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La visita di idoneità agonistica e non agonistica
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Risponde dott. FULVIO SUSANNA
Specialista in Medicina dello Sport e Scienza dell’Alimentazione Dirigente Medico – Servizio di Medicina dello Sport ASL 8 – Asolo (Regione Veneto) 22 Novembre 2012
Salve Dottore, nel 2007 dopo una visita sportiva mi fu riscontrato un lieve prolasso della valvola mitrale. Ogni anno faccio un ecocardiogramma e in questi anni ho fatto due holter cardiaci 48 ore e un test da sforzo, per fortuna non è stato riscontrato nessun tipo di problema. Mi consigliate di fare altri esami? Con questa situazione posso fare ciclismo?
Cordiali saluti
Davide (Leggi la risposta)
Il prolasso della valvola mitralica (quella che divide atrio sinistro dal ventricolo sinistro) è una condizione para-fisiologica assai frequente, soprattutto nel sesso femminile. E' caratterizzata da un movimento a tendina della valvola mitralica. E' una situazione che diventa problematica solo quando la valvola mostra segni di degenerazione o di insufficienza. In questo caso quando il ventricolo sinistro si contrae per spingere il sangue nell'aorta e di lì verso il corpo, la valvola resta in parte aperta e lascia passare sangue verso l'atrio sinistro che col tempo può dilatarsi. Da quello che mi scrive non è il suo caso, quindi può fare sport in tranquillità; non necessitano ulteriori accertamenti. Molti cardiologi consigliano controllo ecografico ogni 3-4 anni.
3 Agosto 2012
Salve dottore, mi chiamo Aldo ho 52 anni e ho iniziato a praticare ciclismo a livello amatoriale da, quando avevo 15 anni, anche se non assiduamente fino all'età di 28 anni, poi ho smesso per motivi di lavoro in quanto ero sempre fuori sede.
Poi circa dieci anni fa sono stato colpito da fibrillazione atriale, ricoverato in ospedale è stata fatta rientrare con la somministrazione di propafenone.
Dopo tutti gli accertamenti eseguiti mi è stato diagnosticato un prolasso della valvola mitrale con rigurgito lieve-moderato. Ho eseguito anche Holter per 24 ore dove risultano delle extrasistole che tuttora ogni tanto si ripresentano.
Ho fatto anche diverse prove da sforzo tutte nella norma. Sotto controllo periodicamente con Ecocardiogramma, elettrocardiogramma, e prove da sforzo.
Su indicazione anche del mio cardiologo da circa 4 anni ho ripreso a praticare ciclismo, allenandomi tre volte a settimana e percorrendo anche 120 km per uscita con salite qualche volta impegnative.
Volevo chiedere se nel mio caso è rischioso praticare ciclismo? Da allora mi e stato dato come terapia 25 mg di atenololo da prendere ogni mattina, volevo sapere se i beta-bloccanti riducono il rendimento atletico, se così fosse quale farmaco in sostituzione è possibile usare senza che dia questi effetti?
I beta-bloccanti sono considerati doping?
Ringraziando anticipatamente invio cordiali saluti. (Leggi la risposta)
Caro Aldo, il suo caso è abbastanza complesso per tre situazioni che analizzeremo una a una: 1) fibrillazione atriale : se si è trattato di un unico episodio non ci sono controindicazioni alla attività sportiva, ma la terapia con beta bloccante (punto 2) fa pensare che il suo cardiologo voglia evitare il rischio di una ricaduta che ritiene possibile; tra l'altro l'ecografia mostra un atrio sinistro aumentato di dimensioni ? se si bisogna avere riguardo. terzo punto, l'insufficienza mitralica è ai limiti per la concessione della idoneità agonistica. l beta bloccante è doping perchè tiene bassa la frequenza cardiaca e permette una riserva di potenza superiore. Quindi non riduce la performance, ma in alcuni casi può migliorarla. Lei comunque ha la possibilità medica di usarlo. Riassumendo la sua situazione particolare: 1) l'attività aerobica di tipo isotonica continuativa è utile nella sua situazione. 2) Le consiglio di usare il cadiorequenzimetro e i puntare la frequenza cardiaca massima a 140-145 (220 meno l'età moltilplicato 85%). Annualmente ricontrollerei ecocardiogramma e Holter ECG 24 ore durante una uscita impegnatva per valutare se le extrasistoli aumentano durante sforzo, se sono singole o ripetitive. Buona pedalata
19 Novembre 2011
Salve, vorrei sapere se il medicinale symbicort per asma va in conflitto con l'eutirox.
