la mia attività fisica preferita: ossia il ciclismo. oltre ad avere una postura inclinata sul lato dell\'arto più corto in stile Luc Leblanc, dopo circa un paio d\'ore d\'allenamento avverto dei dolori alla schiena che poi si diffondono alle gambe. ho provato a modificare le misure di sella e manubrio ma non ho ottenuto nessun risultato. cosa mi consigliate di fare per migliorare la mia situazione?

Grazie
Marco
(Leggi la risposta)

Salve Marco,
il tuo problema è delicato, dovresti verificare l'assetto in bici con una attenta analisi pressoria sul sellino che identifica un compenso dovuto all'arto più corto.
Verificato il tutto si può considerare l'efettuazione di un nuovo assetto e sopratutto ad una pidivella di dx più corta in quanto la leva orizzontale (il femore) aumenta la corsa del ginocchio, quindi occorre diminuire il braccio di leva( pidivella). Ne risulterà un punto morto inferiore ben piu alto del sx quindi un minor basculamento sul piano trasverso del bacino. Da questo si considera anche un piccolo spessore sotto la tachetta di dx.



10 Dicembre 2010

Ciao dott. Slongo ho 26 anni e pratico mtb da 3.Lo scorso anno mi sono dedicato alle 24h in solitario ma quest anno voglio partecipare a una gara a tappe in mtb(Transalp 2011).non so da che parte iniziare.ho 5 mesi di tempo al via.la prego mi dia due dritte....slongo forever

Ciao
Federico
(Leggi la risposta)

Ciao,
per darti dei consigli dettagliati dovrei intanto sapere se fai un lavoro sedentario o dispendioso inteso in energie.
Quanti giorni alla settimana ti alleni e per quanto tempo.
Inoltre la gara che vorresti preparare che durata ha?      
Hai delle altre gare in programma prima dell'appuntamento transalp 2011?



10 Dicembre 2010

Buongiono!!!!
Molte riviste di ciclismo didcono che nel periodo invernale e meglio fare lavori di agilita con un rapporto molto agile, voi cosa mi potete consigliare?

Cordiali saluti
Francesco Piredda
(Leggi la risposta)

Io condivido questo pensiero.
E' preferibile dopo lo stacco invernale a pedalare in agilità.
In inverno normalmente si migliora il lato forza in palestra o pedalanto per tratti brevi a bassa frequenza di pedalata, ma l'agilità è fondamentale per la maggior parte dell'allenamento.  Le pedalate ideali sono 100/110rpm in pianura e 80/90 in salita. Il rapporto non è importante deve consentire queste cadenze a una FC sotto il ritmo medio.
Cosa andremo a migliorare:
  • Migliora la cadenza di pedalata e la sua fluidità.
  • Migliora la simmetria di spinta delle due gambe.
  • Migliora la spinta sui pedali durante tutti i 360° del giro delle pidivelle.
Tutti questi miglioramenti nella stagione di gare serviranno a pedalare con cadenze elevate, rendendo fondamentale l’esigenza di una pedalata efficiente, che servirà a sprecare meno energie, di preservare fibre muscolari, tendini e articolazioni da lesioni di sovraccarico.



15 Novembre 2010

Sono un cicloamatore, da diverso tempo leggo nelle riviste di settore che esistono diversi tipi di test: incrementale, conconi, mader e consumo d’ossigeno. Quale test mi consiglia di fare? (Leggi la risposta)

Ciascuno di questi tests ha la sua importanza e specificità. Specifichiamo subito che il test Conconi e il test incrementale hanno il medesimo protocollo. A inizio stagione, con gli atleti del Team Liquigas – Doimo, come primo test preferisco fare quello Conconi con l’aggiunta del test del consumo di ossigeno. A stagione avviata applico il protocollo di Mader sia da laboratorio che da campo in cui il valore di riferimento diventa il lattato.



15 Novembre 2010

Nel periodo invernale Lei consiglia di fare dei lavori in palestra? (Leggi la risposta)

Io ritengo che il lavoro in palestra è fondamentale per un ciclista.
Premesso che la potenza è intesa come <Forza x Velocità>, è evidente che per ottenere un incremento della stessa, è necessario lavorare con una resistenza esterna. Da qui consegue l’importanza del lavoro con le macchine in palestra visto in bicicletta non è sempre facile allenare certi tipi di forza, come quella massima.



Angiologia sportiva. Patologie delle arterie e delle vene

dott. PAOLO RAUGEI
Risponde dott. PAOLO RAUGEI

Specialista in Chirurgia Generale e Chirurgia Vascolare
Responsabile aziendale percorso Patologia Vascolare
Ospedale di Prato (ASL 4) - Diagnostica Vascolare

3 Aprile 2013

Pratico ciclismo su strada (dislivello 0_800 mt circa) con regolarità fino a 2 mesi fa: sinusite e poi influenza, fermo a casa con febbre 1 setimana, preso cortisone a basso dosaggio per alcuni gg: risultato vecchie varici alla cross poplitea residuate dopo stripping piccola safena 14 aa fa si sono infiammate ed ora anche la grande safena, poco sotto la cross è refluentee un po dilatata con segni di flebite;l'angiologo, un aMICO, MI ha controllato con l'ecodoppler e mi ha consigliato seleparina per 15 gg e un gel eparinoide da applicare 3 volte gg: ora, prima di questo dannato episodio andavo regolarmente in palestra esrcitandomi coi pesi (calibrati per l'età) e appunto bici da corsa, senza il benchè minimo problema, anzi; Ora mi chiedo: sarà pericoloso riprendere, lasciato passare questo fatto acuto? Grazie in anticipo.

Cordiali saluti
Francesco
(Leggi la risposta)

Ciao Francesco, scusa se ti rispondo in ritardo, ma sono stato fuori sede fino ad oggi. La sinusite e l'influenza con eventuale trattamento cortisonico non sono state sicuramente la causa della tua flebite. Eventualmente la causa scatenante potrebbe essere stata un'immobilizzazione prolungata a letto. Potrai tranquillamente riprendere l'attività sportiva in bici dopo circa 30-40 gg. dall'inizio dell'episodio flebitico. Evita di fare pesistica. Se la crosse safeno-femorale (la valvola della safena all'inguine) è come mi scrivi incontinente, ti consiglio poi una valutazione chirurgica. Per la flebite il trattamento farmacologico più indicato è, secondo lo Studio CALISTO pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine nel 2010, un'iniezione sottocutanea al giorno di Fondaparinux 2,5 per 45 giorni. Ti ricordo inoltre di indossare la calza elastica (1^ classe di compressione) monocollant almeno fino al periodo estivo anche durante l'attività sportiva. Farmaci antinfiammatori (FANS) per pochi giorni ti possono infine aiutare a togliere il dolore e la flogosi della vena. Ti saluto e ti auguro una buona ripresa dell'attività



21 Gennaio 2013

Salve dottore le scrivo perchè mi succede una cosa strana io corro in bici faccio circa 14 15.000 km l anno ma quando ogni tanto vado a correre a piedi mi prende un gran formicolio come orticaria alle gambe. Da cosa può dipendere?
Grazie e buona giornata!
Alex
(Leggi la risposta)

Ciao Alex, il disturbo che riferisci è molto aspecifico e non è in stretta relazione con eventuali problemi di circolazione. Mi viene in mente, ma così a distanza è veramente molto superficiale la valutazione, che tu possa avere problemi di discopatia lombare con irradiazione alle gambe. Ti saluto, scusa se non posso essere più preciso.



22 Ottobre 2012

Ho da pochi giorni subito la rimozione della safena,della vena di Giacominicon la tecnica dello sripping dalla gamba sx. La gambo destra per ora non evidenzia nessun problema.Vorrei sapere se posso riprendere a praticare il ciclismo su strada a livello agonistico,partecipando a brvi ma intense gare a circuito e se posso anche affrontare salite medio lunghe, 8/12 km pendenza media 6/8%.la ringrazio per l attenzione e spero di poter continuare ad andare in bici da corsa.

Cordiali saluti
Luca
(Leggi la risposta)

Ciao Luca, puoi riprendere gradualmente i tuoi allenamenti e le gare in circuito 3 settimane dopo l'intervento. All'inizio, per i primi 2-3 mesi, allenati sempre con le calze elastiche.



22 Ottobre 2012

EGREGIO DOTTORE non vorrei essere drastico le scrivo perchè lei mi dia una carica mentale nonostante un sacco di problemi in parte creati da me per il fatto di portare il mio fisico ai limiti. Ultimamente mi sono comparse delle vene varicose, presumo da sforzo sulla gamba sinistra propio laterale al ginocchio lato interno vorticose con dei punti più ingrossati. Penso che sia dove ristagna il flusso del sangue, non vorrei dilungarmi ma dall'esito del ecocolordoppler da un angiologo non sportivo non esauriente della mutua: ARTERIE NEI LIMITI DELLA NORMA SISTEMA VENOSO PROFONDO PERVO CONTINENTE LEGGERA INCONTINENZA SAFENA INTERNA DI SINISTRA E PICCOLE VARICI COLLATERALI CONCLUSIONI:INSUFFICIENZA VENOSA CRONICA DI GRADO LIEVE. Vado dal mio medico di famiglia e mi ordina degli integratori (VENOLEN plus)principio attivo per una compressa diosmina 300mg troxerutina 300mg ippocastano corteccia 100mg vitaminac 25mg, lei cosa mi consiglia di prenderle non so io gia di mio prendo un
sacco di integratori perchè faccio palestra non vorrei mischiare troppo lei che ne dice? Nonostante tutta la situazione che ho e il parere dei medici che mi dicono di cambiare sport, lo faccio lo stesso tra l' altro faccio cultura fisica da 20 anni allenandomi tre volte a settimana,ovviamente faccio anche molto stretching e scarico della colonna, presumibilmente vado avanti ancora perchè faccio questa ginnastica a corpo libero, e una volta in mountainbike facendo appunto dalle 7 ore alle 10 ore in una volta. Mi dia un consiglio positivo. GRAZIE MILLE INFINITE GRAZIE SCUSI IL PROLUNGAMENTO.

Cordiali saluti
Tindaro
(Leggi la risposta)

Salve Tindaro,

non ti preoccupare della vena varicosa, assumi pure flebotonici che sono in genere ben tollerati. Soprattutto per la discopatia lombare, però, riduci le sedute di cultura fisica e non uscire in MTB per più di 3 ore ciascuna volta. Ti saluto



10 Ottobre 2012

Salve dottore,Sono un amatore podista da 20 anni ho partecipate a numerose maratone all'estero e in italia con tempi eccellenti,sono tra poco tre anni che nella piena incoscienza e con fenomeni che sembravano simili ad uno strappo muscolare sono stato colpito da una Trombosi venosa profonda alla gamba sx da allora prendo il cumadin e porto la calza elastica, non pratico piu' lo sport che tanto mi piaceva,faccio solo delle semplice camminate lunghe,xchè i dottori mi hanno sconsigliato di praticare sport che comportino sforzi fisici,sinceramente io non ne conosco, dovrei fare tiro con l'arco,La vena iliaca ad oggi risulta ostruita del 20% il mio angiologo mi ha detto che c'è la possibilità che non si libera mai e che il trombo si sia organizzato.
Domanda n.1 : con questi presupposti posso iniziare a correre con la calza ovviamente?
Domanda n. 2 : è reperibile nelle farmacie con prescrizione medica il farmaco che sostituisce il cumadin?
Domanda n.3: Posso praticare il Tennis è un'altro sport che amavo e no pratico da tre anni?
Ti ringrazio anticipatamente per l'esaudiente risposte.
Angelo
(Leggi la risposta)

Ciao Angelo, scusa se ti rispondo così tardi.

Primo punto: perchè dopo 3 anni sei ancora sotto terapia anticoagulante? Ti è stata diagnosticata una patologia dell'emostasi? I nuovi farmaci anticoagulanti (Apixaban, Dabigatran, Rivaroxaban, ecc.) per l'indicazione TEV non sono a tuttoggi in uso in Italia; probabilmente a inizio anno prossimo dovrebbero essere ammessi anche in Italia. Basandomi solo su quello che mi riferisci, puoi correre con la calza elastica distanze al di sotto dei 15 km. senza salite troppo impegnative. Anche a tennis puoi giocare non più di un'ora continuativamente. Un altro problema: h cm. 180 e 87 kg. di peso; se vuoi prevenire ulteriori problemi anche di altro tipo, devi dimagrire almeno 10 kg.

Ti saluto e buona ripresa della corsa:



3 Agosto 2012

Salve dottore, vorrei un suo parere su la mia vena varicosa su la mia gamba sinistra ho sempre fatto sport atletica, nuoto e ciclismo.
Ho fatto un ecocolodoppler vascolare esito ostio safeno-femorale sx incontinente con reflusso in vgs dilatata che scarica in collaterali varicose mediali di gamba.
Cosa mi consiglia di fare un intervento laser ho altro premetto che non ho nessun fastidio la ringrazio per una sua risposta.

Cordiali saluti
Giorgio
(Leggi la risposta)

Ciao Giorgio, innanzi tutto complimenti per le tue performances alla tua età.
Se le vene varicose non ti danno fastidio, non fare niente di chirurgico e continua a fare tanto sport. Ti saluto, buona estate



3 Agosto 2012

Gentile Dr. Raugei,
ho 34 anni con un passato da pallavolista. Recentemente ho iniziato a praticare ciclismo con molto entusiasmo. Purtroppo, però, dopo le prime uscite più impegnative (con salite abbastanza importanti) i miei problemi vascolari, che già sapevo di avere da tempo, sono peggiorati.Sono andata dall'angiologo e mi ha detto che mi devo operare alla safena sinistra perché completamente 'andata' mentre la destra comincia a dare i primi segni di cedimento. Mi ha praticamente detto che non posso praticare ciclismo, ma eventualmente andare in bicicletta senza affrontare salite e senza andare sotto sforzo. Vorrei sapere se lei condivide questa opinione oppure se posso continuare con questa mia nuova passione, magari utilizzando alcuni accorgimenti come le calze a compressione per il ciclismo (i booster per esempio?) durante l'attività e abbinare altro sport come il nuoto. In questo caso, vorrei anche sapere se prima dell'intervento posso comunque uscire in bici o smettere in attesa
dell'intervento.