Poi il medico mi ha prescritto anche il singulair in aggiunta al simbicort, ma come medicinale può portare problemi? Inoltre vorrei sapere visto che la mia è un asma che viene fuori solo durante lo sfozo, ma solo affanno non crisi vera e propria, lo devo assumere costantemente o lo posso prendere anche solo quando faccio i lavori più intensi e le gare?
Grazie, Martina (Leggi la risposta)
Asma allergico e asma da sforzo, anche se hanno gli stessi effetti (difficoltà a respirare e broncospasmo più o meno accentuato) si affrontano in modo diverso. Eutirox e Symbicort non sono in antagonismo poichè il primo è un ormone, il secondo associazione di cortisonico e beta stimolante. Il singulair è un inibitore dei mediatori del broncospasmo , si usa al posto del cortisone nell'asma lieve o in associazione al cortisone e ai beta stimolanti nell'asma più importate, deve essere assunto cronicamente, anche nelle fasi di benessere, meglio assumerlo la sera prima di coricarsi. Di solito nell'asma da sforzo si usa un beta stimolante prima dell'attività fisica; è il paziente stesso che sa definire quando farà un esercizio importante e quindi assume preventivamente il beta stimolante ( di solito Ventolin) . Ti ricordo i passaggi per porre correttamente la diagnosi spirometria di base, spirometria dopo provocazione con metacolina o dopo broncodilatazione. Per definire correttamente l'asma da sforzo si fa il test della corsa libera. I servizi di pneumologia ospedalieri sono in grado di porre la diagnosi corretta e quindi consigliare la terapia più idonea. Poichè l'asma è di solito una situazione cronica che ci accompagna per tutta la vita, ritengo indispensabile una diagnosi completa e corretta.
27 Maggio 2011
Salve, mi chiamo Elio e sono un uomo di 46 anni. Pratico ciclismo su strada da circa un anno, e in questo ultimo mese ho riscontrato un problema alle cosce: interno ed esterno, sopra al ginocchio. Il problema nasce appena parto con la bicicletta e faccio fatica a fare il percorso abituale (50 km). Mi alleno un giorno sì e un giorno no con medie 28-30 km/h. Non mi interessa competere ma questo fastidio non mi fa apprezzare la bici. Spero di essere stato chiaro, grazie. (Leggi la risposta)
Salve Sig. Dante, potrebbe essere più preciso: il problema è un dolore, un fastidio, una fitta. Mi parla di coscie interno esterno e sopra il ginocchio: intende dire che il problema parte dalla coscia e si estende fin sopra/dietro il ginocchio? Su entrambe le gambe? Quando scende di bici il problema sparisce? Più dati ci fornisce e più precisa sarà la risposta del Medico. Rimaniamo in attesa di ulteriori delucidazioni. Saluti Buongiorno, spero di essere più preciso.... Il problema è un dolore nella pedalata, che avverto anche con un minimo sforzo. La zona dolorante è la parte anteriore di ambedue le coscie. Per la mia poca competenza penso che si tratti del muscolo vasto mediale e vasto laterale, ma non sono sicuro che siano i termini giusti, in quanto li ho trovati in una pagina web. Quando scendo dalla bicicletta il dolore diminuisce perchè non c'è sforzo, ma è lo stesso presente. Grazie per la vostra puntualizzazione, spero di esserlo altrettanto Innanzitutto, complimenti perchè 50 Km alla media di 28-30 Km /H per un quasi "principiante" è un bell'anndare. Il suo, da come lo descrive, sembra un problema muscolare per cui, per capire procederei per gradi: prima controllo ematico per escludere uno stato di anemia e altre alterazioni (emocromo, glicemia, transaminasi, creatinina, PCR, CPK, Na, K, Calcio, E. Urine). Successivamente valuterei la correttezza della posizione in sella; inoltre inizierei l'allenamento a 22-24 km/h e 90 rpm in scioltezza per 10'-20' e solo successivamente, a muscoli caldi aumenterei gradualmente la velocità, perchè se accumula subito acido lattico, poi fatica a smaltirlo. Se tutto questo non basta controlliamo la situazione di vascolarizzazione con ecodoppler arterioso (aorta addominale e arterie femorali)
23 Maggio 2011
Buongiorno dottore e grazie per la sua disponibilità, sono un padre di tre figli tutti ciclisti(purtroppo) e quindi mi rivolgo a Lei perchè come sempre in varie problematiche ognuno ha la sua da dire pur non avendo nessuno, capacità professionali da mettere in campo, veniamo al problema: in gara una delle mie figlie 12 anni dopo pochi giri accusa un forte dolore al fianco destro, altalenando il dolore per tutta la gara; le cause me ne sono state dette tante, ma se cortesemente posso avere anche la Sua gli sarei grato per saper come procedere in merito.