Cordiali saluti
Giorgia
(Leggi la risposta)

Ciao Giorgia, lo Specialista che ti ha visitato è stato un pò drastico. Non hai altri fattori di rischio per trombosi: sei normopeso, hai fatto sempre sport e sei ancora giovane (penso sia scontato che non fumi! Eventualmente, fai uso della pillola anticoncezionale?). Se è confermata all'ecocolordoppler l'incontinenza e la dilatazione delle safene interne, è giusto pensare all'intervento, ma senza particolari paure o limitazioni. Da paz., oltre che da Specialista, ti confido che con una situazione analoga alla tua, ho corso 20 maratone, decine di gare olimpiche di triathlon, un ironman e 2 granfondo in bici con più di 4000 m. di dislivello...E' vero che con le salite più dure le vene superficiali si dilatano ancora di più; cerca di uscire nelle ore più fresche e con i rapporti più agili possibile. Diversificare con il nuoto l'attività principale di ciclismo e/o di podismo, aiuta soprattutto a prevenire e curare gli infortuni, ma soprattutto quando entrera!
i in una fascia d'età (dai 40 aa. in poi) nella quale un carico di allenamento ancora ingente e continuo potrebbe arrecare qualche problema soprattutto muscolo-tendineo-articolare. Per quanto riguarda le calze elastiche, finchè non hai risolto il problema safenico, probabilmente ti arrecherebbero fastidio. Dunque, vai pure in bici quanto vuoi con qualche piccola accortezza in attesa dell'intervento. Ti saluto: Paolo Raugei



19 Luglio 2012

Salve dottore vorrei porvi gentilmente una domanda..
Vorrei sapere se posso continuare a praticare ciclismo agonistico avendo questi problemi:
- ostio safeno femorale dx incontinente alla manovra di valsalva
- ostio safeno femorale sn incontinente alla manovra di valsalva
- osti safeno poplitei continenti
Safena interna dx pervia , calibro regolare (4.5 al terzo medio di coscia) in assenza di octasie varicose, incontinente in tutto il suo decorso; non evidenzia perforanti incontinenti.
Safena interna sinistra pervia, calibro 5.5 mm al terzo medio di coscia. con ectasie varicose all' ostio ed al terzo medio inferiore di coscia, marcatamente incontinente in tutto il suo decorso, al terzo inferiore di gamba collaterale varicosa sovrafasciale e decorso tortuosoanteriore per estendersi al dorso del piede assenza allo stato attuale di processi trombotici in atto o pregressi sia del circolo venoso profondo che superficiale.
Circolo venoso profondo pervio, normocompressibile, con apparato valvolare continente e flusso coordinato con respiro e compressione, bilateralmente.
La ringrazio anticipatamente.
Antonio
(Leggi la risposta)

Ciao Antonio, leggendo il tuo referto doppler, per quanto riguarda la gamba sin., sarebbe meglio che ti sottoponessi all'int. chir. di safenectomia (oltre al normale int. di stripping, ci sono altre recenti tecniche ablative con il laser o la radiofrequenza); si tratta di interventi in one-day surgery o addirittura in regime ambulatoriale. Non c'è urgenza, puoi anche rimandare tutto al prossimo anno (meglio in pieno periodo invernale) e nel frattempo fai pure ciclismo a livello agonistico senza timore. Prima o poi (anni) anche la gamba dx. avrà bisogno dello stesso intervento.

Ti saluto

Paolo Raugei



19 Luglio 2012

Buonasera Dottore,ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità,a maggio di quest'anno mi sono accorto di avere la gamba dx gonfia arrossata e con prurito,mi è stata diagnosticata una trombo flebite,la parte interessata è quella esterna, da maggio prendo l'eparina con punture sull'addome,a fine giugno ho fatto l'eco doppler dove viene evidenziato che nella vena non passa il sangue,la mia domanda è questa,essendo un giocatore di calcio,quando posso tornare a fare lo sport che amo?
Grazie, cordiali saluti
Fabio
(Leggi la risposta)

Ciao Fabio, per "esterna", intendi "safena esterna"? Fammi sapere, perchè se è così puoi tornare fin da ora (dopo 2 mesi di terapia) a giocare a calcio. La safena esterna rimmarrà chiusa probabilmente per sempre dopo l'episodio flebitico, senza particolari conseguenze. Il problema è un altro: perchè ti è venuta la flebite? Ti saluto, fammi sapere. Paolo Raugei



30 Maggio 2012

Buonasera Dottore.
Ho le vene varicose, in modo particolare sulla gamba destra, ho fatto l'eco doppler con relativa visita specialistica sia l'anno scorso che quest'anno. Nessun problematica particolare è stata evidenziata dal Dottore che mi ha visitato, tranne la constatazione che ho efftivamente le vene varicose sulla gamba destra. Esco in bici, mediamente 3/4 volte settimanali, compiendo dai 90 ai 180 Km (percorso misto con 3/6 salite) per volta. Alla fine di ogni uscita non ho particolari problemi. La domanda è la seguente: posso permettermi, per quel che concerne problematiche relative alle vene vericose, queste performance o ogni volta faccio un'azzardo?
La rangrazio per la disponibilità e l'eventuale risposta.

Cordiali saluti, Tullio
(Leggi la risposta)

Ciao Tullio, si tratta verosimilmente di "varici dello sportivo", cioè di vene non dilatate, ma solo più superficializzate. Le vene degli arti, nel caso di sport come il ciclismo in cui il muscolo si riscalda molto, hanno una funzione di termodispersione raccogliendo il sangue muscolare e disperdendone il calore subito al di sotto della cute, che in genere è a temperatura minore. Non fai nessun azzardo a fare tanti chilometri in bici e vai pure tranquillo anche in salita!
Ti saluto



29 Maggio 2012

Buon giorno Dott.
semplicemente vorrei sapere se posso continuare ad andare in bicicletta senza rischiare la rottura dello stent o altri problemi e, in caso positivo per quante ore al giorno e per quanti km. Grazie. ArrivederLa.
(Leggi la risposta)

Ciao Massimo, non ci sono particolari limitazioni ad andare in bici.
Aumenta, però, più possibile l'angolo della coscia con il tronco, non usando il manubrio da corsa oppure utilizzando la MTB. Ti saluto



29 Maggio 2012

Gent.mo Dottore,
ho sempre fatto sport (corsa e nuoto). Ultimamente ho iniziato ad andare in bici da corsa e dopo 5 uscite di circa 60 Km ciascuna (con salite, abito a Genova), ho notato dietro il ginoccho destro una vena in evidenza. Devo fare qualcosa?
La saluto e La ringrazio
Marzia
(Leggi la risposta)

Ciao Marzia, molto probabilmente si tratta di una "varice dello sportivo", cioè una vena non dilatata, ma solo più superficializzata. Le vene degli arti, nel caso di sport come il ciclismo in cui il muscolo si riscalda molto, hanno una funzione di termodispersione raccogliendo il sangue muscolare e disperdendone il calore subito al di sotto della cute, che in genere è a temperatura minore. Se il sintomo è solo la vena evidente, non fare niente; se, invece, lamenti altri disturbi alla gamba: pesantezza, senso di tensione, bruciore, crampi notturni, prurito, devi eseguire un ecocolordoppler per studiare i sistemi safenici e le vene perforanti. Fammi sapere, ti saluto.



29 Maggio 2012

Salve dottore le chiedo alcune delucidazioni riguardo la mia salute vascolare, io per circa 6 anni ho praticato mountambyke in modo non agonistico, poi ho dovuto sospendere per un intervento di stripping alla safena, lo stesso intervento lo devo fare all'altra gamba.
la mia domanda e' posso dopo l'intervento continuare con questo sport, ho devo indirizzarmi sul footing naturalmente senza forzare?

Grazie e buon lavoro
Mario
(Leggi la risposta)

Ciao Mario, non c'è nessun limite dopo l'intervento di safenectomia a praticare ciclismo/MTB. Prenditi soltanto 3 settimane di convalescenza immediatamente dopo l'intervento. Ti saluto



29 Maggio 2012

Salve dottore, ho 48 anni ed ho da circa 20 anni un piccolo problema di vene varicose solo sulla gamba sinistra.(1 vena nella parte interna del polpaccio, sclerotizzata circa 6 anni fa) Quasi 1 anno fa ho ripreso ad andare in bici,e piano piano ha cominciato a gonfiarsi dietro il ginocchio sinistro una vena che comunque era già un po evidente, sono cosi andato da un Angiologo che mi ha dato questa diagnosi dopo l'esame Ecocolor-doppler: insufficienza dell'ostio safeno-polpiteo a sx con reflusso distale. Presenza di V del Giacomini non refluente.Le chiedo, è meglio operare oppure sclerotizzare, come gia' fatto? Quando vado in bici, specialmente se faccio salite, dietro il ginocchio proprio dove si piega mi si gonfia abbastanza ma non da fastidio,sarà pericoloso?
Grazie, Alessandro
(Leggi la risposta)

Ciao Alessandro, ti confermo che il trattamento sclerosante in caso di  incontinenza della giunzione safeno-poplitea, come nel tuo caso, è il trattamento di scelta. La sclerosi va effettuata con mousse (schiuma) sotto guida ecografica e il risultato in buone mani è ottimo. Non avrai nessun problema subito dopo a correre in bici; il trattamento non espone a particolari rischi (naturalmente, come tutte le manovre mediche invasive, riserva un rischio veramente minimo di complicanze a livello del circolo profondo). Se non fai niente, non è pericoloso, ma la tensione della vena dilatata, soprattutto come dici anche te in salita, può essere fastidiosa e peggiorare lentamente nel tempo.
Ti saluto



13 Marzo 2012

Buongiorno Dottore e grazie per la sua disponibilità.
Sono un ragazzo di 34 anni, quest'anno ho scoperto di avere il fattore V Leiden alterato in forma eterozigota.
La scoperta è avvenuta in seguito ad una Tromboflebite superficiale che ha colpito la vena collaterale all'altezza della coscia nella gamba destra a Marzo 2011.
Sono già 5 anni chvado in biciletta, da Dicembre 2010 ho cominciato ad allenarmi in maniera molto intensa, come mai fatto gli anni scorsi, e a Marzo 2011 sono stato fermato dall'evento sopracitato fino a Luglio 2011.
Ho fatto un ciclo di eparina durato per tre mesi.
A Giugno ho cominciato un corso di nuoto e a Luglio sono ripartito con la bici, in maniera graduale.
A Settembre ho riportato gli allenemanti a livelli abbastanza alti in termini di intensità, e a Ottobre sono stato colpito da una tromboflebite alla safena accessoria dal tallone fino a dietro al ginocchio nella gamba sx.
Ho fatto 3 mesi di calciparina somministrata dal flebologo in accordo con un ematologo che mi sta tuttora seguendo.
Adesso, nonostante il mio amore per la bicicletta sono molto perplesso e preoccupato.
Secondo lei posso continuare la mia attività in bici?
Posso partecipare ad eventi agonistici?
L'intensità dell'allenamento e delle uscite ed eventualmente di qualche gara agonistica può essere così dannoso per le vene?
Posso contiuare con la piscina (mi sono accorto che anche in questo sport le gambe e i polpacci in genere sono molto sollecitati)
Grazie, Mario
(Leggi la risposta)

Ciao Mario, ho bisogno di sapere anche il valore del tuo emocromo (ematocrito, GR, HGB) per una risposta definitiva. Comunque, se  l'ematocrito è nei limiti, ti consiglio di continuare ad andare in bici riducendo un pò il tuo carico di allenamento (soprattutto meno salite molto impegnative sopra il 10% di pendenza, meno sedute di forza resistenza, meno rapporti duri), sempre ben idratato, dimagrire almeno 10 kg. e assumere aspirina 100 mg./giorno. Cerca di nuotare sempre (soprattutto gambe) almeno una volta alla settimana.
Buon allenamento



20 Febbraio 2012

Salve dottore ho 45 anni ed ho iniziato ad andare in bici circa 6 anni ma nel 2007 tromboflebite ascedente su safena dx incontinente.Operato con tecnica di safenoctomia. ho ripreso gli allenamenti con grandi soddisfazioni ma dopo un uno stop di4 mesi al primo allenamento più duro di nuovo trombo flebite questa volta però a sx su vena sana. Curata con arixtra e dopo un'uscita impegnativa il trombo si estende fino all'inguine. Scongiurato l'intervento chirurgico ora la safena è tornata in buone condizioni. Le analisi trombofiliche mi hanno diagnosticato il fattore v di leiden in omozigote. Se condo lei posso tornare ancora in bici o rischio di nuovo e poi non sono sicuri di tenermi scoagulato dal momento che i trombi si sono sviluppati su vene superficiali.Io onestamente non sono tranquillo lei cosa ne pensa? Si parla inltre di un farmaco anticoagulante più sicuro che non necessita dell'esame inr sa darmi qualche notizia la ringrazio anticipatamente.
Paolo
(Leggi la risposta)