Grazie.
Carlo (Leggi la risposta)
Caro Carlo, capisce bene che in mancanza di una visita personale ed una anamnesi raccolta direttamente faccio fatica ad essere preciso sul caso personale; ma questo è un quesito che mi viene rivolta speso dai ragazzi e/o dai genitori. In base alle mie conoscenze il dolore al fianco (dx o sinistro) durante l'attività fisica non è legato nè al fegato, nè alla milza come spesso viene detto, ma al semplice fatto che durante l'attività muscolare il sangue viene convogliato prevalentemente ai muscoli (salvaguardando cuore, cervello e reni) a scapito dell'intestino in generale, per cui il dolore è legato ad una "ischemia" relativa del colon, soprattutto se in quel momento c'è passaggio di feci. E' comunque una situazione non a rischio, infatti di solito basta fermarsi pochi secondi e il dolore scompare. Cosa fare per prevenire ? Seguire i consigli classici di una dieta equilibrata, alimentarsi almeno tre ore prima della gara, assumere frutta e verdura regolarmente nella dieta per evitare la stipsi; in gara (se dura più di una ora) assumere acqua e elettroliti prima che insorga la sensazione di sete.
Però se il dolore è particolarmente imortante e duraturo, se non passa fermando l'attività fisica , proprio per non sottovalutare la situazione, consultare il Medico di famiglia per una visita medica ed eventualmente eseguire accertamenti supplementari quali esami di funzione epatica, ecografia addominale.
24 Marzo 2011
Salve dottore, mi chiamo Mauizio, ho 46 anni e soffro di ipotiroidismo; assumo eutirox 100 - 125 giorni alterni. Pratico ciclismo agonistico amatoriale da tre anni allenandomi con costanza e determinazione e faccio parecchi sacrifici pur di non saltare gli allenamenti. Vengo al dunque: che "speranze" ho in termini di prestazioni in considerazione del problema di salute suesposto e che tipo di alimentazione mi consiglia in relazione all'assunzione del farmaco indicato.
La ringrazio e le porgo i miei cordiali saluti.
Maurizio (Leggi la risposta)
L'ipotiroidismo è di solito ben compensato dalla terapia sostitutiva (Eutirox); se gli esami di controllo sono normali (TSH , T3, T4 , Emocromo), le prestazioni fisiche non risentono della patologia. Tenga conto che l'assunzione dell'ormone tiroideo non rappresenta aspetti di doping. Le consiglierei solo di valutare gli esami di controllo col suo endocrinologo di fiducia, prospettandogli il tipo di attività fisica che svolge, e soprattutto una bella visita di idoneità agonistica con un Test da sforzo massimale e vista l'età, un ECOCardioGramma.
20 Marzo 2011
Salve, sono un cicloamatore di 38 anni ed ogni anno percorro mediamente 5.000 km. Da sempre pratico sport (ciclismo ma soprattutto calcio), anche a livello agonistico (di tipo amatoriale) e non ho mai avuto alcun problema. Recentemente, durante un check up più approfondito, teso a verificare le mie condizioni di salute e soprattutto quelle del mio cuore, in quanto mi sono riavvicinato al ciclismo con una certa quotidianità, ho scoperto di avere un ponte miocardico della discendente anteriore medio distale, senza comunque aver mai avvertire alcun problema. Mi chiedevo se questo, di per sé e fatti salvi ulteriori e più specifici accertamenti, può precludermi lo svolgimento dell\'attività ciclistica agonistica amatoriale.
Cordiali saluti
Massimiliano (Leggi la risposta)
Caro Massimiliano, il quesito che mi pone mi crea qualche imbarazzo perchè il riconoscimento dei "ponti" muscolari lungo il decorso delle arterie coronarie è abbastanza recente. Nei convegni di medicina dello sport se ne parla da pochi anni. Immagino lo abbia scoperto con una angio TAC . Anche se la sua età la pone al riparo da grossi rischi cardio-vascolari, deve valutare se nella sua famiglia si sono verificati accidenti cardiaci. Seon ha eseguito un test da sforzo massimale lo esegua e comunque Le consiglio di sentire un cardiologo per valutare la esecuzione di una angio TAC coronarica 8 0 una coronarografia) anguigno a valle del ponte muscolare.
16 Gennaio 2011
Salve Dottore, sono un cicloamatore di 51 anni. Percorro circa 12 mila km annui facendo qualche gran fondo durante l'anno. Pratico il ciclismo a livello amatoriale e da un paio d'anni per problemi di pressione (la minima si attestava intorno ai 100) assumo ogni mattina metà compressa di APROVEL 150 mg. Vorrei sapere se tale farmaco inficia in qualche modo la performance sportiva. Grazie in anticipo.
Cordiali saluti
Maurizio (Leggi la risposta)
L'Aprovel, principio attivo Irbesartan , è un farmaco della famiglia deli ACE-Inibitori, sono i farmaci di elezione nel trattamento della ipertensione dell'atleta. Infatti non influenzano nè il ritmo cardiaco ( come i beta bloccanti che tendono a ridurre la frequenza cardiaca) , nè la capacità contrattile del cuore.
L'attenzione che deve porre l'atleta in trattamento con farmaci ipotensivi riguarda l'assunzione del farmaco in relazione alla attività fisica la quale può potenziare l'effetto ipotensivo (sia per la vasodilatazione indotta dall'esercizio stesso che per la disidratazione legata a sport aerobici di lunga durata) causando anomala stanchezza o giramenti di testa. Per cui l'atleta in terapia deve valutare se assumere il farmaco prima o dopo l'attività fisica o semplicemente ridurre il dosaggio monitorando la Pressione Arteriosa prima e dopo l'attività fisica. Questi "aggiustamenti" di assunzione, naturalmente, andranno concordati col medico curante o col medico dello sport.
31 Dicembre 2010
Salve dott.Susanna,
sono un ciclista di 59 anni e pratico questo sport da trent'anni anche agonisticamente.
Da un anno a questa parte periodicamente mi vengono delle aritmie della durata di cinque dieci minuti, il tutto quando faccio allenamento, dopodichè i battiti del cuore si normalizzano. Tutto ciò mi spaventa e mi preoccupa assai. Visita sportiva annuale con idonietà. Le chiedo un suo parere in merito ed eventuali consigli.
LA RINGRAZIO. Buon anno! (Leggi la risposta)
Gentile sig. Beniamino il suo caso è abbastanza frequente: sensazione di palpitazione-aritmie durante attività fisica. Sicuramente va approfondita la valutazione con Ecocardiogramma, test da sforzo massimale e ECG Holter di 24 ore. Qust'ultimo ripetuto anche 3-4 volte fino a quando si riesce ad ottenere una registrazione durante lo sviluppo della sintomatologia; questo è l'unico modo per capire cosa succede al cuore quando il paziente avverte la sensazione di extrasistolia. Nel frattempo, fino al raggiungimento della diagnosi Le consiglierei di moderare l'attività fisica.
27 Dicembre 2010
Buongiorno, ho 52 anni e pratico ciclismo da 25 anni partecipando a gare amatoriali (granfondo e in linea) con buoni risultati nelle varie categorie a cui negli anni sono passato.
A novembre 2007 sono stato sottoposto a intervento chirurgico in cui mi stata asportata la tiroide.
Assumo l'ormone sostitutivo eutirox a giorni alterni 125/150 e i valori sono ritornati nella norma.
Come devo comportarmi per poter continuare a praticare ciclismo agonistico amatoriale tenendo conto certamente della mia età e sopratutto della mia patologia.
Saluti e Buon Natale
Raffaele (Leggi la risposta)
Caro Raffaele, mi complimento con Lei per la costanza con cui pratica il ciclismo da molti anni, tra l'altro è proprio lo sport adatto alla nostra età in quanti sport aerobico (avrà capito che siamo coetanei). Per la Sua patologia, nessuna controindicazione alla pratica del cicliesmo agonistico, basta che assuma l'ormone sostitutivo, che tra l'altro non è neanche inserito tra i farmaci doping. Le consiglio di completare gli accertamenti con Ecocardiogramma , ECG-Holter di 24 ore e Test da sforzo massimale per avere una valutazione completa del suo apparato cardio-vascolare e per ottenere delle valutazioni anche in termini di capacità di performance.