Ciao Paolo, confermo che con l'omozigosi del fattore V di Leiden e la storia di due trombosi e' indicato l'anticoagulante orale per tenere l'INR tra 2,5 e 3. Confermo che e' prevista anche in Italia l'uscita di questo nuovo farmaco anticoagulante (Dabigatran) tra aprile e giugno; con questo farmaco sempre per bocca, non occorrono prelievi ematici e il dosaggio e' costante, sara' un bel passo avanti. L' attività fisica compreso il ciclismo e' sicuramente consigliabile anche nel caso tuo, pensa pero' che ogni trauma puo' essere causa di ematomi o emorragie anche copiose. Cerca di correre con la calza elastica. Ti saluto



20 Febbraio 2012

Salve Dottore,
ho 37 anni, e da circa 3 pratico triathlon.
Da circa 1 anno soffro di varici, senza però alcuna sintomatologia fastidiosa (le ho scoperte dopo aver depilato le gambe per la prima volta).
L'eco-doppler ed il successivo consulto con l'angiologo hanno suggerito di evitare per il momento l'intervento chirurgico, monitorare la situazione e seguire una terapia conservativa (gambaletto elastico 18mmhg tranne nella stagione calda, pomata Nedema a cicli di due mesi).
Nel dettaglio il referto dell'ecodoppler riporta un circolo profondo normale, a destra "pervio e continente all'ostio safeno femorale e lungo la safena interna, varici anteriori al terzo medio di gamba senza trombosi locale". a sinistra "pervio ed incontinente a livello dell'ostio safeno femorale e lungo la safena interna (da 6 a 4), comunicante incontinente al terzo medio di gamba. safena posteriore continente".
la mia domanda è se la pratica del ciclismo è controindicata (indicativamente una uscita di 2/3 a settimana e spinning 1/2 volte a settimana per 1 ora).
Esistono altre attività sportive da evitare (gioco a tennis e squash saltuariamente, altrettanto aggiungo alcune sedute di preparazione in palestra,...)?
la ringrazio in anticipo, Roberto
(Leggi la risposta)

Ciao Roberto, nella tua situazione non ci sono controindicazioni per il ciclismo. Evita o fai meno possibile salite molto ripide o sedute di forza (salita con rapporto più duro del dovuto a bassa frequenza di pedalata). Ugualmente, in palestra evita la pesistica, soprattutto sforzi intensi, meglio poco peso con frequenti ripetizioni. Per quanto riguarda il running, evita la corsa lunga (> di 20 km.). Per quanto riguarda il tennis/squash, non ci sono particolari problemi. Il farmaco che hai citato serve soprattutto per diminuire il gonfiore alle gambe, se non è presente questo problema, ti serve a poco; se, invece, l'edema è presente, assumilo non in crema ma per bocca (1 cpr. X 2 al dì a cicli, soprattutto nel periodo estivo).  Ti saluto, buon allenamento



30 Dicembre 2011

Salve dottore, ho 63 anni: varici a dx, specie a livello malleolo mediale.
Diagnosi: incontinenza crosse safeno-femorale dx con riflusso lungo tutto l'asse safenico. Incontinenza delle perforanti lungo tutta la safena incluse Cockett`s.
Quali sono i centri migliori nel nord Italia per "laser endovascolare" o "radiofrequenza closure-fast" ? Grazie, Elisabetta
(Leggi la risposta)

Ciao Elisabetta, da come mi riferisci, le indicazioni sembrerebbero più per una chirurgia tradizionale di stripping; sarebbe importante per consigliarti il tipo di tecnica sapere anche il diametro massimo della safena interna. Comunque, specificami la zona del nord Italia dove vivi, perchè ogni città ha almeno un buon Centro di Flebologia. A presto e Buon Anno, se non ci sentiamo prima



30 Dicembre 2011

Gentile Dottore,
vorrei ancora una volta approfittare della sua disponibilità:pratico bici a livello amatoriale, come le ho scritto in precedenza, e nell'ultima decina di volte in cui sono uscito, trovandomi spesso fuori soglia cardiaca, ho notato un evidente sviluppo muscolare accompagnato da un fastidioso formicolio che mi accompagnava per una 15na di gg e andava via diminuendo la frequenza degli allenamenti e la loro pesantezza. Secondo il suo parere questo fenomeno, forse di natura microcircolatoria, è normale per via degli sforzi in allenamento o è dovuto alla mia "fragilità venosa" congenita? Esiste poi qualche tipo di integratore che potrebbe fare al caso mio?
La ringrazio anticipatamente, buona giornata
Salvatore
(Leggi la risposta)

Ciao Salvatore, la sensazione di formicolio avviene al piede, alla gamba o alla coscia? Comunque sia, il problema non ha alcun nesso con la microcircolazione e con problemi venosi congeniti. Da un punto di vista vascolare, non ci sono integratori in grado di attenuare questa fastidiosa sensazione.



30 Dicembre 2011

Buon giorno dottore,
ho 33 anni per 5 ho praticato ciclismo mtb l'anno scorso bdc a febbraio avvenuta trombosi femoro poplitea. La causa genetica presente v leiden. E' stata curata con eparina e coumadin dopo 8 mesi risultato Ecodopler è: presenza di flusso scarsamente modulato livello fem. Comune. Pervio segmento femoro popliteo con flusso demodulato sensibile alle manovre. Incompetenza ostio safeno fem. Pervio competenza safeno poplitea. Consigliano monocollant a vita e coumadin a vita l'ematologo.
Ho ripreso a pedalare ma con calza compressiva e difficile comprime nella fossa poplitea. Se non la indosso pedalando cosa succede? C'è un intervento che possa risolvere il problema visto che la gamba è sempre un po' più gonfia della sinistra a fine giornata.
La ringrazio in anticipo per una sua risposta.
Cordiali saluti
Sara
(Leggi la risposta)

Ciao Sara, l'alterazione del fattore V di Leiden è la causa più frequente di trombosi giovanile su base congenita. Ho appena risposto ad un altro visitatore di Ciclonews spiegandogli proprio questo, di ricercare l'eventuale alterazione di questo parametro in caso di trombosi venosa. Per consigliarti al meglio ho però bisogno di sapere se questa alterazione è in omozigosi o in eterozigosi. Se è in omozigosi è vero che devi assumere Coumadin per sempre o almeno fino all'arrivo di questi nuovi (l'uscita di Dabigatran - Pradaxa è prevista in Italia per il prossimo aprile-giugno) farmaci anticoagulanti con dei vantaggi sensibili: somministrazione giornaliera costante nel tempo, non occorre eseguire il prelievo per l'INR ecc.  Se sei in uno stato di eterozigosi, invece, potrebbe essere sufficiente l'assunzione di aspirina 100 mg. (Cardioaspirina), anche se proprio al 100% come con il Coumadin (a regime, con INR 2-3), non puoi essere sicura di prevenire nuovi episodi di trombosi.  Dimenticati tassativamente l'assunzione di estroprogestinici a scopo anticoncezionale o altro. Niente fumo. Adesso puoi pedalare senza calza elastica; è più importante che la indossi eventualmente se fai un lavoro sedentario o se prevedi di dovere stare a lungo in piedi. Non ci sono interventi chirurgici da effettuare, anzi, ti sconsiglio proprio, anche tra qualche anno, di correggere quel problema safenico che hai per l'elevato rischio di trombosi perioperatoria.
Ti auguro un buon recupero