27 Dicembre 2010
Egregio dottore,ho 43 anni, ho sempre pratica ciclismo a livello agonistico fino al 2003.
poi per impegni familiari e di lavoro ho abbandonato le gare ma restando in attività a livello intenso. Nel 2006a seguito di eco mi hanno diagnosticato la dilatazione dell'arto ascendete e della radice aortica 42mm-43mm. e il prolasso mitralico.
Potrei ottenere di nuovo l'idoneità agonistica.
Aggiungo che ECG da sforzo su cicloergometro ha data esito negativo con buona tolleranza allo sforzo (Bpm 175 press 195/100 recupero in 5 min bpm 145 140/ 85
Cordiali saluti
Giogio (Leggi la risposta)
Innanzitutto, caro Giorgio, mi complimento con Lei per aver eseguito un Ecocardiogramma , che ritengo accertamrnto assai importante dopo i 40 anni per chi pratica sport di endurance. Per quanto riguarda il quesito specifico, la dilatazione dell'arco aortico e della radice va seguita nel tempo, per valutare la progressività o la stabilità(meglio) del diametro. In più ha un prolasso della valvola mitrale, per cui io le consiglierei di ripetere l'EcocardioGramma ed eseguire un ECG-Holter di 24 ore prima di recarsi in un centro per l'idoneità agonistica. Se questi accertamenti saranno normali , sicuranìmente potrà riottenere l'idoneità agonistica. nel frattempo si alleni perchè 145 di frequenza cardiaca dopo 5' dalla fine del test ergometrico denotano uno stato di fitness da rifinire.
15 Dicembre 2010
Salve,
mio figlio da un anno ha inziato a gareggiare quest'anno nella categoria giovanissimi G 5, prima giocava a pallone.
Dall'età di 6 anni soffre d'asma ed è allergico alla muffa alternaria alternata e da qualche mese è sottoposto al trattamento con il SYMBICORT due volte al dì e LUKASM una volta al dì.
Da quando ha iniziato a fare dello sport l'ho sempre sottoposto, anche se non serviva, alla visita medico sportiva agonistica e gli esiti sono sempre stati buoni. Premetto che veniva sottoposto senza il classico puff prima dello sforzo.
In questa stagione ha migliorato molto l'aspetto psicofisico: è cresciuto, smagrito, irrubustito e con il finale di stagione ha iniziato a terminare le corse anche se staccato dal gruppo. Quello che però mi preme sottolineare è che arriva sempre stravolto. Molto paonazzo e sudato. Non ha mai avuto attacchi respiratori. Mi è stato consigliato dal pneumologo di sottoporlo al puff prima della competizione per evitare eventuali attacchi.
Dopo la delusione del calcio, dove giocava poco rispetto agli altri ragazzini ha trovato nel ciclismo il suo sport ideale: non ha bisogno di competere con gli altri per correre.
La mia domanda è questa: per il suo problema il ciclismo può costituire un pericolo oppure posso stare tranquilla?
Grazie
Marzia (Leggi la risposta)
Gentile signora, se ho capito bene, suo figlio soffre di asma allergico alla alternaria ed è in trattamento costante con Symbicort (1 puff x 2 al di) e Lukasm (1 cp la sera). Il primo è una associazione di broncodilatatore e cortisonico, il secondo è un antileucotrienoico importante nella prevenzione dell'asma. Il ciclismo, come il nuoto ed il podismo, essendo uno sport aerobico è l'ideale per chi soffre d'asma, meglio degli sport aerobico-anaerobico alternati (tipo calcio). Se già assume Symbicort 2 volte al di, considerata l'età, direi che è già ben protetto e non utilizzerei altri farmaci; se proprio si vuole valutare a fondo la situazione può eseguire il test della corsa libera con spirometria prima e dopo per escludere una eventuale dispnea da sforzo e solo dopo decidere se assumere un broncodilatatore prima delle corse e degli allenamenti. Il fatto che arrivi sempre "stravolto" può dipendere dallo stato di fitness, per cui Le consiglierei di valutare assieme al medico sportivo che concede l'idoneità agonistica e all'allenatore i parametri base tipo: peso corporeo, altezza, età anagrafica e biologica ( ci sono ragazzi che maturano prima e questo determina una grande differenza nella performance ) intensità degli allenamenti, capacità di recupero, e magari alcuni esami del sangue : emocromo, sideremia, ferritina, glicemia, transaminasi, creatinina, esame urine. Sono sicuro che la società, il medico sociale la supporteranno in queste valutazioni.