19 Novembre 2011

Buongiorno Dottore,
a seguito del problema che le avevo illustrato, a metà settembre sono stato trattato con Bypass (Bypass Iliaco-Femorale Comune SX con VSI Invertita, patch di safena). Da Ottobre sto nuotando e da inizio novembre sto utilizzando una macchina ellittica da fitness. A breve inizierò a fare un po' di running e più avanti scialpinismo. IL consiglio che vorrei, se possibile, e cosa ne pensa riguardo una ripresa dell'attività ciclistica a febbraio o marzo, e a che livello, in relazione all'intervento che ho avuto. Cosa comporta esattamente, per un ciclista, il mio intervento?

Cordiali Saluti
Giovanni
(Leggi la risposta)

Ciao Giovanni, mi ricordavo perfettamente del tuo caso. Nella descrizione dell'int. non mi torna tanto quello che hai scritto: bypass iliaco-femorale in safena invertita + "patch in safena", cioè non capisco dove hanno messo il patch. Comunque, da un punto di vista pratico, non cambia molto. A febbraio puoi tranquillamente ricominciare ad andare in bici: inizia con rapporti agili e pianura e chilometraggio 30 km., aumentando di 10 km. ogni settimana. Devi sempre essere ben idratato, soprattutto quando farà caldo. E' già in terapia l'aspirina vero?



19 Novembre 2011

Buongiorno dottore,
ho 32 anni,ho sempre fatto sport e pratico ciclismo da circa 1 anno.Volevo un consiglio in relazione al mio esame ecocolordoppler che ho fatto in seguito a dei fastidi alla safena della gamba sinistra già visibilmente dilatata da almeno un paio d anni.
L'esame evidenza sul lato sx "incontinenza della crosse safeno femorale, reflusso safenico lungo. Pervia, dilatata ed incontinente la vena safena lungo l'asse.Incontinenza delle perforanti di gamba."
Intanto mi alleno per due volte a settimana per 60 km a battiti medio alti con l'aiuto di collant elastici da 140 den 18mmhg senza problemi.
Cerco di usarli anche a lavoro visto che sto molto in piedi ma a volte provo più fastidio che beneficio causato dal calore.

Grazie anticipatamente, Salvatore.
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Ciao Salvatore, perfettamente indicato quello che stai facendo: la calza elastica è un presidio che, soprattutto al lavoro, devi sempre portare; ma...l'intervento? In una situazione di tale incontinenza safenica l'indicazione all'intervento è certa. Per intervento si intende l'intervento tradizionale di stripping della safena (la vena viene "sfilata") oppure int. meno invasivi come la fotocoagulazione della safena mediante laser endovascolare o con Radiofrequenza oppure il trattamento con schiuma sclerosante sotto guida eco. Si tratta di interventi in one-day surgery o addirittura in regime ambulatoriale. Potrai tornare in bici dopo al massimo 2 settimane senza caricare troppo e al lavoro dopo 7-10 gg. (se non fai un lavoro troppo pesante). Senza urgenza, ma: "facci un pensierino!"



5 Settembre 2011

Gentile Dottore,
ho 54 anni,non bevo, non fumo e ho un discreto passato sportivo in diverse discipline:calcio, scialpinismo, bicicletta, e proprio questa mi sta causando un problema che le illustro. Lo scorso anno in Febbraio ho avuto un trombo all'iliaca esterna sx, causata quasi sicuramente da scarsa idratazione (così mi fu detto) e rimosso tramite intervento con catetere Fogarty (se ricordo bene). Purtroppo un paio di mesi dopo si è verificata una ricaduta e trattada con trombolisi. Problema definitivamente risolto tant'è che avevo ripreso l'attività ciclistica abbastanza bene, sino a giugno di quest'anno quando si è verificata una stenosi nella stessa iliaca e nella stessa zona, trattata a fine luglio questa volta con inserimento di stent (pallone EDB+Stent 6 x 40 mm). Decorso regolare tant'è che mi viene detto che avrei potuto riprendere , gradatamente, a fare le stesse cose. Nuotare al mare nessun problema, ma ieri faccio un\'uscita leggera in bici e ci risiamo: stessi sintomi. Sono
parecchio demoralizzato poichè la situazione mi sembra complessa e non riesco a capire nè come verrà trattato nè le mie aspettative future, in genere. Sin dall'inizio sono stato seguito dall'equipe di Chirurgia Vascolare (Dott. Nessi) dell'Ospedale Mauriziano di Torino, che mi dicono molto buona. Vorrei però un suo parere molto obbiettivo a 360° e se lo ritenesse opportuno, anche se abito in provincia di Torino, potrei anche valutare una visita presso il suo studio.
La ringrazio in anticipo.
Cordiali Saluti
Giovanni
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Ciao Giovanni, molto probabilmente si tratta della malattia di Chevalier (leggi anche relativamente a questo problema una delle mie prime risposte sempre su ciclonews). E' importante che ti sottoponga ad una visita effettuando un ecocolordoppler in clinostatismo e, eventualmente, dinamico. Per il momento, vai meno possibile in bici; molto più indicato il nuoto in questo caso e almeno per il momento.



13 Luglio 2011

Egregio Dottore,
ho 60 anni e da 25 anni pratico il podismo a livello amatoriale con tempi di 4' 10" al km nei 10km. Nell'ultimo anno noto un progressivo ingrossamento delle vene delle gambe. L'esame ecodoppler arterioso effettuato circa due anni fa ha evidenziat: "Assenza di lesioni ostruttive arterioso emodinamicamente significative bilateralmente". L'esame venoso ha evidenziato: "Pervietà e continenza del circolo venoso profondo sx e dx. Incontinenza della vena safena interna sx lungo il decorso. Incontinenza di rami extrasafenici in regione mediale di gamba sx e dx". Chiedo scusa per la lungagine . Ho ridotto a tre giorni settimanali gli allenamenti di corsa ed ho inserito negli altri giorni il nuoto. Sbaglio? Durante la corsa posso indossare i calzini elastici 18 mmHg prescrittimi? Le sono profondamente grato per la eventuale risposta.
Cordiali saluti
Gennaro
(Leggi la risposta)

Ciao Gennaro, hai fatto bene a ridurre la corsa e intensificato il nuoto (soprattutto fai lavorare in acqua le gambe). Corri più possibile con le calze elastiche che ti hanno già prescritto. Se però vuoi continuare a questo livello (elevato, soprattutto per l'età che hai), prendi in considerazione l'int. chirurgico di ablazione della safena int. sin. (oltre la tecnica classica di stripping della safena, esistono ora anche tecniche chirurgiche ambulatoriali come l'ablazione laser o con radiofrequenza o l'ecosclerosi con schiuma). Ti saluto e mi complimento con le tue prestazioni, ma soprattutto con la saggia consapevolezza del tuo fisico.
A disposizione per ulteriori chiarimenti



24 Giugno 2011

Buongiorno dottore,
sono uno che ama dalla corsa a piedi alla MTB, ecc.. HO 39 anni un anno fa sono stato operato alle varici della gamba destra, tutto ok, ora sono in lista per il secondo intervento gamba sinistra, che presenta lo stesso problema della gamba destra.
In attesa secondo Lei posso continuare la mia attività sportiva (mtb e corsa)?