29 Novembre 2010
Sono un cicloamatore over 35 e abito in provincia di treviso. negli anni scorsi mi sono sempre recato presso un ambulatorio di provincia e mi hanno sempre sottoposo al test da cicloergometro massimale. quest'anno per motivi di praticità mi son recato presso un ambulatorio in provincia di pordenone e sono stato sottoposto "al solo" test dello step. alla mia richiesta di come mai non mi sottoponessero al cicloergometro in quano over 35, mi è stato detto che in friuli non vige questa normativa che pare essare soltanto veneta, e che comunque potevo stare tranquillo che l'idoneità era comunque valida. mi è stato pure specificato che lo step è molto più affidabile per la rilevazione di eventuali aritmie. Oltrettutto non vige neanche l'obbligo del timbro della propria ussl sul certificato medico. Le mie domande sono queste: sono in regola? come mi devo comportare? devo ripetere l'esame presso un ambulatorio della povincia di treviso?
Grazie e uon lavoro.
Paolo (Leggi la risposta)
Caro Paolo, direi che è una domanda imbarazzante perché questi sono i risultati del federalismo sanitario !! e dello scarsa attenzione che molte Regioni danno alla Medicina dello Sport. Ogni regione può organizzare la propria attività sanitaria con regolamenti propri. Quindi quello che ti hanno detto nel centro di Pordenone è vero, quasi tutto. Riassumo: il certificato è valido; non è prevista vidimazione perché il Friuli non ha l'Albo Regionale degli Ambulatori Privati e la Tua ULSS di residenza non saprebbe dove andare a verificare la presenza dell'Ambulatorio e la sua autorizzazione. Che il test del gradino (step test) sia "più affidabile", è una favola metropolitana mai verificata scientificamente, semplicemente, essendo più violento scatena più aritmie, anche in persone sane e quindi spesso creando apprensioni inutili ed esecuzione di esami di 2° livello che risultano sempre normali. Vero è che la legge del 1982 prevedeva lo step test e chi lo utilizza è coperto da una legge di 40 anni fa. Pensa che il test del gradino è stato proposto da un cardiologo americano (dr. Master) nel lontano 1945 .... e i cardiologi lo hanno sostituito già dagli anni 70 col cicloergometro.. Quindi in 40 anni la medicina ha fatto molti progressi e utilizzare il cicloergometro garantisce maggiormente il paziente che può essere monitorizzato durante tutto il test, esegue un carico incrementale, progressivo e il monitotaggio con ECG a 12 derivazioni in continuo permette di rilevare con più attenzione eventuali alterazioni ECGrafiche. Ti dirò, senza malizia, che diversi sono i costi per il poliambulatorio: il gradino costa qualche centinaio di Euro, il cicloergometro 4-5000 euro ... Per finire, sei fortunato ad abitare in una Provincia del Veneto... utilizza i nostri servizi!
17 Novembre 2010
Ho un figlio che gioca a calcio e ha iniziato a fare le visite di idoneità agonistica dai 12 anni, la figlia che fa pattinaggio artistico già ora che compie 7 anni è obbligata a fare la visita di idoneità agonistica. E’ giusto ? (Leggi la risposta)
Purtroppo è vero perché l’età di inizio dell’agonismo è deciso dalle singole Federazioni Sportive in piena autonomia secondo la legge di Tutela della Salute promulgata negli anni 80. E qui bisognerebbe aprire una lunga parentesi sul significato di “agonismo” e sulle età di inizio dell’agonismo, per non parlare dell’enorme problema dell’età alla quale finisce l’agonismo. Lei , pur non essendo un tecnico, ha colto al volo una contraddizione fondamentale: come è possibile che chi pratica uno sport apparentemente più impegnativo come il calcio venga considerato agonista solo dai dodici anni in poi ? E chi pratica altri sport addirittura a sette anni ? Non sono tutti “agonisti”? Certo sarebbe più logico almeno uniformare l’età di inizio dell’agonismo. M a soprattutto, a mio parere, sarebbe utile attivare altre misure di prevenzione per chi inizia qualsiasi attività sportiva. Qui mi permetto un suggerimento che avrebbe una minima ricaduta come costi, ma un a grande importanza dal punto di vista della prevenzione: obbligare ad eseguire contestualmente al rilascio del Certificato di stato di buona salute un ECG di base. Infatti la scuola Italiana di Medicina dello Sport e quella di Cardiologia hanno dimostrato come l’ECG sia uno strumento potentissimo per evidenziare patologie cardiache misconosciute e prevenire i casi di morte improvvisa nello sport, assieme, naturalmente ad una buona visita medica.
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