Cordiali saluti
Gianni Paone.
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Ciao Gianni, in attesa dell'intervento chirurgico alla gamba sinistra puoi tranquillamente fare attività sportiva; se puoi scegliere, meglio bici e nuoto. Soprattutto in mtb o durante la corsa nel bosco, stai attento a non ferirti le gambe.
Ti saluto, buon allenamento e in bocca al lupo per l'intervento!
Paolo Raugei



23 Maggio 2011

Buongiorno,
sono un ciclista amatoriale che percorre circa 12000km annui, da qualche mese non riesco a smaltire il mal di gambe nonostante abbia fatto recupero non sforzato piu di tanto etc.. ho fatto tutti gli analisi al sangue con risultati eccellenti. Cosa mi succede?
Posso avere un appuntamento per una visita mirata?

Grazie e buon lavoro
Silvano
(Leggi la risposta)

Ciao Silvano, ti rispondo, ma sono un Angiologo; non credo che il tuo problema dipenda dalla circolazione. Dammi altre informazioni per capire meglio: il dolore è a livello di coscia o di gamba? Entrambi i lati? Il dolore si accompagna a gonfiore? E' davvero normale il CK e la mioglobinemia? Emocromo, ferro, transferrina, ferritina come risultano? Che carico di allenamento hai fatto recentemente, quali gare? Risentiamoci, poi decidiamo il da farsi.



23 Maggio 2011

Dottore buongiorno
Ho 47 anni e dai 5 anni pratico ciclismo a livello amatoriale 5000 km anno con 4-5 Granfondo. Ho vene varicose, che controllo annualmente: il medico dice che sono borderline, che ancora non richiedono un intervento anche se dal doppler si rileva una certa insufficienza. A volte, soprattutto durante le GF soffro di crampi al quadricipite. Può questo dipendere in qualche modo dalle varici? Mi consiglia l'uso delle calze o "polpaccere" con compressione? Possono darmi giovamento? me le consiglia? (lo chiedo anche aldilà dei crampi e delle prestazioni, in relazione alla salute)

PS so che se vado oltre i miei limiti l'insorgenza di crampi è normale, ma a volte mi sembra che il crampo arrivi prima di averli superati.

Grazie
Osvaldo
(Leggi la risposta)

Ciao Osvaldo, il tuo problema è chirurgico sia a dx. che a sin.: deve essere asportata la safena interna o con l'intervento classico (stripping ) o fotocoagulata mediante laser o con la radiofrequenza. Sono interventi in one day surgery o addirittura in regime ambulatoriale. Per consigliarti al meglio delle tre tecniche, avrei bisogno della misura del diametro safenico alla coscia (misurato con eco). Comunque per il momento ti consiglio sicuramente le calze elastiche a gambaletto 1^ classe di compressione (prendile in cotone per la traspirazione, non in microfibra o in sintetico); anche per l'attività sportiva (allenamento) vanno bene. Ricorda invece che le calze che coprono la gamba sono vietate in tute le gare, almeno quelle organizzate dalla FCI. Potresti trovare giovamento utilizzando dei farmaci venoprotettori per te indicati e non vietati da nessun regolamento E' opportuno però che siano prescritti dal tuo medico di fiducia e acquistati  con regolare ricetta medica.



11 Aprile 2011

Salve Dottor Raugei,
volevo chiederle, cosa pensa di quelle calze elastiche usate qualche anno fa in primis da Amstrong e tanto di moda ora tra i vari professionisti. Sono cosa valida? Se si: quando e per quanto tempo bisogna usarle? E se fanno bene alla circolazione delle gambe lo stesso prodotto può essere
utile per altre parti del corpo?
Grazie, saluti.
Alberto
(Leggi la risposta)

Ciao Alberto, la performance muscolare soprattutto di gamba (non tanto di coscia) è strettamente legata alla funzionalità delle vene profonde (in particolare le vv. gemellari) e, meno queste vene sono dilatate, più le valvole sono ben funzionanti e il sistema ha una buona capacità drenante di tutto quello che può essere tossico per il muscolo: CO2, acido lattico, radicali liberi ecc. Esistono appunto in commercio delle calze elastiche pre-gara e post-gara per migliorare ulteriormente il ritorno venoso. Per quanto riguarda il ciclismo (e non ad es. il podismo, il triathlon, il calcio ecc.), durante le gare federali, la normativa UCI prevede il divieto di utilizzare calze che possano coprire l'intera gamba; per questo ti ho detto che sono importanti pre-gara e post-gara, in realtà andrebbe benissimo indossarle anche in gara (in gare magari amatoriali, dove probabilmente queste regole sono un pò meno rigide) e sicuramente in allenamento come fanno tanti professionisti. Le calze pre-gara (che hanno una compressione minima) possono essere indossate fino a un minuto prima di andare in bici, mentre quelle post-gara (con la massima compressione) soltanto per 2 ore dopo. Ad es. i professionisti durante le Corse a tappe, a fine tappa indossano subito dopo la doccia che fanno in pullmann le calze post-gara per 2 ore e, dopo, in albergo, indossano per il resto del pomeriggio e la sera prima di andare a letto le calze pre-gara. Durante la notte si consiglia di tenere le gambe alte senza contenzione e la mattina dopo indossano nuovamente le calze pre-gara fino alla partenza della nuova tappa. Per altre parti del corpo (ad es. la coscia) non è così dimostrato un effetto benefico sul ritorno venoso in relazione alla performance muscolare.



27 Gennaio 2011

Salve Dottore, una mia curiosità magari banale.
Premetto che sono alto 1.81 x 78,5 kg e di anni 38 e da qualche anno a questa parte mi ritrovo con delle braccia da neonato: non ho vene sulle braccia o cmq sono invisibili le quali creano qualche grattacapo alle infermiere che mi devono fare i prelievi. Eppure in età giovanile ricordo di aver avuto delle belle vene. A cosa è dovuto ciò?
Altro dato: ho una pressione 110/60 per circa 50 battiti/minuto a riposo.

La ringrazio in anticipo.
Cordialmente
Alessio
(Leggi la risposta)

Ciao Alessio,
non ti preoccupare, non c'è niente di patologico nel fatto di avere vene superficiali agli arti superiori non visibili. Solo, e speriamo di no, dovessi fare ripetutamente delle flebo, potrebbe essere un piccolo problema. La spiegazione potrebbe semplicemente essere nel tuo lieve sovrappeso, con una stratificazione di adipe leggermente aumentata nel sottocute che potrebbe nascondere il normale reticolo venoso. Prova anche a fare qualche esercizio con le braccia a completamento della tua attività in bici: es. canottaggio (anche in palestra su vogatore) o pesistica di medio livello.  
Ti saluto, buon allenamento



17 Dicembre 2010

Salve, sono un ragazzo di 18 anni e corro al "pedale riminese" cat. juniores 2° anno.
Volevo sapere da lei due curiosità:
- La comparsa di vene alle gambe, è legata alla capacità polmonare?
- Quanto conta sulla circolazione sanguigna stare con le "gambe alte" il giorno prima della gara? è una cosa utile?
(Leggi la risposta)

Ciao Andrea,
rispondendo alla tua domanda: no, la comparsa di vene visibili agli arti inferiori non è legata alla capacità polmonare. Le vene superficiali degli arti inferiori sono sempre molto visibili nel ciclista, perchè hanno la funzione di disperdere all'esterno il calore muscolare sviluppato durante l'attività fisica. Importante è capire attraverso un ecocolordoppler se i sistemi valvolari venosi sono continenti. Leggi in questo senso anche una mia precedente risposta a un tuo collega su ciclonews. Prima della gara fa solo bene tenere alte le gambe, come si dice "in scarico": la performance muscolare soprattutto di gamba è strettamente legata infatti alla funzionalità delle vene profonde (in particolare le vv. gemellari) e meno sono dilatate, più le valvole sono ben funzionanti e il sistema ha una buona capacità drenante di tutto quello che può essere tossico per il muscolo: CO2, acido lattico, radicali liberi ecc. Esistono in commercio anche delle calze elastiche pregara e postgara per migliorare ulteriormente il ritorno venoso.


Ti saluto e ti ringrazio, buon Natale e buon 2011:
Paolo Raugei



24 Novembre 2010

Mi complimento con lei dottore, ma è vero che sta nascendo a Prato con un suo collaboratore un ambulatorio che studia e tramite il massaggio e la rieducazione funzionale può aiutare il ciclista nella malattia di Chevalier?
Cordiali saluti
Andrea
(Leggi la risposta)

Sì Andrea, confermo che c'è un progetto, gestito in pratica da un mio Collaboratore, con la Casa di Cura Villa Fiorita di Prato, per questo innovativo trattamento fisioterapico in caso di compressione dell'art. iliaca esterna nel ciclista (m. di Chevalier). I paz. verranno da me valutati e selezionati, come già ora, presso l'Ospedale di Prato e il percorso prevederà, se il progetto verrà definitamente approvato dalla Direzione della Casa di Cura, in caso di sola compressione senza ostruzione dell'arteria, il trattamento di riabilitazione funzionale presso Villa Fiorita. Sto finendo di scrivere un Lavoro, con relative linee-guida, sulla patogenesi, inquadramento e trattamento della malattia di Chevalier. Il Lavoro verrà pubblicato in riviste mediche di Medicina dello Sport e di Chirurgia Vascolare, ma, probabilmente, verrà pubblicato anche in una veste divulgativa per tutti gli appassionati di ciclismo non medici.
Ti saluto e ti ringrazio:
Paolo Raugei



15 Novembre 2010

Sono un ciclista e ho notato da alcuni anni la comparsa di vene ben visibili alle cosce e alle gambe, cosa devo fare?
Grazie, Luca.
(Leggi la risposta)

Ciao Luca, avrai notato che soprattutto i professionisti hanno delle vene superficiali evidentissime, si chiamano "varici dello sportivo", che non hanno niente di patologico, ma servono per la termodispersione, per disperdere in superficie e all'esterno il calore muscolare; guai a togliere queste vene, si ridurrebbe la performance muscolare!  L'esame ecocolordoppler deve dirimere il dubbio se la safena (la vena superficiale più importante) è solo ben visibile o se è dilatata e le sue valvole sono incontinenti; in questo caso è bene rimuoverla (ci sono anche le tecniche alternative: laserterapia, radiofrequenza, schiume sclerosanti che comunque prevedono l'ablazione, in qualche modo, del vaso stesso) perchè condiziona una stasi sanguigna nociva alla prestazione dell'atleta. Ma è più frequente che si tratti di "varici dello sportivo".



15 Novembre 2010

E' vero che la malattia di Chevalier è strettamente correlata all'uso di Epo? Per questo negli anni '80, prima dei controlli attuali sulle sostanze dopanti, era così diffusa?
Cordiali saluti, Giovanni.
(Leggi la risposta)

No, in quel periodo si sono verificati diversi casi di trombosi dell'arteria iliaca (come di altre arterie), proprio perchè l'uso di eritropoietina come sostanza dopante incrementava l'ematocrito fino a livelli patologici, trasformando il sangue in "gelatina". Ma questo problema non è la malattia di Chevalier, da lui (è un chirurgo vascolare di Lione) descritta nel 1985, che ha un altro meccanismo patogenetico, l'endofibrosi dell'arteria iliaca esterna, un ispessimento cronico della parete del vaso che può anche portare ad occlusione completa dell'arteria. Il meccanismo è l'anomalo ispessimento di un legamento/muscolo del bacino che comprime dall'esterno, nella posizione aerodinamica forzata del ciclista, l'arteria fino a provocare questa specie di "cicatrice" interna; questa lesione non è quindi una trombosi.



15 Novembre 2010

Vado in bici da 3 anni, percorro circa 7000 km./anno. Ho da qualche mese un fastidioso dolore alla coscia dx. soprattutto dopo le mie uscite in bici, che si protrae anche nei giorni seguenti. Ho trovato su internet che potrebbe trattarsi dell'ostruzione dell'arteria iliaca, come posso fare per accertare questo problema?
Grazie, Lorenzo.
(Leggi la risposta)

No Lorenzo, sicuramente non si tratta dell'ostruzione dell'arteria iliaca esterna, problema noto anche come malattia di Chevalier dal 1985, anno in cui questo chirurgo vascolare di Lione la descrisse come entità autonoma. Questa ostruzione o endofibrosi colpisce quasi esclusivamente il ciclista di alto livello, dopo una percorrenza di almeno 100.000 km. Un professionista percorre anche più di 30.000 km./anno; quindi anche soltanto dopo 3 anni di attività a tale livello può andare incontro a questo problema. Ma il cicloamatore che da poco ha iniziato questa attività sportiva ne sarà sicuramente indenne. Il dolore alla coscia poi compare solo "durante" lo sforzo muscolare intenso e non dopo.  Nel tuo caso bisogna pensare o a problemi di lombalgia irradiati alla coscia e/o a una postura sbagliata sul telaio della bici o ad altri problemi di natura ortopedica.